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Music - Musicians - Interview | by SuccoAcido in Music - Musicians on 01/03/2001 - Comments (0)
 
 
 
Madrigali Magri

Per la classica struttura della forma canzone diciamo che negli ultimi anni ci ha annoiati a morte e ha cominciato via via a starci sempre più stretta, suonare in quel modo ci procurava di solito uno scazzo mostruoso e una sensazione di meccanicità insostenibile.

 

 
 

LYS: In antitesi con quelle che sono le comuni regole "di mercato" che privilegiano dischi dalla facile fruizione, trovo che "Negarville" sia un disco che chiede all’ascoltatore un "feedback" pesante in termini di attenzione. Non sta lì a tenerti compagnia, devi saperci convivere, devi "entrarci dentro". Credi che il pubblico, in media, sia preparato a questo tipo di approccio?

Giambeppe Succi: Sinceramente nessuno di noi si pone il problema. Non pensiamo ci voglia una preparazione per sentire se una certa cosa sta parlando alla tua anima, anche se magari non capisci subito quello che ti vuole dire. Ma questo è normale.

LYS: Come siete venuti in contatto con Pippo Barresi dei Keen Toy che ha curato i suoni del disco?

GMB: Abbiamo conosciuto Pippo come fonico dal vivo ad un nostro concerto e abbiamo approfittato della disponibilità che ha dimostrato fin da subito nei nostri confronti per coinvolgerlo nella registrazione del disco. Così se ne è stato con noi per un mese in una cascina in mezzo alla campagna a battere i denti dal freddo, il che per un siciliano trapiantato a Milano non è cosa da poco!

LYS: Cosa vi ha portato ad abbandonare la produzione de L'Enfance Rouge?

GMB: Non parlerei proprio in termini di "abbandono" riferendomi a Francois e Chiara e all’ottima collaborazione che abbiamo avuto per Lische. Quindi direi piuttosto cosa ci ha portati ad affrontare da soli la produzione di un disco: semplicemente il fatto di non averlo mai fatto prima e la voglia di fare esperienza. Del resto i rapporti con l'Enfance Rouge non sono affatto chiusi e anzi non è detto che prima o poi non si torni a collaborare.

LYS: Che tipo di strumentazione avete usato in fase di missaggio e produzione?

GMB: In fase di missaggio un banco digitale e due Adat da otto piste ciascuno. In fase di post produzione normali programmi di editing e montaggio del suono con i quali abbiamo trattato e assemblato molti materiali diversi, come ci piace fare.

LYS: Tirando le somme siete soddisfatti dei risultati raggiunti?

GMB: Si, lo siamo. E' il secondo album dei Madrigali Magri. Se non lo fossimo stati, ci saremmo limitati al primo. Non abbiamo scadenze contrattuali da rispettare, per cui se ci capitasse mai un disco che per qualche motivo non ci soddisfa, semplicemente non lo faremmo uscire.

LYS: Il primo testo dell’album, che è poi quello del brano che lo intitola, è poco consueto rispetto a quello descrittivo che è proprio dei Madrigali Magri. Come è venuto fuori un pezzo così desueto per struttura e testo?

GMB: Da tempo Valerio proponeva una trama di chitarra che chiamava Negarville. A me piaceva moltissimo e mi ha ispirato la metrica e un tema. Le parole nonostante il testo sia sicuramente il più lungo che abbia mai scritto, sono venute giù quasi di getto, mi sono poi bastati pochissimi ritocchi.

Forse me le ha dettate il fantasma della persona a cui pensavo. Questa persona ha inseguito Negarville per anni e l'ha trovata una notte di Gennaio in un rantego albergo tra i carruggi di Genova.

Tutto il disco è dedicato a lui, che in tre atti esce dal mondo e quindi dal disco. Dalla quarta traccia in poi il punto di vista è quello di chi resta.

