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Art - Art Reviews - Article | by Matteo Lucchetti in Art - Art Reviews on 17/04/2008 - Comments (0)
 
 
 
Love Difference Pastries @ La Spezia

Tasting the differences. That’s what has really happened in La Spezia during last weekend of February within the exhibition “Cittadellarte. Michelangelo Pistoletto e il Terzo Paradiso” at the CAMeC, Center for Contemporary Art of the town.

 
 

La Spezia, 22-23-24 / 02 / 2008.

Trying different tastes, becoming familiar with flavours distant from the daily life ones, it’s surely a fundamental step to take in order to come to love the differences. Love Difference indeed is a project that since 2001 put in dialogue art with a political activity within a defined, but with the will to be widened, context that is the Mediterranean area. And dialogue has been the main character of this end of February workshop, where, starting from a laid table it arrived to a continuous round-table discussion where to talk about the potentials of the Love Difference Pastries project, about how to create a network of pastries shops able to spread the sweet creations received by the artists through the international call, and finally about the expectations born around these recipes. The gamble that the Political Office of Cittadellarte has made is about going above the specificity of the artistic expression in order to turn intuition and creativity into really useful tools, with the purpose of a possible ‘responsible transformation of society’.

Reposterķa Love Difference @ La Spezia

Degustar las diferencias, es lo que literalmente significa “Taste difference”, y en cierto modo es lo que sucedió en La Spezia durante el último fin de semana de Febrero dentro de la exhibición “Cittadellarte, Michelangelo Pistoletto y el Tercer Paradiso” en el CAMeC, Centro de Arte Contemporáneo de la capital de Liguria, Italia.

 
 

La Spezia, 22-23-24 / 02 / 2008

Degustar las diferencias, es lo que literalmente significa “Taste difference”, y en cierto modo es lo que sucedió en La Spezia durante el último fin de semana de Febrero dentro de la exhibición “Cittadellarte, Michelangelo Pistoletto y el Tercer Paradiso” en el CAMeC, Centro de Arte Contemporáneo de la capital de Liguria, Italia. Degustar sabores diferentes y coger confianza a aquellos diversos de los cotidianos es, seguramente, un paso fundamental a fin de amarlas, las diferencias. Love Difference (Ama las diferencias) es de hecho un proyecto que, ya desde el 2001, ha puesto en diálogo el arte y una actividad de connotación política dentro de un contexto preciso pero ampliable, personificado en el área simbólica del Mediterráneo. Y, ha sido el diálogo el verdadero protagonista del workshop a finales de Febrero, donde partiendo de una mesa construida se ha llegado a una mesa redonda, entorno a la cual se ha discutido sobre la potencialidad de tal proyecto: como crear una red de reposterías que difundan las creaciones culinarias recogidas a través de un open call internacional y sobre la longevidad y solidez de la idea y las expectativas nacidas entorno a la misma. La apuesta de la oficina de política de “Cittadellarte” (ciudad del arte) se está encaminado más allá de la especificidad artística, convirtiendo la intuición y la creatividad en instrumentos verdaderamente útiles a fin de posibilitar una “transformación responsable de la sociedad”.

Patisserie Love Difference @ La Spezia

Die Unterschiede schmecken, das ist was wortwörtlich "taste difference“ bedeutet, und, gewissermaßen war es das, was in La Spezia während des letzten Februarwochenendes innerhalb der Ausstellung "Cittadellarte, Michelangelo Pistoletto und das Dritte Paradies“ im CAMeC, Zentrum für Zeitgenössische Kunst der Haupstadt Liguriens (Italien) passiert ist.

 
 

La Spezia, 22-23-24 / 02 / 2008.

