Un’invitata d’onore alla Biennale di Venezia 2007: la scrittura!
“Pagine al vento” è un livre de chevet composto dagli artisti presenti alla mostra internazionale della Biennale di Venezia 2007. Il direttore della 52 Esposizione, Robert Storr, nell'introduzione del volume, afferma che il valore di questa iniziativa consiste nella possibilità di poter meglio comprendere la sensibilità dei creatori delle opere: attraverso le scelte effettuate nella selezione dei libri da citare, si possono seguire i percorsi della mente di un artista. Storr conclude la breve introduzione dicendo: “Immaginate allora di aver preso una stanza in un albergo di Venezia, una stanza in precedenza occupata da uno degli artisti presenti in questa mostra, e di aver trovato sul tavolo un libro tascabile sgualcito con alcune frasi sottolineate. (...) Chi rinuncerebbe, se non un inguaribile indifferente, a dargli un'occhiata nella speranza di fare una scoperta?” Esiste il fatidico filo rosso che unisce in qualche modo le singole e libere citazioni? Artisti provenienti da nazioni differenti, chiamati a rappresentare l'arte del 2007, hanno una visione del mondo comune?
I visitatori della mostra possono ricercare l'idea di fondo attraversando i padiglioni, i lettori sfogliando le pagine di questo libro.
Non siete stati a Venezia? Non sapevate dell'esistenza del libro “Pagine al vento”? SuccoAcido provvede a tutto! Le sezioni Art e Writing propongono prospettive differenti per offrire una visione d'insieme della Biennale.
Superiamo immediatamente un ostacolo che si pone dinanzi al percorso di lettura di un libro di questa natura: la scelta dei testi è stata effettivamente compiuta dagli artisti? Bene, con un grande balzo d'ingenuità voluta, trascureremo i retroscena della compilazione.
Si ricorre alla citazione, quando non riuscendo a trovare le parole adatte per esprimere un concetto, ci si affida alla farina di un sacco dal nome famoso per uscire dall'impasse. La citazione abbonda anche sulla bocca dei pedanti, per sfoggiare la propria cultura con il mero gioco mnemonico. Esiste, tuttavia, il sano piacere della condivisione, rendere partecipi gli altri delle nostre intime e felici letture.
Potrebbe esistere un'analisi psicologica basata sulla citazione libera? Come l’utilizzo delle macchie di Rorschach… potremmo chiedere: qui che citazione ci vede? Proviamo allora a leggere le libere scelte come portatrici di significato, come dichiarazione di sentimenti nascosti sotto le parole degli “altri”.
Due sono i filoni d’interesse che emergono dalla lettura del libro: la società e il tempo.
Teme questo un artista? Di essere criticato, di non essere compreso dalla società, di essere dimenticato dalle generazioni future? Forse gli artisti non vogliono rappresentare l'angoscia e il dolore della guerra che ingoia ideali e persone ad ogni latitudine del mondo, ma vogliono esorcizzare la paura di vedere le proprie opere distrutte. Anche il recupero della memoria potrebbe essere una strumentalizzazione, una banale ipoteca culturale per il proprio personale futuro e per la sopravvivenza delle proprie opere.
Il libro “Pagine al vento” raccoglie le citazioni scelte da ottantacinque artisti. Prenderemo dei frammenti di alcune delle citazioni per poter rintracciare questo minimo comune denominatore.
TEMPO
Ignasi Aballí ha scelto: Bresson R., Note sul cinematografo. ”Contro le tattiche della velocità, del rumore, adotta le tattiche della lentezza, del silenzio.” Ed ancora:
Tatiana Trouvé ha scelto: Pessoa F., Il libro dell’inquietudine. “Per provare la delizia e il terrore della velocità non ho bisogno di automobili veloci e neppure di treni espressi. Mi basta un tram e la straordinaria capacità di astrazione che possiedo e coltivo.” La velocità è oblio, la lentezza rappresenta la memoria. Nella tranquillità del silenzio assaporare la vita e la fruizione delle opere d'arte. Un chiaro invito a soffermarsi per capire a rallentare per ricordare.
Gabriele Basilico ha scelto: Rossi A., Autobiografia scientifica. “Credo che il luogo e il tempo siano la prima condizione dell’architettura e quindi la più difficile.” L'architettura deve sconfiggere il tempo in un senso doppio: resistere allo scorrere delle stagioni; perdurare nonostante il gusto mutevole della gente.
