Un nome rubato ai Rolling Stones, cinque dischi belli e importanti - dal garage di "Metallic Diseases" alla pulsazione asincrona di "Infinitive Sessions". Nel tentare un possibile incrocio tra rock'n'roll e musica colta, hanno portato avanti un discorso coerente e appassionante. Il migliore/peggiore gruppo del mondo. Signore e signori... STARFUCKERS - SINISTRI
SA: Cosa mi rispondete se vi dico che le poche persone fidate cui - dopo avergliene parlato in termini entusiastici - ho fatto ascoltare il vostro nuovo cd mi hanno risposto: 1) sei un pazzo; 2) sei uno snob; 3) sei un coglione.
M: La nostra musica non esiste astrattamente, perché si fonda su un principio di cooperazione con l'ascoltatore. Chi ascolta deve essere disposto a collaborare attivamente al processo musicale. La nostra musica non richiede una specifica preparazione culturale, né una particolare competenza, richiede esclusivamente una mente aperta. Chi non dispone di questa facoltà, non può goderne. Comunque, ne riparliamo tra vent'anni.
R: Penso che la musica sia un atto d'ascolto, perciò tutto è servito all'ascoltatore.
SA: Qual è il principio di fondo davvero innovativo rispetto ai lavori precedenti?
M: C'é un approccio più convenzionale, più "musicale", ci sono espliciti riferimenti alla musica nera. In un certo senso la musica di Infrantumi era "impossibile", quella di Infinitive è invece "possibile". C'è la concreta definizione di una tecnica, di uno stile.
SA: …E quali le principali cose in comune secondo voi tra ciò che avete fatto finora e Infinitive Sessions?
M: lo sviluppo naturale della nostra ricerca.
SA: avete avuto difficoltà, dopo Infrantumi, a trovare nuovi stimoli?
S: no! Gli stimoli e le ispirazioni sono propri dei musicisti e degli artisti, noi siamo un gruppo di maniaci sessuali innamorati del groove estremo
SA: allora come mai ci sono voluti 5 anni per il nuovo disco?
S: più o meno sono i nostri tempi fisiologici
SA: uno dei principi alla base di Infrantumi, per cui il musicista deve operare il meno possibile e per farlo deve rinunciare all'intenzione, mette in qualche modo in crisi l’idea stessa di composizione. Però ora intravedo proprio una tecnica compositiva, magari originale, ma pur sempre di composizione si tratta. O no?
M: il fatto compositivo si limita alla preselezione di una certa tipologia di materiale, poi si procede osservando i criteri di una disciplina intuitiva che non può essere svelata e soprattutto non può essere scritta.
SA: stavolta siete solo in tre, proprio come un gruppo rock'n'roll.
S: in realtà siamo un trio dal 1997, al tempo di Infrantumi avevamo avuto solo delle collaborazioni.
M: siamo potenzialmente un power-trio, come i Blue Cheer, i Cream, gli Experience, la Band of Gypsies e i Lifetime. Un power-trio che suona funk asincrono.
SA: avete registrato in diretta?
S: sì, Infinitive è stato concettualmente pensato live.
SA: i suoni sono grezzi e diretti, efficacissimi e senza orpelli. Che lavoro avete fatto per ottenerli e che tipo di strumentazione avete usato?
S: l’uso dello strumento (chitarra-elettroniche-batteria) ha uno scopo ben preciso: la creazione di un groove. Gli strumenti in Infinitive Sessions hanno una funzione ritmica, ad esempio le elettroniche fungono da collante tra la batteria e la chitarra. I suoni puramente timbrici (d'ambiente) - a differenza di Infrantumi - sono praticamente spariti. Semplificando posso dire che lo scopo fondamentale è la ricerca di una pulsazione asimmetrica costante. In particolare, la mia strumentazione comprende: Korg Synth Monofonico Ms 10, Campionatore Akai 2800i, Giradischi Technics 1200, Computer Mac G 4, Mixer 01v Yamaha.
M: Uso una Fender Stratocaster con un amplificatore Fender, un wah della Morley e un Echoplex. Ma potrei usare anche altri attrezzi.
R: Io suono una vecchia cassa Ludwig, un rullante Pearl, un hi-hat della Ufip e di solito preferisco le spazzole. Neanche io mi faccio grossi problemi, suono con quello che trovo.
SA: Non c'è la voce, è stato uno choc per me. Anche qui una scelta ben precisa, suppongo.
M: Volevo un disco oggettivo, puro, scevro da ogni possibile contaminazione. Un disco pornografico che fosse carne, senza concetto.
SA: Dopo questa nuova direzione in cui si dà massimo risalto al ritmo, cosa potrebbe esserci in futuro?