Unterschiedliche Geschmäcker kosten und den nicht täglichen Vertrauen entgegenbringen, ist sicherlich ein wesentlicher Schritt um sie, die Unterschiede, zu lieben. Love Difference "Liebe die Unterschiede“ ist in der Tat ein Projekt, dass nunmehr seit 2001 Kunst und eine politisch markierte Aktivität, innerhalb des präzisen aber erweiterbaren Kontextes des symbolischen Raumes des Mittelmeeres, ein einem Dialog verbindet. Und es war tatsächlich der Dialog der wahre Hauptdarsteller des Workshops Ende Februars, wo an einer ständigen Tafelrunde die Potenzialität des Projektes diskutiert wurde. Wie kann man eine Kette von Patisserien schaffen, die jene kulinarischen Kreationen, die durch einen internationalen Open Call gesammelt wurden, verbreiten? Wie kann man den Ideen und Erwartungen innerhalb dieses Projektes Langlebigkeit und Haltbarkeit schenken? Das Unterfangen des politischen Büros der "Cittadellarte“ (Stadt der Kunst) besteht darin, über die spezifisch künstlerische Erfahrung hinauszugehen um aus der Intuition und der Kreativität wirklich nützlichen Instrumente zu schaffen, die eine "verantwortungsvolle Verwandlung der Gesellschaft“ ermöglichen.

 
Love Difference Pastries @ La Spezia

Gelato e Dolci Love Difference come passaporto culturale.
Assaggiare le differenze, questo letteralmente vuol dire Taste difference, ed in un certo senso è ciò che è realmente successo alla Spezia nell’ultimo weekend di Febbraio. Assaggiare gusti differenti, prendere confidenza con sapori distanti da quelli del quotidiano è sicuramente un passo fondamentale per poter arrivare ad amarle, le differenze.

 
 

Taste Difference
a cura di Emanuela Baldi, Filippo Fabbrica, Sonja Linke, Irene Leveghi
con la collaborazione di Chiara Cardinali e Alma Khasawnith.
La Spezia, 22-23-24 / 02 / 2008.