LYS: Il tono del disco mi è sembrato più pessimista rispetto a quello di "Lische" che si chiudeva perlomeno con l’anelito speranzoso di "Breve". E' una mia sensazione?

GMB: E' una sensazione fondata.

LYS: "Un posto per un altro" si apre con una telefonata, di che si tratta?

GMB: Si tratta di un mio carissimo amico, Giuseppe, che per combinazione mi ha chiamato al telefono proprio mentre stavo registrando il pezzo, con un tempismo che solo il caso è in grado di concedere. Non ho spento, ho semplicemente lasciato girare il nastro. Poco prima poi era entrata una mosca e si era messa a ronzare intorno ad uno dei due microfoni che avevo acceso. Questo mi ha entusiasmato, mi sono sentito in perfetta sintonia, un duetto coi fiocchi! Era un giorno di sole e suonavo con la porta aperta. Così si apre il pezzo più solare del disco e forse di tutta la nostra produzione fin'ora.

LYS: Siete stati tra i protagonisti dell’OFFfest, manifestazione dagli esiti piuttosto criticati. Qual’è stata la vostra sensazione? Credete che possa, negli anni, fare da traino per una "scena" sommersa e off quale quella di cui si e' fatta portavoce?

GMB: Pronostici e vaticini è sempre bene non farne. Possiamo solo dirti che per noi è stata una manna anche perché il lusso di suonare a Milano, anche solo mezz'ora, e vendere una cinquantina di dischi in una botta ci capita si e no una volta l'anno, quindi ben venga l'Offfest o qualsiasi altra cosa che ci permetta di uscire da Nizza Monferrato e suonare davanti a qualcuno che è li per sentire la nostra musica. Chi critica queste occasioni cercando il pelo nell'uovo forse è abituato troppo bene. Siamo gente di provincia con aspettative bassissime, quello che a qualcuno può sembrare poco a noi sembra già tanto.

LYS: I vostri pezzi hanno delle strutture parecchio aperte, lontanissime da quella abusata della strofa/ritornello/assolo ecc... Qual'è un "pezzo buono" per i Madrigali Magri? Che parametri usate per stabilire se un pezzo può finire su un vostro disco o ha ancora bisogno di evolversi, di maturare?

GMB: I parametri di maturazione di un pezzo sono insondabili. Forse quando lo senti e ti piace ma non perché è tuo, e ti sembra come se fosse sempre esistito.

Per la classica struttura della forma canzone diciamo che negli ultimi anni ci ha annoiati a morte e ha cominciato via via a starci sempre più stretta, suonare in quel modo ci procurava di solito uno scazzo mostruoso e una sensazione di meccanicità insostenibile. Già da prima di Lische dunque abbiamo iniziato a mischiare un pò le carte, ad evitare alcune soluzioni scontate approfondendone altre, a suonare in modo più naturale, senza impellenze, perdendo di vista qualsiasi idea di prestazione finalizzata a un qualsiasi scopo (…la fruibilità, la radiofonicità, il successo, far battere il piede e altre menate del genere). Non lo abbiamo fatto per scoprire chissà cosa e non abbiamo scoperto niente che non esistesse già, ma solo per continuare a divertirci nell'esprimerci con la musica, perché alla fine è questo quello che facciamo. Se vuoi continuare a divertirti devi approfondire il rapporto con la cosa che stai facendo e tenerla viva, e cominciare a farti un sacco di domande, se no un giorno ti svegli con una palla al piede e tutto diventa meccanico e pensi: cazzo, mi sono fottuto anche questo.

LYS: Quali artisti sentite vicini per "affinità elettive"?

