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Art - Art Places - Interview | by SuccoAcido in Art - Art Places on 01/09/2004 - Comments (0)
 
 
 
Galleria Continua

Intervista a Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo: Galleria Continua, nella splendida San Gimignano.

 
 

SA: Vorreste introdurvi da soli? Una semplice curiosità…Al di fuori dell’attività in galleria qualcuno di voi fa arte?

GC: Siamo 3 amici, potremmo dire da sempre e ormai da 14 anni soci in un avventura che ha cambiato le nostre vite. Prima che nascesse Continua ciascuno di noi si muoveva in ambiti diversi. Maurizio studiava Informatica a Pisa ma aveva anche altri mille interessi che lo portavano già allora in giro per il mondo. E’ andato in Russia per impararne la lingua e, guarda caso, questi primi rudimenti si sono poi rivelati utili per qualche simpatico scambio di battute con Ilya Kabakov, un artista della galleria nato appunto in Ucraina. Mario studiava invece Scienze Politiche e viveva divorando libri, soprattutto storia e filosofia, e facendo politica. Quella era la sua grande passione, l’amore per l’arte è arrivato più tardi. Lorenzo si era già in qualche modo avviato al ‘percorso’, studiava a Firenze, all’Accademia di Belle Arti. Dipingeva, faceva teatro. Anche lui era sempre in movimento, da una città all’altra per i suoi match di improvvisazione teatrale e spesso anche a Parigi, sua città natale. Da quando abbiamo istituito la galleria e l’associazione tutte le nostre energie si sono convogliate in quella direzione.

SA: Qualche cenno sul vostro progetto… vorreste parlarci delle dinamiche che hanno portato alla nascita della galleria? Quali le vostre necessità al documentare l’arte contemporanea? Continuità tra passato e presente oggi ne vedete nella cultura italiana o c’è un fosso in mezzo?

GC: La Galleria Continua nasce nel 1990 dalla volontà di cinque amici Nadia Bruni, Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, Teresa Rigillo che volevano indagare direttamente e con le proprie forze la presenza e la capacità di comunicare dell’arte dei giorni nostri senza andarsene dal luogo in cui vivevano e vivono. Stanziando un milione a testa (delle vecchie lire) decidemmo di recuperare una cantina di 6,12 x 3,18 mt e di dare vita a questa avventura, quasi per gioco e spinti dall’idea che l’arte che aveva sempre abitato in Italia non poteva essere scomparsa proprio adesso e proprio dalla nostra città d’arte. La prima intervista che Elio Grazioli fece a tutto il gruppetto per la prima fiera a cui partecipammo nel 1992, Attualissima a Firenze diretta da Luciano Pistoi (che ci teniamo a dire per noi è stato amico e maestro), si intitolava una crescita Continua di Sensibilità, un buon auspicio pare. La partecipazione alla fiera fu il battesimo di fuoco e di confronto con il mercato, con le altre gallerie e con i collezionisti in un arena senza protezioni, non ne uscimmo male e questo come le vendite che realizzammo riuscì a permetterci di continuare sia ad avere voglia che a poter pagare l’affitto dello spazio e le successive mostre. Dopo qualche anno rimanemmo in tre Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo. La necessità di spostarci anche fuori dall’Italia e di non voler subire il turismo ci misero nell’ottica di agire sempre tra il dentro della nostra galleria ed il fuori delle fiere internazionali d’arte, cercando di non rinchiuderci nel mercato italiano e nella promozione di artisti italiani solo in Italia o peggio importatori secchi di proposta maturate altrove.
Il lavoro che abbiamo fatto e che facciamo, cerca di fare della galleria un luogo di riflessione oltre che di vendita di opere d’arte ed è in questa prospettiva che sono nate le collaborazioni con curatori del calibro di Angela Vettese, Nicolas Bourriaud Hans Ulrich Obrist e Gigiotto Del Vecchio. Per noi documentare l’arte contemporanea vuol dire agire su più fronti recuperando anche un discorso di committenza privata come stiamo facendo da alcuni anni attraverso la collaborazione con il Castello di Ama. Grazie a questa esperienza artisti come Michelangelo Pistoletto, Daniel Buren, Giulio Paolini, Kendell Geers e Anish Kapoor hanno realizzato delle importanti opere permanenti. Insomma noi di baratri non ne vediamo, certo il linguaggio cambia con i tempi, forse l’arte contemporanea non è sempre immediatamente leggibile ma questo non toglie che oggi, come in passato, ci sono artisti capaci di commuovere, di far riflettere, di emozionare di creare qualcosa che va la di là del tempo e della realtà oggettiva. Perché l’arte ‘continua’.

