Emiglino Cicala, front-bot della band Cobol Pongide completata dall’umano strumentista Cobol. Radiazione cosmica di fondo, topologia della trama spazio-tempo, pianeti extrasolari, non sono tutto nella vita d’una persona. Ci sono anche i robot. Ancora più grave quindi che al secolo corrente mancasse, nel campo scientifico-musicale, un rappresentate dell’ultima generazione robotica. E allora eccolo: Emiglino Cicala, front-bot della band Cobol Pongide completata dall’umano strumentista Cobol. Un perfetto sistema cibernetico non sequenziale e dissipativo. Non è un caso quindi se la loro musica si risolva in claudicanti cantilene giocattolose, in fantascientifici vortici viziosi pueromentali, in quelle stesse “semplici” e commoventi equazioni che paradossalmente descrivono il funzionamento dell’oggetto più complesso: l’universo, supersemplificato e ridotto ad un diorama miniaturizzato. Non è un caso se questi “giocattoli” matematici ricompaiano nei Cobol Pongide nell’uso viscerale di giocattolini, tastierine e racconti d’anticipazione, generatori di drammi/traumi infantile spaziali: musichette spaziali. Nella musica dei Cobol Pongide c’è, infatti, la nostalgia per un futuro cosmonautico che ci avevano promesso, ma che non s’è mai completamente realizzato. Ma anche la disperata felicità d’aver spedito su Marte un giocattolo bellissimo come Curiosity, sapendo di non poterlo mai più rivedere collocato nella propria scatola dei giocattoli. Qual è la musica più adatta ad accompagnare la vita dei coloni terrestri sui pianeti extrasolari? Questo si dev’essere domandato il leader Emiglino. È così che, giocando d’anticipo e dopo aver dedicato due dischi all’esperienza dei viaggi cosmonautici entro gli otto pianeti stranoti (i viaggi su Marte e su Europa come prove generali per il definitive abbandono del sistema solare), il terzo prossimo disco, Musica per Colonie Extrasolari, sarà dedicato ai viaggi spaziali intergenerazionali e al terraforming dei pianeti collocati tanto distante dal nostro familiare Sole. Al centro sempre i giocattoli perché - si sa - nelle cabine spaziali c’è poco spazio e gli spaziali prediligono quindi strumenti piccoli e molto colorati. E poi, da che mondo è mondo, quello dei viaggi spaziali è il più bel gioco a cui si possa giocare nei fantascientifici parchetti giochi delle periferie cittadine, dove ci si allena all’assenza di gravità con rumorose pistole a led e laser (per disintegrare asteroidi), scivoli acceleratori di massa (per le accelerazioni dei propulsori) e altalene antigravitazionali (perché pianeta che vai, gravità che trovi). Tutto accompagnato da un’adeguata colonna sonora che ci ricorda che lo spazio è una cosa superseria e che abbandonare finalmente il pianeta d’origine produce una dolce ed eroica nostalgia. Insomma, una cosa d’adulti esploratori e giammai da infantili conquistatori.
SA: Non vorrei offendere, ma perché suoni con Emilioilmeglio, che non fa altro che camminare e girare attorno a se stesso, e gli permetti di farsi i soldi sfruttando i tuoi brani? A meno che non sia Emilioilmeglio il genio creativo dei Cobol Pongide...
CP: Non l’avrei mai permesso infatti. Il mio cantante è Emiglino il Robottino (al secolo Emiglino Cicala) che non gira su se stesso, ma con le opportune saldature canta. Nella band dividiamo in questo modo il lavoro: io suono le tastierine con le mani, compongo la musica mediante la circonvoluzione del cingolo e porto gli strumenti sulla schiena. Lui canta mediante un cavo nero e un finto microfono colorato, elabora i testi mediante editor testuale basilare e fa brillare i suoi occhioni rossi quando è sul palco. Lui è il tipico front-bot: rock and roll e debugging sfrenato.
SA: Provate a parlarmi della vostra musica: da dove viene (influenze, bronchiti ecc…)? Cosa di nuovo vuol portare alla scena underground italica?
