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Music News - Festivals | by Antonio Leto in Music News - Festivals on 18/10/2008- Comments (0)
 
REC 08 Festival - Il tempo aggiusta tutto
Rec Festival 08 "il tempo aggiusta tutto” - Da Laurie Anderson, alla prima italiana di Purgatorio con la Raffaello Sanzio, dai "giorni elettronici" allo spettacolo lungo un giorno, agli scrittori, ai luoghi segreti del teatro...in allegato il programma! Dell'accento tecnologico, una grande vocazione umanistica.
 
 
Reggio Emilia, ottobre-novembre 2008 – 6ª edizione Festival Rec 2008 “il tempo aggiusta tutto”
Biglietti in vendita. Da Laurie Anderson, alla prima italiana di Purgatorio con la Raffaello Sanzio, dai “Giorni elettronici” allo spettacolo lungo un giorno, agli scrittori, ai luoghi segreti del teatro…

“Il tempo aggiusta tutto”, recita il titolo di questa sesta edizione del Rec, che comincia con un’anteprima sabato 18 ottobre, alle ore 21 al Teatro Cavallerizza. È il terzo anno – e ultimo, dato il respiro triennale dei temi – in cui viene scomposto, rigirato, percosso, stirato, il tema del Tempo. Dopo “Il tempo che non c’è” del 2006 e “Tempi difficili” del 2007, sarebbe bello approdare a “Tempi migliori”, un auspicio... ma la realtà continua ad apparire critica, e soprattutto ambigua.
L’anteprima REC 08, di sabato 18 ottobre alle 21 Teatro Cavallerizza, segna l’inizio del festival e si connette alla stagione d’Opera, sul filo del tema che percorre il Nabucco di Giuseppe Verdi: la condizone del popolo d’Israele; con Voci all’imbrunire, concerto con visuals creato composto e diretto da Yuval Avital che – per contenuti e linguaggio – ne riconduce musicalmente i termini alla contemporaneità ricca di contraddizioni di un paese, Israele, che sin da tempi antichissimi è una società multietnica.
Da venerdì 24 ottobre Rec, nella sezione “Quindi uscimmo a riveder le stelle”, scandaglia esamina “luoghi” da cui uscire: il corpo, il manicomio, il purgatorio, il tempo, con tre spettacoli che, ciascuno a suo modo, si mettono “alla ricerca”: di vie d’uscita, di forme espressive nuove. Il primo venerdì 24 ottobre al Let’s Dance ore 21: Pathosformel, La timidezza delle ossa. Su una superficie bianca riaffiorano quelli che sembrano essere resti umani o reperti di una civiltà sepolta... E alle 22 Santasangre Frammento. In uno spazio anonimo sembra svolgersi un’azione destinata a un pubblico assente. Una platea, posta in un altrove sconosciuto, osserva l’unica presenza in scena che si offre in un’ultima performance...
Domenica 26 ottobre, ore 21 Teatro Cavallerizza, Tempo di smetterla di Festina Lente Teatro e Stazioni di confine, un progetto sulla follia a 30 anni dall’entrata in vigore della Legge Basaglia, al quale partecipano gli ospiti e il personale del Dipartimento Salute Mentale.
In prima italiana, dopo il debutto di Avignone, martedì 28 e mercoledì 29 ottobre alle 21 al Teatro Valli la Societas Raffaello Sanzio presenta Divina Commedia: Purgatorio, come perfetto doppio di ciò che accade nella realtà: lo spettacolo ripete azioni conosciute di una quotidianità spesso fatta di incombenze. Il realismo della scena compete con quello del sogno così da iniettare il dubbio e confondere la coscienza.

Con una serie di quattro concerti, 31 ottobre ore 21 Cavallerizza Jon Hassell & Maarifa Street; sabato 1 novembre, ore 21 Teatro Valli Fovea Hex + Blind Cave Salamander + Colin Potter e a seguire Robert Fripp, fondatore e leader dei King Crimson, in una delle sue perormance in solo; venerdì 7 novembre, ore 21 Teatro Cavallerizza Matmos e Midaircondo che ripropongono due leggendari pezzi anni 50-60 di Karlheinz Stockhausen: Gesang der Jünglinge e Mikrophonie I; mercoledì 12 novembre, ore 21 Teatro Valli, Laurie Anderson’s Homeland, uno spettacolo che fra canzoni arte e poesia, si impone per il forte contenuto politico sull’America d’oggi, la sezione “Giorni elettronici” propone alcuni fra i maggiori nomi della musica elettronica dall’Europa e dagli Stati Uniti. L’elettronica di matrice techno e pop, nella sua versione evoluta e di ricerca, dialoga con jazz, world e colta (Hassel), con la letteratura (Anderson), le arti visive (Anderson, Matmos), la canzone (Midaircondo), il folk (Fovea Hex), il rock epico (Fripp), dimostrando un’impressionante potere di sintesi e, a dispetto dell’accento tecnologico, una grande vocazione umanistica.