SA: Ok, visto che SuccoAcido gira un po’ in mano a chiunque ora ci tocca la domandina cretina per chi proprio non ne capisce niente: come funziona il mondo dell’arte?

GC: Il mondo dell’arte è fatto di tanti personaggi, ciascuno dei quali è un piccolo importante motore per far funzionare un sistema. E’ un mondo di passionali, di gente innamorata dell’arte e che in nome dell’arte fa qualsiasi cosa. A partire dagli artisti che gli dedicano la vita per proseguire con una lista lunghissima: critici, galleristi, musei, giornali, editori, collezionisti, assistenti, restauratori, strutture fieristiche… potremmo continuare ancora. Come si fa a raccontare un mondo in poche righe, però si può provare ad entrarci anche come semplici osservatori e poi ci si può scoprire appassionati, senza che lo sapessimo.

SA: Immagino che dietro ogni mostra ci sia sempre una storia molto diversa, molto umana, di forte scambio con l’artista… Ce le vorreste raccontare da dietro le quinte queste storie, magari limitandovi alle ultime 5 mostre tenutesi alla Continua?

GC: Ogni mostra nasce e si sviluppa con dinamiche diverse e di bei ricordi ne abbiamo tanti anche perché non ci tiriamo mai indietro anche quando i progetti che l’artista propone di realizzare sembrano quasi impossibili. Ci viene in mente ad esempio l’installazione che l’anno scorso Anish Kapoor ha pensato per la platea del cinema. Due lunghi corridoi che si chiudevano a spirale e, al centro della spirale, un tornado che saliva verso l’alto scomparendo a livello del soffitto. Un’opera di una magia incredibile ma anche una sfida per quanto riguardava la costruzione. C’è stato un grande lavoro di squadra, tutti hanno dato il loro contributo, si è creato un clima bellissimo di collaborazione, di complicità con l’artista e alla fine tutto ha funzionato alla perfezione. Un’opera davvero grande, di portata museale. Un’altra esperienza memorabile è stata quella con Chen Zhen. Ha lavorato per più di un mese in galleria per portare a termine le opere progettate per il nostro spazio. E nata un’amicizia non solo una mostra. Abbiamo voluto documentare questa storia con un catalogo impostato come se fosse un diario di bordo dove, passo dopo passo, vedi la mostra prendere forma. Un’altra artista che ci ha messo alla prova è stata Monika Sosnowska. Ha costruito un labirinto al primo piano della galleria modificando nettamente l’impatto visivo e ‘fisico’ con un’ampia parte del piano d’ingresso. Anche in questo caso l’esperienza è stata positiva perché ci ha fatto venir voglia di dedicare questa zona ad un nuovo progetto, una cosa in più rispetto alla consueta programmazione espositiva: ogni anno inviteremo un artista a realizzare un’opera in situ, un lavoro che quindi cambierà di volta in volta questo spazio. Ma vorremmo parlare di tutti gli artisti con cui abbiamo lavorato come non citare Juan Munoz con il quale si faceva mattina senza nemmeno accorgersi, o Carlos Garaicoa. La sua prima mostra è stata in gennaio, fuori c’era la neve ma quando entravi in galleria riscaldamento al massimo e musica cubana, sembrava di essere ai tropici. Per le mostre collettive il discorso è diverso, non con tutti gli artisti riesci a stabilire lo stesso feeling ma magari ne individui alcuni con cui senti che il lavoro può andare avanti, ti riconosci in quello che fanno e gli dai subito fiducia come è successo con Loris Cecchini e con Italo Zuffi, due giovani artisti con cui ormai lavoriamo da anni.

