Primo lavoro ufficiale dei quattro cremonesi, sfornato nell’aprile 2001, sembra dopo nutrita esperienza sia live che studio. Fanno da spalla a gruppi quali Shandon, Senzabenza, Prozac+ e consimili: in effetti le coordinate stilistiche dei 17 brani di Superglamour sono proprio queste: rock melodico oscillante tra ska e punk laddove intendiamo una lettura sempre più eccedente qualsiasi sfera semantica, qualcosa che sta altrove, comunque. Velocità e melodie californiane, strutture pesanti (soppesate?) e testi rigorosamente in italiano, che pur ricalcando manierismi di genere non risultano privi di una certa acerba espressività. Le puntate più credibili sono quelle in linea con la loro attitudine godereccia e spensierata (Cipria, Tokyosuperglamour, Vodka): canzoni chewingum, tipo Tre allegri ragazzi morti fatti di Prozac. Tutto ben confezionato e accattivante. Comunque, di rito in questi anni, il punk è solo lontananza che ne presentifica l’assenza. Contatti: http://marysunnicotina.cjb.net
Joele Valenti
M.I.L. MUSICA INTERNAZIONALE LOCALE / Drip drop / Dioniso
Sarebbe davvero facile per qualcuno storcere il naso di fronte a gruppi come questo. Si potrebbe dire: "si ma è roba vecchia, ecco il solito Etno-Rock, ecco che arrivano questi ad imbastardire la tradizione". Ma quale tradizione? Siamo tutti dei bastardi, chi può dire cosa sia la tradizione? Chi può sapere quale sia lo spirito di un popolo? Di quale popolo? I M.I.L. hanno un ambizione che non è per nulla originale: raccogliere umori musicali qua e la per il pianeta, ma come si sa tutta la tradizione è exotica, è quello che noi crediamo essere la musica tradizionale turca, scozzese, cinese, siciliana..ma alla fine che importanza ha? Il fine giustifica i mezzi e questo CD contiene dei momenti assolutamente magici e affascinanti e voglio godermeli senza stare tanto ad arroverlarmi su cosa sia l'etno-rock e soprattutto su cosa sia la musica tradizionale oggi. Drip Drop è un pezzo semplicemente bellissimo, pieno di atmosfera, qualcosa che sta sospesa tra la balera tedesca e l'avanguardia europea degli Stormy Six (senza cascami progressive). Ombre è uno strumentale stupendo: gli attori si muovono a scatti, sorpresi e stupiti, indossando maschere di morte. Lince è un inno di vita, Morricone siciliano: vino e pistole, picari dell'anno 2001, fanfara gioiosa e polverosa. Davvero ti viene voglia di ballare e scambiare un segno di pace con il vicino e ti viene voglia di mandare a cagare i mafiosi e gli speculatori edilizi, è come se l'acqua di Mondello tornasse limpida e balneabile. Tutto è davvero irresistibile in questo disco, irresistibile come il tango mutante di Che sogno mi avete portato oggi, già che sogno? Pasolini che balla con Ninetto e Totò davanti allo specchio che fa le smorfie. Non so se sono vivo o morto, non so se questa sera andrò a bere vino, non so se saranno mai abbattute le case democristiane di Agrigento, non so se esistono oasi di pace, non so se sia davvero possibile viaggiare nel tempo e nello spazio, non so dove finisce la verità e comincia la presa per culo. Questo disco è un gioiellino. W i M.I.L….gruppo bastardo. Contatti: giacco.pojero@libero.it
Fanfarello
COMFORT / Miriam raving / Autoprodotto
Probabilmente folgorati da quel concetto di evoluzione del rock slegato dagli schematismi rigidi di sua tradizione e connesso piuttosto a quella concezione free-form di chiara derivazione jazz e progressive che molti chiamano post-rock, debuttano con questo CD autoprodotto i Comfort col loro carico di strumentazione variegata che permette di ibridare il classico equipaggiamento elettrico con qualche coloritura elettronica tracimando sovente in territori Tortoisiani (ma a mio avviso questo disco è superiore all’ultimo standardizzato album degli eroi di Chicago, NdLYS). Perla del disco è "Blanche, la nuit perdu" che mi sento di individuare come trampolino per le prossime escursioni del gruppo. L’idea di imbrigliare tra le maglie del loro suono in progress (attenzione....imbrigliare ovvero accennare lasciando comunque un senso di incompiutezza e di inafferrabilità, come in un sottile gioco erotico) qualcosa di facilmente riconoscibile come il fischiettare menefreghista che si percepisce tra le righe di quel brano potrebbe risultare vincente, aiutando il gruppo a creare una identità minacciata dalle fin troppo numerose produzioni in odor di post rock che affogano il mondo. Il gruppo ha grandissimi margini di miglioramento, idee da vendere e perizia tecnica adeguata, armi preziose ma spesso a doppio taglio. Stiano attenti a non tagliuzzarsi le mani. Contatti: farnetica@yahoo.com