Torna poi sul palcoscenico del Valli la serie “Scrittori che leggono scrittori”, il ciclo di readings per il secondo anno, in parte dedicato alla traduzione, resa sonora da letture “a fronte”. In collaborazione con ARCI di Reggio Emilia. Giovedì 13 novembre, ore 21 Ermanno Cavazzoni legge Aleksandr Pushkin, mercoledì 19 novembre, ore 21 Franco Loi legge Franco Loi e lunedì 24 novembre, ore 21 Teatro Cavallerizza, David Riondino in Garibaldi, poema autobiografico, voci recitanti David Riondino e Paolo Bessegato, con la partecipazione della Banda di Bibbiano e dell’Usignolo, formazioni congiunte per l’occasione.

La sezione “Arnold Schoenberg, il lunare” è dedicata a un autore la cui musica – lontana ormai un secolo – rimane tuttora sinonimo di qualcosa di difficile, indigesto. Tre concerti sul palcoscenico del Valli con (quasi) tutto quello che si può programmare, di Schoenberg con piccoli ensemble. Musiche che hanno cambiato la storia della musica, e che tuttavia è sempre raro ascoltare, più che mai concentrate nell’arco di pochi giorni.
Venerdì 14 novembre, ore 21, Pierrot Lunaire e Kammersymphonie, con Icarus Ensemble, Sonia Turchetta voce, Giorgio Bernasconi direttore; sabato 15 novembre, ore 21, Ode a Napoleone e Notte trasfigurata, con FontanaMix Ensemble, Nicholas Isherwood basso, Francesco La Licata direttore; martedì 18 novembre, ore 21 Serenade op. 24 e Trascrizioni da altri autori, con Icarus Ensemble, Jonut Pascu baritono, Giovanni Landini direttore.

Venti attori, due band musicali, sei settimane di lavoro preparatorio per 24 ore di spettacolo ininterrotto: è tutto questo One Day, finalmente vivere servirà a qualcosa, dalle 17 di sabato 22 novembre alle 17 di domenica 23 novembre, Teatro Cavallerizza, con l’Accademia degli Artefatti. Una sfida, “un musical, che però si vergogna di esserlo”. Nel suo intero sviluppo mescola i generi, li ri-produce, li parodia, li rifiuta. Si fonda su un continuo slittamento di piani, in una costante promiscuità fra realtà e finzione.
La sezione “Un tempo lungo un giorno” si prolunga, la sera della stessa domenica 23 novembre, all’Officina delle Arti con una Festa dell’Officina tra esposizioni, concerti, performance, chiacchiere e bar. Con i residenti dell’Officina e vari ospiti...

Infine, con inaugurazione il 31 ottobre, apertura fino al 30 novembre e prenotazione obbligatoria (0522-458950), torna per il secondo anno al Teatro Valli Altri luoghi invisibili, percorso installativo nei luoghi di solito non accessibili al pubblico all’interno del Teatro Valli. Altre scoperte e luoghi segreti, dopo quelli dell’anno passato.

Rec, infine, ospita l’appuntamento con la Canzone d’autore organizzato da Arcispettacoli: il 2 dicembre alle 21, al Valli torna Paolo Conte in concerto.

Tutti i biglietti del Rec sono in vendita alla biglietteria del teatro Valli, aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19 e su internet: www.recfestival.eu e www.iteatri.re.it

