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Music - Musicians - Interview | by SuccoAcido in Music - Musicians on 06/06/2005 - Comments (0)
 
 
 
Mirko Sabatini

I’m always at the beginning of something which is always similar to itself and changing at the same time, like the shape of the sea.

 
 

SA: A short introduction to Mirko Sabatini as musician, especially after all you did

MS: There’s not an after all. I’m always at the beginning of something which is always similar to itself and changing at the same time, like the shape of the sea. My goals are more clear and confused as long as I grow up. To be exact, I started playing to stop going to work. My family is formed by craftsmen since many generations, my destiny would have been the factory or in the best case the apprentice of a craftsman. In fact I was a butcher in a slaughter house. You can imagine what a pleasure for a 15 years old boy. To be a drummer seemed to be a good solution, that’s why I started. I continued because I found out that to commit oneself to be creative makes you feel good and it’s useful for the others. I think to be creative it’s a right and a must, and I think that if everyone could commit himself to do what he loves in a creative way in a creative way the world would be a forge of realized dreams.

SA: You are passed from a standard drumkit to a prepared drumkit with small motors and cheap electronics, contact mics, to the amplified toys and at the end you build your own musical toys. Why? What do you search in an instrument? And in a sound?

MS: It’s not exact to say that I’m passed from a thing to another; I would rather say that I’ve issued my competences. From the music I opened my horizons extending them to the contemporary art and trying to mix different disciplines like music, mechanics, plastic art, electronic, theatre, performances. And what you’re talking about it’s just the head of an iceberg. From my point of view those are just a small part of my interests. I cultivate the fields, I’m restoring a house of the XV century, I build musical installations and instruments, I produced works as designer, I work stones, metals, woods. I did the restorer, the mason, the electrician. Everything is strictly linked. Everything brings me to the other, every discipline is fed by the others, thou different, like cultivating the fields and modifying toys. Anyway everything grows up from the same passion and it has the same goal. In Italy I’m known as musician, but in Montreal, city where I work since many years now everyone think I’m a sound-sculptor which sometimes plays a concert, and just a few of them know that I’m a drummer. To synthesize I could say that I’m looking for a total concentration, a desire to reach as much as possible a self consciousness and what surrounds us. A kind of serenity into a dynamism skimming the hyperkinetics.

SA: What’s the report between phisicity and thought into your music? And how it’s changed compared to 10 years ago?

MS: I think it’s the same for all my activities: it borns in the head to carry out into the phisicity of the gesture. I love to feel my body to be up to my mind and viceversa and I cultivate both with love. Let’s say they do as much as possible to collaborate. It’s like that more or less since I was 17, and with time this collaboration is growing up.

SA: And between composition and improvisation?

MS: I’m not exactly a composer. I could say more precisely that I’m an instant composer. What I think is that as for body and mind, thought and action, sex and love, passion and ratiocination and on and on… everything should collaborate as much as possible. To do so you need concentration, lucidity, consciousness. Anyway, it’s not the best of the worlds to think like that.

SA: There’s things you can’t make? Regrets? Not necessarily musical.

MS: I have a stream of ideas which is superior to what surrounding physical reality can contain. I think that often when I was a child I was given the possibility to heal from this continuous stream. I always refused. Except this, no regrets.

SA: The future looks like what you were imagine?

MS: I don’t know about the future. The present, for what I can think about, it’s exactly like that.

 
Mirko Sabatini

Non c'è senno non c'è poi. Sono e mi sento sempre all’inizio di un qualcosa che è sempre uguale a se stesso e che cambia in continuazione un po' come la forma del mare.

 
 

SA: Una (breve) dichiarazione d'intenti di Mirko Sabatini come musicista, specie col senno di poi.

