Beyond the death forever love, Interrupted (#1) / Chikako Kaido, Pierre Yves Diacon
The solo Interrupted (# 1) opens the evening of suggestions at the Teatro Libero between 28th and 31th January. It is structured into two piece, both "calved" from Folkwang Hochschule in Essen. As usually the Theater is hosting interesting companies, or, like in this case, young people.
The audience enters distracted, but someone is already in the scene: a meditating man in white dress. Slowly he opens his eyes to the world and began his embryonic dance.
Beyond the death forever love
Interrupted (# 1)
A sense of discomfort and inconvenience in his movement: it likes the incessant attempt of a caterpillar who wants to become a butterfly. We are in the dream of this man or are we victims of surreal images that takes place in the jungle, or inside the mouth of a great whale ? The man is looking for a way in itself and may be out of self. He is slow, tired ... , unable to fly. Suddenly his movement becomes obsessive and repeated and the embryo, exhausted by his curling, becomes a baby, in a puff of wind, rain that falls in ... On the dance scene a snowflake, who lives with the anxiety of his fall, or simply a snowflake which accepts other snow on himself.
The movement, therefore, excessive slow and enchanting, transforms man into court of himself, able to look down but always forced to return to earth.
This is the wonderful interpretation of Pierre Yves Diacon especially in the final stage of this solo: the improvisation on "weight of the head," reveals the great needs of today and the necessity of balance.
The second part of the show is a creation of Chikako Kaido, a young Japanese choreographer , formed with Pina Bausch. In fact it is possible to read the clear influences from her.
As is typical in Pina, the beginning is super dramatic: Antonio (which is the only one dancer of the quartet, originally from Palermo) attempts suicide. The whole performance is load voltage and current issues : it will evolve into a hilarious ironic part (typical in Pina Bausch, as well) , which explores on everyday and today's society , deeper dynamics . Chikako Kaido prefers situations of relationship.
Two particularly symbolic enliven the duet and trio on stage: chair and lips.
All kisses which the dancers exchange confusedly in the stage, full of paper , are sometimes passionate and sometimes fleeting.
They give the input for a contact dance, original and well articulated in the space and about weight. let's love, heterosexual or gay, spouses or lovers, forward!, No one sees or judges.
The chair becomes a symbol of the "proper place". What 'is our place in society, in life, in space. What is the right place? A sense of insecurity pervades the viewer, eager to see how goes. The voltage is quickly rised up, until a moment into relax the senses.
Chikako, who had taken part in the piece more as an internal observer, gives to the public the hint of an extremely delicate dance, which gives us the hope, after all, of a discovered harmony.
Beyond the death forever love, Interrupted (#1) / Chikako Kaido, Pierre Yves Diacon
L’assolo Interrupted (# 1) apre la suggestiva serata divisa in due piece “partorite” entrambe dalla Folkwang Hochschule di Essen, al Teatro Libero tra 28 gennaio al 31 gennaio. Come al solito il Teatro Libero ospita compagnie nuove ed interessanti e, spesso come in questo caso, anche giovani.
Il pubblico entra distratto, ma sulla scena c’è già qualcuno: un uomo che medita di bianco vestito. Lentamente egli apre gli occhi al mondo e inizia la sua danza embrionale.
Un senso di fastidio e di scomodità lo invitano al movimento: è il tentativo incessante di un bruco che vuole diventare farfalla. Forse siamo nel sogno di quest’uomo o siamo vittime un immagine surreale che avviene nella giungla o dentro la grande bocca di una balena. L’uomo si contorce cerca una strada in se stesso ma forse anche fuori di sé.
E’ lento, provato … è incapace di volare. Il suo movimento ad un tratto diventa ripetuto e ossessivo e l’embrione, sfinito dal suo stesso accartocciarsi, si trasforma in un bebè, in un soffio di vento, in pioggia che cade … Sulla scena danza un fiocco di neve, che vive con ansia il suo percorso di caduta; o semplicemente un fiocco di neve che accoglie altra neve su di sé.
Il movimento dunque, ad oltranza lento e ammaliante, trasforma l’uomo in giudice di se stesso: in grado di guardarsi dall’alto ma sempre obbligato a tornare alla terra.
Splendida l’interpretazione di Pierre Yves Diacon soprattutto nella fase finale di questo assolo: l’improvvisazione sul “peso della testa” rivela la grande necessità dell’individuo di oggi; la necessità dell’equilibrio. La seconda parte dello spettacolo è una creazione di Chikako Kaido, giovane coreografa giapponese formatasi con Pina Bausch, della quale è fin troppo possibile leggerne le chiare influenze.
Come nella piece di Pina è tipico, l’inizio è superdrammatico: Antonio ( che è l’unico danzatore del quartetto originario di Palermo ) tenta il suicidio. Carico di tensioni e tematiche attualissime è tutta la performance che si evolverà in una esilarante parte ironica (tipicamente bauschiana) e di sfottò, che prende spunto dal quotidiano e dalla società odierna per sviscerarne le dinamiche più profonde. Chikako Kaido predilige soprattutto le situazioni del rapporto di coppia.
Due elementi particolarmente simbolici vivacizzano i duo e i trio sulla scena: l’utilizzo di una sedia e quello delle labbra.
I baci che i danzatori si scambiano confusamente, nello spazio pieno di cartacce, sono a volte appassionati o a volte fugaci. Essi danno l’input per una danza di contatto originale e ben articolata nello spazio e nei pesi. Amatevi; etero o gay, coniugi o amanti, avanti!, nessuno vi vede o vi giudica.
La sedia diventa invece il simbolo del “proprio posto”. Qual’ è il nostro posto, nella società, nella vita, nello spazio. Qual’è il posto giusto? Un senso di precarietà pervade lo spettatore desideroso di vedere come va a finire. La tensione sale finché, per rilassare i sensi, la stessa Chikako che aveva preso parte alla piece più che altro come osservatore , regala al pubblico l’ accenno di una delicatissima danza, che fa sperare , dopo tutto, in un agognato ritrovamento di armonia.
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