Dopo averli visti dal vivo di spalla ai Rollerball e aver ascoltato i loro dischi (due cd autoprodotti e l’ultimo Jaser/laego per la Freeland), la curiosità di conoscere i vonneumann (anzi vonneumann e basta, non amano il plurale) era forte: n’è scaturita una lunga chiaccherata forse un po’ sconclusionata, ma a me piace molto il loro modo di trattare l’avanguardia. D’obbligo visitare il sito www.vonneumann.net ricco di spunti, suoni, idee, dubbi… lascio lo spazio alle loro voci: bof, fr, dj e t sono i membri stabili di questo strano "gruppo aperto".
SA: Mi raccontate le vostre esperienze musicali precedenti, e in quale momento è nato vonneumann?
fr: E’ il classico esempio di gruppo che fa una cosa, poi subisce un trauma e ne fa un’altra. I componenti sono rimasti gli stessi, il cambio del nome (dal precedente Arborio a vonneumann) denota un cambiamento, non necessariamente una maturazione.
bof: Gli Arborio, il gruppo che avevamo in precedenza, hanno iniziato nel ‘92/’93, poi nel ’97 è partito il progetto vonneumann.
fr: Come Arborio eravamo più volti allo studio di una ricerca tecnica più mirata, poi bof ad un certo punto ha deciso di smettere di suonare…A quel punto avevamo anche pensato di continuare come "power trio", ma in ogni caso di sciogliere il gruppo, perché tutti noi siamo innanzi tutto legati dall’amicizia.
dj: Inoltre avevamo deciso di abbandonare la complessità dei riff che usavamo negli Arborio, volevamo fare qualcosa di più "ballabile".
fr: Così siamo andati in sala un giorno e abbiamo provato ad improvvisare: è nato vonneumann e in seguito bof è rientrato nel gruppo, tra l’altro lui è una parte fondamentale perché compone parecchi pezzi, nonostante la faccia che ha…
bof: Perché che faccia ho?
SA: Tanto nell’intervista non si capirà…
fr: Quello che ci creava tensione era sottostare ad un’intelaiatura, ad uno schema... il primo brano di vonneumann è stato Fononi per pensatore radar che non è mai uscito ma prima o poi uscirà. E’ un pezzo con una base ballabilissima, una sorta di progressione di fondo che non ha un cambio preciso. Da allora siamo molto cambiati, infatti "jaser/laego" è un disco commissionato.
SA: In che senso?
fr: Cioè la Freeland ci ha chiamato e ci ha chiesto di fare un disco. Non sarebbe mai uscito altrimenti.
bof: Naturalmente quando devi fare un disco per un’etichetta devi rispettare una scadenza, e questo ci ha spinto a lavorare di più, a seguire maggiormente quello che facevamo.
fr: Io penso che ci siamo concentrati di più sul concetto di "disco", di "album", mentre normalmente non lo facciamo, ad esempio "pulcino angolare", che è un ep, assumerà un altro significato quando uscirà il resto della quadrilogia nella quale è inserito. Invece "jaser/laego" non vuole scardinare il concetto di disco.
dj: Abbiamo impiegato parecchio tempo in sala di registrazione, proprio per imparare le tecniche, di solito non sono mai soddisfatto del prodotto finale.
fr: Il punto era che se ci fossimo fatti registrare da qualcuno saremmo scesi ad una serie di compromessi per quanto riguarda il suono, invece abbiamo deciso di fare tutto da noi, il che ha comportato delle lunghe ricerche… abbiamo potuto sperimentare molto, infatti ogni pezzo dell’ultimo cd è registrato in maniera completamente diversa.
SA: Riguardo alla Freeland, vorrei sapere come vi ha contattato.
bof: E’ una storia divertente: ai tempi degli Arborio avevamo mandato un demo alla Freeland, che a loro piacque tantissimo tanto da chiederci di incidere un disco. Nel frattempo però il gruppo si era sciolto…
fr: Fra l’altro penso che metteremo quel demo sul sito in mp3 per farlo conoscere; una delle linee-guida di vonneumann è l’autoreferenzialità, spesso noi ci auto-citiamo, magari in maniera impercettibile. Per noi è fondamentale che ogni cosa possa essere ricondotta ad una spirale, ad esempio ne il fotodominio c’è un campionamento di un brano degli Arborio.
SA: Un’opinione sulle etichette indipendenti italiane.
fr: Non mi piacciono.
bof: Non sono d’accordo! Un’altra delle linee guida di v. è non essere mai d’accordo con se stessi. Voglio dire che apprezzo che ci sia qualcuno che si accolla di fare tutte le trafile che occorrono per fare uscire un gruppo che altrimenti nessuno avrebbe modo di ascoltare.
fr: Io posso entrare nello specifico solo delle persone che conosco, ad esempio Mirko Spino della Wallace ci ha dato una mano per la copertina del disco; comunque sia il panorama in Italia è mortificante, mi sembra ghettizzato.
bof: Non sempre (altra linea-guida è sovrapporsi), spesso escono dischi coprodotti da varie etichette indipendenti.
fr: Sì, è vero, non voglio essere polemico per forza, mi sembra che manchi quella forma di "stravaganza" che ad esempio c’è in America, dove ci sono etichette minuscole che fanno uscire roba di tutti i tipi. Forse in Italia hanno molto più peso i distributori, per cui non puoi trovare i dischi che cerchi a meno che non li ordini. Per questo il problema non è tanto nelle etichette, ma nel meccanismo che ci sta dietro, che le porta a non poter pubblicare tutto.
