Teatro popolare d’arte. Aspettando Godot di Samuel Beckett. Regia e spazio scenico di Gianfranco Pedullà.
12 Aprile 2008 . Marco Natalucci, Nicola Rignanese, Daniele Bastianelli, Alessandra Bernardeschi, Tito Anisuzzaman. Teatro Dante di Campi Bisenzio (FI).
Benvenuti! La mi faccia un film che piaccia! Qualcosa di parecchio di più spinto del tardivo! Benvenuti! Lombardi e Chiti li poi spreme anche di più!
Il teatro comunale di Campi Bisenzio, intitolato a Dante Alighieri, è stato da poco restaurato e ristrutturato. E’ una struttura impressionantemente moderna. I cessi sembrano quelli di un albergo, il foyer una spaziosa hall, quasi di lusso, il personale è squisito, l'accoglienza pure, il guardaroba non si paga (ed io che arrivo con borsa e bisaccia lo uso e non ne sono avvezzo) ,tutto è lindo, nuovo, pulito e allo stesso tempo naturalmente accogliente. Si respira aria di polis. Il direttore è Alessandro Benvenuti (fatemelo dire: sta leggendo La vita Agra di Luciano Bianciardi per Ad alta voce, trasmissione mattutina e notturna di Radiotre). Credo si possa dire che questa struttura sia uno dei fiori all’occhiello di tutto il sistema teatrale Toscano. Il palco è grandissimo, la sala ben architettata; platea , spazi tecnici, e acustica ne beneficiano, i palchetti sono inclinati secondo un progetto intelligente. Poi scopro che uno degli architetti è stato scenografo e che in effetti il teatro è stato voluto così anche pensandolo per la lirica. Mi pareva. E mi pare Benvenuti col Bigazzi si sia inventato una interessante rassegna bandistica, oltretutto. Ed anche in questo il teatro presso il Bisenzio è raccordo fra passato presente e futuro. Insomma: chi vuole vada a leggersi la storia di questo edificio che racconta di una comunità, di una partecipazione popolare, democratica , civile, lungimirante, molto Toscana.
Veniamo allo spettacolo: Pedullà, la sua compagnia fa base in provincia di Arezzo, Benvenuti ha avuto trascorsi organizzativi in quella zona, presenta brevemente lo spettacolo prima che cominci, stando giù dal palco, dove sono sistemati anche gli oggetti che serviranno a produrre i suoni per la rappresentazione. Le percussioni sono del giovane ragazzo di colore che farà anche da messaggero in alcuni momenti cruciali, una trovata azzeccata, positivo il lavoro da lui svolto, positiva la scelta registica . Vladimir e Estragon sono credibilissimi, sembrano dei veri vagabondi sfaccendati fuori dal mondo Poi scopro che Pedullà ha lavorato molto in carcere e che gli attori vengono anche da quell’esperienza. Mi pareva. Il salice, astrattissimo come tutto il resto dello spazio scenico (massiccio l’effetto delle luci) è un astrattissimo salice che mette foglie astrattissimamente l’indomani.. Poi Pozzo e Lucky. Pozzo è simpatico, Lucky anche. Poi scendono anche a scorrazzare per la sala. Godot, per la cronaca, non arriva.
Il totale è fedelmente aderente alla pagina beckettiana.
Alla prossima. Magari se passo vengo a Bucine che tanto a Borgo di Capannole ci sono quelli di Autonomarte che sono tanto bravi e tanto rock e prima o poi ci torno.
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