Jan Christiaan Braun ha scelto: Agostino, Confessioni; Wheeler J.A., in The American Journal of Physics 1978. “(…) Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo più. “
“Il tempo è ciò che impedisce che tutto succeda simultaneamente.” Ed ancora:
Luca Buvoli ha scelto: Virilio P., Velocità e politica. Saggio di dromologia. “La contrazione delle distanze è diventata una realtà strategica con conseguenze economiche e politiche incalcolabili poiché essa corrisponde alla negazione dello spazio. La manovra che consisteva fino a ieri nel cedere terreno per guadagnare tempo perde completamente senso; attualmente, guadagnare tempo è esclusivamente una questione di vettori e il territorio ha perso le sue potenzialità a vantaggio del proiettile. Infatti, il valore del non-luogo della velocità ha definitivamente soppiantato quello del luogo e la questione del possesso del tempo ha rinnovato quella dell’appropriazione territoriale.” Ancora il tempo, indescrivibile ma tanto concreto da essere addomesticato dalla politica e dall'economia. Nuovi scenari, la conquista del tempo.
Christian Capuro ha scelto: Schefer J.L., L’uomo comune del cinema. “Il movimento smisurato che macinerà il vampiro e che, come un moto in senso inverso, ridurrà in polvere la sua eternità (…), il movimento o lo sforzo smisurato che deve avviare questa specie d’inversione del tempo, è anzitutto fotografato ai nostri occhi dall’immobilità di tale immenso strumento ad orologeria.” Crono padrone tiranno di tutte le arti.
Charles Gaines ha scelto: Focillon H., Vita delle Forme. “Razza e ambiente non sono sospesi al di sopra del tempo. L’una e l’altro sono tempo vissuto e formato; per questo sono dati propriamente storici.” La società sotto la morsa temporale.
Steve McQueen ha scelto: Conrad J., Cuore di tenebra. “Risalire quel fiume era come compiere un viaggio indietro nel tempo.” Il viaggio è spostamento nello spazio esterno al proprio io, ma anche movimento temporale interno.
Óscar Muñoz ha scelto: Márquez G.G., Cent’anni di solitudine. “A poco a poco, studiando le infinite possibilità del dimenticare, si accorse che poteva arrivare un giorno in cui si sarebbero individuate le cose dalle loro iscrizioni, ma non se ne sarebbe ricordata l’utilità.” Il tempo può essere una punizione, una terribile condanna all’oblio.
Thomas Nozkowski ha scelto: Melville H., Moby Dick. “È il Mar Nero in una burrasca notturna. È l’innaturale combattimento dei quattro elementi primordiali. È una brughiera maledetta. È una scena invernale iperborea. È lo spezzarsi della fiumana agghiacciata dal Tempo.” Immagini scure in crescendo, fino a giungere alla fiumana ( fiume o insieme di persone) agghiacciata dal Tempo; la forza della fiumana immobilizzata dalla forza tempo.
Yang Fudong ha scelto: Kerouac J., Sulla strada. “ Tutti eravamo felici ci rendevamo conto che stavamo abbandonando dietro di noi la confusione e le sciocchezze e compiendo la nostra unica e nobile funzione nel tempo, andare.” Seguire l’inevitabile flusso del trascorrere. Abbandonarsi ad esso significa nobilitarlo.
Angelo Filomeno ha scelto: Baudelaire C., La carogna. “Ricordi, anima mia, la cosa che nel quieto
Dolce mattino estivo all’impensata
Ci apparve? Lungo un viottolo, a una svolta, sul greto
Sassoso una carogna sciagurata,
a zampe all’aria come una ganza lasciva,
sanie stillando dai combusti pori,
sfrontata e noncurante alla luce esibiva
il ventre colmo di sozzi sentori.
Sopra quella putredine batteva il sole a picco,
quasi volesse rosolarla a punto,
all’immensa Natura cento volte più ricco
rendendo il corpo ch’essa avea congiunto.
Il cielo contemplava la carcassa superba
Come una grande corolla sbocciare;
il fetore sì crudo ne era che sull’erba
tu ti sentisti un momento mancare.
Di mosche pullulava il ventre sfatto, informe:
come vischio densissimo colarne
larve vedevo, in nere ininterrotte torme,
lungo quei mobili stracci di carne.
Era un flusso e riflusso, come d’onde furtive,
un crepitante rabido sussulto;
quasi, moltiplicandosi, il cadavere a vivere
tornasse, gonfio d’un alito occulto.
