Udus è l’incontro, o per meglio dire la fusione - sentiti i roventi brani che compongono il disco -, tra Zu (il sax di Luca Mai) e Neo (la batteria di Antonio Zitarelli e la chitarra di Manlio Maresca, quest’ultimo anche negli Squartet).
Il bello è che i contributi di ognuno al progetto Udus sono impossibili da quantificare e distinguere, tanto è rodato l’interplay tra i musicisti, e di conseguenza troviamo la foga del jazz-core a passeggio con la precisione chirurgica del noise-metal. O viceversa?
Poco importa, il titolo/insegna palindromo “DooMood” ci dà il benvenuto in un luogo malsano ed inospitale a suon di scudisciate di chitarra, borbottii di sax e pestaggi di batteria. Colpi che non danno tregua, spesso sotto la cintura e caratterizzati da una grande cura in fase di post-produzione.
Il trio riesce a non farsi succube delle sonorità dei gruppi madre e a proporre assalti brutali in memoria del free jazz (Murder Goodness), ineludibili rendez-vous nelle profondità degli inferi (la bifronte Malebolge), uno spiazzante intermezzo a base di scorie elettroniche e rimasugli noise (In Pompa Magna).
Un esordio che fa ben sperare, che ci presenta una band decisamente ispirata, dotata di assi nella manica come Abakuà, un pezzo che ci trascina in scenari da film noir, dilatato e alticcio il giusto, a chiudere un disco notturno e sulfureo.
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De Dieux /\ SuccoAcido