Dopo cinque singoli e due dischi, i Ray Daytona & Googoobombos conservano la stessa pazza voglia di divertirsi che avevano nel 1997 quando iniziò la loro avventura! Sentiamo cosa ha da dirci Fernando Maramai…
SA: E’ passato circa un anno e mezzo dall’uscita di "Space Age Traffic Jam" ad oggi…: cosa hanno fatto nel frattempo i Ray Daytona and Googoobombos?
FM: Abbiamo fatto una lunga serie di concerti e sono usciti alcuni pezzi inediti su un paio di compilation. Adesso abbiamo del nuovo materiale, un nuovo management e una nuova etichetta discografica con cui uscirà il prossimo disco.
SA: Mi sembra che i Ray Daytona abbiano sempre dato molta importanza all’autopromozione…: una filosofia di vita o una scelta obbligata? Dicci qualcosa di più sul passaggio di etichetta….
FM: Quando abbiamo iniziato l’autoproduzione è stata per noi una scelta obbligata. Nessuno ha voglia di rischiare su un gruppo appena nato, noi suonavamo insieme soltanto da due mesi ed avevamo voglia di far uscire qualcosa subito, giusto per non guastare quell’alone di entusiasmo che si era diffuso tra di noi. Probabilmente avremmo trovato una etichetta, ma con tempi di uscita lunghissimi. L’autoproduzione sicuramente ha numerosi svantaggi, ma ha comunque il pregio, ovviamente, di lasciarti decidere in maniera autonoma su quello che vuoi fare. Con la Mad Driver abbiamo mantenuto la nostra libertà di decisione, pensa che ci siamo sempre accordati sulla parola. Tre anni fa ci siamo accordati per far uscire due dischi e così è stato. Non sempre la distribuzione ha funzionato, ma nel complesso è stata una buona esperienza, sia per il gruppo che per l’etichetta. I nostri dischi sono sempre stati ristampati nel giro di un anno, e questo è buono per una piccola etichetta indipendente. Adesso abbiamo un accordo con la Ammonia, per la quale dovrebbe uscire una raccolta su cd di pezzi che sino ad ora sono stati pubblicati soltanto su vinile, più alcuni brani rari o inediti. La Ammonia si occuperà inoltre della stampa del nostro prossimo disco, in uscita entro il 2003. Come la Mad Driver neppure loro interferiscono sulle scadenze o sulle scelte musicali del gruppo, e questo non è poco.
SA: Come è avvenuto il cambio di formazione, con l'ingresso di Giulia al basso?
FM: E' successo che Rossano, il nostro primo bassista, ad un certo punto delle registrazioni del primo disco ha avuto un profondo periodo di "sclero", qualche mese prima aveva avuto alcuni problemi legati al massiccio uso di alcool. Niente di grave pensavamo, il problema però lo ha costretto invece ad impegnarsi di più sul lavoro e a restare indietro col gruppo. Così un bel pomeriggio ci ha fatto sapere che non se la sentiva di continuare. Abbiamo pensato subito a Giulia per sostituirlo, anche perché conosceva già gran parte dei pezzi. Adesso Rossano è passato al theremin, un aggeggio che lo tiene molto meno impegnato, in più durante il concerto può concedersi delle pause, scendere dal palco, pavoneggiarsi e bere a suo piacimento.... mentre noi siamo lì che sudiamo anche per lui... stiamo pensando ad un sistema per farlo lavorare di più, magari potrebbe in futuro cantare alcuni pezzi... chi lo sa?
SA: Rock’n’roll, garage beat, surf, punk… c’è qualche altro ingrediente nella vostra musica che mi sono forse dimenticato?
FM: per me il rock and roll comprende tutti i generi che hai nominato. In fondo si tratta dei soliti tre accordi girati in modi diversi o suonati in maniera più o meno pestata. Forse è una musica vecchia, ma è sempre grazie agli insegnamenti di nonno Chuck Berry che oggi Jon Spencer e i White Stripes possono permettersi di fare i fighi!
SA: Come siete entrati in contatto con Winston Smith (autore della cover di "Space Age Traffic Jam", nonché di copertine storiche per dischi di Jello Biafra, Dead Kennedys, Lard, Green Day… ndSA)? L’idea delle astronavi volanti gliela avete suggerita voi o è interamente frutto della sua fantasia?
FM: Ho conosciuto Winston a Firenze qualche anno fa. Da giovincello ho tenuto in mano le copertine che aveva disegnato per i Dead Kennedys un sacco di pomeriggi. Ho sempre ammirato il suo modo di leggere la realtà, che naturalmente si sposava perfettamente con la musica di Jello Biafra e compagnia. Quando gli ho parlato per la prima volta sono rimasto impressionato dalla sua disponibilità, d’altra parte il mio era un approccio da fan.... Ci siamo incontrati nuovamente a San Francisco e lì gli abbiamo chiesto di farci la copertina per il disco. Lui aveva già sentito il nostro primo cd/lp e aveva già capito di cosa avevamo bisogno. L’idea delle astronavi volanti con le pinne da squalo è venuta a lui naturalmente, mentre il titolo è frutto di un lavoro di insieme. Lui avrebbe voluto intitolare il lavoro Out of Control, ma a noi non piaceva, così abbiamo cercato qualcosa di più appropriato. Winston farà la copertina anche al prossimo disco, e da quello che ci ha anticipato sarà un lavoro veramente speciale.
