A scanso di equivoci, l’Arte Bimba non è nient’altro che il fumetto, linguaggio che Scòzzari domina, modella e frusta a piacimento, così come la scrittura, mai piana o prevedibile, che in questo libro sembra voler uscire dalle pagine.
Sarebbe errato considerare questo libro un sequel, anche perché è leggibilissimo persino da chi ancora ignori le gesta di Filippo Scòzzari (vedi alla voce Cannibale, Frigidaire o più semplicemente Fumetto, con la maiuscola), ma è indubbio che sia gemellato con la sua prima autobiografia. “Prima pagare, poi ricordare”, questo il titolo (del 1997, ristampata di recente sempre da Coniglio) era micidiale nel raccontare con precisione le avventure di Scòz nel mondo del fumetto, dagli esordi fino all’incontro con Tamburini, Liberatore, Pazienza, Mattioli sul finire dei grigi ’70.
Il tutto era condito da una capacità narrativa e immaginifica senza eguali, da lasciare privi d’energie alla fine del libro. La storia si ripete oggi con Memorie dell’Arte Bimba con qualche ambizione in più. Metà libro, infatti, è il racconto delle origini, proprio dalla nascita di Scòz fino all’età della ragione (più o meno), alla proustiana ricerca del momento topico, di quando l’autore capisce che il suo destino è il Fumetto.
I ricordi, spassosi, irriverenti, finanche teneri, sono accompagnati da immagini e disegni d’epoca, in altre parole uno svuotamento di cassetti che però non è autoreferenziale, poiché altri vi si ritroveranno, in altri modi e forme.
L’altra metà del libro è un manuale, ma uno così non l’avete mai visto. In teoria sarebbe una guida per imparare a fare fumetti, una serie di dritte, amichevoli pacche sulle spalle e altrettanto amichevoli calci nel fondoschiena.
In pratica è un pretesto per esporre la propria personalissima visione del disegnare vignette, del saper raccontare, ma soprattutto dell’avere qualcosa da dire. La definizione Arte Bimba è una risposta a Will Eisner, che coniò per il fumetto il termine Arte Sequenziale, ed in fin dei conti si può stare al gioco di Scòzzari. Chi non l’ha mai letto lo troverà forse presuntuoso, oppure si sentirà frustrato dalle bacchettate dell’autore: eppure è meglio non avere peli sulla lingua, non si rischia di essere fraintesi, fosse solo per questo, Memorie dell’Arte Bimba è un libro come pochi.
Una volta entrati nella lettura di questo saggio/biografia/racconto/manuale tutte le resistenze verranno meno e salirà la voglia di leggere un bel fumetto, magari scozzariano.
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