I went to see this performance going onstage for the first time after being awarded with Ubu prize for best direction at "Unanimi di Arcidosso" theatre in the square in front of the castle.
Civica offers to us a dry interpreted ,spoken in a flat style rather than performed, "Merchant of Venice". Dry is an euphemism. The reading of the director of Teatro della Tosse reduces to the bone the direction unit , reduces to the essence the work of actors from every point of view, resets the scene and any effect such as lighting that is a placed white for all the time, the masks are all neutral and, for what I can see, are equal, simplifies the costumes and optimizes, with an excellent dramaturgical craftsmanship in direction the distribution of roles and characters to the actors. The overall impression is of a minimalism with a sadness expressed for example by the choice and use of the only music: a song repeated 3 or 4 times, evocative, romantic, playwright well determined, sad, only strings and a counterpoint of frozen tears, cold as the purpose, and as arid as noticing all the tyranny of the absolute powers of love and money. But there is a “but”:it's, above all, poetry. The intelligence, a plan of the director must stay behind, wider and certainly of a long-range, and the great skill of the actors, grotowskians in some cases at least in the sacrifice of theirselves, keep at least 4 or 5 great ideas applied with success. The gem of the caskets, the use of low voices, the vortex of questions about Shakespeare. And yet the coldness. But it is a surgical coldness ever. It has a warm and noble purpose. For which in my opinion he took the Ubu as best director. Anything more is missing to give space to the prominence of the text. Poetry of the text and its core of meaning. If you think to this very short essay Barth entitled "Two myths of young theater" you'll understand. And at the end of the exhibition,the Venetian merchants one, the miraculous expressive result of a pursued non-expression. Emblematic Porzia and Elena Burgundy in this. Perhaps the most came into line with the direction of Civica or perhaps more naturally suited to this. I do not know.
This is the critical chronicle. Leave me a corner for my personal observation. When it comes time for Shakespeare reflection on justice thought goes to our days. Seen through those eyes informed by the light of poetry it is to be afraid of the final collapse of the decay, tother then apocalypse. I refer to the suggestion that I have received from some dialogues during the final process to Shylock.
Finally, a summarizing question that is a general opinion: the mystery is always the same: what the Bardo would have said. For me, that I know in the right way, perhaps he would approve even a bit surprised. And surprising one who must have really seen all the colors it's not everyday stuff. This time he was not, for sure, turning in his grave as he often must have done.
Il mercante di Venezia / Massimiliano Civica
Vedo questo spettacolo la prima volta che va in scena dopo essersi guadagnato l'Ubu per la miglior regia al teatro degli Unanimi di Arcidosso che sta in piazza davanti al castello.
Arcidosso. Teatro dei concordi. 30/01/09. Il mercante di venezia. Regia di Massimiliano Civica. Fondazione teatro 2. Civica ci propone un "Mercante di Venezia" asciutto, interpretato mesto, detto piatto, più che recitato. Asciutto è un eufemismo. La lettura del direttore del Teatro della Tosse riduce all'osso l'apparato registico, essenzializza il lavoro attoriale sotto ogni punto di vista, azzera la scena ed ogni effetto, ad esempio quello illuminotecnico che è un piazzato bianco per tutto il tempo, le maschere sono tutte neutre e da dove vedo io risultano uguali, semplifica il costume ed ottimizza con eccellente maestria registico-drammaturgica la distribuzione ruolo personaggio attore. L'impressione generale è un minimalismo all'insegna della tristezza che si manifesta ad esempio nella scelta e nell'uso dell'unica musica: un brano reiterato 3 o 4 volte, evocativo, romantico, drammaturgicamente ben dosato, tristissimo, tutto archi e contrappunto di lacrime raggelate, fredde come il constatare l'arido niente e la tirannia dei poteri assoluti dell'amore e del denaro.
Però c'è il però: soprattutto la poesia. L'intelligenza, dietro deve starci un progetto più vasto e di sicuro a lunghissima gittata, del regista e la grande bravura degli attori, grotoskiani in qualche modo almeno nel sacrificio di sè stessi, mantengono almeno 4 o 5 grandi idee applicate con successo. La chicca degli scrigni, l'uso delle voci bassissime, il vortice delle domande sull'opera Shakespeariana. E ancora la freddezza. Ma è una freddezza mai chirurgica. Ha un fine nobile e caldo. Per il quale a mio modo di vedere ha preso l'Ubu come regia migliore. Ogni di più viene meno per dare spazio al risalto del testo. Alla poesia del testo e al suo nucleo di sensi. Se avete presente il brevissimo saggetto di Barth intitolato " Due miti del giovane teatro" ci siete. E alla fine della fiera, quella dei mercanti veneziani, miracoloso il risultato espressivo di una perseguita inespressività. Emblematica Porzia ed Elena Borgogna in questo. Forse quella che più è entrata in sintonia con la direzione di Civica o forse la più naturalmente adatta a questo. Non lo so.
Questa la cronaca critica. Lasciatemi un angolo per la mia osservazione personale. Quando arriva il momento della riflessione Shakespeariana sulla giustizia il pensiero va ai nostri giorni. Vista attraverso quegli occhi informati dalla luce della poesia c'è da avere paura del tracollo finale, dello sfacelo, altro che apocalisse. Mi riferisco alla suggestione che mi hanno dato alcuni scambi di battute durante il processo finale a Shylock.
Per finire, una domanda ricapitolativa che è un giudizio generale : il mistero è come sempre quello: cosa ne avrebbe detto il Bardo. Per me, che lo conosco il giusto, approverebbe forse anche un po' sorpreso. E sorprendere uno che deve aver davvero visto tutti i colori non è roba di tutti igiorni. Non si è di certo rivoltato nella tomba come spesso deve aver fatto.
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