_• REC 08 Reggio Emilia, ottobre-novembre 2008 – 6ª edizione











Il tempo aggiusta tutto

È il terzo anno – e ultimo, dato il respiro triennale dei temi – in cui viene scomposto, rigirato, percosso, stirato, il tema del Tempo. 2006: “Il tempo che non c’è” (una ricerca); 2007: “Tempi difficili” (una constatazione). Sarebbe bello approdare a “Tempi migliori”, un auspicio, un lieto compimento dell’arco, una palingenesi... ma la realtà continua ad apparire critica, e soprattutto ambigua. Il tempo è un moltiplicatore di ambiguità.
Gli scienziati ci dicono che il tempo non esiste, che è una costruzione culturale, e che tuttavia esistono fenomeni irreversibili, per esempio i fenomeni termici, per esempio le nostre vite. Sentiamo vividamente il tempo trascorrere nella nostra coscienza, ma a velocità variabili che non corrispondono affatto al tempo degli orologi.
I poteri giocano d’azzardo con il futuro; i popoli sanno, oscuramente, che al futuro è meglio non pensarci troppo. John Maynard Keynes disse, a proposito delle dinamiche economiche: “Nel lungo periodo siamo tutti morti”.
I musicisti, gli artisti, nuotano in questa ambiguità: essi sono immersi nel tempo, il loro lavoro vi si dibatte in una dialettica fra permanenza e caducità; eppure, il tempo è viceversa immerso nell’arte, che lo contiene per modellarlo, organizzarlo, scandirlo, negarlo magari.
Il tempo aggiusta tutto prima o poi, questo è certo. Ma è un conforto o una minaccia?

Anteprima con nabucodonosor L’anteprima REC 08, si connette alla stagione d’Opera, sul filo del tema che percorre il Nabucco di Giuseppe Verdi: la condizone del popolo d’Israele; con uno spettacolo che – per contenuti e linguaggio – ne riconduce musicalmente i termini alla contemporaneità ricca di contraddizioni di un paese, Israele, che sin da tempi antichissimi è una società multietnica.

Sabato 18 ottobre, ore 21
Teatro Cavallerizza
VOCI ALL’IMBRUNIRE/KOLOT di Yuval Avital Opera icono-sonora per 12 voci, strumenti, elettronica e video Scritto composto e diretto da Yuval Avital
Direttore artistico esecutivo: Nory Jacoby – Video: Shira Miasnik – Produzione elettronica: AGON Produzione esecutiva: Gabriel Bacalov (AGON, Italia), Tamar Ben-Simon (Israele) Voci: Rabbi Baruch Brener, Rabbi Moshe Dabah, Father Goossan, Qes Vonda Eli Montesenout, Qes Baruch Mesret, Esti Kenan, Muhamed Abu-Ajaj, Sofia Kaikov, Gila Bashari, Eli Bashari, Riam Hiadri, Soshana Dabah Narratore Moshe Bar Yehuda
Strumenti: Yuval Avital chitarra – Nory Jacoby viola – Rali Margalit violoncello – Yazek Kaikov chan – Na’ama Tamir pianoforte – Giori Politi percussioni
Elettronica e Sound Design: Massimo Marchi, Davide Tiso – Live video: Shira Miasnik Coproduzione REC, AGON, Magà, Teatro Festival Parma, I pomeriggi musicali Milano.
Voci all’imbrunire è l’opera gemella di Kolot. Anche se in maniera diversa, questi due spettacoli vogliono rappresentare i due volti della realtà israeliana: da un lato la molteplicità racchiusa in un organismo complesso (in kolot), dall’altro la storia del singolo individuo a sua volta segnato da complessità e contraddizioni.
La voce, uno dei simboli di questa molteplicità, rispecchia tramite i cantanti, elementi della realtà, della vita e della sacralità delle diverse culture che popolano Israele: etnie antichissime come quelle ashkenazita, sefardita, yemenita; culture paleocristiane come quella armena e copta; etnie musulmane come quelle beduina e araba. Ogni esecutore è depositario di una tradizione unica, di un messaggio proprio della sua ancestralità religiosa e culturale. Le voci si fondono ai materiali multimediali elaborati dai videoartisti e dagli esecutori al live electronics. Montando ed elaborando suoni ed immagini, gli artisti disegnano mondi ed atmosfere che combinandosi con il canto e la musica strumentale collegano la tradizione alla realtà contemporanea, l’oriente all’occidente, la semplicità alla complessità.


“quindi uscimmo a riveder le stelle” “Luoghi” da cui uscire: il corpo, il manicomio, il purgatorio, il tempo, il pregiudizio, il teatro come genere canonico dato. Tre spettacoli che, ciascuno a suo modo, si mettono “alla ricerca”: di vie d’uscita, di forme espressive nuove.