Assaggiare le differenze, questo letteralmente vuol dire Taste difference, ed in un certo senso è ciò che è realmente successo alla Spezia nell’ultimo weekend di Febbraio. Assaggiare gusti differenti, prendere confidenza con sapori distanti da quelli del quotidiano è sicuramente un passo fondamentale per poter arrivare ad amarle, le differenze.
Love difference (ama la differenza) è infatti un progetto che, ormai dal 2001, ha messo in dialogo l’arte ed un’attività di impronta politica – intesa questa non come una diatriba partitica ma come strumento dialogico per mettere in comunicazione e condivisione idee, situazioni e posizioni differenti – all’interno di un contesto preciso ma allargabile, individuato nella simbolica area mediterranea.
Una posizione da leggere come possibile punto di partenza di un movimento multiculturale che possa rappresentare un’identità transnazionale frutto dell’operato congiunto di diversi artisti e di tutti coloro che, con provenienza dalle più disparate discipline, prendono attivamente parte al movimento.
In un certo senso, tentando una semplificazione, si tratta di un modo per fare sistema e per non disperdere nell’effimero dell’estemporaneità un determinato approccio partecipativo e relazionale dell’arte contemporanea. Il tutto è partito all’interno della Cittadellarte di Biella: il progetto, diventato poi fondazione, ideato da Michelangelo Pistoletto (oggi direttore artistico), che in un certo senso riflette l’atteggiamento partecipativo e sociale assunto dal grande artista italiano, riuscendo a connettere capillarmente l’attività artistica con i vari ambiti del vivere contemporaneo ed avendo nel lungo termine la filosofia del proprio modus operandi.
L’arrivo alla Spezia di Cittadellarte è datato dicembre 2007, con l’apertura della mostra “Cittadellarte. Michelangelo Pistoletto e il Terzo Paradiso” presso il CAMeC, Centro d’arte contemporanea del capoluogo di Levante. Un mostra esemplificativa del lavoro portato avanti dagli Uffizi – questo è il rinascimentale nome dei singoli dipartimenti presenti nel corpus della fondazione – di Biella, punto di partenza e di ritorno di ogni loro iniziativa. Love Difference è uno di questi uffici (quello politico, ça va sans dir) e quella maggiore autonomia di cui la loro attività in progress necessita, ha fatto sì che avessero uno spazio proprio, nel quale proporre nuovamente ciò che già nella Biennale di Venezia del 2005 era nato come progetto per un ‘passaporto culturale’, attraverso l’utilizzo, allora, soltanto del gelato. Da qui l’idea di lanciare un call internazionale nel quale invitare artisti, dalle più disparate provenienze e culture riconducibili all’area mediterranea, a pensare ad un dolce che sapesse unire le differenze come fossero ingredienti giustapposti e che sapesse avvalersi del carattere comunicativo visuale tipico dell’arte visiva, col fine di convogliare nel prodotto finito un connubio tra gusto e pensiero, tra prodotto e dialogo. Ed è stato proprio il dialogo il vero protagonista del workshop di fine febbraio, dove, partendo da una tavola imbandita si è arrivati ad una continua tavola rotonda, nella quale discutere sulle potenzialità di tale progetto, su come creare una rete di pasticcerie che diffonda queste creazioni e sul come dare longevità e solidità alle idee e alle aspettative nate intorno a queste. Discussioni a cui hanno preso parte artisti, giornalisti, critici d’arte, architetti, scrittori, economisti, professori universitari, col fine di stendere un piano progettuale che potesse gettare le basi per la creazione di un’attività a lungo termine e che avesse come punto di partenza i dolci visti, assaggiati e capiti in quei giorni.
Creazioni diversissime tra di loro, con il pregio comune di partire da alcune basi tipiche di una data collocazione geografica per poi svilupparsi su un continuo sconfinamento di quelle che sono le nostre percezioni di appartenenza di un determinato ingrediente o di un determinato sapore.
A giocare su queste percezioni sicuramente Lea Petrou e Maria Nymfiadi, artiste greche che con il loro Love[in] a different kefte hanno voluto evidenziare la relatività dell’appartenenza culturale di determinati prodotti, oggi globalmente diffusi, componendo la loro ricetta secondo una banale tabella di distanze dal loro punto di partenza, Atene, alle altre capitali del mediterraneo.
Sulle stesse corde compositive Marilena Joannides ha mescolato il formato trendy e commercialmente dominante del muffin con l’antichissima carrubba, il frutto forse più caratteristico di Cipro, la sua isola; mentre Ingeborg Bodzioch ha riproposto il proprio melting pot familiare, fatto di origini spagnole mescolate a natali norvegesi, in un azzardato quanto culinariamente efficace remix delle proprie tradizioni pasticcere.
Altro intreccio basato sui confini e sullo scambio indotto di tradizioni lo ha proposto Julie Upmeyer – artista americana residente ad Istambul – che con il suo Two Times Tart ha messo in relazione, nello stesso pasticcino, ricette turche con ricette provenienti dai paesi confinanti il territorio ottomano.
