SA: Ciao Marco per te la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere??

MI: non mi ricordo mai cosa sogno e così sogno sempre ad occhi aperti. è l'unico modo per vivere in un sogno. poi ci sono gli incubi. e si vivono anche quelli.

SA: Scusa ma era da secoli che volevo farlo. Torniamo "seri"?, come ti senti nei panni di Goodmorningboy?

MI: è confortevole, grazie. spero di darmi il buongiorno ancora per molto.

SA: Quando, e perché hai deciso di lanciarti in un lavoro solista?

MI: non è stata una decisione. ho scritto le canzoni in un brutto periodo. è stata una sorta di quello che gli psicologi chiamano auto-analisi e che per i musicisti si chiama introspezione. la ragione per pubblicarlo era che dovevo tornare subito in campo dopo il distacco dagli elle e non mi sembrava ci fosse modo migliore che farlo con questa cosa personalissima.

SA: All'album ha collaborato qualcun altro?

MI: solo aphrologique. il mio amico fidato che mi ha aiutato nella ripresa dei suoni e nel mixaggio. È stato molto di più, umanamente parlando.non ne parlo. ne risulterei sdolcinato.

SA: Ti senti artisticamente libero?

MI: orco! ho fatto tutto da solo. composizione, registrazioni, produzione,tutte le performance degli strumenti, la copertina del disco...forse troppo libero! Urtovox crede nelle mie capacità. e non mi lamento affatto.

SA: Durante i tuoi concerti sei alle prese con tanti strumenti, qual è quello che preferisci?

MI: le session soliste che tu hai visto in Sicilia mi vedevano alle prese con molti strumenti, è vero... non esiste lo strumento preferito. dipende dalla canzone, dal momento. adesso il pianoforte è il massimo per quello che sto componendo, ma non rinuncerei a nessuno strumento per un'altro.

SA: Secondo te, oggi esiste uno strapotere elettronico in musica? Se sì perché?

MI: non mi sono fatto mai questa domanda. sono sempre stato legato al suono. non alla fonte. l'elettronica come l'elettrica devono essere usate come fonti di suono non come unici mezzi . penso sia riduttivo.

SA: Che cosa ascolti ultimamente? E quali sono i tuoi artisti di riferimento?

MI: ascolto molte cose. ultimamente mi sono piaciuti i dischi di cornelius e fog. i dischi che preferisco però ascoltare appartengono ad altri anni: neil young, alex chilton, elvis costello, beatles, scott walker, robin hitchcock.... non finirei più...il mio disco preferito in assoluto è "sister lovers" dei big star (1975). è un disco magico , imperfetto, nato dalla scompostezza emotiva. come piace a me.

SA: Il disegno di copertina è un tuo dipinto, lo hai creato prima, dopo o durante le sessioni di registrazione?

MI: il disegno è nato dopo la masterizzazione del disco. avevo bisogno di disegnare un sorriso. quel dipinto esprime gioia e spensieratezza. faceva parte dell'autoanalisi di cui parlavo prima.

SA: In passato hai lavorato con un produttore del calibro di Geoff Turner , bell'esperienza? Conti di ripeterla?

MI: Geoff mi ha insegnato molte cose. bastava guardarlo suonare e ascoltare o semplicemente seguirlo quando parlava di un disco che a lui piaceva. ci ho suonato anche assieme durante una sessione elettronica che abbiamo fatto a Venezia. sono state cose che mi hanno sicuramente formato. il disco di goomorningboy non suona italiano anche grazie agli insegnamenti che ho potuto trarre da questa esperienza. ci teniamo in contatto. dovremo vederci a giugno. magari si lavorerà ancora insieme

SA: Perché hai abbandonato l'italiano? I tuoi testi erano molto belli, e li capivano tutti.

MI: rispondo come in un'altra intervista: ho sempre cantato in inglese sotto la doccia . mi sembrava giunto il momento di fare questo passo. mi dispiace non capiscano tutti gli italiani. spero di andare all'estero così mi capiranno comunque in di più.

SA: Negli ultimi tempi come vedi la ?scena? musicale Italiana? Ti sembra un po' malconcia?

MI: non ci sono molte cose che mi fanno impazzire. Devo essere franco. penso sia assodato che non esista una scena italiana. non esisterà finche non saprà confrontarsi con qualche altra scena. altrimenti che gusto c'è ad autodefinirsi scena se non si fa uscire niente dalla scena. una scena (giuro, non lo ripeto più) non può essere autoreferenziale e rivolta a se stessa. non è mai stato così in nessun momento della storia della musica. questo è quello che dico guardando l'Italia dall'aereo. poi, andando a vedere in piccolo anche nella mia città (Mestre) ci sono delle band in comunicazione attiva tra di loro che comunque fanno si che il moto sia perpetuo. Da qualche parte si andrà.

SA: Pensi di più a breve, medio o lungo termine?

MI: breve medio e lungo. dipende da dove mi trovo.

SA: Dai dimmi qualcosa sul tuo futuro? Almeno su quello di Goodmorningboy

MI: goodmorningboy spero suoni più possibile dal vivo. In futuro spero si apra la possibilità di andare concretamente fuori dai confini. sto pensando già alle cose nuove per il prossimo album. è ancora tutto in fase embrionale.