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Music - Musicians - Interview | by SuccoAcido in Music - Musicians on 01/07/2003 - Comments (0)
 
 
 
Monkey Buzzness

I Monkey Buzzness sono una splendida realtà del sottobosco musicale italiano: il loro album di debutto, Mustango, è destinato a diventare un classico del lo-fi punk-blues nostrano. Ma anche parlando di lo-fi punk-blues, non renderemmo giustizia ad un album contenente il meglio della tradizione musicale americana. Siamo parlando, infatti, di un eccitante amalgama di rock’n’roll depravato e ubriaco, garage, surf, blues del delta, punk‘minimale’ e psichedelia. La strumentazione del terzetto torinese è scarna, essenziale, minimale, in una parola "lo-fi", fondata sull’alternarsi delle voci con due chitarre (Giovanni Inverno, Mr. F.F.) e batteria (Cugino Gianluca Gozzi). Troverete nella loro musica reminescenze di Cramps, Stooges, Gun Club, Velvet Underground, Jon Spencer, Cheater Slicks, Dura Delinquent, Oblivians, Chrome Cranks. Niente male per un disco "italiano" (co-produzione di Cardiotonic Factory e Freakshow Records, distr. White & Black), con le carte in regola per diventare un album di livello internazionale. Alla fine delle sessions di registrazione, Mr. Tim Kerr (noto produttore underground americano, oltre che musicista in band come Jack O’Fire, Lord High-Fixers, Monkeywrench), che ha super-visionato il tutto, ha detto: "Questo disco è realmente grande… suona come un incrocio tra Jon Spencer e T-Rex". Una bella presentazione, non c’è che dire.

 
 

SA: Partiamo dall’inizio. Quando vi siete formati e perché avete deciso di mettere in piedi questo gruppo?

GI: ci siamo formati nella primavera del 2000 sotto l’impulso del Cugino Gozzi, che desiderava formare un nuovo tipo di band, per lasciarsi alle spalle il suo passato di militante punkroche. Siamo partiti da un’idea emozionale e divertimento puro della musica, ma presto ci siamo resi conto che le nostre personalità unite ci spingevano qualcosa di più spirituale e magico… che dire, abbiamo seguito la corrente e non ci siamo ancora fermati.

Mr ff: La primavera del 2000 era favorevole per il parto; fu un giorno di maggio infuocato. Il perché ai posteri.

SA: Ha un significato particolare il nome del vostro gruppo?

GI: Monkey Buzzness è il rumore di scimmie. Avevamo bisogno di qualcosa che esprimesse il nostro stato d’animo esaltato e lo spirito selvaggio che ci dominava. Le scimmie sono vicine allo stato di libertà assoluta e alla parte selvaggia dell’uomo cui ci riferiamo, ma c’è anche da dire che il rumore di scimmie non è da prendere sul serio come le indicazioni di un filosofo o le parole di un poeta che ha studiato in una scuola di letteratura, ad esempio… così Monkey Buzzness era il nome che faceva per noi… inoltre è aperto alle interpretazioni, cosa per noi fondamentale.

Mr ff: Idem por migo.

SA: Oltre l’album uscito di recente, cosa avete pubblicato finora?

GI: Due 45 giri: uno split assieme ai Primate 5 di Seattle, e un singolo intitolato Nicolaj Svevolodovic. Abbiamo appena concluso la registrazione di 13 nuove songs che costituiranno il nostro secondo album che speriamo di pubblicare entro la fine di quest’anno 2003, stiamo attualmente cercando contatti con realtà con cui condividere un progetto di produzione perciò se Dio e Jhonny Thunders vorranno qualcuno si farà avanti…

SA: Perché avete deciso di affidarvi alla super-visione di Tim Kerr? Avete avuto modo di incontrarlo personalmente?

GI: Non in quest’occasione. Tim aveva però suonato con Mr. F.F. e aveva prodotto la band di cui prima faceva parte: i Two Bo’s Maniacs. Ci ha seguito passo per passo da oltre oceano, sostenendoci spiritualmente.

Mr ff: Tim e’ una grande vecio del r’n’r più intenso e creativo. Ci sembrava importante un suo parere. Poi sul palco con lui è stato un delirio psico-fisico ineguagliabile: persona semplice e spesso geniale.

SA: Com’è avvenuta la registrazione dei brani di Mustango e soprattutto cosa vi ha ispirato di più durante la registrazione dell’album?

GI: Abbiamo registrato tutti i brani in presa diretta e suonando nella stessa sala. In quei giorni eravamo molto ispirati dalla musica di Link Wray, che ascoltavamo in continuazione, e dalla signora che gestiva il locale (nella regione pedemontana piemontese), dove ci recavamo a mangiare… ci portava sempre dei bei panini con sopra la bandiera americana.

