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Theatre - Theatre Artists & Authors - Interview | by Giuditta Nelli in Theatre - Theatre Artists & Authors on 19/11/2007 - Comments (0)
 
 
 
Antonella Questa

Uno spettacolo, leggero e divertente, provoca su argomenti decisamente spinosi. Cosa c’è di spaventoso nella figura femminile da impedirle di officiare la Messa? Perché ancora oggi la Chiesa ammette il ruolo della Donna soltanto se questa è Madre o Sposa o Sorella? Ci interessa indagare le motivazioni che hanno portato alla creazione di un lavoro come questo e rilanciare con nuovi quesiti.

Intervista ad Antonella Questa, protagonista principale e Dora Pronobis.

 
 

G.N. Da donna a donna… il tono del vostro DORA PRONOBIS, che nello spettacolo diventa ironico e divertente, nel comunicato stampa sembra davvero astioso. A cosa dobbiamo tanto livore? Qualcuno, tempo fa, ha forse cercato di condurvi ad una sana vita di chiesa, di trasformarvi in ‘dore pronobis’?
Come vi è venuta, insomma, l’idea di dedicarvi a questo progetto?

A.Q. Cara Giuditta, io... sono Dora Pronobis, o meglio sono l’attrice che impersona Dora e che è stata designata per rispondere alle tue domande. Intanto grazie mille per l’interesse, fa piacere a me, a Virginia Martini, la regista e co-autrice, e a tutti coloro che hanno lavorato al progetto. (Antonio Bertusi per i movimenti, Sabine Bordigoni all’assistenza regia, Rachele del Prete – un nome predestinato!- per le scene e gli amici che hanno prestato le loro voci a diversi personaggi: Matteo, Antonio Branchi e Claudio Musetti). Spero di riuscire ad essere non troppo prolissa.
Allora, entriamo nel vivo. Il progetto Dora nasce in realtà qualche anno fa, fine 2003, da un personaggio che ho avuto l’occasione di creare durante la felice esperienza all’Ambra Jovinelli con tutta la compagnia della Fattoria dei Comici di Serena Dandini. Come mi sia venuto, perché, etc… mah?! Misteri dell’inconscio di un’attrice! E’ nato come personaggio per il cabaret, una specie di “perpetua” in cerca di offerte per la parrocchia (offerte che poi servivano a tutt’altro che per fini caritatevoli, come per esempio pagarsi una pizza!), una “buona cattolica” che però tiene segregati i genitori in cantina, una figura abbastanza splatter direi (adoro lo humour nero!). Però ecco già da subito ho sentito che c’era ben altro dietro questo personaggio monocolore all’epoca, solo “cattivo” e puramente comico, che insomma voleva andare oltre alle battute che si fanno in quei 3 minuti canonici di sketch, che aveva anche una parte tenera ….
Così, dopo una prima felicissima esperienza con Virginia Martini sul mio precedente spettacolo da sola (rif: “IL RAPPORTO LUGANO – ovvero come salvare il Capitalismo nel XXI secolo” tratto dal libro omonimo di Susan George, ATTAC Francia), ho voluto creare ancora una volta con lei questo ultimo, appunto su Dora. E abbiamo cominciato a parlarne un anno fa. Lo spettacolo poi è nato a fine maggio di quest’anno.
Ecco grosso modo la genealogia dello spettacolo.
Riguardo al “livore” o all’ “astio” del comunicato stampa , sinceramente non ci è sembrato di scriverlo in questi termini, anzi!, però è interessante come tu l’abbia percepito, ci rifletteremo. Diciamo che parlando con Virginia dell’argomento “rapporto Donna – Chiesa”, ci siamo rese conto subito della vastità dell’argomento e concentrandoci quindi su cosa volesse davvero raccontare Dora, la nostra attenzione ha finito per focalizzarsi sulle domande “Perché la Chiesa cattolica non ha donne prete? Perché la Chiesa cattolica non vuole che la donna gestisca il proprio corpo? (rif. Aborto, contraccezione…) perché la Chiesa cattolica non vuole (più! Un tempo si poteva..) che i preti si sposino? Perché la Chiesa cattolica, viene quasi da pensare, ce l’ha con noi? etc.....”
Le domande che ci siamo poste sono sorte, non tanto per creare polemiche, o avere risposte (ce le hanno?!), ma piuttosto per dar risonanza ad alcune che ci portiamo dentro, magari fin da bambine, nate in parte da esperienze dirette e dall’osservare la realtà che ci circonda, da dogmi che abbiamo assorbito, e di cercare davvero di capire certi meccanismi della religione cattolica rispetto alla figura e alla persona della donna.
Allora, per capire, per farne parlare, abbiamo cercato innanzitutto di documentarci (vedi risposte successive) e di far lavorare il mio personaggio in diverse direzioni, anche fisicamente. Questo anche per creare davvero un personaggio “teatrale”, più consistente di quello cabarettistico, umano insomma.
Se qualcuno poi abbia cercato di trasformarci in Dore Pronobis, beh no, sarebbe drammatico per chiunque ritrovarsi una Dora accanto!!

