Un percorso sensoriale attraverso la creatività e l’arte contemporanea
Il 29 novembre del 2007 la Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, diretta da James Bradburne, inaugura il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, situato negli ambienti sottostanti il Palazzo omonimo, con una superficie espositiva di undici sale. Il luogo diviene finalmente uno dei protagonisti per la produzione artistica e culturale della contemporaneità a Firenze. Il programma triennale, affidato al project director Franziska Nori, utilizzerà network locali e internazionali, con il coinvolgimento dei curatori e istituzioni per iniziative diversificate.
Il primo appuntamento inaugurato il 30 novembre si intitola SISTEMI EMOTIVI e vede coinvolti artisti del calibro di Bill Viola, William Kentridge e Katharina Grosse.
La mostra cerca di coinvolgere gli spettatori in un percorso che coinvolga i sensi a più livelli. I lavori spaziano da video, all’istallazione, dalla poesia visiva, alla pittura, alla scultura, ma tutti mirano a sviluppare un’esperienza totalizzante ed unica nel suo genere. L’idea risulta stimolante anche se non tutte le opere riescono a centrare l’obiettivo. Così se i due video di Kentridge rapiscono lo spettatore in un rimpasto emotivo onirico - l’artista infatti presenta due animazioni eseguite disegnando su un singolo foglio per poi cancellare e mutare sul medesimo foglio gli elementi fissati in uno stop motion evocativo - il lavoro di Teresa Margolles rimane eccessivamente misterioso e poco coinvolgente. L’istallazione dell’artista messicana consiste in un paio di umidificatori d’aria in una stanza bianca, unica indicazione: acqua dall’obitorio usata per lavare i corpi delle vittime di assassinio dopo l’autopsia.
Coinvolge invece, come sempre, il video di Bill Viola, dal titolo Observance, nel quale una serie di personaggi si avvicinano e si allontanano, come in una veglia funebre in cui il defunto sembra proprio essere lo spettatore. Il movimento lento e i colori squillanti caricano l’esperienza visiva di una dimensione atemporale e profondamente religiosa. Per l’opera Bill Viola si è infatti ispirato alla pala d’altare Die vier Apostel (1526) di Albrecht Durer, opera che vede rappresentati quattro apostoli immersi nel dolore per la morte di Cristo.
Interessante risulta poi la scultura composta da sabbia e pietre poi dipinte con pittura spray della Grosse. L’enorme colata materica diviene un unico ambiente con lo spazio circostante. L’artista tedesca riesce in modo camaleontico a sfruttare la forza del colore per spezzare la percezione dei diversi materiali, coinvolgendo gli spettatori in una visione complessiva che crea una nuova pelle all’ambiente circostante.
La mostra ospita inoltre opere di Christina Nold (Inghilterra), Yves Netzhammer (Svizzera),
Maurice Benayoun – Jean-Baptiste Barriér (Francia), Andrea Ferrara alias Ongakuaw e dei poeti Elisa Biagini, Antonella Anedda e Valerio Magrelli (Italia).
La mostra rimarrà aperta sino al 3 febbraio del 2008 ed è sicuramente un appuntamento da non perdere per gli appassionati dell’arte contemporanea in una Firenze sempre un po’ troppo distratta dal suo glorioso passato artistico.
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