Venerdì 24 ottobre
Let’s Dance
Strati della Cultura – Arci, presenta
ore 21, PATHOSFORMEL La timidezza delle ossa Con Daniel Blanga Gubbay, Francesca Bucciero, Paola Villani; e con la collaborazione di Milo Adami Produzione: pathosformel / FIES Factory One; in collaborazione con Sezione Autonoma – Teatro Comandini. Cesena – Segnalazione speciale – Premio Scenario 2007.
ore 22, SANTASANGRE Frammento
Ideazione: Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo – Partitura ed Elaborazione del suono: Dario Salvagnini – Elaborazione del video: Diana Arbib, Luca Brinchi, Pasquale Tricoci – Voce e corpo: Roberta Zanardo – Ideazione costume di scena: Maria Carmela Milano – Produzione Santasangre 2008
La timidezza delle ossa Su una superficie bianca riaffiorano quelli che sembrano essere resti umani o reperti di una civiltà sepolta: frammenti che si affermano in rilievo, che sembrano sbocciare da questa materia lattea per generare un bassorilievo in continuo movimento. La progressione delle immagini ricrea un corpo nell’atto della propria formazione...
Frammento In uno spazio anonimo sembra svolgersi un’azione destinata ad un pubblico assente. Una platea, posta in un altrove sconosciuto, osserva l’unica presenza in scena che si offre in un’ultima performance. L’azione è un commiato del corpo in continua sottrazione in cui solo la voce restituisce la possibilità di una relazione. Un esperimento in cui voce corpo e suono si inseguono con delle fughe e degli arresti complici e indisciplinati. Suoni campionati e voce dal vivo in rielaborazione real time, scandiscono gli accenti di un canto dimenticato.

Domenica 26 ottobre, ore 21
Teatro Cavallerizza
TEMPO DI SMETTERLA
Festina Lente Teatro / Stazioni di Confine
Ambientazione Mario Fontanini – Testo e drammaturgia Andreina Garella, Elide La Vecchia Regia Andreina Garella
Con Loretta Amonini, Stefano Barbieri, Luciano Bertazzoni, Lorena Bianchini, Luisa Carini, Virginia Cinquemani, Anna Cusi, Sandra Coppellotti, Delia Francavilla, Daniele Ferretti, Daniela Frasari, Monica Gandolfi, Salvatore Galero, Mersia Pardon, Carmen Garlassi, Giampaolo Gualtieri, Sauro Guidetti, Caterina Iembo, Patrizia Maffei, Patrizia Marcuccio, Nicoletta Montanari, Lucio Pederzoli, Francesco Rigetti, Ceferina Santiago Perez, Lorenzo Solci, Elena Tarabelloni, Emanuela Veronesi
In collaboazione con AUSL Dipartimento di Salute Mentale Reggio Emilia.
«Io ho detto che non so che cosa sia la follia. È una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia.” (Franco Basaglia)
Un progetto sulla follia a 30 anni dall’entrata in vigore della Legge Basaglia, al quale partecipano gli ospiti e il personale del Dipartimento Salute Mentale.
“Che cosa è la follia? Luoghi comuni, stereotipi, rappresentazioni collettive spesso fallaci, che si connotano come veri e propri pregiudizi. I mass media sono tra i maggiori veicoli di diffusione di pregiudizi, sulla follia esiste una disinformazione diffusa ed efficace. Il “malato di mente” è rappresentato come una persona che vivendo un profondo disagio non ha in sé risorse per vivere, capacità di scelta e non è comunque soggetto di diritto. È tempo di smetterla! Dove sta la normalità? A volte l’imbarazzo più grande è quello di stare con persone “normali”, inserite perfettamente in questo nostro mondo dove l’apparire conta più dell’essere... Vorremmo continuare sulla via costruita da Basaglia nel tentativo di aprire strade nuove e spingendo la riflessione verso una trasformazione della cultura e della società... (A.G.)

martedì 28 ottobre, ore 21
mercoledì 29 ottobre, ore 21
Teatro Valli
Festival VIE – ERT Modena, presenta
Socìetas Raffaello Sanzio – Romeo Castellucci Inferno, Purgatorio, Paradiso di Romeo Castellucci Trilogia liberamente ispirata alla Divina Commedia di Dante Alighieri PURGATORIO prima italiana
Regia, scenografia, luci e costumi Romeo Castellucci – Musica originale Scott Gibbons Coreografie Cindy Van Acker e Romeo Castellucci – Collaborazione alla scenografia Giacomo Strada Sculture di scena, meccanismi e prosthesis Istvan Zimmermann e Giovanna Amoroso Automazioni Giuseppe Contini – Immagini Zapruder Flmmakersgroup Con:
la Prima Stella: Irena Radmanovic
la Seconda Stella: Pier Paolo Zimmermann
la Terza Stella: Sergio Scarlatella
la Terza Stella II: Juri Roverato
la Seconda Stella II: Davide Savorani
Le prove generali del Purgatorio si sono svolte presso il Teatro La Fenice di Senigallia. Un ringraziamento speciale al Comune di Senigallia/Assessorato alla Cultura e all’Associazione Marchigiana Attività Teatrali/AMAT

