Le Allun, gruppo tutto al femminile di non-musiciste dedite alla più pura improvvisazione, escono con il loro secondo album “ONUSSEN”, dopo il cd d’esordio del 2000, e si riconfermano capaci di scioccare con questo disco che, come spiegato da una serie di conversazioni con Stefania Pedretti svoltesi mentre si trovava in tour con gli Ovo, altro gruppo formato da lei e Bruno Dorella, insieme ai Rollerball, tra una pausa e un’altra, fa parte di un progetto che va al di là del discorso musicale in se stesso e vuole essere una maniera per scuotere dall’appiattimento di sentimenti e dall’incapacità di comunicare che respiriamo quotidianamente.
SA: Cominciamo dalla fine: l’ultimo tour delle Allun da sola all’improvviso.Quanto coraggio ad affrontarlo….
Ste: Premetto che non avrei mai immaginato di tenere un “concerto” da sola, ma le Allun sono così: un gruppo dove tutto è possibile e da cui ci si può aspettare di tutto ed ecco che l’inimmaginabile alla fine si è realizzato. C’è voluto un gran bel coraggio e un bel “chi se ne frega” per prendere la decisione, per me estrema, di prendere il treno e presentarmi a Palermo come solista, ma tutto questo mi elettrizzava ancora di più perché mi mettevo ancora più in gioco, perché con questa scelta sarebbero saltati anche i pochi schemi delle Allun e ciò avrebbe portato ad improvvisazione assoluta, ad un qualcosa di completamente nuovo per me.
SA: Forse uno dei giochi più belli che io sappia, alla quale non è consentito agli uomini partecipare: Allun dal vivo, improvvisazioni tra le sponde del teatro, musica, moda, arte e tanto di più forse….Lo spettacolo cosa ti aiuta a gridare, cosa ricevi dal pubblico?
Ste: Io non voglio gridare nulla, ma voglio esprimere una parte di me che altrimenti rimarrebbe nascosta.Certo è che uno dei motivi per cui porto avanti questo strampalato progetto è che voglio scuotere, suscitare sentimenti di qualunque tipo, positivi o negativi, alle persone che si presentano a vedere le Allun; ed è questo che ricevo dal pubblico, la soddisfazione di essere riuscita in questa mia fissazione. Sentimenti, ecco cosa ricevo, un fiume di sensazioni.
SA: Il vostro modo molto particolare di esibirvi da cosa nasce?
Ste: Da un gioco.Io e i membri fondatari delle Allun eravamo parte di un centro sociale a Vigevano, passavamo lì veramente molto tempo e un giorno (un po’ noioso) decidiamo di suonicchiare.Nessuno sapeva suonare alcuno strumento, ma ci andava di provare e così facciamo la nostra prima strimpellata, ci piacque moltissimo e da lì le Allun (nome scelto aprendo un libro a caso e scegliendo la prima parola: Nulla).
SA: Come vi è venuta l’idea di utilizzare, oltre agli strumenti tradizionali, anche paperette di gomma e campanelli di bicicletta?Una domanda che non vuole essere una provocazione: avete assunto a membri del gruppo qualsiasi cosa si presentasse ai vostri occhi e producesse in qualche modo rumore?
Ste: Noi esistiamo da quattro anni e fin dall’inizio abbiamo utilizzato giochi ed elettrodomestici perché erano sì a portata di mano ed in più il suono che ne usciva ci piaceva un sacco.Ora tutto si è evoluto di più, dato che sono ben due le rumoriste e usiamo tantissimi elettrodomestici (per enfatizzare il classico ruolo femminile).
SA: Stefi, tu hai viaggiato molto con la tua arte….come si sta a viaggiare tanto e così?Dove è facile e dove no?
Ste: Adoro viaggiare e suonare, è come una droga, di cui non riesci a fare a meno e di cui non hai mai abbastanza.Io penso che se vuoi puoi, quindi, se vuoi veramente suonare in giro e sei disposto ad adattarti per questo tuo obiettivo, ogni luogo è accessibile.In fin dei conti con gli Ovo siamo riusciti ad andare a suonare in Turchia, Bulgaria e Macedonia, posti dove si pensa sia impossibile suonare; certo non è stato facile e, forse per questo, riservo dei ricordi ancora più vivi e belli di cui è impossibile parlare. Forse l’unico posto dove penso sia più difficile suonare, sembrerà assurdo, è l’Italia, non perché manchino spazi, ma perché….
SA: Tema: Bruno Dorella…
Ste: Che dire, è l’altra metà della mia persona, ciò che mi completa.
SA: ALLUN, ONUSSEN, EDITNALTA, Àtivarg…l’abitudine di stravolgere la trascrizione esatta di alcune parole si potrebbe leggere come un invito a guardare alla vita da una prospettiva diversa?
Ste: Non ci avevo mai pensato, ma direi proprio di sì. Ma è anche un modo di giocare con il senso delle parole che con poco diventano nulla.
SA: Con che musica sei cresciuta e che musica ti piace ascoltare adesso?
Ste: Sono cresciuta con l’hard-core e affini, poi mi sono evoluta. Ora, ad essere sincera, non sono una grande ascoltatrice di musica, io adoro i concerti, è in base a questi che un gruppo mi può piacere di più o di meno.Adoro i Dirty Three, Maira Asher, molti gruppi italiani (Bugo, Larsen, Brusaschetto, Motorama e molti altri).
