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Music - Musicians - Interview | by SuccoAcido in Music - Musicians on 01/09/2001 - Comments (0)
 
 
 
Viclarsen

Ad un anno dalla pubblicazione di Abitazione (ViceVersa Records), opera prima registrata ad Ohey in Belgio con la produzione artistica di François Régis Cambuzat e Chiara Locardi, i VICLARSEN stanno tornando in sala di incisione per raccogliere alcune idee ed imbastire un nuovo percorso; abbiamo fatto due chiacchiere con Luca Pagani, bassista del gruppo...

 
 

- Andrea: So che avete suonato a Genova in occasione del G8 e che avete avuto un'esperienza particolare..

- Luca: Particolare...effettivamente. Abbiamo suonato martedì 17 luglio alle ore 23.30 in un Parco che da lì a venti minuti sarebbe divenuto Zona Rossa. In effetti - al di là del concerto e dell'esibizione che posso definire isterica - l'episodio del fermo della polizia non è stata una delle migliori esperienze della nostra vita. Durante il pomeriggio, infatti, cercavamo di fotografare le barriere metalliche, l'enorme spiegamento di forze di polizia, le navi da guerra, i carri armati, quando nella centralissima Via XX Settembre siamo stati disarmati della nostra macchina fotografica. Dico "disarmati" perché siamo stati trattati proprio come se avessimo un'arma da rendere innocua o una bomba da disinnescare, mentre attraversando in auto la città con batteria e strumenti avremmo potuto invece portare qualsiasi cosa, non avendo subito il benché minimo controllo. Ma la macchina fotografica no. Quella non andava bene. Dopo averci "condotti" in un luogo debitamente "appartato" (dove nessuno può vederti in sostanza) le primissime domande sono state quelle sulle nostre posizioni politiche. Ci chiesero in primis se eravamo anarchici. Inefficaci sono parse alle forze di polizia le nostre spiegazioni sulla nostra presenza lì (alcuni di loro mostravano, infatti, evidenti segni di nervosismo), ma - come in un perverso "gioco delle parti" - al poliziotto "cattivo" corrispondeva quello "buono" con cui potevi parlare di bistecche e ristoranti (il mio principale argomento quando sono in brutte situazioni è la cucina - mi pare che stemperi gli animi). Da lì ho capito - ed è un pensiero che ho condiviso con molti altri che erano a Genova - che l'impegno politico che possiamo prendere sia quello di vedere, ascoltare e poi raccontare quello che ti succede intorno. Lo possono fare tutti in maniere diverse, con la musica, con il giornalismo, con le discussioni al bar, questo non ha molta importanza, ma farlo ha una rilevanza enorme. L'importante è - da una parte non mitizzare gli avvenimenti - e dall'altra, non farsi intimidire.

- A: "vedere, ascoltare e poi raccontare".. non è lo stesso di comporre canzoni? In questi giorni state per iniziare a registrare dei nuovi pezzi; quali sono le differenze, tecniche e personali, che porterete in sala d'incisione rispetto "Abitazione"?

- L: Avvicinare il più possibile quello che vedi e che vivi con quello che vuoi esprimere e con la musica che vuoi suonare è il metodo dei Viclarsen. In parte era già accaduto con "Abitazione", dove era descritta una determinata situazione come una fotografia istantanea di un certo momento. Potrei spiegarlo come un tentativo di fare rock-concreto, ma la definizione fa un po' ridere. D'altronde è difficile ridurre questo gap e al tempo stesso pretendere di essere esigenti su quello che facciamo, precisi e meticolosi. In realtà, lasciamo ampio spazio all'interno di un'idea ben definita. Nella pratica abbiamo deciso un tema di riferimento che sarà il "Trasporto" inteso in molteplici significati. Ma, essendo questo un "work in progress", potrò parlartene con più chiarezza tra un paio di giorni.

-A: Non si corre il rischio di essere male intesi? Nel senso: la propria carica emotiva deve essere in qualche modo resa comprensibile se si vuole comunicare qualcosa..

- L: Verissimo. Questa è la tragedia del musicista: come faccio a dire di essere veramente incazzato o veramente triste o euforico quando ho a disposizione solo (?) delle corde, delle note, una batteria o un synth? Avvicinare il momento della sensazione e il momento della sua espressione - come ti ho detto poco sopra - è qualcosa che hanno tentato con successo solo i jazzisti e gli improvvisatori, ma mai i rockettari.Oltretutto c'è nei Viclarsen una sorta di "pudore" nell'esprimere dichiaratamente le sensazioni, nei testi che hanno un'importanza fondamentale quando ci sono, nei dettagli minuscoli. Sono d'accordo con te quando hai scritto che le musiche di "Abitazione" erano una "piccola orchestrazione punk". In effetti noi suoniamo, col culo all'aria, ubriachi, lasciando molto al caso e al feeling del momento, solo dopo tutto diviene organico grazie sopratutto al lavoro di produzione dell'Enfance Rouge e alle nostre coscienze critiche.

- A: Siete un gruppo in movimento?