SA: E per approfondire meglio qualche aggettivo a testa per descrivere gli artisti che avete ospitato:

GC: "anish kapoor tutto il fascino dell’India, i suoi colori la sua storia; berlinde de bruyckere riflessiva, introversa, sensibile, dolcissima;bruno peinado imprevedibile, irrefrenabile, simpatico; carlos garaicoa Carlos è Cuba, ritmo e calore; chen zhen tenace, intelligente, colto, disponibile; daniel buren una persona meravigliosa sotto tutti i punti di vista;federico fusi riservato, schivo, attento;group exhibitions;italo zuffi ironico, simpatico, pignolo;kabakov un maestro;kendell geers diffidente acuto; loris cecchini pieno di energia, comunicativo;manuela sedmach introspettiva e solare; marina abramovic travolgente;michelangelo pistoletto un maestro che potresti stare ad ascoltare per ore;panamarenko stravagante e geniale;pascale marthine tayou cittadino del mondo; sabrina mezzaqui riflessiva, aperta, equilibrata;serse un uomo che ama la bellezza e la vita"

SA: Come operate per la promozione all’estero degli artisti italiani? E per quelli esteri in Italia?

GC: Promuoviamo gli artisti italiani facendo conoscere il loro lavoro a curatori, gallerie e musei stranieri, principalmente attraverso le fiere dove esponiamo le opere e promuoviamo i libri e i cataloghi che facciamo con loro ma, naturalmente, anche attraverso le mostre in galleria dove, per fortuna, i visitatori sono sempre molti. Poi li seguiamo e li aiutiamo nella realizzazione delle mostre che fanno all’estero. Un po’ la stessa cosa avviene per gli artisti stranieri. Il nostro è un lavoro di comunicazione e di sostegno in fase di produzione, il lavoro dell’artista fa il resto.

SA:Una galleria d’arte tra le crete di Siena: tutti i possibili pro e, se ce ne stanno, i contro? Vivete a San Gimignano da molto tempo?

GC: I pro sono tanti, chi non ama venire in Toscana! L’arte, i suoi paesaggi, la tranquillità della campagna, l’ottimo vino e tutto il resto, chi ci viene a trovare condivide con noi tutto questo. Il senese poi è ricco di bravissimi artigiani con i quali i nostri artisti hanno spesso collaborato. I contro? Beh confrontarsi con la storia non è facile ma è una bella sfida.

SA: Strutturalmente ed architettonicamente che potenzialità ha la Galleria Continua? Potreste in futuro organizzarci degli eventi artistici vicini al teatro o alla musica? Avete mai pensato di dare spazio alla musica, alla scrittura o al teatro accanto a qualche mostra? Vedete possibile in futuro una maggiore collaborazione, compenetrazione e fusione tra questi tre circuiti?

GC: Strutturalmente ne ha molte perché in passato era un cinema teatro e noi ne abbiamo conservato e rispettato tutte le caratteristiche. Abbiamo anche ospitato delle compagnie teatrali; abbiamo proiettato alcuni film di Pappi Corsicato utilizzando il vecchio proiettore ancora perfettamente funzionate! Abbiamo organizzato diverse edizioni de ‘Il punto’, un convegno-esposizione a cura di Elio Grazioli al quale erano invitati artisti, scrittori, poeti, attori.

SA: Parliamo della mostra in programmazione per questa estate "De humana proportione"… ce la raccontate un po’ per incuriosirci?

GC: Questa mostra nasce dalla voglia di raccogliere il lavoro fatto nell’ultimo periodo e creare un dialogo tra gli artisti con i quali lavoriamo. Abbiamo selezionato una serie di opere, quelle che ci sembrano più significative. E così chi ci viene a trovare può camminare in mezzo ad un edificio ‘scomposto’ di Italo Zuffi, si può specchiare in una parete a strisce di Daniel Buren, può perdersi nel video ipnotico di Anish Kapoor o nei meandri del labirinto creato da Monika Sosnowska, può giocare con le sculture in gomma fatte da Loris Cecchini. Ed ancora ammirare gli inquietanti cavalli di Berlinde De Bruyckere, se si è perso la stupenda installazione che aveva fatto proprio con i cavalli all’ultima Biennale di Venezia o interrogarsi davanti alle macchine per volare di Panamarenko e ancora e ancora.

SA: Progetti per l’autunno e il prossimo anno?