Da un cotal mondo un suono di musica alto e strano
Nasceva, come fra le foglie il vento,
o un fiume, o come quando l’uomo agita il grano
nel vaglio, con uguale movimento.
Le forme scomparivano, non eran più che un sogno,
abbozzo indocile che, sul negletto
cartone dell’artista, per vivere ha bisogno
che la memoria lo faccia perfetto.
Dietro un masso una cagna d’occhiata irose e ingorde
Saettava la scena del suo pasto,
ansiosa che partissimo, per ritornare a mordere
quel ch’era sullo scheletro rimasto.
Eppure tu sarai simile a questa impura
Postema, a questa ignobile infezione,
tu, astro dei miei occhi e della mia natura,
mio angelo custode e mia passione!
Regina delle grazie, tale sarai, ti dico,
quando sotto le grasse erbe e fra l’ossa,
dopo gli estremi riti, andrai nel mondo antico
a marcire con gli altri in una fossa.
Dillo allora, o mia bella, al verme che t’uncina
Coi baci il seno, gridalo che io
Dei nostri inceneriti amori ho la divina
Essenza preservato dall’oblio! "Il vero manifesto della paura della morte dell'arte e della bellezza, il tempo nemico. Il testamento di ogni opera d’arte.
SOCIETA’
Alterazioni Video ha scelto: Lowe J.C.,Warren Buffett Speaks: wit and wisdom from the world’s greatest investor. “Personalmente penso che la società sia responsabile di una parte molto significativa di quanto ci siamo guadagnati. Se mi mandaste nel bel mezzo del Bangladesh, del Perú o di un altro paese, scoprireste quanto talento si produce in un territorio del tipo sbagliato… io lavoro in un sistema di mercato che guarda caso ricompensa quel che faccio molto bene, straordinariamente bene.” L'importanza dell'ambiente: l'artista non può autoproclamarsi “genio”, serve la società e il suo plauso. Il talento è un seme che ha bisogno del terreno giusto per poter germogliare.
Valie Export ha scelto: Streeruwitz M., Entfernung. “La stazione era buia. Vuota. Quasi nessuno aspettava. Quasi nessuno scendeva dai treni. Quasi nessuno saliva. La porta scorrevole alla sua sinistra si aprì. Fischiando.” Una stazione senza viaggiatori è una perfetta metafora di quello che sarebbe l'arte senza pubblico, un orrendo contenitore inutile. Tanto che:
Yukio Fujimoto ha scelto: Duchamp M., The creative Act. “Tutto sommato, l’atto creativo non è compiuto dal solo artista: lo spettatore mette l’opera in contatto con il mondo esterno decifrandone e interpretandone le intime caratteristiche e fornendo in tal modo il proprio contributo all’atto creativo.”
L’individuo inglobato nelle strutture sociali. La società non è la somma delle singole individualità:
Christine Hill ha scelto: Batchelor D., Unpopular Culture. “ Ma esattamente quale valore ha la scelta di rendere popolare – o di tentare di rendere popolare- l’arte contemporanea? Che cosa, o piuttosto chi, trae beneficio da questo rito? Gli artisti? Il pubblico (chiunque esso sia)?”
Pierre Huyghe ha scelto: Wells H.G., L’isola del dottor Moreau. “ Per quanto possa sembrare illogico, il mio ritorno fra gli uomini non mi dava quel senso di sicurezza e di fiducia che mi ero aspettato.”
Dan Perjovschi ha scelto: Stiles K., Shaved Heads and Marked Bodies: Representations from Cultures of Trauma. “(…) io sostengo che i segni culturali del trauma sono oltremodo visibili nelle immagini e negli atti che ricorrono entro i confini convenzionali dell’arte visiva e nelle pratiche e nelle immagini della vita quotidiana.”
Philippe Thomas ha scelto tra gli altri: Descombes V. “Il discorso comprende gli individui per la loro classe, gli elementi per l’insieme ai quali appartengono. L’individuo è soltanto un pezzo, unico o meno, di una collezione.”
Il tempo e la società sono due entità così importanti che chiamarle in causa può sembrare una banalità. Bisogna considerare tuttavia, l’assenza di alcune tematiche, un’assenza pesante e originale. Non si parla di teoria dell’arte, non si parla di religione, non si parla di psicologia della percezione. Tutti argomenti intrecciati a doppio filo con la creazione artistica. L’arte della Biennale di Venezia cerca la scrittura per descrivere il nostro tempo e la nostra società.
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