GMB: Moltissimi. Vuoi un elenco parziale come tutti gli elenchi? Robert Johnson, Jimi Hendrix, Tom Waits, Bon Scott e i primi AC/DC, Paolo Conte per certi versi, Lemmy Kilmister, la P.J. Harvey dei primi album, il Beck di One foot in the grave, il Lou Reed di Berlin, Chat Baker, Portishead, Idaho, Smog, Kyuss, For Carnation, Aerial M, Cat Power, Melvins, Tortoise (tranne l'ultimo), Manu Chao, Sonic Youth, Us Maple, Nirvana, Low, Velvet Underground, Neil Young, Pink Floyd dei vecchi tempi, Tricky, Village Of Savoonga, Boxed Ensamble…

LYS: Madrigali...Magri. Personalmente apprezzo moltissimo il concetto "dietetico" alla base del gruppo: scarnificare, togliere peso in eccesso, sfoltire. Da cosa nasce questo bisogno?

GMB: In linea di massima il madrigale si differenzia dalla canzone proprio per una forma più libera e temi meno codificati, meno nobili. Quindi aggiungere "magri" in questo senso era come dire "ancora meno…" ottenendo per di più un bell'impasto acido di lettere per il nome del gruppo.

Probabilmente all'inizio, nel '94 era un bisogno per davvero, nel senso che tutto eravamo musicalmente, tranne che magri. Le nostre prime canzoni si strutturavano con tutti gli orpelli tecnici comandati dai santi, strofe, ritornelli, passaggi, assoli. Però credimi che imparare a togliere in musica è molto più difficile e faticoso che non imparare a mettere. Questa era la nostra ottica, ma ci abbiamo messo degli anni per metterla in pratica, e infatti il nostro primo album è uscito solo nel '99, non prima (evidentemente niente di quel che avevamo registrato prima ci aveva mai soddisfatto).

Perché sfoltire: per molti motivi. Perché ci stavamo annoiando e volevamo prenderci sempre più libertà. Perché non essendo musicisti patentati non ci soddisfa il suonare come l'esecuzione impeccabile di un compito. Perché l'autodisciplina come l'autocensura è molto meglio della ridondanza. Va tutto a vantaggio di quello che vuoi dire. Perché Charlie Parker aveva una frase ricorrente "non devo suonare tutte le note quando posso limitarmi solo le più belle".

Pensa un po' se si limitava lui noi cosa dovremmo fare? Smettere.

Il fatto è che ci scappa di suonare…

LYS: Se vi chiedessero di riscrivere per intero un qualunque disco altrui sottoponendolo alle vostre "cure" ed attenzioni, su quale puntereste il dito?

GMB: Bella domanda! Non punteremmo il dito su nessuno perché se uno fa una cosa è perché ci crede e se ci crede fa bene a farla e non c'è niente di sbagliato. Poi va anche detto per la verità che le nostre cure e attenzioni sappiamo a malapena dispensarle sulle nostre registrazioni e non sempre ci riesce. Però, come puro volo pindarico, mi divertirebbe molto far virare decisamente verso il pop, senza falsi pudori, gruppi che al pop occhieggiano ma non osano, come se in fondo lo ritenessero immorale. Mi piacerebbe che sfondassero con un bel singolo alla Alex Britti, invece di rimanere li né carne né pesce. Oppure, in alternativa, far suonare veramente crudo e sporco un gruppo Heavy Metal.

LYS: Cosa e chi salvereste del secolo appena concluso? Pippo Baudo? Il Papa? Il Resto del Carlino? La VolksWagen? Sandra Milo? I films dei fratelli Vanzina? I dischi della Sannia?

GMB: Il rock'n'roll.

 

 


© 2001, 2014 SuccoAcido - All Rights Reserved
Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
All images, photographs and illustrations are copyright of respective authors.
Copyright in Italy and abroad is held by the publisher Edizioni De Dieux or by freelance contributors. Edizioni De Dieux does not necessarily share the views expressed from respective contributors.

Bibliography, links, notes:

pen: Franco "Lys" Dimauro

 links:

http://www.myspace.com/bachidapietra

http://www.wallacerecords.com/bands/madrigalimagri.htm

 
 
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