Mutabili. Mutanti. Mutable. Da Palermo l'ultimo sussulto di un pop underground che vede nella calda Sicilia - terra di ricottari succhiosi e fertili snowdoniani - la capitale dei suoni più deviati in circolazione. I Mutable sono delicati snobbettini persi nei meandri dell'amarcord audibile, ritmi pop labirintici e sgangherati, radioline sintonizzate su radio marte all'ora dei jingles e degli spot di caramelle. Ma sì, pure i famigerati Stereolab dovrebbero guardarli dal basso. Più vicini al surrealismo che al rock, più rock di ogni pop-band surrealitica dell'odierna italietta anglo-americana, la musica popolare da cameretta è fermentata nelle loro teste. Inutile dilungarsi di più - troverete più avanti la recensione al loro "Meatballs..." - vi lascio piuttosto alle loro parole, anime che non vogliono - non devono - essere etichettate, spiriti finalmente e solamente liberi... MUTABLE... fermenti sonici vivi
B: Il modo in cui costruite le canzoni rimanda direttamente al montaggio cinematografico, giri pop che di colpo si spostano su sonorità inaspettate, scarti di "immagini", scale surreali, il tutto ben amalgamato all'interno di una precisa atmosfera pop. Se anche gli Stereolab erano affascinati dalle colonne sonore di film italiani anni 60, la vostra operazione può essere vista come un piccolo passo avanti, un modo più efficace di collegare il pop al cinema. Che connessione c'è tra la vostra musica e, appunto, l'arte cinematografica?
M: Sarà pure come dici tu, ma non pensavamo di gettare un ponte tra il pop e il cinema, non siamo influenzati direttamente dalle colonne sonore, né ci sembra di fare dei riferimenti espliciti. Tuttavia il tuo paragone potrebbe non essere fuori luogo, forse per la dimensione del sogno, del ricordo offuscato che ricerchiamo, e per certe relazioni di tipo tecnico, in quanto il nostro lavoro è improntato su una costruzione progressiva, non metodica, di stralci melodici e frammenti sonori accumulati nel tempo e poi montati e suonati. Il pop consente di contenere e veicolare tutto questo senza privare la struttura dei pezzi dell’immediatezza espressiva con cui sono stati inizialmente concepiti o a cui sono successivamente pervenuti, per quanto, come forse avrai notato, il nostro sia un pop dall’effetto ritardato.
B: Snowdonia è di sicuro una delle etichette più prolifiche a livello nazionale, nonché tra le più interessanti in quanto a proposte e livello qualitativo. Come è nata la collaborazione con Cinzia e Alberto?
M: E’ nata dalla curiosità reciproca: noi conoscevamo Snowdonia ed eravamo molto interessati alle loro produzioni. Abbiamo semplicemente spedito una classicissima demo. Incontrarli è stata per noi la conferma dell’impressione positiva che ci eravamo fatti: Cinzia e Alberto sono intrepidi alfieri del mercato indipendente, carini e intelligenti quanto basta per sfondare del tutto in ambito mainstream! Te l’immagini? I ragazzi tornano da scuola e, al posto di dimenarsi con gli Udue, si estasiano con i Tsucor Bila Smert !
B: Nella vostra musica, soprattutto nei pezzi + sperimentali, si possono sentire influenze dell'avanguardia e di band rock ad essa vicine, in primo luogo degli starfuckers. Amate questo genere di musica? Come riuscite a combinarla col pop in modo così naturale?
M: Sì, ci piace lo sperimentalismo, ci piace il pop, ma di certo non abbiamo inventato nulla di nuovo. Aleatorietà, reiterazione, furia iconoclasta, parodia, ermetismo, caos, automatismo, sono stati ampiamente sperimentati e collaudati fin dall’inizio del novecento, sarebbe ora di renderci conto di essere morti viventi che si nutrono di carne putrida (non a caso gli artisti prolificano come conigli).
B: Perché il CD non è cantato? Non credete che un disco strumentale, dopo 10 anni di elucubrazioni isolazioniste e intellettualoidi, comporti il rischio (anche se questo non è il vostro caso) di risultare in qualche modo abusato, se non addirittura "passatista"?
M: No, ascolta bene che c’è la voce da qualche parte. Non abbiamo ragionato in questi termini, non ci siamo posti il problema del disco strumentale o cantato. Noi amiamo le melodie (armoniche o dissonanti, strumentali o cantate), dai Beach Boys ai Royal Trux ai Residents.
B: Uno dei vostri punti di forza è la carica ironica dei vostri pezzi - episodi come “Dio, Questo Sconosciuto”, oppure l'intermezzo di "Cicale Cicale" di Eather Parisi, lasciano trasparire un'attitudine vicina al "demenziale", però notevolmente calibrata rispetto ai paladini del genere (Elio, ma più recentemente anche i bravissimi R.U.N.I. o Bugo). Si tratta di una scelta stilistica oppure di un'attitudine del tutto naturale? Non pensate che molte volte nell'underground circoli troppo grigiume?
M: Non facciamo altro che decontestualizzare certi aspetti del mondo, magari tirando un po’ la corda, accentuandone la portata comica, grottesca. Ci divertiamo così, siamo gente semplice, in definitiva. Riguardo all’underground, non sappiamo cosa significhi oggi questa parola. Per noi esiste la musica che ci piace e quella che non ci piace (e non intendiamo con questo dire buona o cattiva musica).Il grigiume si deposita ovunque, che vuoi farci ?Abbiamo conosciuto i R.U.N.I. quando hanno suonato quest’estate a Palermo, sono ragazzi simpatici, apprezziamo la musica fatta con ironia come la loro.
