Compagnia Lombardi/Tiezzi.
I giganti della montagna ...mito incompiuto di Luigi Pirandello
Regia di Federico Tiezzi.

Rosignano. Teatro Solvay. Mercoledì 23 Gennaio 2008.

Mi avevano detto un paio di attori di una certa età che i testi Pirandelliani sono difficili da dire.
In special modo le battute del testamento spirituale del Nobel siciliano risultano particolarmente ostiche, da quel che mi diceva soprattutto questa esperta, matura, attrice romana molto attenta alle parti vocali.
Vedendo ed ascoltando l’interpretazione della compagnia di Tiezzi, la prima cosa che salta agli occhi, (uh! orecchie) è che questa spinosità relativa alla recitazione delle battute è ampiamente liquidata. La seconda è un’antipatia personale verso la resa che l’attrice fa del personaggio della contessa. Queste son le cose relative più che altro al gusto personale e non sarebbero neanche da dire, però mi viene così. Avevo necessità di dirlo. Insomma, dico una cosa di cui sono esattamente sicuro, e non è poco. Però lo so, non sta bene affatto.
Le immagini fumettistiche videoproiettate, molto carine, belle direi, prese in sé, quanto si armonizzavano alla scenografia essenziale (ottimo il disegno e la regia delle luci, dall’effetto strutturalmente portante) e alla fortissima, riuscitissima, unità estetica dei costumi? Portavano sì un tocco modernizzante, ma davvero armonizzavano? Mah?!
Poi, per una cosa così teatralmente, scenicamente allettante come le famose “apparizioni” che vengono a comparire secondo il testo, la resa mi pare un po’ poco sotto l’altezza delle aspettative.
E ancora: riguardo al pezzo finale in dialetto siciliano, che nel testo originale non c’è, non mi sbilancio perché non capisco il significato, magari avessi avuto con me Marc lì accanto, avrei avuto il privilegio di fruire di una traduzione simultanea. Però il suono suona bene, e ovviamente suggestioni siciliane sono sempre intonate al clima Pirandelliano. Un ritorno dell’espressività dialettale orale folklorica contro l’immaginario bombardato dalle immagini? Potrebbe forse leggersi così? Non lascerò che la mia mente spicchi in un volo pindarico, tentata da irrazionali interpretazioni, forzata da suggestioni Pasoliniane. Torniamo coi piedi per terra.
Un appunto (ozioso?), sull’interpretazione registica, la chiave di lettura, l’idea portante. Il discorso sulla cultura delle immagini (la società dello spettacolo?), insomma, la televisione finale che viene calata in scena (didascalica, esplicita, pesantemente pacchiana) quaglia e ci sta tutto, però ancora, quanto rende? Quanto riesce?
Per ultimo vorrei esprimere ogni apprezzamento possibile per un Sandro Lombardi impeccabile nel ruolo di Cotrone. Statura grandiosa. Look da clown bianco calzante. Dominatore della scena e dei pensieri. Parole sante eterne uscite da un personaggio indimenticabile incarnato ottimamente. Lombardi eccelso spirito di attore, ogni lode all’alto merito. Leggerò il tuo libro.
Molto bravi tutti gli altri primi attori all’altezza della fama, molto bravissimi anche i giovani che se potessi seguirei.
Mi dispiace, alla fine devo dirlo, aver così frammentariamente riportato di questo impegnativo lavoro della compagnia di Tiezzi (mea culpa: mi son stupidamente perso Gli uccelli, ma da oggi voglio seguirvi con più interesse, al Bargello sarò alla prima). In questo non sono stato all’altezza del loro lavoro. Mi dispiace davvero. Con questa opera Pirandelliana, che considero di capitale importanza, fondamentale letteralmente, capolavoro profetico, guida artistica, tanto per non sbilanciarmi, forse ho un po’ di problemi personali, privati. Ci sono forse troppo attaccato. Sono attaccato al suo senso. Non è un bene, non fa bene al punto di vista critico. Scusatemi tutti.

“…noi, Contessa, siamo agli orli della vita….” Sul finire della sua vita artistica, Pirandello segna con I giganti della montagna il suo dramma più arcaico: misteriosi elementi fantastici si intrecciano a caratteri di fiaba; elementi della vita si trasfigurano nel ritmo teatrale delle visioni: fino a spingere i protagonosti-attori a chiedersi dove sia la verità. “È nella magia del teatro” risponde il mago Cotrone; “È in noi e nella nostra struttura interiore” risponde più misticamente la Contessa. Ma noi sappiamo che mettere in scena questo testo oggi, significa soprattutto legarlo alla contemporaneità, alla società attuale, alla nostra storia. E alla storia martoriata di una terra come la Sicilia. Non tanto per “rivitalizzarlo”, quanto per misurare la distanza che ci separa da un testo che è già un classico e da un mondo definitivamente perduto. I giganti della montagna espongono una visione profetica della situazione nella quale il teatro si trova attualmente. (n.d.a.)

Locandina:

I giganti della montagna
...mito incompiuto di Luigi Pirandello con un finale di Franco Scaldati.
Regia di Federico Tiezzi.
Drammaturgia di Sandro Lombardi.
Con Sandro Lombardi, Iaia Forte, Silvio Castiglioni, Debora Zuin, Massimo Verdastro, Ciro Masella, Roberto Corradino, Alessandro Schiavo, Aleksandar Karlic, Marion D'Amburgo, Andrea Carabelli, Clara Galante.
Scene: Pier Paolo Bisleri.
Costumi: Giovanna Buzzi.
Luci: Gianni Pollini.
Regista assistente: Giovanni Scandella.
Musiche elaborate ed eseguite da Aleksandar Karlic.
Maestro di canto: Francesca Della Monica.
Sarta: Maria Antonietta Lucarelli.
Foto di scena: Marcello Norberth.
Compagnia Lombardi-Tiezzi, in co-produzione con Teatro di Roma.