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Art - Art Fairs & Festivals - Review | by Christian Costa in Art - Art Fairs & Festivals on 04/02/2009 - Comments (0)
 
 
 
Art First @ Bologna

Naive fictions: ArteFiera, Bologna, January 23-26, 2009
Does in Italy exist an intellectually honest critique? Are Italians really interested in what is going on in the rest of the world?

 
 

Can huge crowds and good sellings (they say) at the biggest art fair in Italy calm us down about the state of health of artsystem and cultural promotion in this country? Is the strong prevalence of “traditional” languages (painting and bidimensional media) a sign of a recurring change in market’s tastes or of a scanty passion and understanding for objects hard to put in a living room? Is contemporary art becoming interior decoration for those who will never be bothered by an economic crisis? Today where have we to place the boundaries between art, handicraft and design? In Italy, in a moment of austerity (as someone used to say: for many but not for everyone), are the wealthy buying art or pretending to self-moralize spending even more in travels, clothes and luxuries? Do Italian ruling classes support or, at least, have some kind of presence in the world of arts?

Has the society of the spectacle, now society of images and video (moving images), by now relentlessly encompassed the artistic creativity too? Why at every “contemporary” exhibition in Italy there are a lot of videos around but so few people are offering, selling or buying them? Have the moving images (an often confused movement, as in a videogame) completely colonized the way we see and imagine the reality? Are we still able to understand the three-dimensional world as it is, not flattening it out in a screen, not looking at ourselves from the outside (modern extracorporeal experiences) as in a film?

Are art fairs the only possible contact points between art market and mass public? Is the Italian and international art system creating new economic room for the arts, new collecting possibilities, personal and direct contact between artists/works and buyers? Is there in Italy a policy focused on increasing the number of arts users, with the aim to grow them into collectors or, at least, resources, according to everyone’s possibilities? How can we make people fond of contemporary arts? And who should have to do it? Today is the taste shaping the market or the other way round? Is the 18 euros daily ticket a way to “select” the public or to make cash?

Does make sense to be carried away by horror vacui putting in just one weekend in the year such a number of events - impossibile to see them all and even harder to reflect about them - just to revert to the usual quiet soon after? Does events concentration in time and space prove wisdom in raising attention and selling a show or inability to plan on a long term and on multiple levels?

Does an art fair embody a variation of a global system, the country organizing it or simply itself? Does “local” art, tied - in a contemporary way - to the characteristics of a place, still exist? Is globalization an inevitable cliché? At ArteFiera out of 212 exhibitors (except publishing; source: free guidebook) foreigners were 56, equal to 26,4% (extra-Europeans were 9, equal to 4,2%); does it define this fair as a local, European or international event? Does it reveal that Italian art collectors buy abroad, that in Italy are available only “second-rate” works, that Italian galleries are able to propose the most interesting artists anyway or that here the market is not very appealing?

Finally, why all the reviews of this fair look the same? Why some general criticism is allowed, while stands descriptions are only positive? Not even a gallery presented crummy stuff? And why can we read always the same names and the foreigner galleries are usually forgotten? Does in Italy exist an intellectually honest critique? Are Italians really interested in what is going on in the rest of the world?

 
ArteFiera @ Bologna

Ingenue finzioni: ArteFiera, Bologna, 23-26 gennaio 2009
In Italia esiste una critica onesta intellettualmente? Agli italiani interessa ciò che accade nel resto del mondo?

 
 

L’incredibile calca e le buone vendite (ci dicono) della più grande fiera d’arte italiana ci rassicurano sullo stato di salute del sistema dell’arte e della proposta culturale in questo paese? L’assoluta prevalenza di linguaggi “tradizionali” (pittura e media bidimensionali) è il segno di un ciclico cambio di gusto del mercato o di una scarsa passione e comprensione per oggetti difficili da piazzare in salotto? L’arte contemporanea sta diventando arredamento d’interni per coloro che non saranno mai turbati da una crisi economica? Dove porre, oggi, i confini tra arte, artigianato e design? In Italia, in periodo di austerity (come diceva qualcuno: per molti ma non per tutti), chi se lo può permettere compra arte o fa finta di auto-moralizzarsi spendendo poi ancora di più in viaggi, vestiti e oggetti di lusso? Le nostre classi dirigenti supportano o hanno almeno un riflesso nel mondo delle arti?