Franco "Lys" Dimauro
IL TERZO CENERE / Autoprodotto
Sabato sera, pub sottocasa, ma che succede? Un bidone di latta sul palco, tipi appuntiti e barbuti che si avvicinano agli strumenti, immersi in un alone di scazzo e quasi di nevrosi collettiva...Al primo pezzo stavo già col capo ruotato di 180° per non perdermi una nota. Un miracolo: una band di provincia capace di suonare dal vivo qualcosa di veramente “interessante”. Interessante è la loro proposta, partire dal rock alternativo italiano (Marlene Kuntz, Afterhours, C.S.I.) per poi estendere la forma sonora sino ad esperienze che vanno dalla neo-psichedelia americana dei primi 80s allo “spoken words” d'atmosfera, con tanto di cavalcate alla Nick Cave ed esplosioni noise ai limiti della crisi di nervi. Il Terzo Cenere, band di Verbania, vanta anche un demo, che è una pugnalata al cuore. Per due motivi: innanzitutto il songwriting immenso che traspare da ogni pezzo. Canzoni che se solo fossero scritte 20 anni fa' da qualche band americana sarebbero già capitoli importanti della storia del rock. Ma una pugnalata al cuore anche per la registrazione... una catastrofe. Ditemi chi ha mixato sto cd e gli taglio le mani! Volume della voce altissimo, batteria che quasi lo facessero a posta nei pezzi più veloci ti devi sforzare a sentirla. Un vero peccato. Ad ogni modo, salviamo il salvabile: la classe la si sente in pezzi quali 'Sentieri invernali', cavalcata lisergica a metà tra Dream Syndicate e primi Stereolab, e 'Vento Forte in Domino', poesia recitata su un arpeggio di chitarra che è tra le cose migliori ascoltate durante l'anno. Un produttore decente e questi spaccano il culo. Auguri! Contatti: vivababeuf@yahoo.it
E’ molto acido questo bel 45 giri condiviso dagli italiani Vortice Cremisi e gli inglesi Sidewinder. I primi sono ormai un piccola gemma dell’underground italico con un cd all’attivo e tante collaborazioni di tutto rispetto, su tutte la rivisitazione di “ I’m the light” sul tributo ai Blue Cheer “Blue Explosion” per l’ottima Black Widow. Qui i VC sparano duro con “ Mr.Delta Plane”, perfetto compromesso tra suoni pesanti e dinamiche punk con un attitudine che mi ricorda i migliori episodi del debutto dei Mondo Generator, “ Cocaine Rodeo”. Sul lato B, i Sidewinder contribuiscono con ”Make Heavy Objects Fly Across The Room” e ”Contact”, tratti dal loro primo cd, “Lies, Half-Truths, Misinformation and Covert-Operations”. Grande compattezza sonora e un approccio ‘fuori di melone’ alla composizione.
Francesco Imperato
CHEAP WINE / Ruby shade / Autoprodotto
E’ difficile capire perché, la stampa specializzata si sia, unanimamente, sperticata in lodi incondizionate per questi Cheap Wine. Aldilà dell’indubbia genuinità, infatti, il gruppo aggiunge poco o niente al panorama musicale italico; figurarsi quello internazionale. Rock’n’Roll, a stelle e strisce, nato già vecchio: tutto birra, giubbotti di pelle e vita spericolata; tra slide, Harley Davison lanciata su strade desertiche, ballate da cowboy innamorato, impennate hard e titoli “cattivi” come Devil’s on my side. Niente che non si sia già ascoltato in qualche tamarro episodio di Renegade o Walzer Texas Ranger, insomma. Perlomeno Hellacopters e compagnia stoner, infarciscono lo stesso polpettone con dosi massicce di ironia punk. La modernità non può essere un’imposizione, questo è certo, la personalità si. Con buona pace di chi continua ad incensare roba del genere.
Alessio Bosco
THE PREACHERS / Could u play some dance music? / Autoprodotto
Prendete tre “fustini” di 13 anni, fateli suonare insieme per una decina d’anni, relegati in una cantina con qualche disco garage, una tv locale che ritrasmette vecchi serial Americani e cartoni animati giapponesi…ecco i tre membri del gruppo: Nasaux, 7 cm, chitarra Kazoo e voce, Satanasso, 14 cm, basso, seconda voce, Cotequino, 2,9 cm, batteria, percussioni, organo, synth e voce in falsetto. Punk Rock demenziale (in inglese) melodico e sentito. Frequentazioni, Ian Svenonious, desideri nel cassetto: fare un balletto con Heater Parisi. Contatti: www.thepreachers.it
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De Dieux /\ SuccoAcido