SA: Ascoltando il vostro ultimo disco ho pensato subito che un pezzo come "Big George" sarebbe stato perfetto all’interno della colonna sonora di Pulp Fiction… In che misura la vostra musica trae ispirazione dal mondo del cinema e delle colonne sonore?
FM: Suonare musica in prevalenza strumentale ci porta inevitabilmente a confrontarci con colonne sonore o comunque ad una musica che evochi immagini e situazioni. In più siamo tutti più o meno appassionati di cinema. Peccato che in Italia non usi più comporre musica per film.
SA: Come è cambiato il vostro modo di lavorare in studio da quando David Lenci si è seduto dietro il banco di registrazione? Avete qualche aneddoto da raccontarci su quello che a tutti gli effetti può essere considerato lo "Steve Albini italiano"?
FM: Siamo stati molto bene in studio con David, ma non è che il nostro modo di registrare sia cambiato: abbiamo sempre cercato di registrare dal vivo i nostri dischi, il problema però in passato era che non avevamo a disposizione una stanza abbastanza grande da contenere il gruppo e l’intera strumentazione. Ce la siamo spassata molto, qualche aneddoto da raccontare lo abbiamo, ma rientra nella sfera privata, quindi passiamo alla prossima domanda.....
SA: Ci sono gruppi italiani in attività che sentite a voi stilisticamente affini? Vi sentite parte di una precisa scena musicale?
FM: Mah, ci sono molti gruppi che ci piacciono e con cui ci sentiamo vicini, nominarne alcuni invece di altri mi sembrerebbe ingiusto. Però non ci sentiamo appartenenti ad una scena musicale vera e propria, nel senso che abbiamo un approccio "trasversale" alla musica: ci piacciono le persone intelligenti, non le divise e i recinti. Purtroppo c’è sempre questa smania di catalogare, di ricondurre tutto a stereotipo.....
SA: Che tipo di strumentazione utilizzate?
FM: Di solito in concerto ci portiamo dietro un paio di chitarre Fender e un paio di Gretsch; ultimamente si è aggiunta una Mosrite modello Ventures; amplificatori rigorosamente valvolari: Fender per le chitarre, Ampeg o Fender per il basso. Giulia suona un basso Gibson Thunderbird, Michele usa vari tipi di batterie. Fine dello spazio pubblicitario.
SA: Nella mia collezione i due cd dei Ray Daytona si trovano tra quelli dei Rage Against The Machine e quelli dei Red Hot Chili Peppers: siete contenti dei vostri vicini di scaffale?
FM: Non mi piacciono né i Red Hot Chili Peppers né i Rage Against The Machine, anche se devo ammettere che non ho mai provato ad ascoltarli attentamente. Sono già impegnato a sentire i dischi che compro e che poi per ragioni di tempo non riesco ad ascoltare. Comunque ammiro molto l’attitudine dei Rage Against The Machine: pur non apprezzando la loro musica mi danno l’impressione di essere un gruppo vero, che crede in quello che fa, non per soldi insomma, o comunque non solo per soldi....
SA: Di quale tra le seguenti canzoni i Ray Daytona potrebbero in futuro fare una gran cover: "Tuca tuca" di Raffaella Carrà, "Cicale" di Heather Parisi o "Vaffanculo" del nostro corregionale Marco Masini?
FM: Sicuramente la Raffa nazionalpopolare è di gran lunga la mia preferita. Pensa che mio nonno, che ha novantatré anni suonati, spesso mi racconta che suo padre aveva avuto una storia con lei, anzi, a me piace pensare che il nonnetto sia addirittura figlio del vecchio "galeone" televisivo. Comunque anche Heather Parisi merita rispetto, se non altro perché è finita a letto con Maradona: me la immagino con "El Pibe de Oro" che cercano di fare all’amore, lui con la buzza e il testone riccioluto, magari con indosso ancora i tacchetti da calcio e la canottiera col numero 10, lei vestita da ballerina, una cosa davvero trash! Altro che John Waters! Masini non lo conosco. Chi è?
SA: E per finire un disco, un libro e un film che non potete fare a meno di consigliare ai lettori di SuccoAcido:
FM: qui ho raccolto le opinioni degli altri, almeno per dare un po’ più di respiro alla risposta… domani avremo già cambiato idea, ma intanto per quanto mi riguarda scelgo… disco: Fresh Fruit for Rotting Vegetables dei Dead Kennedys, libro: Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson, film: Calamari Union di Aki Kaurismaki
Paolo…libro: l’autobiografia di Chuck Berry, film: Gola profonda, disco: Exile on Main Street dei Rolling Stones (e vai col fricchettone!)
Michele…libro: Hollywood Boulevard, Joe Dante e l’altro cinema indipendente, film: Cop Killer di Faenza (con Johnny Rotten!), disco: A Taste of Pink dei Prisoners
Giulia… libro: qualsiasi cosa di Philip Dick, film: Faster Pussycat Kill Kill! e la serie dei telefilm de Il prigioniero, disco: My Generation degli Who
Rossano… libro: Ubik di Philip Dick, film: Brian di Nazareth e il resto dei Monty Python, disco: Project Infinity dei Man or Astroman
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