SA: C’è un artista che apprezzi in maniera particolare e ti va di “sponsorizzare”?
Ste: Non saprei, forse le Motorama nel campo musicale, in campo artistico lo faccio già organizzando mostre.
SA: Se potessi scegliere di nascere in un contesto musico_temporale diverso; con quale artista ti piacerebbe collaborare?
Ste: Mi piace il nostro tempo, certo ti potrei dire qualche artista a cavallo degli anni ’30-’40, ma non musicisti, non saprei proprio.
SA: So della tua passione per il disegno. Ti va di raccontarci un po’ le tue cartoline?
Ste: Non disegno molto spesso, ma dipende dai periodi. Certo è che quando sono a casa (di rado) comincio a fare nuove cartoline e quindi a disegnare.Le mie cartoline….sono un gioco, degli esperimenti, un mio diletto passatempo o, più spudoratamente, un modo con cui tirar su soldi. Ma con esse esprimo la mia fantasia, la mia passione: alcune di esse sono dei miei quadri in miniatura, raffiguranti incubi infantili in cui donne carine e in abito da sera si presentano a dei party grondanti di sangue, mutilate o deformi….Altre cartoline sono create con il collage di tutte le immagini a me gradite che trovo nelle riviste di moda raccattate nella spazzatura.Altre sono impossibili da raccontare, certo è che grazie ad esse ho cominciato a disegnare, ad affinare la mia tecnica e a trovare un mio stile, che ora riporto su formato grande con il quale partecipo a esposizioni di arte contemporanea.
SA: Sebbene nel tuo modo di fare musica molto spazio viene dato all’improvvisazione, ti succede, nel comporre un pezzo musicale, di prendere ispirazione da qualcosa che è nato prima dalla tua matita o, viceversa, i tuoi pezzi hanno mai ispirato una tua creazione visiva?
Ste: La mia musica è tutta improvvisata, io non scrivo pezzi e non penso ad essi se non sul palco, al limite dieci minuti prima del concerto. Certo, le due realtà si toccano e a volte si intrecciano, ma più in riferimento alle performance e ai vestiti Allun.
SA: I tuoi interessi verso l’arte figurativa si fermano al disegno e alla creazione materiale di immagini o ti piace anche catturare immagini attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica?
Ste: Per ora si fermano al disegno, ma chissà cosa mi riserva il futuro.
SA: Ti piace il cinema? Qual è il film che tu personalmente hai maggiormente apprezzato tra quelli usciti recentemente e quale ritieni sia quello più alluniano?
Ste: Purtroppo ultimamente vado pochissimo al cinema, anche se mi piace tantissimo, ma penso che un regista molto alluniano sia David Lynch, o forse si avvicina di più allo spirito Ovo, non so.
SA: La tua sensibilità di musicista ti porterà sicuramente a prestare una certa attenzione ai momenti musicali di un film. Di quale pellicola ti sarebbe piaciuto curare la colonna sonora?
Ste: Forse di DELICATESSEN.
SA: Tornando ad ONUSSEN, puoi spiegarmi le urla scioccanti di DALLA NS INVIATA]?
Ste: Stavamo registrando (tutto improvvisato, come al solito) e, ad un certo punto, a Marylise, la batterista, viene in mente questa idea, aveva bisogno di sfogarsi…Dopo quel pezzo, le registrazioni sono venute ancora meglio.
SA: Due membri del gruppo hanno dovuto mollare per svariati motivi, il gruppo si è arricchito di nuove musiciste e rumoriste, ma so che ancora oggi il progetto Allun ha un futuro incerto.Tu cosa ti aspetti e cosa auspichi, pensi di poterti esprimere al meglio da solista?
Ste: Sì, fino a prima di venire a Palermo ti avrei risposto che le Allun si stavano avvicinando alla fine, ma dopo quel concerto (da sola) mi si è aperta anche questa strada, non ci avevo mai pensato prima, mi sembrava impossibile, ma tutto può avvenire. Per quanto riguarda i prossimi concerti, penso di farli io più Natalia, l’altra rumorista del disco. Non si tratterà più di “concerti”, ma di performances sonore dove io mi occuperò più del lato musicale e Naty di quello performativo. Comunque, le Allun stanno girando proponendo la performance “fashion Allun”, una sfilata, se così la si può chiamare, con vestiti in perfetto stile Allun (riciclo a go go) in cui il numero delle modelle varia da 4 a 10. L’ultima si è sostenuta venerdì scorso a Bologna. Di solito è accompagnata da una mostra collettiva d’arte contemporanea tutta al femminile, di cui io, Naty e Alessia siamo le curatrici. Sul futuro potrei scriverti un papiro, ma ciò penso che sia più che sufficiente.
SA: Un’ultima domanda del tutto personale: considerando che non è detto che riesca ad avere il discreto successo che mi aspetto dalla vita nel campo lavorativo da me prescelto (non preoccuparti, non sono una giornalista) e vista la mia totale incapacità di suonare uno strumento musicale inteso nel senso comune del termine, ho speranze di entrare nel gruppo come azionatrice di bollitore per tè? Sono piuttosto brava e mi pare manchi all’appello…
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