La società dello spettacolo, divenuta società dell’immagine e del video (immagine in movimento), ha ormai inesorabilmente inglobato anche la creatività artistica? Perché in tutte le mostre “contemporanee” in Italia abbonda il video e poi coloro che lo propongono, vendono o acquistano sono così pochi? L’immagine in movimento (spesso confuso, da videogame) ha del tutto colonizzato la maniera nella quale noi vediamo e immaginiamo la realtà? Siamo ancora in grado di cogliere il mondo tridimensionale come tale, senza appiattirlo in uno schermo, senza vederci dall’esterno (moderne esperienze extracorporee) come in un film?

Le fiere d’arte sono l’unico possibile punto di contatto tra mercato di massa e pubblico di massa? Il sistema dell’arte nazionale e internazionale promuove la creazione di nuovi spazi economici per l’arte, di nuove possibilità di collezionismo, di contatto anche dal basso tra artisti/opere e acquirenti? In Italia c’è una politica volta all’espansione della base di fruitori delle arti, al fine, magari, di farli divenire nel tempo anche collezionisti o, comunque, risorse, secondo le possibilità di ognuno? E come si fanno appassionare le persone al contemporaneo? E chi lo dovrebbe fare? Oggi è il gusto che crea il mercato o viceversa? E il biglietto d’ingresso a 18 euro al giorno serve a “selezionare” il pubblico o a fare cassa?

Ha senso lasciarsi prendere dall’horror vacui e ficcare in un solo weekend all’anno una mole sproporzionata di eventi (impossibile vederli tutti e men che mai rifletterci su) per ritornare alla calma piatta subito dopo? La concentrazione di eventi nel tempo e nello spazio indica sagacia nel creare attenzione e vendere una manifestazione o incapacità di pianificare sul lungo periodo e a tutti i livelli?

Una fiera d’arte rappresenta una declinazione di un sistema globale, il paese che la ospita o semplicemente sé stessa? Esiste ancora l’arte “locale”, legata (in maniera attuale) alle specificità di un territorio? La globalizzazione è un luogo comune inevitabile? Ad ArteFiera su 212 espositori (esclusa l’editoria; fonte: guida distribuita in fiera) gli stranieri erano 56, pari al 26,4% (gli extra-europei 9, pari al 4,2%); questo qualifica la fiera come evento locale, europeo o internazionale? Lascia trasparire che i collezionisti italiani comprano all’estero, che in Italia arrivano opere “di seconda scelta”, che le gallerie nazionali sono comunque in grado di proporre gli autori più interessanti o che il mercato di questo paese è poco appetibile?

Infine, perché le recensioni di questa fiera sono tutte quante uguali? Come mai ci si può permettere qualche critica generale, mancando un vero soggetto che se la possa prendere a male, mentre le descrizioni degli stand sono solo in positivo? Nemmeno una galleria ha proposto opere scadenti? E per quale motivo i nomi delle gallerie che girano sono sempre gli stessi e di quelle straniere di solito ci si dimentica? In Italia esiste una critica onesta intellettualmente? Gli italiani sono interessati a ciò che accade nel resto del mondo?

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
All images, photographs and illustrations are copyright of respective authors.
Copyright in Italy and abroad is held by the publisher Edizioni De Dieux or by freelance contributors. Edizioni De Dieux does not necessarily share the views expressed from respective contributors.

Bibliography, links, notes:

Pen: Christian Costa
English Version: Christian Costa
Link: www.artefiera.bolognafiere.it/

 
 
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