Finalmente tradotto in Italia il libro di Upas, che ha creato scompiglio tra le maggiori case editrici europee e ha stimolato il dibattito fra alcuni degli scrittori ritenuti “sicuri creatori di best seller”.
“Una critica aspra e intensamente polemica”. “Un’opera che candidamente grida il re è nudo”.
Così è stato recensito in Europa da prestigiose testate giornalistiche.
L’idea di fondo è semplice ma dirompente, Upas viviseziona l’industria editoriale per descrivere le raccapriccianti mode che investono i libri.
Upas si scaglia contro, o meglio prende come spunto per la sua riflessione, la nefasta abitudine di sfruttare l’approccio pseudodidattico di un libro di successo o peggio di richiamare in maniera ammiccante il solo titolo di un libro ben venduto.
La sua lista di libri è chiara, surreale e grottesca:
Auschwitz spiegato a mia figlia
Dio spiegato a mio figlio
Gesù spiegato a mio figlio
Il razzismo spiegato a mia figlia
Il Vangelo spiegato a mio figlio
La Costituzione spiegata a mia figlia
La fame nel mondo spiegata a mio figlio
La fede spiegata a mio figlio
La filosofia spiegata a mia figlia
La Genesi spiegata da mia figlia
La globalizzazione raccontata a mia figlia
La mafia spiegata ai miei figli
La morte spiegata a mia figlia
La Repubblica spiegata a mia figlia
La Resistenza spiegata a mia figlia
La vita spiegata ai miei figli
Le droghe spiegate a mia figlia
Le religioni spiegate a mia figlia
L'economia raccontata a mia figlia
L'economia spiegata a un figlio Ecco come Upas stesso commenta:
“I figli si educano entro le mura domestiche. Rendere pubblico il processo educativo della prole significa o peccare di presunzione (il fatto che i figli capiscano è prova certa dell’ottima spiegazione!), o universalizzare le regole dell’apprendimento basandosi su analisi effettuate sulle poche cavie umane a disposizione (una figlia chiamata a rappresentare tutti gli adolescenti del pianeta!).” Cerca tra le pagine della letteratura mondiale un “perché scientifico” di questa mania:
“La sindrome dell’Emilio: tracciare le linee teoriche della pedagogia usando la visione astratta e personale del discepolo imberbe da indottrinare. Con l’aggravante di far indossare a forza questi scomodi abiti ai propri figli.” L’opera di Upas non è soltanto una critica ad un tipo di editoria o ad un prototipo di scrittore, è la società contemporanea stessa messa al banco degli imputati:
“In verità, il successo di questi libri svela il profondo disagio dei genitori, che privi di cultura riscaldano idee precotte e confezionate per poter sfamare la curiosità della progenie.”
“Quando ho domandato a mia figlia di quattordici anni: ultimamente quale importante concetto del sapere umano o quale fatto storico ti ho spiegato?
Per tutta risposta ho ricevuto questa illuminante domande: non ricordi che l’altra settimana IO ti ho spiegato come iscriverti a quel blog di poeti fuji?”