C’è poi chi ha portato la propria riflessione ad un livello più profondo, ragionando sulla propria cultura e sulle rigidità imposte, scardinabili perlomeno all’interno di un dessert. Oraib Toukan – artista giordana di base a New York – ha rovesciato i metodi di preparazione del tradizionale Knafeh palestinese, arrivando a negarlo, imponendo una diversa lettura dello stesso e concentrando nella consumazione conviviale l’importanza del lavoro. Ma sulla convivenza culturale si basa piuttosto l’Untitled di Rafram Chaddad, che accostando il sapore europeo della creme brulè a gusti più spiccatamente arabi, come il miele d’uva e la crema di sesamo, ha tentato di disegnare un possibile gusto israeliano, laddove questo in realtà non esiste se non in una dimensione composita e frammentaria. Una ricerca ed un compromesso passato dalle tavole dei ristoranti che lui segue in quanto rappresentante di Slow Food in Israele.
Nella lista dei partecipanti anche due collettivi artistici abitualmente impegnati in contesti urbani, dove il loro lavoro si basa sulla collaborazione con le comunità di abitanti nella lotta contro i processi di gentrificazione e di riqualificazione selvaggia di intere aree urbane. I NETWORK NOMADIC ARCHITECTURE, di stanza ad Atene, hanno rielaborato il concetto di Pita all’interno della maschera della dea greca del mutamento, della differenza e dell’ospitalità, Artemide, volendo rendere lo stato di continua trasformazione e accettazione della diversità che avviene in qualsiasi cultura.
L’altro collettivo, gli egiziani Gudran - art and development hanno cercato di portare il dolce alla sua essenza più povera e diffondibile, lavorando su alcune variazioni del caramello. Strettamente legata ad una problematica urbana è invece la proposta delle praline belghe di Eva Von Tulden, che hanno l’intento di far conoscere il dramma della sparizione della cittadina di Doel a seguito dell’espansione della limitrofa area portuale di Antwerp.
Dall’Italia si è vista la partecipazione di Enrica Borghi, che in un certo senso ha lavorato su corde simili a quelle di Gudran, proponendo un dolce tradizionale piemontese fatto di pane, quindi accessibile e sostenibile, com’è comune nella sua pratica d’artista. Fortemente legata ad una radice sociale del dolce anche la proposta di Saïd Ait El Moumen assieme alla Fondazione Maha El Madi Dar Bellarj, che hanno collaborato con le donne più povere del quartiere di Medina a Marrakesh per portare in condivisione una vera conoscenza popolare com’è il dattero ripieno nella cultura marocchina. Gli altri italiani presenti, un trio composto da Duccio Mele, Fatima El Hassani e Marcello Russo, rispettivamente cuoco, studentessa e pasticcere col fine di creare, dall’unione di competenze, una Cuba fedele all’alta pasticceria ma rappresentativa di quel crogiolo di culture che la Sicilia rappresenta. Frutto di un pensiero non funzionale tutto giocato sull’etimologia della parola giapponese l’Umami dell’artista francese Hélène Arbrand, mentre il Love to Love di Secil Yaylali parte dalla delicatezza di una pasta ottenuta dai frutti del gelso essiccati per stratificarsi in un dolce resistente e veicolo di messaggi più o meno complessi poiché modellabile nella forma.
Ad oggi le attività volte alla creazione delle Pasticcerie Love Difference sono partite e la lista di attività, possibilità, strade da intraprendere per rendere fattivo questo progetto è in condivisione con la rete di persone coinvolte, che si stanno già adoperando per dare nuovi sviluppi al movimento messo in piedi.
Love Difference ha visto nel cibo, e più nello specifico nel dolce e al momento di festa a cui questo è legato, una possibilità per instaurare dialoghi anche laddove il dialogo sembra un’opzione dimenticata. L’unione di competenze differenti sta dando corpo ad un progetto che, se considerato soltanto nel suo lato artistico, avrebbe già potuto ritenere i suoi esiti più che positivi. Ma la scommessa dell’ufficio politico di Cittadellarte sta nell’andare oltre la specificità dell’esperienza artistica, per rendere strumenti davvero utili l’intuizione e la creatività, ai fini di una possibile ‘trasformazione responsabile della società’.

 


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Bibliography, links, notes:

Pen: Matteo Luchetti

Link: www.lovedifference.org

 
 
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Pasticcerie Love Difference, workshop presso il CAMeC della Spezia, 22-23-24 Febbraio
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Michelangelo Pistoletto alla conferenza del 23 febbraio
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Gudran - Art and development
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Love[in] a different kefte, di Maria Nyfmiadi e Lea Petrou
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Doel-E(a)t-Art Praline, di Els Van Vlimmeren, Eva Van Tulden
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Two Times Tart, di Julie Upmeyer
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Love to Love, di Secil Yaylali
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