SA: Come nasce la Raving records?

AB: Dal malumore. Forse si tratta di un baciamano all’incoscienza o di un guizzo patologico; di certo non un tributo alla specie. La sublime conditio di 15 id ha portato alla nascita di raving. A questo aggiungo l’agitazione di cui hanno risentito e risentono parte dei musicisti, che separa una volta per tutte l’idillio dal non idillio.

SA: Ascoltando 15 id, abbiamo notato una certa omogeneità stilistica. Questo presuppone un preciso orientamento?

AB: Ci si fa frequentare dall’osceno, ovvero fuori dalla scena, nel senso etimologico del termine. Gli occhi non hanno visto la vista.Cosa hanno in comune i caboto, i vonneumann e gli abarthjour floreale? Un non vedente in una sala luminosa.

SA: Che tipo di criterio operate nella scelta dei gruppi da produrre e che rapporto istituite con loro?

AB: Il linguaggio che ci interessa è quello di chi eccede al di là dell’ovvio. Lungi da noi il quotidiano o il simbolico. L’istinto manovrerà i rapporti che verranno ad instaurarsi con chi produrremo.

SA: La provenienza comune dei gruppi coinvolti, appartenenti principalmente all’area Pisa-Livorno, sottintende la precisa volontà di una vostra forte identificazione territoriale?

AB: L’area geografica comune è uno dei malumori che ha condotto alla realizzazione della compilation. Questa breve distanza fisica permette il verificarsi di collaborazioni artistiche, tra alcuni dei gruppi partecipanti a "15id", fattive e disfattive, a seconda dei casi.Quello che deve esser chiaro è che Pisa e Livorno non rappresentano alcuna scena; non sono nell’equivoco pisano-livornese. Nessun condominio urbano dietro 15 id e raving. I cittadini fanno altro.

SA: Ancora una volta ci troviamo a dover fronteggiare le stesse argomentazioni: quali sono le problematiche che un’etichetta esordiente deve affrontare, rapportandosi con la realtà di un mercato interno in crescita?

AB: Lo stato ed il popolino non sanno trascurare con eleganza, ecco l’unica difficoltà. Per il resto il mercato non mi spaventa; non ho intenzione di mettere su famiglia e quindi di mantenerla con raving. Se si guarda al mercato si entra nell’ottica della catena di montaggio e del lavoro, allora perché richiamare queste cosacce. La democrazia è libertà, la libertà è lavorare; questa è la condizione dei tanti poveri, che fra qualche ricco e qualche mendicante, portano avanti il mondo.

SA: Esiste, a vostro parere, in Italia una volontà collaborativa tra le etichette di settore?

AB: Non lo so. Per ora poche sorprese davvero, ma spero che nasca qualche collaborazione a prescindere dalla nazionalità dell’etichetta. Nell’italietta ci sono tante certezze, tante cose ovvie, scambiate con la propria minchia, e questo si risente soprattutto nell’entusiasmo. I miti del pacchiano, a prescindere dai colori del gregge. Apprezzo la mole di lavorio di Wallace e alcune uscite di Freeland, con le quali vedo possibili spiragli collaborativi; nel frattempo mi diletto con la mia orgia solitaria.

SA: Prossimi sviluppi dell’esperienza Raving?

AB: Un paio di produzioni per quest’anno, tanti progetti di cui sarete informati al momento giusto. Negli ultimi tempi abbiamo stretto contatti con musicisti jazz d’ogni età, e con musicisti provenienti da varie parti d’Europa. Da parte mia invito chi fosse interessato ad aggiornarsi su raving, di visitare il sito, o di inviare una mail ad ilaria@15id.com con oggetto "aggiungimi" e sarete aggiornati via newsletter.