Ricordiamo bene quell’ intervista ed era molto ironica, ciò nonostante molti di quei gruppi citati sicuramente fanno parte della nostra cultura e siamo felici quando ci capita di risentire vecchie, grandi canzoni.
SA: Ho letto un'intervista sul vostro sito per la quale vi ho amato profondamente: citate tra i vostri ispiratori niente meno che Technotronic (stupendo! ricordo ancora quando a 6 anni il buon Jarry Scotti annunciava il video di Get Up e io mi mettevo a ballare la break dance con il mio cagnolino) e Ligabue (credo fermamente che il suo secondo disco sia forse il più genunino prodotto di pop-rock italiano mai stato concepito). Veramente amate questi artisti? E se vi dico gli Industry di State of the Nation?
R.U.N.I.: Ricordiamo bene quell’ intervista ed era molto ironica, ciò nonostante molti di quei gruppi citati sicuramente fanno parte della nostra cultura e siamo felici quando ci capita di risentire vecchie, grandi canzoni. Per quanto riguarda gli industry ci trovi impreparati, ci spiace ma non li conosciamo.
SA: Le riviste e fanzine più visionarie sono arrivate a paragonarvi ai Bluevertigo. Non vi vergognate profondamente? Non avete fatto nulla per ucciderne i recensori? andrete a Sanremo? avete ragazze fiche come Asia Argento?
R.U.N.I.: ma no non ci vergogniamo, siamo un po’ affranti ma si sa che la vita ti riserva sempre delle sorprese…e poi alla fine è inutile rinnegare la parantela di roberTuccio e Morgan (son cugini)…dovete sapere il suo vero nome sarebbe Morgan Izzo, ma come Roberto ha deciso di cambiare. Roberto ha aggiunto una erre, morgan ha preferito un cognome mobiliere…per sanremo effettivamente Vignola ha insistito molto perché ci andassimo, ma Baudo ha posto un veto, o i R.U.N.I. o io, sai com’è…mentre le nostre ragazze assomigliano molto più al padre di asia argento.
SA: Abitare nella bassa padana è difficile, sia a me che a voi che a Bugo ci tocca un duro vivere. Circolini ARCI, tornei di scala 40, serate alcoliche annegate di spuma, centri sociali occupati in campagna, garage untissimi e praticelli contornati da pavimentazioni d'autobloccanti. Poi videocassette porno, pantofole, panettoni (e pianura, pianura, pianura...). Nel rock non cercate forse un rifugio ideale alla desolazione spirituale del luogo in cui vivete/viviamo?
R.U.N.I.: forse!! rock non è il rifugio ideale del nostro piatto vivere, potrebbe essere qualsiasi cosa il rifugio: vedi un matrimonio, un lavoro, una bella macchina, la droga ecc… ad essere sinceri non cerchiamo un rifugio visto che viviamo in uno dei luoghi più assurdi d’Italia; la musica poi è troppo viva e godereccia per considerarla una nicchia di protezione, forse è il contrario, perché impegni il cuore, il corpo, la mente…la musica poi ci permette di viaggiare e di conoscere molte persone, in luoghi che probabilmente, non suonando, non avremmo occasione di annusare.
SA: Che progetti avete per il futuro? avete già iniziato a pensare al prossimo album?
R.U.N.I.: stiamo lavorando per il nuovo disco , vorremmo esaltare i controsensi della nostra vita, buttarci in un pozzo di emozioni e risalire con la luce negli occhi ed un disco in mano… poi si sta preparando un disco di remix del Cucchiaio Infernale, dove in realtà noi si farà un solo remix e amici vari ne faranno altri (amichetti a voi non sconosciuti)…poi si spera di fare ancora tanti live…sesso quel tanto che basta …e GiBulgaro (il nostro piccolo studio).
SA: Mi dite in cosa consistono i vostri spettacoli dal vivo? ho letto che state pensando al loro aspetto 'ludico e visivo'... che cosa avete in programma?