G.N. Mi pare di capire che, nonostante la simpatia con cui li presentate, gli argomenti siano piuttosto pesanti. Si parla di donne che sentono ancora di essere condannate a rivestire ruoli prestabiliti, vivendo addirittura di sensi di colpa.
Siamo veramente e ancora ferme a questo punto?

A.Q. Sì gli argomenti sono pesanti, perché consistenti, importanti, però dobbiamo trattarli con una certa leggerezza a teatro per poterli “raccontare” a tutti, per mostrare le cose, lasciare al pubblico il giudizio.
Ad esempio abbiamo scoperto perché la Chiesa sostiene che la donna debba ubbidire all’uomo: Ratzinger spiega che sì, è vero, Dio ha creato l’uomo e la donna uguali quando erano nel paradiso terrestre, ma per quello che Eva ha commesso, mangiare la mela e farla mangiare ad Adamo, una volta cacciati dal paradiso e mandati sulla terra, Dio ha imposto alla donna di sottomettersi all’uomo ed ubbidirgli…. Come dire, se decidi tu fai delle cazzate!
Non ci sembra poi così lontana come realtà da quella della società in cui viviamo oggi, occidentale o meno che sia.. In fondo le donne ancora oggi, se escono fuori dai ruoli che sono stati per loro prestabiliti, vengono penalizzate, mal giudicate e spesso la prima cosa che vivono sono proprio i sensi di colpa, come se appunto non avessimo il diritto di fare certe scelte o che certe condizioni in cui ci troviamo sono “per colpa nostra”.
La Chiesa cattolica, è sotto gli occhi di tutti, non ha mai esitato a fare pressione su argomenti che riguardino spesso solo le donne: fecondazione, aborto, contraccezione….in occidente come nei paesi in via di sviluppo.
E qui ti concedo di avvertire una punta di “astio”: trovo infatti insopportabile che un gruppo di uomini voglia imporre una certa gestione del corpo femminile alla donna.

G.N. La vostra lettura è dedicata unicamente al rapporto Donna – Chiesa o cerca di dirci qualcos’altro?

A.Q. Sì, c’è qualcos’altro. In fondo la vastità dell’argomento ce lo permetteva….
Dora è innazitutto un personaggio un po’ “estremo”: (non auguro a nessuno di incontrarla per strada!!) è invidiosa, è cattiva, non è affatto generosa, è bugiarda, ma al contempo è ingenua, diretta, fa tenerezza, è umana, fa ridere….
Dora in poche parole sarebbe l’immagine della perfetta buona cattolica! E’ il prodotto estremo, caricaturale quasi, di un certo modo di vivere la religione cattolica al femminile.
Però proprio questo ci ha permesso di accennare anche ad altri argomenti propri alla Chiesa cattolica, in particolare alla sua gerarchia: la ricerca del potere, il rapporto col denaro, e poi anche di accennare alla contraddizione dei “cosiddetti” buoni cattolici: la domenica sempre a messa, i figli a catechismo, che però se vedono una carretta di disperati che arriva dal mare, non esiterebbero a spararci sopra!
(…e questo lo scrivo non per fare una battuta, ma purtroppo per riportare ciò che le mie proprie orecchie hanno sentito....)

G.N. Ho letto che avete dato spazio allo studio delle Scritture e di altri testi, per giungere ad una critica profonda, anche se sarcastica. Chi si è occupato di approfondire argomenti tanto impegnativi… e pesanti?
E come avete trascritto, poi, le riflessioni fatte, dando vita al vostro spettacolo?