SA: Mi sembra ci sia un sottile velo d’ironia in quello che fate, mi viene in mente la non-copertina de "il pulcino angolare"…
fr: La grafica del "pulcino.." è un tributo a "Cronaca Vera" (rivista mitica della paraletteratura di massa, che contiene articoli e racconti visibilmente esasperati ndr), ogni tanto ne compriamo un numero, per via delle associazioni tra parole e immagini, talmente enfatizzate da far ridere. Questo per noi è geniale.
SA: Inoltre ho l’impressione che questa cosa sia "suggerita" da voi, non imposta.
fr: Esattamente, si nota soltanto se la si vuole notare, altrimenti non dà fastidio. E’ un’altra delle nostre linee-guida! Una cosa che ci dicono spesso è che su disco e sul palco sembriamo freddi, mentre conoscendoci la nostra ironia viene fuori meglio. Noi apprezziamo molto chi suona seduto, cioè chi non ha un atteggiamento invasivo mentre suona. L’ironia, per tornare alla tua domanda, è una cosa che cerchiamo di mettere ovunque, poi la sensibilità è diversa da persona a persona.
bof: O può essere fraintesa come snobismo, che tra l’altro non posso nemmeno negare che ci sia…
dj: Però quando il discorso va a finire sul "prendere per il culo l’avanguardia" a me fa un po’ incazzare.
fr: Già, non ci pensiamo minimamente!
bof: Qui ci sta bene una citazione di Shirley Manson dei Garbage, che in un’intervista ha detto che per quanto chiari si può essere ci sarà sempre una parte del pubblico che non capirà, e quindi l’importante è essere onesti verso se stessi.
SA: Ditemi della collaborazione coi DISC, come siete venuti in contatto e in cosa consiste il loro intervento?
bof: E’ già stata registrata, farà parte del quadruplo in uscita, è una sorta di split. Gli avevamo scritto e poi ci siamo incontrati a Dissonanze; in pratica gli abbiamo dato dei nostri pezzi sui quali loro hanno "lavorato" (i Disc sono soliti usare cd difettati o rotti ad arte per fare i propri pezzi ndr).
SA: A proposito dei vostri titoli assurdi, "eno rethona" sarebbe another one al contrario?
fr: Sì, a parte il "th" che è invertito, è un omaggio a quelle teorie dei messaggi subliminali nelle canzoni , come Another one bites the dust dei Queen, che a quanto pare invitava a fumare marijuana.
SA: Io ho sempre pensato che fosse vero! (ridiamo) Invece riguardo la scelta di usare sempre il minuscolo e la terza persona singolare parlando di vonneumann?
bof: Perché tutto ciò che è scritto in minuscolo di solito è considerato poco importante. La scelta nostra è stata di usare il singolare perché v. è un’entità, ognuno di noi ha un’opinione differente e perciò quando facciamo qualcosa come gruppo ci definiamo in terza persona.
SA: i componenti sono sempre fissi?
fr: Il nucleo decisivo siamo noi quattro, però abbiamo spesso dei collaboratori, i ruoli non sono fissi. Tra gli input esterni più importanti ci sono quelli di Ida, che si occupa della grafica, e Ivan Rossi, che è presente in una traccia di "Jaser/laego" e suonerà con noi dal vivo a Bologna.
SA: Cosa vi piace della musica elettronica odierna?
fr: Alcune sonorità ci piacciono talmente tanto che le abbiamo usate…comunque crescendo diventa più difficile stabilire cosa ti piace e cosa no, almeno per me.
dj: Di solito quando si ascolta qualcosa di nuovo viene spontaneo fare paragoni…
fr: Tutto questo per dire che non c’è nulla che mi affascina più di altro. Ad esempio il singolo di Shakira, "Whenever…", lo trovo uno dei pezzi più belli di questo periodo, ti giuro!
bof: Riguardo l’elettronica a me piace molto Aphex Twin o Taylor Dupree, oppure le microwaves, che sembrano non avere ritmo, mi piacciono moltissimo perché sono suoni che idealmente non esistono o sono irriproducibili.
dj: Io citerei "EP7" degli Autechre, che è una specie di sinfonia.
SA: E se doveste fare una cover? Io penserei a un omaggio a Cage, ai suoi 4’33" di silenzio…
fr:Il brano il fotodominio è già un omaggio a Cage, perché dura 4’33", e siamo soddisfatti di non aver usato il silenzio in quella composizione; crediamo altresì che fare un tributo sfigurando un brano sia troppo facile, è più arduo fare una cover rispettando l’originale e riuscendo allo stesso tempo a renderla personale. Un pezzo che suoneremmo così com’è è Blind spot dei Roof, che è perfetto e di cui non cambieremmo nulla, ci piace molto.
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