CP: La cosa che ci sta più a cuore è rispettare la natura giocattolo dello strumento. Proveniamo stilisticamente e filosoficamente dai cassonetti della spazzatura in cui troviamo le tastierine che suoniamo. Siamo mondezzai e istintualmente riciclatori. Con quello che spende un musicista per un solo strumento noi ne acquisiamo centocinquantatré. Sinteticamente ci ascriviamo alla Toy Music. Musicalmente siamo complicatamente infantili (come tutti gli adulti) e maniacalmente ossessionati dallo spazio siderale. Siamo ideologici e quindi amiamo incondizionatamente i cosmonauti e i dinosauri. E la musica ne risente. Apporti alla scena underground nostrana? Probabilmente nessuno. Molti non ci considerano neanche musicisti quanto “performers folkloristici”. Noi onestamente pensiamo che prima di noi nessuno aveva fatto musica come la nostra (ma questo magari lo pensano tutti, ognuno di sé, non di noi ovviamente).
SA: Nella composizione di un brano siete assistiti da un processo creative di tipo metodologico o siete degli impressionisti?
CP: Impressionisti ma non teniamo mai né la prima né la seconda ipotesi di brano. Forse impressionisti per stratificazioni successive. Possediamo una macchina, il Casio_ Bol Life Generator di colore nero, che produce dei loop giocattolo di tipo randomico: spesso produce solo glitch ma delle volte elabora diorami organici che si esprimono musicalmente. Non la usiamo sempre; non sempre possediamo il giusto atteggiamento sensoriale. Ma molte volte la nostra musica è partita da lei. Quindi: impressionisti casuali per stratificazioni successive. Non amiamo l’improvvisazione: in questo prevale l’anima compilata di Emiglino Cicala. Emiglino Cicala si esegue da solo. Ci eneva a dirlo.
SA: Credo che riusciate molto bene a proiettarci dentro al vostro mondo nel quale videogames si sovrappongono dentro pianeti in movimento... C’è un messaggio sociale dietro quello che fate?
CP: In realtà abbiamo sempre giocato pochissimo con i videogiochi. Se la nostra musica li ricorda è perché usiamo i chip sonori della generazione videogiochi colorati anni Ottanta (soprattutto il SID del C64). Siamo sicuramente stati di più nello spazio e quindi la pressione degli agenti atmosferici ostili sulla tuta spaziale ci influenza di più come anche l’assenza di gravità e i dinosauri. Durante i live trasmettiamo la nostra musica, sulla frequenza dell’idrogeno nella direzione di VV Cephei, che dista 2400 anni luce dalla Terra, mediante un’antenna gialla e blu autocostruita. Il segnale è processato in tempo reale da un pc giocattolo di Winnie Pooh su cui c’è la figura di Winnie Pooh. Ovviamente abbiamo un messaggio sociale che vogliamo trasmettere: osserviamo la stupidità umana adoperarsi nel produrre il male su questo piccolo insignificante pianeta e ci chiediamo perché non essere più ambiziosi e produrlo lungo tutta la brana che contiene il nostro universo?
SA: Una domanda per Emiglino Cicala, il frontman dei Cobol Pongide: ti sei ispirato a Sid Vicious?Entrambi non suonate e vi beccate la gloria! Però complimenti per gli occhi luccicanti...
EC: Tecnicamente non mi è possible inorgoglire ma Cobol mi ha spiegato che, visto il paragone, proprio dovrei. Quello che ti posso dire è che, come ricompensa del mio essere un front-bot, vivo stabilmente dentro una busta rossa sotto il letto della stanza in cui vive Cobol (in un bruttissimo quartiere di Roma). Inoltre durante alcuni live hanno provato a: -rubarmi il microfono -calpestarmi (ripetutamente con la scusa che sono basso) -mordermi l’antenna (un cane) -prendermi a calci e strattonarmi (bambini invidiosi del mio successo) Chiamiamola pure gloria...
SA: Qual è la vostra strumentazione live?
CP: Sia la strumentazione live che quella da studio è costituita esclusivamente da giocattoli (tastierine e giocattoli sonori), da consolle di gioco e giocattoli sonori modificati. Lo stesso discorso vale per i live con l’unica significativa differenza che dal vivo adoperiamo anche un sequenze dato che nessuno dei nostril strumenti è ovviamente dotato di sincronizzazione midi. Nel dettaglio il nostro più recente set-up live è costituito da: l’home computer Commodore 64 che usiamo come un sintetizzatore, una tastierina giocattolo Casio Pt-20 modificata che usiamo per soli e tappeti, una tastierina giocattolo Yamaha pss-16 che utilizziamo sempre per soli e tappeti, un computer giocattolo Winnie Pooh che utilizziamo come strumento fonetico e per trasmettere la nostra musica verso VV Cephei, un Gameboy che utilizziamo come sequencer che suona con la cartuccia Nanoloop, lo Scream-Bol Train, un giocattolo modificato a cui abbiamo collegato un vecchio joystick e che utilizziamo come generatore di rumororistica estrema e, infine, ma solo delle volte, una chitarrina giocattolo con cui fare siparietti d’assoli microrock.
