Six Minute War Madness / Full Fathom Six / Wallace - Il verso del Cinghiale - Santeria
When I come back home, at 1.40 pm, I find the habitual pile of packages waiting for me. The first one I unwrap, as usual, is the one by Wallace. I own this to her. While unwrapping my package, I hesitate for a while. Then I make an oblique smile, like Billy Idol’s when he used to pose as a villain. Inside the package there’s an unexpected re-edition of Full Fathom Six, the third and last Six Minute War Madness album. I can’t spare it no more.
I will tell you, and you won’t believe me. At dawn, on 26th March 2010, I’m picking the records that are coming with me in this day, wavering between a skinning sun and low rapacious clouds shading down its beams worringly.
My thought, go figure why, turns to SMWM. There isn’t a specific reason, and there are many yet. It was one of Blu Bus - the Kina’s label – last albums. It was one of the earliest records I’ve broadcast on the radio. That was the band with whom Xabier Iriondo decided to keep on doing what with the Afterhours was no longer allowed to do.
Yeah, I’m bringing SMWM with me today. But, after having a bidet, I forget instead.
When I come back home, at 1.40 pm, I find the habitual pile of packages waiting for me. The first one I unwrap, as usual, is the one by Wallace. I own this to her. This, also, for a number of reasons. Because Mirko Spino published 130 copies of his album and sent me 131 of them. Because she is still brave enough to do things with all the love and the hate they deserve. Because, while everybody is panting and pushing and elbowing their way forward in order to have their seat in the front row, next to Antonella Clerici’s boobs, Wallace only defends her idea.
A music that is free, without any prisons. That doesn’t need to show off, but just waits to be looked for.
While unwrapping my package, I hesitate for a while. Then I make an oblique smile, like Billy Idol’s when he used to pose as a villain. Inside the package there’s an unexpected re-edition of Full Fathom Six, the third and last Six Minute War Madness album.
I can’t spare it no more.
It barges in, on my stereo again, that old machine once we used to listen to music, and that sooner or later I’ll have to explain to my children. It barges in with a double edition.
How the fuck is that possible, I ask myself.
The fate of the album has already been established by those multimillionaire multinational companies that decided to make it disappear only to resell it in a bunch of years, and, in the meantime, they make our PCs to flood with their freeze-dried crap. And somebody, evidently not a millionaire, insists in republishing a Six Minute War Madness album, moreover, in a deluxe edition, as if they were the Nirvana?
Somebody is making fun of you, my kids. And it’s not Mirko Spino.
So, it’s two cds. The first one comes up with the sound of the mature SMWM, with weezing singing, a layer of noises and dissonances, pauses, fractures and disjointedness.
The second one shows the artistic progression of this band from Milan, from the grunge slags of the first two albums (smoking guitars, English singing that gradually turns into some - still impersonal - Italian, compressed sound) to the apoplexies of the latter period, when their sound gets undressed, stripping itself of the somewhat expected rage of early times. More, peeling itself. Since the beginning, since that intersection between Milano Circonvallazione Esterna and Faust O that is Gli Incubi, and then going on among those untitled fragments that cross the other main roads of the album, the ones left clear for the fury of Uomini Cattivi or Prima Noia, but also full of badly lighted up shop windows, like IV Moravia, of rusty shutters like it sounds in Come un Soffio, again with that mumbling throaty voice, like a catarrh spit too difficult to swallow, up to drifting, Washington che urla and Panorama, from which one really feels like standing on a viewpoint, while the lights of the world arrange themselves in a panoramic way only for us, as it were the most beautiful show in the world. Just do that while sitting, if you like. But don’t deprive yourselves of it.
Six Minute War Madness / Full Fathom Six / Wallace - Il verso del Cinghiale - Santeria
Quando rientro a casa, alle 13.40, trovo la consueta pila di pacchetti ad attendermi. Il primo che scartoccio, come sempre, è quello della Wallace. Glielo devo. Quando apro il pacco ho un attimo di esitazione. Poi sorrido di sbieco, come Billy Idol quando fingeva di fare il cattivo. Dentro al pacco c’ è un’ inattesa ristampa di Full Fathom Six, terzo e ultimo album dei Six Minute War Madness. Non posso più evitarlo.
