Un disco letteralmente spaccato in due, quello dei CAndiES. Un disco in cui convivono due anime speculari pur nella loro difformità: una dannatamente contorta, come un intestino contratto dagli spasmi di un attacco di febbre gialla, l'altra ha invece l'aspetto pur sempre minaccioso di una ferita asciutta lasciata aperta, solco rappreso su carne viva. Se è vero che quanto abbiamo ascoltato tre le piaghe di ">Leaving our homes" è uscito dalla cantina del terzetto lombardo allora vuol dire che i CAndiES hanno appreso l'arte del far molto con molto poco. Merito certo di Pippo Barresi dei Keen Toy che ne ha curato lo sviluppo così come degli ospiti che ci hanno schizzato sopra il loro liquido seminale, ma soprattutto di una delle formazioni più incaute ed inquiete che vi possa capitare di incrociare sul vostro stereo. Abbiamo incontrato Giulio Calvino, mente storica del progetto per chiedergli dove stanno andando, ora che hanno lasciato le loro case.......
LYS: La lista dei ringraziamenti sul vostro disco offre un bel campionario di "fauna" indipendente italiana, dal mitico Pennello agli Uzeda. Che tipo di rapporti vi legano a queste realtà?
GC: Ti dirò, sono rapporti di famiglia. Nel senso che siamo sempre stati in contatto con tutti loro, e tutti quelli che vedi nei ringraziamenti, ci hanno aiutato in qualche modo.Per citare la tua domanda, penso che Uzeda siano un'ottima band. Li rispettiamo molto e siamo sempre molto entusiasti delle idee che portano avanti. Oltre al fatto che dobbiamo soltanto ad Agostino la nostra amicizia con i CALEXICO. Stessa cosa con Pennello, a lui dobbiamo un supporto costante ed un modo di fare curioso ed instancabile. Mi ha fatto capire molte cose agli inizi. A lui, dobbiamo invece l'amicizia con gli Ulan Bator..
LYS: Una scelta di titoli quantomeno curiosa, quella delle canzoni del vostro album, quasi a voler battezzare dei pezzi nati su improvvisazione totale e divenuti poi quasi per caso la scaletta del vostro CD...
GC: Sì, siamo una frana per i titoli... quindi ho pensato che ci conviene dare un senso "sopra le parti" alle canzoni che mettiamo nel disco... e l'idea è piaciuta agli altri. Comunque, ancora oggi, le chiamiamo "nuova lenta" "nuova veloce" "nuova velocissima"..
LYS: Ci sono degli ospiti importanti sul vostro disco. Passi per i Trumans Water, ma onestamente non riuscivo ad immaginare niente di più lontano dai CAndiES che i Calexico, invece...?
GC: Beh, detto così, mettere insieme Calexico e Trumans Water su uno stesso disco, è una grossa scommessa già in partenza. Sicuramente non è cosa semplice farli convivere, ma comunque, abbiamo pensato che si sarebbero inseriti perfettamente nella nostra visione duale delle dinamiche (piano e forte).
LYS: C'è questo aspetto fortemente bivalente che caratterizza ">Leaving our homes" e che mi incuriosisce....certe vere e proprie esplosioni di furia noise, frustate superelettriche cariche di dissonanze e distorsione a profusione e poi certe oasi di rarefazione, una suspance quasi cinematografica. Mi interessa sapere quanto ha giocato, in questa dicotomia, la presenza degli ospiti del disco. Voglio dire, pensi che ">Leaving our homes" avrebbe avuto le stesse caratteristiche se foste stati da soli in studio?
GC: Non saprei dirti. sicuramente in "studio" (in realtà la nostra sala prove = un garage, attrezzato per l'occasione da un po' di microfoni e Pippo Barresi) eravamo soli. Le varie collaborazioni sono state incise in loco da John (a tucson), Volker (kassel) e Kevin (parigi) in autonomia. Ci tengo a precisare che tutte le canzoni che si sentono sul disco, sono state pensate e arrangiate prima di pensare alle collaborazioni, addirittura, ancora prima di pensare al disco. Poi ci è venuta l'idea di far partecipare degli amici, e di conseguenza abbiamo registrato ri-arrangiando alcune parti (soprattutto per quanto riguarda i Calexico) in maniera da lasciargli uno spazio loro all'interno delle nostre canzoni..
