Morte annunciata di un teatro senza un teatro. Ecco che quest’anno, per la prima volta dopo diciotto anni, il teatro contemporaneo scomparirà da Caltagirone. Per diciotto anni Caltagirone, ogni estate, ha avuto il suo appuntamento annuale con il Teatro. Dal 1992, decine di compagnie provenienti da tutta Italia sono sbarcate tra i vicoli del centro storico o nella bellissima Villa Patti, ospiti della rassegna estiva “Teatri in Città” organizzata dall’associazione culturale Nave Argo. In una cittadina di quasi 40 mila abitanti praticamente priva di un vero e proprio teatro, “Teatri in Città” è stata per tanto tempo l’unica vera occasione per avvicinare giovani e meno giovani alla drammaturgia contemporanea italiana.
È stato, dunque, grazie a Nave Argo e alla sua rassegna estiva che, ancora ragazzini, abbiamo conosciuto Ravenna Teatro, Teatro delle Moire, Teatro dell’Acquario, Teatro delle Briciole, Teatro Reon, Compagnia Bogotà e moltissime altre realtà siciliane e non. Nonostante la situazione economica fosse sempre peggiore, nonostante l’assenza di un luogo fisico da chiamare teatro, nonostante i fondi regionali e comunali a disposizione per la manifestazione fossero sempre meno, “Teatri in Città” ha sempre resistito. Negli ultimi anni Nave Argo ha offerto alle compagnie presenti solo il rimborso spese e, com’era ovvio, il raggio dei gruppi teatrali partecipanti si è andato via via restringendo alle sole realtà siciliane. Fabio Navarra (curatore della rassegna insieme a Nicoleugenia Prezzavento) ammette che le compagnie in questi ultimi anni di crisi e penuria economica hanno accettato gli inviti a Caltagirone unicamente per amore dell’arte e per l’amicizia che le lega a questo baluardo calatino della resistenza teatrale. Eppure tale resistenza quest’anno sembra dare i primi segni di cedimento. Fino a quando si possono stringere i denti? Fino a quando si possono presentare alle istituzioni comunali e regionali documenti su documenti che attestino l’elevato valore e la grande partecipazione cittadina a un evento culturale come “Teatri in Città”, senza averne risposta alcuna? Ecco che quest’anno, per la prima volta in diciotto anni, il teatro contemporaneo scomparirà da Caltagirone. Nave Argo aspetta ancora le briciole che la Regione aveva stanziato per la scorsa edizione della rassegna (€2.500) e ha ormai smesso di aspettare quelle concesse teoricamente dal Comune (€1.500). In tale situazione d’incertezza, “Teatri in Città” quest’anno si prende una vacanza così come tutti i suoi spettatori più affezionati. Le briciole quest’anno non arriveranno nemmeno sulla carta: il Comune e la Regione sono sul lastrico, nonostante quotidianamente ci arrivino notizie di nuove e sempre più ricercate forme di raggiro e spreco pubblici. L’ultimo tentativo da parte di Nave Argo è stato quello di approfittare di una circolare regionale che delega i Comuni a inviare delle istanze “per il sostengo di iniziative varie ritenute idonee a veicolare l’immagine turistica della Sicilia”. Il concetto di “immagine turistica” a cui siamo abituati sull’isola è abbastanza inquietante ed è evidente che sul palcoscenico di “Teatri in Città” non si vendono cannoli.
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