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Music - Music Labels - Interview | by SuccoAcido in Music - Music Labels on 05/06/2004 - Comments (0)
 
 
 
Ouzel records & Morose

Here is an e-mail interview with Mauro Costagli who plays in Morose, Lo-fi Sucks!, and manages OuZeL Records...

 
 

Here is an e-mail interview with Mauro Costagli who plays in Morose, Lo-fi Sucks!, and manages OuZeL Records...

SA: Hearing and looking at Ouzel’s productions, I noticed that the quality of your products is pretty high. Which is the path you are following, from 1998 until now?

MC: Thank you. The only path I follow is my personal taste: I’ve always worked on the music I like with interesting and lovely people.

SA: OuZeL records was born as a tape-label, and then evolved to official printed releases in March 2002, passing through a series of CD-r. What does this "escalation of supports" mean for you?

MC: I had to switch to normal printed releases because burning CDRs at home is a problem, when people ask for hundreds of copies. By the way, the CDR series continues together with the official printed releases: the CDr is still the best support when I am not sure of being able to sell more than 200 copies.

SA: Independent music and CD-recorders, personal computers, internet. What about your experience with this kind of technology?

MC: When I started Ouzel records in 1998 I had no CD recorders, and no personal computers, and no access to the internet, of course. Now I systematically use my two computers to find new contacts, gigs, collaborations, information, new friends and new bands. I think that now I wouldn’t be able to live without internet.

SA: You play in many projects released by Ouzel Records, and Morose seems to be the most important of them. How did this project start?

MC: Well, the Morose project was born together with OuZeL. Actually, I founded Ouzel Records in order to give a label to the Morose’s first work. It was a roughly recorded cassette tape, conceived, recorded and mixed in two days. But I didn’t want people think that it was a sort of "demo" tape: we had nothing to demonstrate. I wanted it to be considered a finished work, so I created Ouzel Records.

SA: Now let’s talk about "La mia ragazza mi ha lasciato" (reviewed on SuccoAcido #15), the first MOROSE "adult" work, released in June 2003 thanks to the collaboration between four labels: OUZEL records, Under my Bed recordings, Kimera and Cane Andaluso. How did this collaboration start?

MC: Marco and Stefano from Under My Bed recordings are two good friends of us. They helped us a lot with concerts (Marco organizes some concerts in Milan, and Stefano gave a hand with our tour in the UK). Claudio of Kimera Records enjoyed our work a lot, and he wanted to take part to the co-production. Finally, about Cane Andaluso, we have been in touch since early 2002, when Giacomo Spazio worked on the cover of the Ouzel compilation "You cannot hold DIY — it is an adjective".

SA: You collaborated with many independent labels, both in Europe (Dhyana-Germany, Bliss-England) and America (FGWAS and Try Not To Look). What do they think about your music?

MC: It seems that they enjoy our work: both labels and magazines appreciated our latest album, even more than in Italy. During our tour in England everything was ok, sometimes people say that we remind the music of Velvet Underground, or the early Leonard Cohen, but there’s nothing wrong with this. We’re glad of it.

SA: What about the distribution of your latest album "La mia ragazza mi ha lasciato"?

MC: I don’t know exactly: the album is distributed by Audioglobe, but they don’t tell me if they sell a lot of copies or not… We always try to sell our CDs at concerts, and sometimes we are able to give away ten copies in one night, and sometimes we cannot sell anything. That’s all. For the moment, I am satisfied.

SA: What do you think about Italian indie fanzines and webzines?

MC: They’re doing a good job, surely, expecially Sodapop, Succo Acido, Musicboom, Post-it, who continuously discover new bands, and provide news and information about the indie world. Of course, also a few bad things may occur, like meeting people who pretend to support the "do it yourself" music, but actually they just want some free CDs… It is a shame that these people describe themselves as "indie-supporters".

SA: What about your future?

MC: I don’t like talking about future… who may know? For the moment we are happy for all the things we’ve done: the album, the concerts in Italy, the tour in the UK… in November we will be touring Italy again, with Prague (from London): ten concerts, organized by Suiteside. I am sure it will be a funny and interesting experience.

