Music For Eleven Instruments / Business is a sentiment / Red Birds
Si parte dalle raffinerie di Gela raffigurate in copertina, da cui si allontanano persone sorridenti, tra le quali il nostro caro Salvatore Sultano, alias Music For Eleven Instruments, e coerentemente con questa visione l’album si apre con l’allegra e malinconica My Reflexive Intro (I Live In A Bad Town) che mi fa venir voglia di alzare il volume...
Raccolgo il cd, guardo la copertina e non vedo l’ora di ascoltare il mondo che contiene, e sono felice che l’ascolto non deluda, anzi!
Si parte dalle raffinerie di Gela raffigurate in copertina, da cui si allontanano persone sorridenti, tra le quali il nostro caro Salvatore Sultano, alias Music For Eleven Instruments, e coerentemente con questa visione l’album si apre con l’allegra e malinconica My Reflexive Intro (I Live In A Bad Town) che mi fa venir voglia di alzare il volume.
Un’ottima introduzione che riflette il carattere dell’intera opera, nella sua essenzialità, schiettezza, potenza sonora e comunicabilità.
I riferimenti sono importanti ed anche estremamente chiari: si va dai Beatles ad Elliott Smith fino alla filastrocca alla Syd Barrett (ed Alba Song, il brano posto al centro dell’album, sembra proprio un omaggio al fondatore dei Pink Floyd), ma l’impianto stilistico di Business is a sentiment è fondato su un ottimo dialogo tra strumenti classici ed elettronici, con incursioni percussive interessantissime e sorprendenti, visto che si tratta di un esordio (ancor più se si pensa che siamo davanti ad un unico compositore, a parte le piccole incursioni di compositori gelesi).
Altre caratteristiche che emergono fortemente sono l’atmosfera onirica, ludica e favolistica che permea il lavoro, così come la ballata in 3/4, rivisitazione del valzer in chiave moderna, nel caso di Everyone In Their Room (la cui trasposizione video è stata premiata come Best Italian Music Video 2010 al Premio Videoclip Italiano), che inaugura una serie di brani simili nella struttura, ma con interessanti variazioni ed intuizioni...
Niente male per un lavoro nato un po’ per caso e composto nella cantina di casa propria, guardando la città grigia e fumante... l’unico punto debole forse sta nel cantato troppo poco innovativo, o forse è meglio dire che, visto l’ottimo lavoro di composizione musicale, artisti con premesse così buone farebbero bene a lavorare sull’evoluzione del cantato in Italiano (è un po’ triste sentire l’omaggio alla Sicilia di My Sicilian Love Is Foul in perfetto Inglese)...
L’unico pericolo, nei prossimi lavori, potrebbe essere quello di mettere da parte la sperimentazione in favore della stabilizzazione su una cellula strutturale/stilistica che sicuramente funziona e, proprio per questo, rischia di essere banalizzata.
In ogni caso un ottimo esordio, che comunica tantissimo e pone le basi per un futuro più che roseo...
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