SA: Fosbury Records. Fosbury come il famoso atleta statunitense, suppongo, come testimonia anche il logo dell'etichetta. Ci vuole davvero tanta abilità atletica per muoversi in questo campo o il nome è un tributo alla sua capacità di rivoluzionare e inventare nuovi modi di espressione (nel suo caso, sportiva; nel vostro, musicale)?

FR: Il motto è: "Soluzioni rivoluzionarie per superare l'ostacolo", quindi direi... la seconda che hai detto! A parte gli scherzi... come spessissimo succede, il nome è stato scelto (da un'idea del cantante dei Valentina Dorme) principalmente per il suono. Fosbury Records suona bene, no? C'è poi quel doppio significato per "records"... Questo richiamo all'atletica leggera, sport minore, malinconico, sacrificato, riportato agli allori solo alle olimpiadi, e solo dai record appunto. Nuovi modi di espressione musicale sono difficilissimi da inventare, e ci sono comunque moltissime labels più brave di noi ad esprimersi sul territorio della sperimentazione. Noi, tutto sommato, siamo ancora legati al pop e al rock nella visione larga del genere. La nostra "rivoluzione" parte dal fatto che siamo musicisti che lavorano insieme, che chiamano altri musicisti, che non vogliono litigare con nessuno, invidiare nessuno, seminare nell'orticello di nessuno. Vogliamo esprimere le nostre idee, farle arrivare a più orecchie possibili, divertirci e avere qualcosa da raccontare ai nipoti. Vogliamo fare festa e saltare, tutto qua.

SA: Da quanto tempo siete in attività? Raccontami com'è nata l'idea di cominciare a produrre? Qual è la molla che scatta?

FR: Siamo a quasi due anni. Puntiamo ad arrivare alla maggiore età. :) L'idea è nata per scherzo da es e vIRNA. Non si pensava nemmeno fosse possibile tirar dentro i Valentina Dorme, perché non sapevamo se avremmo avuto "garanzie" da offrire a un gruppo con 10 anni di vita alle spalle... per fortuna hanno creduto alle storielle che abbiamo raccontato loro, e ora sono con noi :) Coi Party Keller c'è una sorta di legame "spirituale" innato, per cui sapevamo di andare sul sicuro. La molla che scatta è quella del "vediamo cosa riusciamo a fare", ma anche quella del "potrebbe essere divertente". Insieme. E' divertente, e riusciamo anche a fare qualcosa.

SA: Quali scopi si prefigge la vostra etichetta? Su cosa puntare soprattutto?

FR: Vorremmo vincere almeno un telegatto a Vota la Voce, ma è ancora presto. Per ora ci prefiggiamo di arrivare sui giornali con le recensioni (si spera positive) di tutti i dischi, e di dare sempre nuova linfa vitale e nuove motivazioni ai nostri gruppi. E di trovarne di nuovi sempre più bravi e promettenti ai quali offrire un po' di amichevole supporto.

SA: Ci sono stati dei momenti di difficoltà in cui vi siete chiesti se valesse davvero la pena continuare a perseverare? E, se sì, come li avete superati?

FR: Quando siamo in difficoltà facciamo una riunione al "Nachos", un locale di Treviso dove si mangia messicano (anche) e risolviamo le cose. Ma non sono mai grandi difficoltà. Non abbiamo ancora licenziato nessuno. Non siamo professionisti, siamo amatori... il nostro ruolo è amare la nostra musica, non farci una professione. Che difficoltà ci sono ad amare quello che si fa? Perseveriamo perseveriamo...

SA: La vostra etichetta è nata in provincia di Treviso. Pensate che avreste dovuto affrontare meno ostacoli se il contesto fosse stato un altro, quello di una grande città, per esempio?

FR: Si e no. La grande città offre più "strutture", ma anche un numero ben più grande di scene distinte. La provincia di treviso è piccola e tranquilla, tutti conoscono tutti e quindi si sa da subito con chi si andrà d'accordo. Credo comunque che anche se fossimo nati a Roma avremmo messo in piedi la stessa identica cosa. Qui ci siamo solo noi, a fare questo tipo di musica (poi ci sono altre etichette progressive, dance...). A Mestre ci sono i cugini della Srazz. Se la provincia non basta ci sono i contatti per allargarsi... il veneziano, appunto. Ma anche il friuli, dove opera la Riotmaker, e il veronese dove c'è la Hoboken. Non serve la grande città, basta la grande volontà.

