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Writing - Bibliography - Article | by Costanza Meli in Writing - Bibliography on 11/11/2010 - Comments (0)
 
 
 
Appunti per un leader politico - Bibliografia dedicata ad una società in crisi e ai suoi governanti.

Lo scambio dei beni e delle donne, da Claude Lévi-Strauss, Le strutture elementari della parentela, e Antropologia Strutturale, riduzione di SuccoAcido magazine.

In questa sezione bibliografica raccogliamo alcuni testi fondamentali della storia dell’antropologia, della filosofia, della cultura su cui si basano i nostri attuali saperi. Partendo dalle radici del pensiero moderno, attraversando le pagine del nostro 900, proponiamo testi, riflessioni, analisi che colpiscono per la loro incredibile attualità. Nella speranza di sensibilizzare le nostre future classi politiche, alla lettura e all’approfondimento dei temi che sostanziano spesso i loro stessi discorsi.
Leggiamo attoniti le analisi strutturaliste del giovane Lévi-Strauss, recentemente scomparso, che parlò, alla metà del secolo scorso, di sistemi di scambio che vertevano su beni quali donne e terre, e vi proponiamo di condividere la medesima sensazione di spaesamento temporale e cognitivo di fronte alla descrizione stessa di sistemi definiti primitivi.

 
 

“Lo scambio, fenomeno totale, è innanzi tutto uno scambio totale che abbraccia le cibarie, gli oggetti fabbricati e la categoria dei beni più preziosi, ossia le donne.”

“Questa sostanziale identità è d’altronde manifesta in Polinesia, per la quale, Firth distingue tre sfere di scambio in funzione della mobilità relativa degli articoli che v’intervengono. Nella prima sfera stanno soprattutto i cibi, sotto diverse forme; nella seconda la corda intrecciata e il tessuto di scorza; nella terza infine si collocano gli ami di scaglie e di conchiglia […] Firth aggiunge: … A queste tre sfere di scambio se ne deve aggiungere una quarta, quando si tratti di beni che abbiano qualità individuale; è per esempio il caso della cessione di una donna da parte di un uomo che non può pagare altrimenti un canotto."

“I trasferimenti di terra possono essere collocati nella stessa categoria. Le donne e le terre sono date in pagamento di obbligazioni individuali…”

“Tale è appunto il caso dello scambio. Nella società primitiva, esso svolge un ruolo essenziale perché coinvolge oggetti materiali, valori sociali e donne; nei confronti delle mercanzie, però, questo suo ruolo ha progressivamente perduto d’importanza a profitto di altri modi di acquisizione, mentre, invece per quel che riguarda le donne, ha conservato la sua funzione fondamentale: non solo perché le donne costituiscono il bene per eccellenza, ma anche è soprattutto perché le donne non sono, principalmente, un segno di valore sociale. Esse invece sono uno stimolante naturale, e per giunta lo stimolante del solo istinto la cui soddisfazione possa essere differita: il solo, dunque, per il quale, nell’atto dello scambio e con la percezione della reciprocità, possa operarsi quella trasformazione dallo stimolante al segno che, definendo con questa fondamentale operazione, il passaggio dalla natura alla cultura, si espande in Istituzione. L’inclusione delle donne nel novero delle prestazioni reciproche da gruppo a gruppo da tribù a tribù è un costume così generale che non basterebbe un volume per enumerarne gli esempi.”

“Presso gli indigeni dell’Australia meridionale il costume detto Kopara sembra avere la funzione di mantenere in equilibrio il bilancio degli scambi tra i gruppi, sia che si tratti di beni materiali, sia che si tratti di donne, vite umane, offese, o rituali di iniziazione. Il Kopara è un debito che deve costituire oggetto di un saldo in conformità di una formula stabilita, e che varia secondo la natura del danno: dono non reso, donna non fornita in cambio di una ragazza del clan, morto restato senza vendetta, iniziazione non compensata [… ] Nel costume Kopara, le donne rese in cambio possono essere quelle stesse che erano state primitivamente offerte. Agli uni e alle altre non occorre che il segno dell’alterità, il quale è la conseguenza di una certa posizione in una struttura, e non di un carattere innato: lo scambio dei doni (che ha luogo in occasione di una periodica liquidazione di torti tra i gruppi) non è un affare commerciale, né una operazione di mercato: è un modo di esprimere e di cementare l’alleanza.”

“Nell’insieme delle prestazioni di cui una donna fa parte, c’è una categoria la cui esecuzione dipende, in primo luogo, dalla sua buona volontà: i servizi personali, siano essi di ordine sessuale oppure domestico. La mancanza di reciprocità che sembra caratterizzarli così nelle isole Trobriand come nella maggior parte delle società umane non è che la contropartita di un fatto universale: il legame di reciprocità che fonda il matrimonio non si stabilisce tra uomini e donne ma tra uomini per mezzo di donne che ne sono soltanto la principale occasione."

“La poligamia, dunque, non contraddice all’esigenza di un’equa ripartizione delle donne: sovrappone semplicemente una regola di ripartizione all’altra. In effetti la monogamia e la poligamia corrispondono a due tipi di relazioni complementari: da una parte il sistema di prestazioni e controprestazioni che lega tra loro i membri individuali del gruppo; dall’altra il sistema di prestazioni e controprestazioni che lega tra loro l’insieme del gruppo ed il suo capo. Questo parallelismo può divenire così trasparente che, per esempio, nelle isole Trobriand il capo che riceve una donna da tutti i sottoclan è trattato come una sorta di “cognato universale”.

“Nella nostra società, infatti, la proporzione dei beni che vengono trasferiti con queste modalità arcaiche rappresenta una percentuale irrisoria in confronto ai beni che sono oggetto dei commerci e dei mercati.”


Commenti successivi di Lévi-Strauss al testo sopra citato.
Riportiamo una citazione dal saggio Antropologia strutturale del 1958, nel quale l’autore torna sul punto cruciale della critica femminista alle analisi strutturaliste da lui elaborate.

“In compenso il gruppo sociale considera le donne come valori di tipo essenziale, ma stentiamo a capire come tali valori possano integrarsi in sistemi significativi, qualità questa che da poco si comincia ad attribuire ai sistemi di parentela. Questo equivoco risalta in modo divertente da una critica che è stata talora rivolta alle Structures élémentaires de la prenté: “ libro antifemminista”, l’hanno definito taluni, perché in esso le donne sono considerate come oggetti. Si può essere legittimamente sorpresi di vedere attribuire alle donne la funzione di elementi in un sistema di segni. Badiamo bene, però, che, sebbene le parole e i fonemi abbiano perduto il loro carattere di valori e siano diventati semplici segni, non si può riprodurre integralmente la stessa evoluzione per quanto concerne le donne. Al contrario delle donne, le parole non parlano. Oltre che segni, le donne sono produttrici di segni; come tali, esse non possono ridursi allo stato di simboli o di gettoni.”

 


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Bibliography, links, notes:

Pen: Costanza Meli
Riduzione nostra.

Testi:
Lévi-Strauss, Le strutture elementari della parentela, 1947, Feltrinelli, Milano 2003.
Lévi-Strauss, Antropologia strutturale, 1958, Il Saggiatore, Milano 1971.

 
 
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