- L: Per i Viclarsen il Movimento può essere rappresentato con un brano molto ipnotico e ripetitivo, con la musicazione di un dialogo casuale, con la sovraincisione di alcune parti musicali su altre registrate a mesi di distanza. Comprare un fischietto ad un supermercato e decidere immediatamente in che punto può essere utilizzato all'interno di un brano. Potresti dirmi che la scelta è forzata, ma io credo che sia una via che ti consente di interessarti alle cose, di capirle, come un continuo sforzo infantile. C'è sicuramente anche il rischio che il Movimento diventi - come marxista - un continuo andare avanti e tornare indietro. Dal nostro canto possiamo dire oggi di essere discreti strumentisti e di ciò siamo felici, tuttavia a volte ci viene l'idea che sia necessario "disimparare" (o meglio "reimparare") a suonare il proprio strumento perché questo ti aiuta paradossalmente a suonare meglio quello che vuoi suonare. Siamo tutti convinti però che il Movimento - in qualsiasi modo lo si possa intendere - non basti e che infatti sia necessario sempre che la musica comunichi qualcosa, che sia "Trasporto" in senso emotivo, perché non le basta essere puro linguaggio. Questa è la ricerca continua dei Viclarsen. Presto "Trasporto" sarà anche in senso fisico, se riusciamo ad organizzare qualche concerto e a vedere un pò quest'Italia.

- A: Qual è stato il vostro percorso prima dell'attuale formazione?

- L: Massimo (voce, synth, effetti elettronici) ed io suonavamo nei Die Tote Zeit, un gruppo di cui rimangono tracce su cassetta che ogni tanto riascolto: 1/3 di new wave, 1/3 di punk, 1/3 di pop, da quanto posso intuire. Interessanti e acerbi. Mario (batterista) è stato catapultato con noi direttamente dagli anni 80, dove ha avuto esperienze con i Klasse Kriminale, con vari gruppi new wave. Con Federico (chitarra) ci siamo incontrati musicalmente solo cinque anni fa mi pare - quando abbiamo iniziato a suonare con due chitarre acustiche supportate da vari effetti, lunghe suite senza capo né coda, ma anche lì "c'era qualcosa".

- A: Facciamo i nomi: amici, luoghi, ascolti passati ed attuali, letture, film, incontri significativi, incontri mancati..

- L: Giustino Di Gregorio ha rivisitato il brano di apertura di "Abitazione" "Shepard" - [NdR: versione scaricabile gratuitamente sul sito dei Viclarsen www.viclarsen.go.to]. Personalmente ho suonato una volta con il contrabbassista giapponese Tetsu Saitoh e il sassofonista francese Michel Doneda, Jacopo Andreini, una volta anche con Claudio Parodi (insieme musicheremo una poesia di Enzo Minarelli), ho in piedi il progetto di un racconto sonoro con Francesco Calandrino e Massimiliano Zambetta. Io e Massimo parteciperemo singolarmente alla compilation dell'etichetta Frammenti sul tema del riciclaggio sonoro. I Maisie ci hanno chiesto di suonare "Wanna Be a Diver" per il loro quarto album. La nuova fantastica versione è già pronta. Lorenzo Vignolo (regista del film "500!" e di videoclip) è in procinto di ultimare il montaggio di alcune sequenze filmate dai Viclarsen durante l'inverno. Enrico Biale, fotografo, ha invece realizzato alcune immagini ispirate direttamente dall'ascolto di "Abitazione". Carlo Stavolone - filmaker residente in UK - realizzerà qualcosa di (ancora) imprecisato sulla nostra musica. In progetto, entro la fine dell'autunno, c'è il grande sogno di partecipare al Festival Rimusicazioni che si tiene ogni anno a Bolzano. Si tratta di realizzare la colonna sonora per un film muto. E' un'idea che ci eccita particolarmente, anche se non abbiamo ancora scelto il film da rimusicare. A titolo personale per quanto riguarda gli ascolti, le letture e le visioni, vorrei lasciare questi nomi e titoli: Enzo Minarelli "Seiperunosei Poesie di fine millennio" / Albert Camus "Il mito di Sisifo" / John Coltrane "Expression" / Public Image Limited / Dinosaur Jr "Just Like Heaven"/ Nick Cave "Avalanche" / Art Ensamble of Chicago "Tnoona" / Marco Bertoni / il libro su "Il Biondino" / P.V.Tondelli "Camere separate" / "Breve storia della Resistenza italiana" / David Lynch "Strade perdute" / Jean-Michel Basquiat / Alberto Burri / Ulan Bator / "Il minotauro" di Durrenmatt / Lab "Dolce Remix" / Cane CapoVolto / Jean-Luc Godard "Alphaville" / Vittorio Gelmetti "Musiche elettroniche" / Enfance Rouge / la rivista "Musiche" / Canti sciamani siberiani / Wallace Records ...

- A: Avete mai pensato a come vi rapportereste rispetto ad un momento di carenza creativa?

- L: Non crediamo in alcun modo nell'esistenza del Genio. Devi imparare ad esprimere anche i momenti di scazzo assoluto quando sono sensazioni ben definite (pensa ad esempio alla voce di J Mascis o alle chitarre degli US Maple o ad Asia Argento). Se non sai cosa suonare incomincia da una nota e vedi quello che succede...ogni idea può essere utile. L'importante è ricollegare tutti i pensieri nella maniera più rapida e immediata possibile.

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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Bibliography, links, notes:

pen: Andrea Pintus

links:

http://www.viclarsen.com/
http://www.myspace.com/viclarsen

 
 
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