MS: non c'è senno non c'è poi. Sono e mi sento sempre all’inizio di un qualcosa che è sempre uguale a se stesso e che cambia in continuazione un po' come la forma del mare. Per quanto riguarda gli intenti vedo che mi si chiariscono e confondono via via che cresco, per essere più preciso ho iniziato a suonare per non andare a lavoro. Vengo da generazioni di artigiani il mio destino era la fabbrica o nella migliore delle ipotesi l'apprendista da un artigiano. Di fatto facevo il macellaio in un mattatoio. Potete immaginare che goduria per un ragazzino di 15 anni. Fare il batterista mi sembrava un ottima soluzione, ecco perché ho iniziato. Ho continuato perché ho scoperto che impegnarsi per essere creativi fa bene è utile per gli altri. Mi sono fatto l'idea che appunto essere creativi è un diritto dovere e penso che se ognuno si impegnasse a fare solo ciò che ama in modo creativo, il mondo sarebbe una fucina di sogni realizzati.

SA: Sei passato dalla batteria standard alla batteria preparata con motorini e cheap electronics, ai microfoni a contatto, fino ai giocattoli amplificati e alla fine autocostruiti. perché? Cosa cerchi negli strumenti? E nei suoni?

MS: Dire che sono passato da una cosa ad un’altra non è esatto io direi che ho diramato le mie competenze nel senso che dalla musica ho allargato i miei orizzonti estendendoli, all'arte contemporanea e cercando di fondere differenti discipline come musica, meccanica, arte plastica, elettronica, teatro, performances. Senza contare che quello di cui parli tu è la punta di un iceberg. Viste dal mio punto di vista le cose che hai citato sono una piccolissima parte dei miei interessi, io coltivo la terra per quel che posso, sto ristrutturando una casa del 1400, costruisco istallazioni sonore macchine e strumenti, ho prodotto lavori come designer, lavoro la pietra, il metallo, il legno. Ho fatto il restauratore, falegname, muratore, elettricista. Tutto è strettamente connesso tra se, concatenato. Come dire una cosa mi porta all'altra ogni singola disciplina si arricchisce di tutte le esperienze che apparentemente sono distanti fra se come coltivare la terra e modificare giocattoli. Tutto comunque nasce dalla stessa passione e ha lo stesso fine. Qua in Italia sono conosciuto come musicista, ma a Montreal, città dove oramai lavoro da anni tutti pensano che io sia uno scultore sonoro che ogni tanto fa concerti, e non tutti sanno che suono la batteria. Per sintetizzare direi che quel che cerco è una sorta di concentrazione totale, un desiderio di spingersi il più possibile verso la coscienza di se stessi e di ciò che ci circonda. Una sorta di serenità all'interno di un dinamismo che sfiora l'ipercinesi

SA: Qual è il rapporto tra fisicità e pensiero nella tua musica? E com'è cambiato rispetto a 10 anni fa?

MS: Il rapporto direi che è un rapporto alla pari ogni mio lavoro nasce nella testa per concretizzarsi nella fisicità del gesto. Amo sentire il mio corpo All'altezza del mio cervello e viceversa e coltivo entrambi con amore. Diciamo che fanno il possibile per collaborare. È cosi più o meno da quando avevo 17 anni con l'età questa collaborazione sta crescendo.

SA: E tra composizione e improvvisazione?

MS: Non sono propriamente un compositore. Potrei dire più precisamente che sono un compositore istantaneo quello si. Quello che penso è che come per il corpo e la mente, il pensiero e l'azione, il sesso e l'amore, passione e raziocinio e via e via...tutto dovrebbe collaborare il più possibile per fare questo ci vuole appunto concentrazione, lucidità, coscienza. Non è comunque questo il migliore dei mondi per pensare cosi.

SA: Ci sono cose che non riesci a realizzare? Rimpianti? Non necessariamente musicali…

MS: Ho un flusso di idee che è superiore a quello che la realtà fisica circostante può contenere. Penso che molte volte da piccolo mi sia stata data la possibilità di guarire da questo flusso continuo, ho sempre rifiutato. A parte ciò, nessun rimpianto.

SA: Il futuro assomiglia a quello che ti immaginavi?

MS: Il futuro non so. Il presente per quanto ci ho pensato è esattamente quello.

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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Copyright in Italy and abroad is held by the publisher Edizioni De Dieux or by freelance contributors. Edizioni De Dieux does not necessarily share the views expressed from respective contributors.

Bibliography, links, notes:

pen: Jacopo Andreini

Link: http://www.mirkosabatini.it/

 
 
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