 
Ouzel records & Morose

Quella che segue è una chiacchierata via e-mail con Mauro Costagli, polistrumentista nei Morose e nel progetto ONQ, batterista nei Lo-Fi Sucks, e fondatore della Ouzel records di La Spezia.

 
 

Quella che segue è una chiacchierata via e-mail con Mauro Costagli, polistrumentista nei Morose e nel progetto ONQ, batterista nei Lo-Fi Sucks, e fondatore della Ouzel records di La Spezia.

SA: Ascoltando e guardando le produzioni OUZEL ho avuto il piacere di notare una qualità dei prodotti piuttosto alta che non vi accomuna (purtroppo) a molte altre realtà, italiane e non, simili alla vostra (ovvero CD-r label e simili).Quali sono state (se ce ne sono state) le "linee" tracciate e seguite da OUZEL records, dal 1998 ad oggi?

MC: Grazie mille per i complimenti. L’unica linea che seguo con OuZeL è il mio gusto personale, sia in fatto di musica, sia in fatto di persone. Ho sempre lavorato alla musica che mi piace, e con le persone che al momento ritenevo più interessanti.

SA: OUZEL records nasce come tape-label, si evolve passando ai CD-R, e approda, nel marzo 2002, alla produzione "ufficiale" su CD stampati, pur mantenendo attivissima la produzione di CD registrabili. Cosa ha significato per OUZEL questa "escalation dei supporti" avvenuta nel giro di circa quattro anni?

MC: Si è trattato di un passaggio obbligato: per fortuna, in molti si sono interessati ad OuZeL records, e non potevo certo continuare a masterizzare centinaia di CD in camera mia… Quindi le cose che sono sicuro di poter distribuire in un numero maggiore di 300 copie adesso le stampo, ma ovviamente continua a pieno regime anche la produzione di CDr per quei lavori di cui non posso economicamente affrontare la stampa.

SA: Negli ultimi anni la facilità d’accesso a mezzi quali masterizzatori, PC, Internet, etc. etc. ha contribuito in maniera decisiva alla nascita di svariate CD-R label ed mp3 label (o net label). Secondo te, quali i pregi? E quanti i difetti?

MC: Credo ci siano pressoché soltanto pregi: io ho iniziato nel 98, senza masterizzatore, senza PC, e ovviamente senza internet. Da quando OuZeL ha incontrato computer e internet ho conosciuto centinaia di persone nuove, e centinaia di persone nuove hanno conosciuto me e i miei lavori. E poi internet significa informazione, libertà di scambio di idee, di conoscenze, di esperienze, di influenze. Tutto questo non può che fare del bene. Internet favorisce le contaminazioni, senza cancellare le "nicchie".

SA: Molti dei gruppi che produci con OUZEL records ti vedono protagonista in prima persona nelle vesti di batterista in grado di suonare con uno stile del tutto personale fisarmonica, synth, chitarra, basso e tanti altri strumenti, uno di questi gruppi risponde al nome di MOROSE. Come nasce questa avventura che unisce te a Luca Galuppini (ONQ), Davide Saranza e Valerio Sartori?

MC: Troppo buono, troppi complimenti!… Il progetto Morose nasce insieme a OuZeL, anzi diciamo che OuZeL nasce come etichetta dei Morose. Il nostro primo EP è una cassetta con copertine colorate a mano coi pastelli a cera, e ci tenevamo che non fosse interpretata come una demo-tape, bensì come un lavoro finito in tutto e per tutto. Da qui, l’etichetta. All’inizio il gruppo era un trio, poi è diventato un quartetto, e attraverso svariati cambi di formazione siamo arrivati alla line up che ha registrato il disco appena uscito. Nel frattempo ci sono stati ulteriori aggiustamenti, nel senso che Luca non suona più con noi, e per i concerti abbiamo chiesto aiuto a Marco Scozzaro e Hiyori Ando, per suonare batteria, percussioni, xilofono e pianolina.

SA: Continuiamo parlando di "La mia ragazza mi ha lasciato", il primo lavoro "adulto" dei MOROSE uscito nell’aprile di quest’anno (Succo Acido n. 15). Tale lavoro nasce da una collaborazione (sinergica?) fra OUZEL records, Under my Bed recordings, Kimera e Cane Andaluso. Come è nato tale sodalizio?