SA: Cos'è che vi spinge a puntare su un artista piuttosto che su un altro? Ci sono dei minimi requisiti obbligatori?

FR: Mmmm... l'originalità è importante, se non scade nel pacchiano. Ma anche la personalità, e l'entusiasmo, non eccessivo, giusto. E poi la capacità di fare musica che arriva dritta al cuore, o dritta al cervello. Deve farci saltare dalla sedia, sia che sia un trio power-pop che un quintetto di elettronica d'avanguardia. Se si salta è ok, da noi :)

SA: Produrreste mai il lavoro di un artista di cui non condividete per nulla i lavori precedenti?

FR: Intendi Gigi d'Alessio o cose del genere? Se il lavoro ci piace da impazzire forse si (ma non garantisco, perché c'è anche un lato-personale da valutare)... ma dovremmo rifargli l'immagine... un po' più cool, come piace a noi giovani delle discoteche rock!

SA: Chi non produrreste mai e chi vorreste, invece, che in questo momento suonasse al vostro campanello?

FR: Non vorrei che Gigi D'Alessio si fosse fatto illusioni... Chi non produrremmo mai? Ce ne sarebbe una lista. Non saprei farti un nome che non sia Grignani. :) In generale, diciamo che certe cose skapunk-crossover ci hanno un po' saturato. Ma poi neanche questo vuol dire niente, perché magari io i System of a Down li prenderei... sembrano simpatici :) Da prendere assolutamente? Sarebbe un altro listone... Tralascio gli inarrivabili (Beck con noi non ci viene neanche a pregarlo) e dico C-O-D ma anche Perturbazione e Lo-Fi Sucks! (ma sono tutti accasati). E i Northpole, certamente. E i Kleinkief, ma non faremmo mai uno sgarbo alla Srazz ;-) Ah, e poi credo che ognuno di noi abbia un cantautore a cui è particolarmente legato. Quindi io personalmente vorrei prendere Alberto Fortis e farlo esprimere ai livelli adeguati, costringendolo ad abbandonare quei quattro tamarroni che si porta in giro ultimamente. Ma sono convinto che i miei soci ti rispolvererebbero Paolo Conte, ad esempio.

SA: Siete soddisfatti dei risultati raggiunti fino ad ora? E che progetti avete per il futuro?

FR: Siamo molto soddisfatti, si. Siamo nati da poco, abbiamo avuto buoni riscontri, siamo riusciti a far alzare i Valentina Dorme dal divano (e sono arrivati fino allo stadio di Arezzo Wave, ma questo è merito loro). Per il futuro i progetti sono nuovi gruppi e nuovi dischi.

SA: Infine, vorrei complimentarmi per la scelta dei brani della vostra compilation. La trovo davvero valida ed interessante. Qual è stato il parametro in base al quale avete optato proprio per questi pezzi? E, in generale, qual è l'obiettivo a cui guardate quando decidete di proporre un mix di questo tipo?

FR: Grazie davvero. In testa avevamo la Sony, come ha scritto giustamente ONQ. :) No, dai, sono quasi tutti gruppi amici che avevano una bella canzone. I Northpole sono i fratelli dei Valentina Dorme, praticamente, coi Tre Allegri ci si conosce da un bel po', idem coi Monow e i Gatto Ciliegia... di Lo-Fi Sucks! e Perturbazione ho scritto più sopra. E via discorrendo... E' da notare il fatto che un gruppo "avanti" come gli One Dimensional Man si sia proposto di sua spontanea volontà (noi non avevamo il coraggio di chiedere... :) ). In più ci sono 4 nuove proposte che ci vantiamo di aver in qualche modo "lanciato" e che secondo noi sono eccezionali. Il parametro base era la bella canzone sbilenca. E' vero che ci sono i nomi, ma credo che la forza della compilation stia tutta nelle canzoni, non nella tracklist. A chi ci rivolgiamo? A chi ha voglia di mettere sul lettore 18 belle canzoni, punto e basta. Magari per la prossima cercheremo di essere più "alternative", o più "acustici", o più "avant", o più "roots", o più "chill-out". Qui volevamo essere solo belli. :)