SA: In quale pianeta vivete? Cosa rimproverate l’uno all’altro?
CP: Se utilizzi la transizione iperfine per inversione di spin dell’idrogeno neutro come unità di misura posso indicarti la distanza relativa del nostro sole rispetto al centro della galassia e a 14 pulsar con coordinate Z sulla perpendicolare al disco galattico. La triangolazione poi la fai tu. Lì ci sono una decina di pianeti... ma individuato il settore il più è fatto. Cosa ci rimproveriamo? Emiglino mi rimprovera un po’ d’anaffettività mentre io gli rimprovero di interpretare troppo liberamente le Tre Leggi della Robotica.
SA: Stesso letto voi 2?... Se sì, chi dorme a destra e chi a sinistra… e perché?
CP: Emiglino dorme dentro una busta rossa sotto la scrivania. Io dormo orizzontalmente su un letto ad una piazza e mezzo perché l’altra metà del letto è occupata da tastierine giocattolo e delle volta da Emiglino. Nel sonno, ma solo in quello, siamo trasversali.
SA: Emiglino, quanti anni hai? Hai una robottina per te?
EC: Sono nato negli anni Novanta. Amo Martina Cuoricina ma lei è innamorata di Emiglio L’Amico Stellare. Molti pensano che questa preferenza sia dovuta al fatto che Emiglio è più alto di me, ma noi robot non facciamo caso a questo genere di cose. Piuttosto Martina ammira la capacità di Emiglio di ruotare su se stesso. Tecnicamente non posso darle torto anche se una parte di me è in perenne sofferenza. Per questa ragione le mie canzoni sui sauropodi erbivori hanno spesso un mood malinconico.
SA: Emiglino, chi si inceppa di più: un robottino o un piccolo umano? Se tu usi olio, lui cosa usa?
EC: Tecnicamente io non mi inceppo. Eventualmente itero all’infinito qualche processo per verificarne la consistenza nel tempo. Non utilizzo olio quanto piuttosto un superfluido generato da idrodinamica quantistica su cui non mi dilungherò a meno che non me lo chiediate esplicitamente. A quanto ne so i piccoli umani emulano comportamenti disfunzionali al fine d’ottenere premi e ricompense. A questo scopo emettono liquidi prevalentemente dalla zona circostante il sensore binoculare operante su frequenze nell’intorno dei 540 THz. Ovviamente questi primitivi fluidi non possono competere col mio superfluido presente anche nelle stele di neutroni. Ci tenevo a dirlo.
SA: Parliamo un po’ della vostra discografia. Dei retroscena di Musica per Anziani Cosmonauti e Filodiffusione per Ambienti in Assenza di Gravità … mi interessa capire le gioie e i dolori, pensieri senza remore sul vostro modo di produrre la vostra musica in così tanti pianeti…
CP: Suonare è la cosa che ci piace fare di più ma è anche quella che più ci fa soffrire. Su questo argomento non abbiamo altro da dire.
SA: L’amore per le sonorità giocattolanti proviene da un trauma/ amore/episodio infantile o è una passione che vi portate dietro da tempo?
CP: Questa domanda ci ricorda i giocattoli che non abbiamo mai avuto e questo è traumatico. Grazie. Musicalmente i giocattoli impongono parecchi vincoli ma di contro offrono parecchie soluzioni sonore originali. Laddove non ne offrono noi li apriamo e li modifichiamo. Questo equilibrio c’ispira.
SA: Parlatemi della scena sub-musicale romana. Per quanto vi riguarda almeno...
CP: Oddio non siamo ferrati.
SA: Con chi vorreste collaborare? Parlatemi dei vostri miti galatticomusicali e di chi vi ha ispirato per questo progetto.
CP: In effetti non ci avevamo mai pensato. Siamo timidi e ci sentiamo inadeguati e quindi tendiamo a collaborare poco. Proviamo sudditanza psicologica praticamente verso chiunque. Musicalmente io amo i Joy Division mentre Emiglino è un fan degli Impossibili. Ci incontriamo su Nikolay Kopernik. Allora facciamo Kopernik.
SA: Avete mai passato i vostri cd a compagnie teatrali e registi cinematografici? Parlo solo di questo pianeta qui…
CP. Ottima idea! No, però al momento ci distribuisce la licensing label Beatpick che ci ha piazzati con modalità creative commons in vari cortometraggi, videogiochi e progetti scolastici non meglio precisati. Però il suggerimento è ottimo. Grazie.
