Uno dei "nomi nuovi" più originali degli ultimi anni, questi El Guapo: fisarmonica, oboe, batteria e synth danno luogo ad un mix stralunato che riporta alla mente i Devo e la follia del Pop Group, scampoli d’avanguardia sintetizzata in pochi minuti e una certa nostalgia per il techno pop degli ’80. Tutto questo con un’attitudine che rimanda al free jazz, non a caso sono discepoli di Anthony Braxton e nel magnifico "Super/System" campionano Guy Klucevsek…
Il trio è composto da Rafael Cohen, voce, chitarra ed oboe, Pete Cafarella, fisarmonica, voce ed electronics, Justin Moyer, batteria, synth e basso: hanno alle spalle un paio di dischi per la Resin records (l’acerbo ep "The burden of history" e l’album "Phenomenon of renewal"), un cd autoprodotto, "The geography of dissolution", che è in pratica una bizzarra improvvisazione live in cui emergono spunti poi utilizzati in "Super/System", che è il disco con cui li abbiamo conosciuti grazie alla lungimirante Dischord. Quest’ultimo è il loro lavoro più rappresentativo, poiché ci convivono ansie sperimentali e melodie pop; seguirà "Fake French", recensito nello scorso numero, che si può ritenere un omaggio a certa elettronica "fredda", al synth pop e alla forma canzone classica, in ogni caso molto riuscito, a cominciare dall’ironia dei testi. Li abbiamo incontrati e, nell’attesa di rivederli dal vivo, vi consigliamo di dare un’occhiata anche ai loro progetti collaterali.
SA: Come avete conosciuto Ian MacKaye e quando ha deciso di fare uscire "Super/System" per la Dischord?
Rafael: Ian è venuto ad alcuni nostri concerti a Washington, gli piacevano le cose che facevamo, così gli abbiamo dato una nostra registrazione. In seguito la Dischord ci ha aiutato molto per la distribuzione di "The geography…" che era uscito per la label di Justin, la Mudmemory, così quando abbiamo inciso "S/S" gli abbiamo chiesto di farlo uscire per la Dischord.
SA: Mi parli della vostra collaborazione con Anthony Braxton?
Pete: In realtà tutti noi abbiamo frequentato l’università dove lui insegna, è stata un’esperienza importantissima per noi, lì abbiamo suonato delle sue composizioni.
R: Soprattutto il nostro album live risente di quel tipo di ascolti, del senso di performance del jazz, così come risente della no-wave.
SA: Phil Manley dei Trans Am ha prodotto "S/S", cosa ne pensate del loro ultimo disco,"TA"? Io l’ho trovato molto kitsch…
R: Sì, anch’io lo trovo "kitschy" ma loro sono una grande band, mi piace come usano gli effetti sulla voce, come cercano di realizzare una sorta di pop partendo dal rock classico, roba tipo Zz Top ma contaminata, sono diversi da noi perché facciamo meno uso di chitarre. Lavorare con Phil è stato grande e lo rispettiamo molto.
SA: Quali sensazioni vorreste esprimere con la vostra musica?
P: E’ una domanda semplice ma la risposta è complicata!
R: Credo sia un aspetto molto soggettivo, che riguarda in primo luogo me, Pete e Justin, capisci cosa voglio dire? Non c’è qualcosa di preordinato quando ci mettiamo a suonare insieme.
SA: Avete progetti paralleli al momento?
R: Pete suona in due band, Shy Child e ABCS, mentre Justin suona negli Antelope, fanno una specie di postpunk (correte a scaricarvi un mp3 da www.ant3lop3.com non ve ne pentirete! Ndr) e con gli Edie Sedgwick.
SA: Avete mai pensato a fare dei remix di qualche vostra canzone?
R: Ci piacerebbe se qualcuno lo facesse, soprattutto in chiave "house"! Magari con un cantato femminile…
SA: Tipo Donna Summer!
R: Yeah! "My bird sings" magari! E Giorgio Moroder come produttore!
Old Admin control not available waiting new website
in the next days...
Please be patience.
It will be available as soon as possibile, thanks.
De Dieux /\ SuccoAcido