MC: Per caso! L’album dei Morose era pressoché già pronto prima dell’estate 2002, e a quel punto ho cominciato a farlo ascoltare in giro, cercando qualcuno che fosse interessato a co-produrlo insieme a OuZeL records. Hanno aderito, nell’ordine, Under My Bed (Marco e Stefano li conosciamo da un sacco di tempo, ci hanno anche organizzato vari concerti nelle provincia di Milano), Kimera (anche Claudio adesso ci ha dato una mano coi concerti, in cambio del rasoio elettrico di Davide), e infine Cane Andaluso (con Giacomo avevo già lavorato l’anno precedente, in quanto si è occupato del design della compilation "You cannot hold DIY — it is an adjective", uscita su Ouzel a Marzo 2002).

SA: Ascoltando la musica dei MOROSE non si può fare a meno di notare quelle coordinate stilistiche che accomunano gente come Sebadoh, Red Red Meat, Black Heart Procession, certi Calexico e Nick Drake. Questo linguaggio musicale, pregno di peculiarità che lo rendono unico ed immediatamente riconoscibile, come viene usato dai MOROSE: è semplicemente il frutto delle vostre influenze, e quindi il mezzo più consono all’espressione di quattro individui con delle affinità musicali ben precise, oppure è una base grammaticale dalla quale si intende sviluppare un tipo di dialettica che possa essere sensibile ad influenze magari estranee al genere?

MC: Sinceramente non ho mai visto le cose sotto quest’ottica. I pezzi sono sempre venuti da sé, e gli arrangiamenti sono sempre stati fatti con gli strumenti che avevamo a disposizione in quel momento: direi che questa è la filosofia del nostro linguaggio musicale. Con Luca, nei Morose sono entrati strumenti come lo xilofono, gli archi, e la sega musicale; prima avevamo il balafòn, lo scaccia pensieri, il piano, e il flauto; ora abbiamo un theremin, una pianolina, e una zucca secca che fa dei rumori. L’arrivo di Valerio ha introdotto tromba e clarinetto, che non sono presenti nel disco. Quello che voglio dire è che ci piace inserire e sperimentare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione. In futuro vorrei introdurre — in maniera discreta e poco invasiva — anche l’uso del computer, o almeno provarlo, sempre in parallelo agli strumenti che abbiamo sempre suonato.

SA: Leggendo la discografia dei Morose mi hanno incuriosito non poco le vostre partecipazioni/collaborazioni con etichette indipendenti europee (Dhyana-Germania, Bliss-Inghilterra) e americane (FGWAS e Try Not To Look). Come hanno preso la musica dei Morose quei paesi che hanno visto nascere e crescere i musicisti (e le musiche) a cui, suppongo, vi siete maggiormente ispirati?

MC: Sembra che l’abbiano presa bene: le recensioni estere sono state sempre buone, anzi, se facciamo una media, sono state più entusiastiche di quelle italiane. Ai loro occhi credo che stiamo facendo — nel nostro piccolo — qualcosa di nuovo. Tra pochi giorni partiremo per l’Inghilterra per un breve tour, ti saprò dire che succederà!

SA: Come procede, al momento, la distribuzione/diffusione di "La mia ragazza mi ha lasciato"? Quali sono state le impressioni immediatamente successive all’uscita del disco?

MC: Per ora non ho alcun dato: il distributore ufficiale è Audioglobe, e credo che abbiano avuto le copie da Cane Andaluso da poco tempo. Per quanto riguarda noi, aspettiamo di vedere come vanno le cose dopo l’estate: in quel periodo dovrebbero essere uscite tutte le recensioni e dovremmo aver fatto qualche concerto in più. Oltre al tour in Inghilterra, infatti, ci aspetta anche una settimana di concerti in Italia con i Prague, che verranno in Italia per presentare il loro nuovo CD che uscirà per Suiteside a ottobre. Per ora ci è capitato di vendere 10 copie in un giorno, oppure zero.