R.U.N.I.: i live sono come le feste: più gente si diverte e meglio riescono! L’aspetto ludico sta tutto qui ed è chiaro che come alle feste bisogna lasciarsi andare utilizzando il proprio corpo e la propria fantasia per ballare, giocare ed attirare l’ attenzione delle pischelle che altrimenti noterebbero solo i più fighi ed i meglio accessoriati (di macchina, orologio e pettinatura alla moda).
SA: Mi pare che al di là delle varie influenze nel vostro suono vi sia molta New Wave. Pensate che in futuro nell' underground ci sarà un qualche ritorno a sonorità più dirette ed essenziali, ai 4/4 automatici e meccanici alla DEVO?
R.U.N.I.: non vorremmo deluderti, ma la nostra sonorità è composta semplicemente da molti piccoli accorgimenti consci e non, che ognuno di noi fa sul proprio strumento, lasciando il risultato a giudizio delle nostre orecchie. Nonostante la pura casualità, effettivamente, a quanto pare, il suono new-wave esce , rientra ed alle volte vomita…del futuro dell’ underground non sapremmo dirti. È certo che la storia si ripete…
SA: I brani iniziali del vostro CD mi hanno fatto pensare (soprattutto per l'uso dell'elettronica) ad uno dei più grandi e misconosciuti musicisti italiani: Fausto Balbo. Ne avete mai sentito parlare?
R.U.N.I.: abbiam letto di lui, ma non lo conosciamo, come già capitato con contortions, pere ubu, ouva,ecc… ci incuriosisce molto questa tua osservazione; andremo sicuramente al più presto alla scoperta del sig. Fausto Balbo
SA: So che siete in giro ormai da 6 anni... mi raccontate qualcuno degli aneddoti più interessanti che vi sono capitati in questo periodo?
R.U.N.I.: Di aneddoti in sei anni ce ne sono parecchi, anche perché di pazzi e fuori di testa ce ne sono molti nel poco patinato mondo musicale che bazzichiamo. Tanto per cominciare ti possiamo dire che quando iniziammo a suonare non avevamo un posto fisso per le prove ma rimbalzavamo da un garage all’ altro (non ci piacevano le sale prova a pagamento milanesi); così un giorno girando in bici per la campagna (la stessa della domanda 4) trovammo un maneggio e chiedemmo al grande Bruno (il proprietario) se avesse un posto per farci suonare e lui ci trovò gratuitamente un angolo appartato tra le stalle. Il problema fu che i cavalli non gradivano molto il nostro approcio musicale ed alla fine dopo qualche mese ce ne andammo…al di la di tutto è stato pazzesco trovare un signore che senza chiederti nulla e senza conoscerti fa suonare dei ragazzetti in un maneggio! Poi è doveroso ricordare Minuccio. Questa primavera suonammo al C.S. Depistaggio di Benevento, si arrivò tardissimo e appena entrati al depistaggio, il caro minuccio ci da una mano a scaricare gli strumenti e noi subito abbiam pensato che fosse anche lui del depistaggio e volesse velocizzare i tempi. Una volta montati gli strumenti inizia a - per così dire - suonare la batteria, cerca di suonare - sempre per così dire - tutti gli altri strumenti…in realtà non faceva parte dell’ organizzazione ed alla fine è rimasto con noi sul palco tutto il tempo, un po’ suonava, ballava , faceva ballare il pubblico mezzo nudo e pure con un ottimo risultato, alla fine siam rimasti amici e tutt’ ora ogni tanto ci sente! Ma l’episodio più strano mai capitatoci è stato l’incontro con il Dustin Hoffman di Palermo, l’inseminatore della conca, il cultore del capezzolo di giacalone, il sensuale (come confermano tutti gli avventori di ‘nni francu ‘u vastiddaru) Marc De Dieux...no comment!
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De Dieux /\ SuccoAcido