A.Q. Tutte e due, fin da subito abbiamo voluto studiare, leggere, andare in profondità per trovare le risposte alle domande accennate prima. Domande che ovviamente non hanno risposta.
Abbiamo letto: i quattro vangeli canonici, ammessi dalla Chiesa, quelli apocrifi, cioè banditi dalla Chiesa, la biografia di Madre Teresa (una donna straordinaria!), il libro anonimo “Contro Ratzinger”, i saggi storici sulla caccia alle streghe, i romanzi in tema, visionato la serie completa in dvd della Storia del Cristianesimo (9 dvd!!), Virginia ha poi spulciato i testi che il Vaticano impone per il catechismo, per l’educazione sessuale (la premessa al libro viene letta ad un certo punto dello spettacolo), le lettere di Woitjila sulla donna, sul sacerdozio femminile, quelle di Ratzinger sullo stesso argomento (dei passi di entrambe sono inseriti nello spettacolo), il libro sull’Ateismo, etc…
Tanto, abbiamo davvero letto e studiato tanto. E con il fine di raccogliere informazioni, opinioni, punti di vista, spiegazioni, sul perché la Donna non abbia un ruolo più importante all’interno della Chiesa cattolica e del perché la Chiesa voglia sempre e comunque considerarla e convincerla ad essere madre, sposa o sorella. Poi abbiamo fatto delle riunioni sul materiale trovato o che ci aveva più colpito, oppure lasciate perplesse, come personalmente la nota esplicativa che la Chiesa scrive sotto il passaggio nel Vangelo della danza di Salomé per Erode e del taglio della testa di Giovanni Battista…. Lì sì che c’è astio, livore contro la donna, ma assolutamente incoerente con quanto scritto nel passo evangelico. Una plateale forzatura sull’interpretazione… e di nuovo la domanda sorge spontanea: ma perché?
Inoltre abbiamo anche ascoltato i programmi di Radio Maria...
C’è da dire poi che raccogliendo il materiale per lo spettacolo, ci siamo rese anche conto di quanta censura esista in merito a certe prese di posizione della Chiesa sul ruolo dellla donna al suo interno (e pure su altre cose): la Congrega per la Dottrina della fede (guidata da Ratzinger fino a poco prima di diventare Papa) ha dispensato innumerevoli bavagli e scomuniche a tutti coloro, nel mondo, e tanti in Italia, che cercavano di lanciare un dialogo sul ruolo della Donna nella Chiesa, sul celibato dei preti, etc..molti di loro sono preti, suore, vescovi, teologi, cioè una parte del mondo cattolico però non interno al Vaticano.
Ma di questo nessuno sente parlare, a meno che appunto non voglia documentarsi.
Per poi far sì che questo diventi spettacolo…. Beh, lì ci ha guidato un po’ Dora grazie a delle improvvisazioni che Virginia e Antonio le hanno fatto fare. Poi Virginia ha avuto l’idea di far vivere al pubblico una sua giornata tipo: la prima parte dello spettacolo viene infatti presentata attraverso le pagine del suo diario di bambina, poi la ritroviamo adulta come animatrice di un’improbabile Radio Pagnana Fedele (Pagnana è il paese dove vive) condizione ideale per trattare certi pensieri attraverso le classiche rubriche radiofoniche, il suo rapporto clandestino col Brasile, il suo desiderio di diventare prete, il suo rapporto con la musica, il suo corpo e il suo innamoramento eccessivo per Pino il parrucchiere, i suoi genitori chiusi in cantina…..

G.N. Per concludere, alleggerendo: come parla Dora? Come si esprime?

A.Q. Mantiene sempre quel fare educato e pacato che in Sacrestia le hanno insegnato? O, forse, quando ci confida del suo amore per Pino si lascia andare ad argomenti e sfumature meno auliche?!?
Dora parla con un pronunciato accento toscano, vive in un paesino vicino Empoli, è bruttina, cerca di mantenere un certo contegno da brava cattolica, anche se a volte la sua cattiveria le scappa un po’ da tutti i pori…. Vive il peso di dipendere dai voleri della gerarchia, in particolare del parrocco Don Gervasio. Con Pino ci mostra tutta la sua ingenuità, la sua fragilità, il desiderio che però non è bene né avere né vivere, quindi se ne pente sempre, lo reprime… E’ però innamoratissima di lui senza mai ammetterlo, e inventa spesso nuovi spot radiofonici per fare pubblicità al suo salone.
Lui lo conosceremo alla fine….

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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pen: Giuditta Nelli

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