S: Lo studio e le possibilità di sviluppo della ritmica non lineare.
M: Infinitive non è che il laboratorio ritmico della possibilità di sviluppo in senso armonico e melodico della musica non lineare. I prossimi dodici anni saranno dedicati a questo.
SA: Come si colloca Eternal Soundcheck? Come la descrivereste?
S: E’ un omaggio ad una tappa fondamentale della nostra storia. Eternal Soundcheck era un concerto di sei ore - da mezzanotte alle 6 del mattino - tenuto al Link di Bologna nell'aprile del 1999. Per problemi tecnici furono danneggiate le registrazioni, così abbiamo deciso di realizzare un brano che, per certi versi, riassumesse lo stile di quel periodo.
SA: Quando avete iniziato eravate influenzati da Stooges e Velvet Underground e la scena musicale di allora coltivava quei suoni. Adesso ci sono musicisti, specie tra quelli che fanno musica elettronica, che si muovono su coordinate simili alle vostre. Che ne pensate? C'è qualcosa che vi piace (lo chiedo soprattutto ad Alessandro, che vedo spesso agli stessi concerti a cui vado io)?
S: Ascolto molta musica nuova e vecchia. Seguo i concerti quando non sono troppo distanti. L'ultimo disco che ho comprato... Super Collider.
M: Ascolto solo vecchi dischi, talvolta mi eccito lievemente per alcuni brani spudoratamente popdance (l'intrattenimento, se fatto bene, ha un senso), ma non sono attratto da ciò che succede attualmente nel panorama musicale internazionale, quello glorificato dalle riviste di tendenza. Io amo la ricerca e credo che, pensatene pure male, gli unici che si muovono nella direzione giusta siamo noi.
R: Penso che sia importante ascoltare qualsiasi forma musicale, non ci sono molte cose nuove, però è vero che tutto fa musica. Noi apparteniamo a un genere un po più distante (dovreste sentire cosa ascoltano su Marte). Un gruppo che non smetto di ascoltare sono gli Spain.
SA: Cosa significa per voi far parte degli Starfuckers? Voglio dire, non vi vedo come un gruppo che passa le giornate in sala prove o fa lunghi tours.
S: Siamo prima di tutto tre amici, appassionati di calcio e fanatici del superdivertimento estremo. I tour - come quello che abbiamo fatto in Francia - sono delle vere e proprie dispense universitarie di estremismo comportamentale. Quanto alle prove, usiamo attrezzature scadenti e condizioni di palco estreme per prepararci al peggio. Gli schemi di calcio sono il nostro forte.
SA: Oltre gli Starfuckers, avete altri impegni/interessi in campo artistico?
S: Seguo, non in maniera maniacale, tutto ciò che riguarda l'informatica musicale e sto progettando di tenere alcuni corsi di produzione. In campo artistico? Vado allo stadio, in curva, a vedere la Massese, la squadra del mio cuore.
M: Mi interesso di cucina paleolitica.
R: Mi piace guardare le persone e leggere i loro sentimenti.
SA: Dal vivo la vostra proposta risulta ostica per la maggior parte degli ascoltatori, perciò a maggior ragione penso sia difficile che la gente balli (oppure accade?). Eppure il vostro disco nuovo, secondo me, va proprio ballato. Forse in un universo parallelo?
M: Forse qui, ma in un altro tempo.
SA: complimenti Manuel, io odio il wah-wah, ma suonato così…
M: Come puoi odiare il wah! Lo usava anche Miles Davis, Lui ti sente e potrebbe fulminarti.
SA: Sandro dove prendi i campionamenti?
S: I nostri campioni non esistono. Sono solo campioni di noi stessi, la tecnica di resampling è quella che uso su tutti i nostri dischi.
SA: vi ho visto live sia sotto l’effetto di Infrantumi, sia sotto l’effetto di Infinitive Sessions e mi pare che il tuo modo di suonare sia cambiato: Roberto, prima eri più "trattenuto", mentre ora suoni più sciolto, proprio come un "normale" batterista rock. E vero?
R: Sì e no. C'è un processo di evoluzione nel mio modo di suonare, come avrai potuto vedere più che altro è un modo di muovermi. Adesso sento che sia importante credere di essere un batterista.
SA: A proposito della vostra posizione nei confronti del diritto d’autore?
M: Io sono favorevole all'abolizione del copyright, all'abolizione della proprietà, del denaro, delle religioni - soprattutto quelle monoteiste - e dello stato.
SA: Esiste il vinile di Infinitive Sessions?
S: E’ in programma la stampa su vinile di un box che dovrebbe contenere Sinistri, Infrantumi, Infinitive Sessions e altro materiale.
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