Si è parlato tantissimo degli Oneida nei mesi scorsi, un po’ su tutte le riviste specializzate e in rete, meritatamente perché hanno fatto dei dischi sconvolgenti. Ancora una volta abbiamo a che fare con un ripescaggio che però conduce in terreni inesplorati: un solido background hard rock si incrocia con la psichedelia e con brandelli di elettronica suicidata, la chitarra e l’organo omaggiano tanto Hendrix e il southern rock quanto i Neu, il risultato è qualcosa di irriconoscibile, eppure lo possiamo chiamare ancora rock. Esempi ne potete trovare sia nel "falso doppio" "Each one teach one" dello scorso anno che nel precedente "Anthem of the moon" (dal quale consiglierei di iniziare), per non dire dello split coi Liars nel quale si coverizzano a vicenda! E a quanto pare altre novità ci attendono, se i pezzi inediti eseguiti dal vivo sono stati una succosa anticipazione allora possiamo ben sperare. La parola a Fat Bobby Matador, voce, organo e chitarra del trio di Brooklyn.
SA: Vorrei avere qualche informazione sul vostro prossimo disco, ci state già lavorando?E’ vero che il titolo sarà "The wedding"?
Fat Bobby: Stiamo lavorando su "The wedding", abbiamo registrato alcune canzoni ma sarà pronto non prima della prossima primavera. Invece abbiamo già pronto un altro disco che sarà fuori in autunno, il titolo è "Secret wars".
SA: Parlatemi un po’ dei testi, si tratta di semplici accostamenti di parole o ci sono storie, racconti, ricordi particolari?
FB: Posso farti l’esempio di "Sheets of Easter", Kid ha scritto le parole, in pratica sono tutti termini semplici e con lo stesso suono: light, night, sight, right. Originariamente c’erano molte più parole, ma prima di registrarla abbiamo deciso di focalizzare il pezzo solo su quelle. Ci capita di fare versioni diverse di un pezzo, come "Privilege" di cui ne esiste una più lunga e complicata da suonare.
SA: Ora siete un trio, ma sui vostri dischi ci sono spesso ospiti, sarà così anche per il prossimo? CI saranno aggiunte anche dal vivo?
FB: Di solito c’è qualche nostro amico che suona in alcuni pezzi, nel prossimo disco ci saranno persino dei gamelan! Di base però restiamo un trio.
SA: Avete mai pensato ad associare la vostra musica con delle immagini?
FB: Lo abbiamo fatto per un film, in realtà si tratta di un documentario sul "Demolition Derby", sai quelle gare fra auto che si scontrano…abbiamo registrato alcuni pezzi, non è proprio una colonna sonora, è stato divertente! Il titolo sarà "Speedo" e il regista è Jessie Moss, ma non so che tipo di distribuzione avrà.
SA: E’ vero che avete fatto uso di "field recordings" soprattutto in "Anthem of the moon"?
FB: Facciamo molte prove ed esperimenti per ogni pezzo, prima di incidere, anche riguardo la posizione dei microfoni; ci è capitato di registrare in posti molto diversi e a volte utilizziamo tracce prese in luoghi differenti, per questo il suono è piuttosto "strano". Ovunque ci troviamo registriamo, anche i concerti o quando suoniamo ad una radio, oppure quando improvvisiamo, poi ci riascoltiamo e decidiamo quali pezzi tenere e quali migliorare, è così che costruiamo un’intelaiatura per i brani nuovi.
SA: Quando ho ascoltato per la prima volta "Sheets of Easter" (un pezzo che procede per 14 minuti con lo stesso ritmo ndr) non riuscivo a capire se certi suoni erano nella canzone o venivano dalla mia testa…penso che in molti ve l’avranno fatto notare.
FB: E’ così anche per noi, ogni volta che l’ascoltiamo ci troviamo cose differenti! L’abbiamo incisa in presa diretta una volta sola, non ci sono overdubs. Quando suoni molto intensamente avviene qualcosa di cui non sei consapevole al momento, hai presente i Joy Division?
SA: Sì, mi piacciono molto!
FB: Bene, anche nelle loro canzoni ci sono suoni che loro stessi non erano in grado di spiegare.
SA: Vostre esperienze precedenti agli Oneida?
FB: Abbiamo suonato tutti in altri gruppi, niente di rilevante, Kid e Jane hanno messo su una band chiamata SuperHussie, hanno registrato un demo. Ci piace avere delle collaborazioni, io ho suonato l’organo su un disco dei Bad Wizard, roba tipo AC/DC, Deep Purple, ma gli Oneida prendono gran parte delle nostre energie.
SA: Conoscete qualche gruppo italiano?
FB: Molto pochi, ho un disco di una band degli anni ’70-’80, si chiamano Tantra, non c’entrano nulla con gli Oneida, fanno roba disco, ma ci piacciono molto, soprattutto per l’attitudine alla reiterazione, alla ripetizione, è un concetto che condividiamo.
SA: Ho letto che esiste un progetto parallelo chiamato People of the North, di che si tratta?
FB: E’ vero, siamo un duo e facciamo cover dei Silver Apples e dei Suicide, più qualche pezzo nostro. Ci chiamiamo così perché io e Kid veniamo dal nord degli Usa mentre Jane dal sud, è solo un nome scherzoso.
SA: Uscirà un disco?
FB: Chissà! Lo facciamo solo per divertimento, per ora siamo concentrati sui prossimi dischi degli Oneida.
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