Mr ff: A me ispirava di più’ sua figlia, nota pin-up locale.

SA: Come ho scritto nella presentazione, siete una delle migliori realtà dell’underground rock italiano. Quale band del settore gode di una vostra particolare predilezione?

GI: Braccobaldos, John Woo, GI JOE e Most Unusual Sound.

Mr ff: A me gustano gli oldies: rangers; jaguars, etc.

SA: Dovendo stilare una playlist dei vostri ultimi ascolti, quali indichereste?

GI: White Stripes, The International Noise Conspiracy, Knoxville Girls.

Mr ff: The Matadors (Ceki), Missing Links, White Stripes, Wylde Mammoths.

SA: Voi tutti siete di Torino. Come si vive in questa città e, soprattutto, quali spazi sono riservati ad una musica come la vostra?

GI: Torino è una città in mano ai grossi capitali industriali, dove sopravvive una mentalità imperante di desideri costruiti a tavolino, c’è spazio solo per allinearsi o emigrare (sai: nemo profeta in patria sua)… chi fa qualcosa lo fa per conto suo, infatti, le cose interessanti si presentano quasi esclusivamente nell’underground.

Mr ff: Si vive come dei sovversivi che procedono a ritmo serrato; gli spazi sono estemporanei, ma un nucleo di persone al seguito non è mai mancato.

SA: Dovendo indicare due, tre gruppi per voi fondamentali, irrinunciabili, quali scegliereste?

GI: Pink Floyd di Syd Barret, Nick Cave e Link Wray.

Mr ff: Jimbo Johnson and the Violators, Velvet Underground, Subsonics (USA), Missing Links.

SA: Nel pezzo Giordano Bruno c'è qualche allusione al filosofo di Nola? Se sì, spiegami il motivo.

GI: Il brano evoca Giordano Bruno nella sua veste di conoscitore della magia e dei movimenti celesti, ma non solo: il nonno di Giovanni Inverno si chiamava anch’egli come il filosofo, ed è co-partecipe dell’ispirazione!… si tratta di un pezzo a cui siamo emotivamente molto legati.

SA: Nel pezzo d'apertura, cosa intendete per "future against mathematics"? Qualche allusione al math-rock o semplicemente una presa di posizione contro il pensiero calcolante proprio della scienza o nessuna delle due?

GI: Cerchiamo sempre di dare alle nostre canzoni dei titoli la cui forza non si esaurisca ad una prima lettura… "future against mathematics" è il titolo di un brano strumentale a cui non si accompagna un testo in parole ed è quindi volutamente simbolico… e se tu riesci a trovarci un significato con la tua riflessione hai comunque centrato l’obiettivo e a noi sta bene!… (p.s. cos’è il math rock?…)

Mr ff: E’ la sigla di un futuro (PROSSIMO) gioco a premi con te come conduttore, ahahah.

SA: Progetti futuri?

GI: Speriamo di riuscire a girare un video di Cat House Voodoo, magari quest’estate. Aggiornare il nostro sito www.monkeybuzzness.net con le riprese in MPG di alcuni concerti. Infine registrare i pezzi che abbiamo già pronti per il prossimo album.

Mr ff: 4 pin-up ogni live-show con video allegato, contornato di gangstermania al 100%.

SA: Come sta andando la vendita del disco?

GI: Per quanto sappiamo ad oggi, decisamente bene.

SA: Qualcosa da dire ai lettori di Succo Acido?

GI: Se vi capita di ascoltare il nostro disco, provate a farlo in macchina, su una strada deserta in una giornata di sole, poi fermatevi nei pressi di un prato o di una chiesa solitaria e fate l’amore con il o la vostra partner.

Mr ff: Date un ascolto al Signore prima, magari accendendo un candelabro; poi Mustango a volume 10 nel silenzio di un bosco.

SA: Gianluca, il meglio ed il peggio nell'organizzare un festival come Spaziale?

GG: Quello che ci stimola è spesso la mancanza di spazi nel territorio e l’assenza di una progettualità finalizzata alla promozione ed alla produzione di eventi underground i quali non troverebbero spazio nei circuiti tradizionali. L’idea portante è quella rompere il muro di indifferenza che da sempre rende difficile la realizzazione di ciò che potenzialmente già esiste a livello sotterraneo ed offrire spazi reali a band indipendenti mondiali ed a chiunque abbia idee creative per poter esprimere se stessi e le proprie esigenze superando gli attuali ostacoli alla circolazione di una cultura alternativa che trasformi gli spazi del territorio da sedi di eventi preconfezionati dal monopolizzante mercato di massa a luoghi di cultura "altra"

 


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Bibliography, links, notes:

pen: Gabriele Barone

link: http://www.myspace.com/themonkeybuzzness

 
 
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