LYS: Se vi dico che in alcuni passaggi ho notato una forte componente Joy Division mi dici che sono un visionario?
GC: Mi sa di no ve'... Mauro, è piuttosto patito dei Joy Division.. io li trovo insopportabili... non so perché... tutti mi dicono che dovrei ascoltarli..
LYS: Un distributore per il Nord America e il Regno Unito, un ufficio stampa per l'Inghilterra e un ottimo distributore per l'Italia.....come sono nati questi contatti? E quali sono i risultati?
GC: I risultati si stanno vedendo soprattutto negli USA.... ci siamo posizionati bene in parecchie charts di parecchie college radio (anche in Canada). La Turn Records vuole che facciamo un tour negli USA al più presto, ma ora come ora abbiamo dei grossi problemi lavorativi, visto che tutti e tre lavoriamo per vivere. In ogni caso è ancora troppo presto per parlare di risultati...
LYS: Voi esordiste proponendo un pezzo sulla storica collana "Soniche Avventure" della Fridge. Che peso pensi abbia avuto per far circolare il vostro nome? Credi nelle pubblicazioni-manifesto di quel tipo?
GC: Mah, guarda, Soniche Avventure ha avuto il grande pregio di dare FIDUCIA a molte bands che stavano facendo i primi passi in quel periodo. Questa è stata (perlomeno per noi) una cosa molto importante, perché per noi ha significato che per due persone (Gigi e Oreste) i CAndiES avevamo significato qualcosa. Questo ci ha permesso di andare avanti con maggior determinazione.
LYS: Il vostro disco si inserisce in tutta una serie di produzioni italiane che rifuggono dalla più canonica "forma-canzone" per concentrarsi sulle atmosfere, sul lavoro di sfaldamento e consolidamento del rumore, sul lavoro di stratificazione dei suoni o di penetrazione nella materia sonora, penso, in contesti diversi e peculiarità autoctone, a gruppi come A Short Apnea, Madrigali Magri, Comfort, Giardini di Mirò, Viclarsen ecc. Perché credi si sia sviluppato negli anni questo allontanamento dai canoni classici della rock song?
GC: Mah, certamente c'è un atteggiamento critico da parte di tutti noi nei confronti della "materia rock". Dal canto nostro, abbiamo cercato di "smembrare" il rock and roll (con tanto di ballate), e di riassemblarlo a nostro modo, cercando sempre una comunicazione intensa con l'ascoltatore, che è sicuramente, la cosa più ardua da raggiungere.
LYS: Dove avete conosciuto Pippo Barresi dei Keen Toy? Che ruolo ha avuto nello svolgimento e nei risultati di ">Leaving our homes"?
GC: Precisamente, Pippo l'abbiamo incontrato agli ALCHEMEA studio di Milano, presentato dal nostro caro amico ATTILA. Dopo esserci conosciuti ho appreso di conoscere bene la sua band (usciva il loro ottimo "WAKE UP" in quel periodo) Pippo ha avuto un ruolo molto importante per molti motivi: perché RISOLVE i problemi, di qualsiasi natura essi siano, è in totale sintonia con tutta la band, è un ottimo amico, è un più che ottimo fonico (e nel disco lo ha dimostrato, perché se vedessi con cosa abbiamo registrato, ti verrebbe da ridere!), mi ha aiutato ad arrangiare i fiati, e ha manipolato lo strumentale elettronico alla fine del disco. Non penso vorrò mai lavorare con un altro fonico, anche se, la regola che impongo alla band su queste cose è di cambiare sempre e trovare soluzioni sempre nuove.
LYS: Cosa ascoltano i CAndiES in questo momento?
Giulio: Django Reinhardt, Art Blakey, Unwound, Bread and Circuits, Deep End, Encore Fou, I'm Being Good, North Of America, Art Of Fighting, Q and not U, Frozen Fracture, Old Time Relijun, E.x.p., Cassius e così via...
Marco: Radiohead, Frozen Fracture, God Machine, dEUS
Mauro: Dirty Three, Nine Inch Nails, Einsturzende Neubauten, Calexico, Blonde Redhead.
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