Grosseto. Teatro Moderno. Giovedi 17 febbraio.
Teatro della tosse. La mia scena è un bosco.
Di Emanuele Luzzati. Regia di Tonino Conte.
Al Teatro Moderno di Grosseto, scampato, grazie all'impegno della giunta comunale, a una ristrutturazione
che l'avrebbe trasformato in tanti appartamenti, il Teatro della Tosse di Genova ha reso omaggio alla memoria di uno dei suoi fondatori.
I 6 personaggi in scena non erano esattamente di quelli che si dice “in cerca di autore”. Di autori ne avevano fin troppi! e di altissima, eccelsa, levatura: Jarry, Collodi, la tradizione della commedia dell’arte rappresentata da Pulcinella, Ionesco, il Boiardo, soprattutto Shakespeare. Poi c'era Luzzati. C'erano i lasciti della sua arte, il testamento spirituale del suo lato più onirico e lunare, le sue opere, quelle meno colorate di toni solari. Le abbiamo viste romantiche, da sogno notturno di mezza estate: le sue scene fantastiche, ispirate dal fantastico e pronte a continue sorprese d'uso, i costumi da lui realizzati impressi del suo stile, le sue maschere che si adattano a tutto il resto completandolo quasi alla perfezione; maschere così capaci di emozionare di rimescolare le carte e i ruoli, maschere sculture integrate con la scenografia, che forse più di tutto mi hanno colpito.
"La mia scena è un bosco" è stato l'unico testo scritto da Luzzati per il teatro. E’ un collage arbitrario, un patchwork personale, un pastiche libero, la regia non è invadente, non mi pare sia andata a cercare inutilmente fili che legassero fortemente un brano all’altro. E’ la fantasia libera, creduta sino in fondo, vitale come la vita del pensiero che pesca un po’ quello che viene ad affiorare dall’inconscio e dalla tradizione, è la visione affascinante di un artista-artigiano capace di realizzarla, la protagonista dei protagonisti, l’arte di Luzzati. Luzzati che ha realizzato animazioni e alla memoria del quale è dedicato un museo. Luzzati che è stato tra i fondatori del Teatro della tosse, istituzione genovese, Luzzati alla memoria del quale questo spettacolo è interamente dedicato. Giusta celebrazione di un talento artistico e di una capacità artigianale caratteristicamente italiana, compiutamente espressa in tutto l’arco della sua carriera. Luzzati che ha scritto questo testo mettendo insieme molto postmodernamente pezzi di opere, lontane nel tempo, slegati fra loro. La colonna sonora è suonata dal vivo in scena dalla "Giovine orchestra genovese": un ottetto di fiati che accompagna le mosse e le trasformazioni degli attori e dello sfondo; una scelta della scaletta e un’interpretazione musicale fiabesca che contribuisce non poco a creare l'atmosfera così particolare del bosco fatto di mobilie, che poi vorrebbe anche ricordare certe caratteristiche urbanistiche della città della Lanterna. Come quella strada in pendenza chiamata “salita della Tosse”, dove tutto cominciò.
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