B: Perché "Mutable"? io noto qualche connessione con la musica... ma voi potrete spiegarmi meglio...
M: E’ una parola come un’altra. Semplicemente non significa niente, è solo un giochetto. Prova a ripetere "mela" una trentina di volte…
B: Mi hanno detto che siete persone molto "riservate"... è naturale quindi che la vostra musica appaia così calda e "domestica" (nella recensione ho scritto che il vostro suono è un vero e proprio pezzo di arredamento). Qual è la funzione della vostra musica, cosa volete trasmettere?
M: Non vogliamo trasmettere niente di significante, nel senso che la musica è un contenitore e poi ognuno ci mette quel che vuole. Si sa, uno fa i figli e poi questi vanno per la propria strada. E’ poi inevitabile che il disco rifletta i momenti e i luoghi in cui è stato prodotto. A livello fisiologico la nostra musica ha la funzione di rilassare i nervi principalmente, ma può essere assunta anche in casi di mal di testa, stanchezza, voglia di morire.
B: Il vostro è uno dei rari esempi in cui il lo-fi si mischia all'elettronica povera, mi pare un connubio eccitante, e vicinissimo al gusto e al background "culturale" di molti giovani. Cosa ne pensate delle registrazioni casalinghe? Credete che l'elettronica possa ridare vita ad un genere logoro come il Lo-Fi?
M: Non ci interessiamo ai trascorsi storico-culturali dei giovani d’oggi o al destino e all’attualità di un genere. Ognuno risente delle risonanze del momento in cui vive, è del tutto naturale che il cosiddetto “gusto” si componga anche di questo, e ciò è vero anche quando l’attitudine è ribelle o la reazione è di rifiuto. Registriamo in casa perché non siamo musicisti (o siamo non musicisti, fai tu), perché possiamo fare qualsiasi cosa ci passa per la testa in qualsiasi momento (relativamente) e il risultato, anche se grezzo e non professionale, ci piace. Anzi ci piace proprio per questo, noi detestiamo ogni forma di tecnicismo esasperato, ci fanno ridere quelli che si spaccano il culo per fare le scale alla Steve Vai o quelli che non possono accettare di registrare con una frequenza di campionamento al di sotto dei 48kh. Potremmo registrare anche a 96, affittare strumenti che costano un occhio, imparare a leggere gli spartiti, ma finora non ne abbiamo sentito il bisogno.
B: Quali band - italiane e non - vi interessano maggiormente in quest'ultimo periodo? (so che lì in Sicilia c'è un bel fermento, prima il caso Uzeda, poi Snowdonia, infine la nostra fanzina... che ve ne pare?)
M: Succo Acido è una bella realtà palermitana. Per quanto riguarda la storia del fermento, non vediamo attorno a noi una “scena siciliana”: molte realtà locali sono chiuse in se stesse o legate alla continua reiterazione di generi stereotipati (vedi Uzeda). Conosciamo naturalmente gente che meriterebbe più attenzione come Airfish, Mezz(testa)Gacano, Quartetto Tetra, Bradipop, Quindicidiciotto, MilingoSuteraSport, Sbarazzo Magazzini Box, Keimverbeitung…L’essere siciliani ci accomuna per un certo retroterra umano e culturale e per ciò che ne deriva (il senso del paradosso ad esempio, lo sguardo divertito e malinconico, la cruda materia e il sogno..), ma poi naturalmente ognuno ha un approccio diverso, personale, e si orienta a modo proprio. Per il resto, siamo interessati alla musica di ogni tempo da Bach a Wendy Carlos, fino a Kylie Minogue. Delle ultime uscite abbiamo apprezzato Bugo, Larsen Lombriki, Maisie, Aerodynamics, Sea & the Cake, Beck, Fennesz, Stereolab e i cugini High Llamas, Daft Punk, Belle & Sebastien, Air…
B: I pezzi lasciano trasparire una struttura non così semplice come parrebbe al primo ascolto... quanto tempo impiegate a comporre un pezzo? Qual è il processo che porta al lavoro finito? Come lo registrate?
M: I tempi e i modi variano a seconda del caso, ogni pezzo è costruito diversamente dall’altro. In genere, comunque, partiamo da un abbozzo di melodia con chitarre e poi elaboriamo la cosa. L'evoluzione dei pezzi è imprevedibile e spesso il materiale disomogeneo, anche per questo certi pezzi hanno caratteri diversi. Come ti dicevamo, non abbiamo un metodo prefissato per registrare, possiamo usare una chitarra carpita da un walkman a bassissima fedeltà come base, creare muri di suono o impostare un sequenzer al computer, e suonarci qualcosa su, così come possiamo registrare strumenti direttamente sulle piste di un multitraccia "casalingo". Siamo molto curiosi e abbiamo diversi approcci alla materia, ci interessa il processo più che il pezzo finito e ci concentriamo più che altro sulle possibilità espressive dei mezzi che abbiamo sotto mano.
B: Avete in mente un tour in Italia? Cosa vi aspettate da un'esperienza del genere?
M: Non sappiamo al momento quando e se faremo un tour. Non è affatto facile riproporre una simile formula in tempo reale su un palco, ma ci stiamo muovendo in tal senso. Cosa ci si aspetta non lo sappiamo, speriamo di divertirci, almeno.
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De Dieux /\ SuccoAcido