Dal 30 maggio 2009 lo Studio Vanna Casati ospiterà Le sinapsi, il mondo e quel che resta del pensiero a cura di Silvano Manganaro; una mostra che intende riflettere sulle forme del pensare (le sue tipologie, le sue possibili materializzazioni, le sue manifestazioni) attraverso le opere di Sara Basta, Elena Bellantoni, Maria Chiara Calvani e Silvia Serenari. Quattro video interpretati come possibile rappresentazione dell’attività psichica letta in chiave metaforica e simbolica. Un percorso scandito da lavori intimi e riflessivi, intrisi di un silenzio che aiuta a pensare.
Cosa vuol dire pensare una mostra? Cosa vuol dire pensare un lavoro, un progetto artistico? Ma, soprattutto, cosa vuol dire pensare in senso lato? Cos’è il pensiero? Ne esiste un solo tipo traducibile, in termini neuronali, come “comunicazione” tra sinapsi? Oppure ne possiamo contare diversi, ognuno con una sua specificità e una sua stimmung? È questo il concetto che sta alla base della mostra e che ci permette di leggere un lavoro come Life Jacket di Elena Bellantoni come metafora del pensiero (o del soggetto pensante) che si confronta con l’altro da sé, con l’alterità. Nel video Che rumore fa il silenzio dei pensieri di Sara Basta invece il pensiero, la riflessione personale, sono visti come operazione inaccessibile e imperscrutabile, dominata dalla solitudine. The sleeping city di Maria Chiara Calvani ci introduce al mondo onirico e inconscio, mettendo a confronto i sogni di diverse persone, mentre Anima Urbis–Iter Perfectionis di Silvia Serenari conclude il percorso con una rappresentazione del pensiero astratto, matematico o mistico che sia. Il video, medium privilegiato dalle artiste, si presenta qui non solo come scelta stilistica ma soprattutto come necessità espressiva dato che il pensiero, in fondo, si manifesta attraverso immagini combinate tra loro o in movimento.
Accanto a ciascuno dei quattro video (presentati tutti singolarmente e con modalità istallative differenti) saranno presenti in galleria delle opere di piccole dimensioni (schizzi preparatori, still dal video, stampe su ceramica, ecc.) realizzate dalle artiste, sorta di riflessione e concretizzazione ulteriore del lavoro. Per toccare il pensiero con mano.
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