GC: La nuova stagione sarà inaugurata da Associazione Arte Continua con il progetto annuale Arte all’Arte che dal 1996 propone ogni settembre un percorso tra San Gimignano, Montalcino, Buonconvento, Poggibonsi, Colle Val D’Elsa e Siena con opere realizzate appositamente per il luogo che le ospita. L’edizione di quest’anno è curata da Achille Bonito Oliva e James Putnam. La Galleria aprirà invece sabato 9 ottobre con due mostre personali: Luca Pancrazzi e Margherita Morgantin, e una grande installazione di Chen Zhen. Due artisti giovani ma già con un bel percorso espositivo alle spalle. Pancrazzi lavora con media diversi, pittura, scultura, video. Margherita Morgantin principalmente con video e fotografia. E poi iniziamo con le fiere, FIAC a Parigi sarà la prima.

SA: La galleria è il vostro lavoro o vi occupate anche di altro? Come riuscite a sostenere economicamente il progetto?

GC: Sì la galleria è il nostro unico lavoro, anche volendo non avremmo tempo di fare altro. Riusciamo a sostenere il progetto attraverso la vendita delle opere ma in realtà l’unica arma vincente è quella di reinvestire tutto nel progetto succesivo. Quindi possiamo dire che il progetto si sostiene da solo.

SA: Dalla nostra piccola finestrella abbiamo capito che oggi musica e teatro in Italia sono un pochettino in crisi, anche se per motivi ben differenti. Malgrado questo ben si spera perché ci sono dei fermenti culturali che ci fanno ben sperare e ben resistono e crescono… Dal vostro punto di vista qual è lo stato di salute dell’arte oggi in Italia? (un parere spassionato e sincerissimo vi prego…potete parlare anche del bello ma se vedete cancri è il momento giusto perché non vi censuro niente…)

GC: Crediamo che lo stato di salute dell’arte oggi in Italia non sia per niente preoccupante, ci sono stati momenti peggiori. Prendiamo ad esempio gli anni ottanta, da un punto di vista economico sicuramente più redditizi ma da un punto di vista di creatività e di libertà di espressione (ci riferiamo alla sperimentazione) non sono stati poi così brillanti. In Italia in questo momento ci sono molti bravi artisti, alcuni già riconosciuti a livello internazionale altri che hanno sicuramente il potenziale per uscire.

SA:E se crisi c’è vi preghiamo di risalire alle sue cause e di provare a dare dei suggerimenti per uscirne o quantomeno per tappare qualche falla… (potete anche mandarmi a quel paese se vi va e non rispondermi)

GC:Certamente qualcosa da fare ci sarebbe. Innanzi tutto creare degli spazi di promozione per giovani artisti come ci sono in altri paesi europei. Promuovere con più convinzione l’arte italiana all’estero e questo lo dovrebbero fare non solo i privati e le gallerie, come in linea di massima succede adesso, ma anche i musei e le istituzioni pubbliche.

SA: In Europa?

GC: Molto bene, a parte le solite nazioni Germania, Francia, Inghilterra, Belgio dove l’arte contemporanea ha sempre giocato un ruolo importante anche altri paesi, come la Grecia ad esempio, che fino ad ora erano rimasti un po’ al margine con l’entrata nella Comunità Europea si stanno iniziando a muovere.

SA: E al di fuori dell’Europa?

GC: Lo stesso e la dimostrazione sono la Biennale dell’Havana, la Biennale di San Paolo, del Whitney e di Shanghai. Quest’anno abbiamo partecipato come unica galleria italiana e occidentale alla prima fiera d’arte contemporanea di Pechino e l’esperienza è stata davvero positiva soprattutto per l’energia e il fermento che vi si respira.

SA: Quali sono i ruoli delle fiere? Cosa succede in quel caos? Servono?

GC: Le fiere sono una vetrina, il nuovo salotto dei nostri tempi, dove incontrare persone, artisti, addetti ai lavori. Soprattutto per noi sono un modo per arrivare a chi ancora non ci conosce, creare nuove opportunità, raccontare il lavoro che portiamo avanti.

SA:C’è qualche relazione tra la Galleria Continua e l’associazione culturale Arte Continua? Siete parenti?