Ve lo racconterò e non ci crederete.
E’ l’ alba del 26 Marzo 2010 e sto scegliendo i dischi che mi accompagneranno per questa giornata altalenante tra un sole che scortica la pelle e stormi di nuvole basse e rapaci che con raccapriccio ne sfumano i raggi.
Il pensiero, chissà perché, mi va ai SMWM. Non c’ è un motivo preciso eppure ce n’ è tanti. Fu uno degli ultimi dischi della Blu Bus, l’ etichetta dei Kina. Fu uno dei primi dischi che passai in radio. Fu la band con cui Xabier Iriondo decise di continuare a fare ciò che con gli Afterhours non poteva più permettersi di fare.
Si, oggi porterò i SMWM con me. E invece, dopo il bidet, me ne dimentico.
Quando rientro a casa, alle 13.40, trovo la consueta pila di pacchetti ad attendermi.
Il primo che scartoccio, come sempre, è quello della Wallace. Glielo devo.
Anche qui, per una serie di motivi.
Perché Mirko Spino ha pubblicato 130 dischi e me ne ha mandati 131.
Perché ha il coraggio di fare ancora le cose con tutto l’ amore e tutto l’ odio che meritano.
Perché mentre tutti si affannano e spingono e sgomitano per avere il loro spazio in prima fila, accanto alle tette della Clerici, la Wallace difende solo la sua idea.
Una musica che sia libera, senza prigioni. Che non deve mettersi in mostra ma aspettare che venga cercata.
Quando apro il pacco ho un attimo di esitazione. Poi sorrido di sbieco, come Billy Idol quando fingeva di fare il cattivo. Dentro al pacco c’ è un’ inattesa ristampa di Full Fathom Six, terzo e ultimo album dei Six Minute War Madness.
Non posso più evitarlo.
Ripiomba sul mio stereo, quella vecchia macchina che una volta serviva per ascoltare i dischi che prima o poi dovrò spiegare ai miei bambini.
E ci ripiomba in veste doppia.
Ma come cazzo è possibile mi chiedo?
Le sorti del disco sono state già decise dalle multinazionali milionarie che hanno scelto di farlo scomparire per poi rivendercelo tra qualche anno e intanto ci ingolfano i PC di merda liofilizzata e qualcuno, che milionario non è, si ostina a ristampare un disco dei Six Minute War Madness e per di più in veste “deluxe”, come si trattasse dei Nirvana?
Qualcuno vi sta prendendo per il culo, ragazzuoli. E non è Mirko Spino.
Dunque due cd. Il primo ripropone il suono dei SMWM maturi, col cantato rantolante in italiano, lo strato di rumori e dissonanze, pause, fratture, sconnessioni.
Il secondo ci mostra la progressione artistica del gruppo milanese, dalle scorie grunge dei primi due dischi (chitarre fumanti, cantato in inglese poi gradatamente in un italiano ancora impersonale, suono compresso) fino alle apoplessie dell’ ultimo periodo in cui il suono si spoglia, denudandosi della furia un po’ scontata degli esordi. Di più, spellandosi. Sin da subito, da quell’ incrocio tra Milano Circonvallazione Esterna e Faust’ O che è Gli Incubi e poi via vai tra quei frammenti senza titolo che intersecano le altre strade principali del disco, quelle lasciate sgombre per la furia di Uomini Cattivi o Prima Noia ma anche piene di vetrine poco illuminate come IV Moravia o di saracinesche arrugginite come pare di sentire su Come un soffio, di nuovo con quella voce masticata in gola, come uno sputo di catarro troppo difficile da ingoiare, fino alle derive di Washington che urla e Panorama da cui davvero pare di stare su un belvedere mentre le luci del mondo si sistemano in maniera panoramica solo per noi, come fosse il più bello spettacolo del mondo. Voi fatelo stando seduti, se vi piace. Ma non privatevene.
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