SA: In veste di musicista/produttore/divulgatore/fruitore di musica autoprodotta ti sarai spesso trovato ad avere a che fare con riviste e fanzine (cartacee e non) e con i relativi giornalisti che vi scrivono. Cosa (o chi) salveresti e cosa (o chi) butteresti via dell’odierna stampa musicale (autoprodotta e non) italiana? Voglio i nomi e i cognomi (ahahahahahahaha !?!?)

MC: No, non è il caso di fare nomi e cognomi. Indubbiamente sono più le cose positive che quelle negative, basti pensare all’incommensurabile utilità di realtà quali Sodapop, Succo Acido, Musicboom, Post-it, e tantissimi altri, che hanno il merito di mantenere alta l’informazione e di fungere da "collante" all’interno del nostro ambiente. Certo, purtroppo accadono anche cose riprovevoli: in giro ci sono riviste e fanzines che si pavoneggiano di promuovere la musica delle piccole etichette indipendenti, ma che per recensire un disco indipendente pretendono che l’etichetta invii due copie originali, una per il recensore e uno per la "redazione", complicando ancor di più i già precari bilanci di chi non fa dischi per lavoro, bensì unicamente per passione. Una volta mi è stato addirittura detto che se non compravo uno spazio pubblicitario su una "certa" rivista, non avrebbero fatto la recensione. Non comprai la pubblicità, e infatti la recensione non uscì. Bah... Ci sarebbero un paio di altri episodi da raccontare simili a questo, ma non è il caso di dilungarsi, si tratta solo di episodi isolati, che per fortuna non offuscano (e non offuscheranno) gli enormi meriti che ha la stampa italiana, soprattutto quella "autoprodotta".

SA: Quali sono i progetti futuri dei Morose e della OUZEL records? Partecipazioni, collaborazioni, concerti o altro all’orizzonte?

MC: Con i Morose siamo sempre al lavoro, e, oltre ai due tour di cui ti ho parlato prima, ci daremo da fare anche in fase di registrazione per via di alcune compilation alle quali parteciperemo. Per quanto riguarda OuZeL, vorrei continuare nel migliore dei modi la serie di CDr (che come hai detto tu prima prosegue parallelamente ai CD stampati). La nuova serie di miniCDr da 8cm per ora comprende lo split BUGO / ONQ, i lavori solisti di Derek De Prator e Valerio Sartori, "The Photographer" del progetto Mouse and Sequencers (grandioso, lo conosci???), e con una co-produzione con Marsiglia Records ha come protagonisti i Lo-Fi Sucks! ("ThreeTracksThreeInchesEP", che distribuiamo quasi esclusivamente ai nostri concerti). Vedremo quale sarà il prossimo!

SA: Ci si lamenta sempre delle cattive condizioni dell’underground musicale italiano sputtanando sempre quel gruppo o quell’altra etichetta, tirando in ballo gente che si è venduta (ma a chi ?) o che cerca di speculare sulla musica autoprodotta e/o indipendente (baaaaaah !!!).Che ne pensi? Non sarebbe il caso di guardarsi un po’ intorno e (ri)valutare quello che di buono si è fatto (e si continua a fare) fino ad oggi (dischi, concerti, etichette, stampa etc. etc.) all’interno di una scena musicale underground giovanissima (o neonata?) come quella italiana, rimane ovvio che si dovrebbero prendere in considerazione anche le cose "non buone" (che non sono poche).

MC: A mio modo di vedere, per fare le cose per bene bisogna sempre essere positivi, e per essere positivi bisogna sempre avere chiaro nella propria testa quanto di buono si sia fatto per ora, sia a livello individuale, sia al livello di quella che tu chiami "scena musicale underground". Certo, ci sono anche le cose che non vanno: non mi viene in mente nessuno che si è venduto, ma qualcuno che cerca di speculare sulla musica autoprodotta e/o indipendente c’è (certe agenzie di concerti, certe riviste…). Anche le cose che non vanno devono essere sempre tenute presenti, per trovare delle soluzioni o delle alternative per migliorare una situazione che comunque credo non sia così pessima come certi disfattisti vogliono farci credere che sia.

SA: Per concludere: dì ciò che vuoi (saluti, insulti, pubblicità, parole d’amore, abbracci, baci, …).

MC: Ugh… buonanotte a tutti.

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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Bibliography, links, notes:

pen: Nicola Giunta

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