GC: La Galleria Continua e l’Associazione Arte Continua sono nate contemporaneamente ma con intenti diversi. La galleria è una struttura privata che lavora in modo autonomo e indipendente. L’associazione è no profit, ed è il modo che abbiamo scelto per dialogare con le istituzioni pubbliche, per collaborare con loro nella realizzazione di eventi culturali e promuovere l’arte contemporanea sul nostro territorio. I frutti ci sono stati e chi vuol vedere meglio il lavoro che ha fatto l’associazione può visitare il sito .

SA: Andiamo al sodo ora che non resisto più: per la rubrica "breakfast in tour" ci parlate un po’ del cibo e dei vini e delle colazioni che si gustano dalle vostre parti? Ci parlate della vostra colazione preferita quando siete in tour dietro alle fiere?

GC: Per farsi davvero una cultura sui prodotti tipici delle nostre parti basta prendere una delle guide eno-gastonomiche realizzate dall’Associazione in occasione di Arte all’Arte. Nelle guide sono selezionati i migliori produttori di vino, olio, formaggio e salumi. In quanto alla nostra colazione preferita dipende dal paese in cui ci troviamo, il requisito essenziale è che sia bella calorica perché la giornata è lunga e di energie ne servono parecchie.

SA: A chi tra i lettori di SuccoAcido fosse lontanissimo dal mondo dell’arte e volesse avvicinarglisi con che e da dove gli consigliereste di cominciare?

GC: L’approccio migliore secondo noi è il più semplice, l’arte ti deve emozionare quindi basta guardare senza avere pregiudizi.

SA: L’arte è alla portata di tutti ma forse è, o è stata talvolta, una scelta degli addetti ai lavori mantenerla un "affare" per gli addetti ai lavori… vero o falso oggi?

GC: L’arte è per tutti perché non è un bene di consumo. E’ qualcosa che va oltre. Tutti possono esserne fruitori andando a vedere una mostra o entrando in un museo. Come dicevamo l’arte per noi è emozione, quindi dipende da ciascuno di noi concedersi o meno questa emozione.

SA: E per quanto vi riguarda che tipi di pubblico arrivano alla Galleria Continua? Siete soddisfatti o vi piacerebbe ricevere visite anche da altri pubblici? Quanto vi sforzate per allargare la cerchia a quante più persone possibili e che scelte adoperate nella promozione?

GC: Il pubblico che frequenta la galleria è vario. C’è chi viene a posta a trovarci e chi ci si imbatte per caso. Cerchiamo di fare il nostro lavoro al meglio, con professionalità e disponibilità. Questo è il modo con cui facciamo promozione.

SA: Editate anche libri e cataloghi…specchio specchio dimmi allor: qual è l’editore più scemo che conoscete in Italia? Consigli per gli acquisti in edicola per i soliti ignorantoni in materia d’arte…

GC: Non abbiamo avuto troppe esperienze con gli editori. All’inizio i libri e i cataloghi li facevamo da soli, per noi la cosa più importante era quella di dare agli artisti la possibilità di realizzare nuove opere quindi ci impegnavamo economicamente in quella direzione e per il resto ci davamo da fare. Abbiamo imparato e i risultati non erano male. Poi abbiamo iniziato a lavorare con la casa editrice Gli Ori. Ci siamo trovato bene e abbiamo continuato sempre con loro. Un libro da acquistare? Capire l’arte contemporanea di Angela Vettese. E per i più piccini c’è una bella linea di favole illustrate con opere di artisti contemporanei: La favola dell’arte, Hopefulmonster editore.

SA:…e non dimenticate di aggiungere qualche altra mostra caldamente consigliata dove sicuramente vi precipiterete…e noi lì appresso come pecoroniiiiii…ho colto il meccanismo che muove?

GC: ‘Spread in Prato’ una mostra di fotografia e film a cura di Pier Luigi Tazzi, dal 16 ottobre al 25 novembre in varie sedi a Prato e per chi ha l’opportunità di andare all’estero una visita al Palais de Tokyo, un museo diverso dagli altri con una programmazione eccellente.

SA: ...grazie ragazzi, a presto.

 


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pen: Marc De Dieux

 
 
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