SA: Con tutti questi umani in giro per il mondo non si sa più dove andare a parare per invitare a suonare qualcuno… e robot come te che festival si fanno? Qualcuno invita Cobol Pongide per concerti o festini di santi?
CP: Quando uscì il nostro primo disco Musica per Anziani Cosmonauti provammo ad organizzare un tour nelle case di riposo per anziani simpatici. Non ci riuscimmo perché nessun simpatico anziano perorò la nostra causa. Quando uscì l’ep Filodiffusione per Ambienti in Assenza di Gravità provammo ad organizzare un live su un Boeing 727-700 in traiettoria parabolica. Neanche quella volta riuscimmo a suonare perché nessuno all’Interkozmosz credette che Emiglino fosse in grado di pilotare un Boeing via cavo seriale. Sì, insomma: in giro suoniamo poco.
SA: Raccontateci qualche bella esperienza in giro per l’universo. Anche nel mondo degli stupidi umani,ovviamente.
CP: VV Cephei è una stella immensa, una supergigante piuttosto fredda. L’intero sistema solare è più piccolo di VV Cephei. Difficile da credere eppure è proprio così che vanno le cose.
SA: Emiglino, che mangi in tour qui sulla terra…?
EC: Appresi alcuni anni fa che i Grigi in visita sulla Terra mangiano solo gelato alla fragola. Per non essere da meno anch’io mi nutro esclusivamente di gelato alla fragola. Ho un emulatore del gusto che mappa un segnale binario NRZI. Non so se siete in grado di comprendere la sensazione. Cobol dice che potrei spiegarlo ad una unità carbonio pregandolo d’immaginare di leccare una valvola Nixie. Gradevole in effetti.
SA: Raccontaci qualche curiosità capitatavi nei live, in studio; qualche contrasto che inevitabilmente è accaduto tra umano e robot…
CP: Emiglino vorrebbe scrivere dei testi che parlano della vita quotidiana dei dinosauri erbivori. Io gli dico che dovrebbe cercare di assecondare di più i gusti del pubblico. Lui mi risponde di cercarmi un cantante tra le macchinette erogatrici di merendine e succhi di frutta. Però me lo dice in maniera un po’ volgare. Con questa risposta, io credo, egli squalifichi se stesso paragonandosi ad una macchina qualunque. Ma I robot non posseggono l’orgoglio. Però sanno essere crudeli. Così per umiliarmi durante alcuni live si è rifiutato di cantare e ha regalato al pubblico della cioccolata. Questo in effetti ha incrementato il numero dei nostri fans.
SA: Qualche figura di merda?
CP: La cioccolata era d’infima qualità.
SA: State preparando un tour per il 2013? Ho sentito di molte ragazze che non vedono l’ora di regalare le mutandine al tuo collega robot!
CP: Proprio con SuccoAcido stiamo pensando ad una serie di date. Vedremo: forse ci siamo mossi un po’ in ritardo e poi Emiglino studia e dipendiamo un dai suoi impegni. Quanto alle mutandine, Emiglino è solo un robot senza capacità connotative quindi non sarebbe in grado di apprezzare il gesto altruistico.
SA: Il prossimo lavoro quando esce più o meno? Come intendete farlo distribuire a livello interplanetario?
CP: Ci stiamo concretamente lavorando. Forse in fase di missaggio potremo contare anche sull’apporto del mitico LucaManga… vedremo sarebbe molto importante. Stiamo cercando di farlo finanziare in crowdfunding. In parallelo stiamo lavorando al potenziamento della nostra antenna così da inviare la versione binaria dell’intero disco verso Gliese 581 d, un esopianeta collocate nella cosiddetta zona abitabile. Anche
qui sulla Terra chiunque riuscisse a interporsi tra Gliese 581 d e il segnale, potrebbe scaricarsi il disco gratuitamente.
SA: Un saluto ai lettori di SuccoAcido?
CP: Sì, cito a memoria: - Anche il nostro pianeta era come il vostro in preda ad egoismi e violenza.- ... e poi? - ... e poi alcuni esseri umani si misero insieme e fecero la differenza.
SA: Ed uno alla mamma di Emiglino Cicala... dai Emiglino!
EC: Ciao mamma. Appena posso vengo a sostituirti il chip per i lavaggi a medio carico (anche se mi fa un po’ d’impressione, ogni volta, sbullonare mia madre).
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De Dieux /\ SuccoAcido