Il nuovo lavoro della Societas in prima italiana dopo il debutto al Festival di Avignone.
Il Purgatorio è l’unica cantica che possiede una durata temporale, le anime raccolte in questo spazio non fanno nulla se non attendere. Se l’Inferno pullula di corpi, in un coacervo sanguigno e carnale, nel Purgatorio si assiste a una crescente essenzializzazione del corpo che porterà alla sua totale assenza nel Paradiso. A differenza delle altre due cantiche il Purgatorio è il più simile all’esistenza terrena, è qui che Dante vede il cielo azzurro, le rocce, le piante, percepisce il vento, osserva la propria ombra, segno di presenza fisica, sente il proprio respiro. Lo spettacolo rappresenta il Purgatorio come perfetto doppio di ciò che accade nella realtà, ripete azioni conosciute di una quotidianità spesso fatta di incombenze. La famiglia rappresenta il ritratto di una società votata a far funzionare le cose con ordine ma che non per questo si libera dall’anonimato, dall’interscambiabilità e dalla solitudine. Il realismo della scena compete con quello del sogno così da iniettare il dubbio e confondere la coscienza.
Giorni elettronici
Dopo il week-end elettronico (REC 2007), giorni elettronici per proporre alcuni fra i maggiori nomi della musica elettronica dall’Europa e dagli Stati Uniti. L’elettronica di matrice techno e pop, nella sua versione evoluta e di ricerca, dialoga con jazz, world e colta (Hassel), con la letteratura (Anderson), le arti visive (Anderson, Matmos), la canzone (Midaircondo), il folk (Fovea Hex), il rock epico (Fripp), dimostrando un’impressionante potere di sintesi e, a dispetto dell’accento A curaa
venerdì 31 ottobre, ore 21
Teatro Cavallerizza
JON HASSELL & MAARIFA STREET
Jon Hassell, tromba/tastiera
Peter Freeman, basso/laptop
Dino J.A. Deane, campionatore/campionamento live
Pedram Khavarzamini, tombak (tamburo persiano)

L’infanzia a Memhpis, la formazione classica in conservatorio, gli studi di composizione e musica elettronica con Stockhausen a Colonia; un passaggio attraverso la sfera minimalista newyorchese con Riley, Reich, Glass; mantenendo una finestra aperta verso la world music e inaugurando un nuovo approccio alla tromba attraverso l’insegnamento di Pandit Pran Nath; un riflettere e decostruire la dicotomia europea fra classico e popolare, sacro e sensuale; un pioniere della trasformazione digitale e del campionamento, una miscela unica che Jon descrive come “wordly music”, per sottolineare più sottili corrispondenze, e scoraggiare le etichette semplicistiche di “world” “jazz” “classical” “minimal” “ambient”.
È nel 2005 che Hassell inizia una serie di tour con la sua nuova band, Maarifa Street. Sorprende il pubblico europeo, dalla Norvegia a Madrid, con una musica che spiazza completamente le categorie. Il concerto viene definito, in Francia, “jazz celestiale”; la performance alla Kunsthalle di Vienna – tempio della musica classica – viene definita “concerto dell’anno”.

Sabato 1 novembre, ore 21
Teatro Valli
FOVEA HEX + BLIND CAVE SALAMANDER + COLIN POTTER (nww) Clodagh Simonds, piano/tastiere/voce
Colin Potter, elettronica/sound
Cora Venus Lunny, violino/viola/voce
Fabiana Antonioli: live visuals
Fabrizio Modonese Palumbo, chitarra/viola elettrica/voce Julia Kent, violoncello
Laura Sheeran, accordion/voce/sega
Marco “il Bue” Schiavo, percussioni
Michael Begg, elettronica
Paul Beauchamp, elettronica, sega, armonica, voce

a seguire:
ROBERT FRIPP chitarra elettrica

Nel primo set, membri di tre differenti gruppi collaborano tra loro on-stage: Fovea Hex, Blind Cave Slamander e Colin Potter (Nurse With Wound). FH è il progetto visionario della cantante irlandese Clodagh Simonds, la cui ultima trilogia di EP (Neither Speak Nor Remain Silent) si avvale della collaborazione di Brian Eno, Andrew McKenzie (The Hafler Trio), Colin Potter e Robert Fripp. Simonds persegue un’ardita sintesi di tradizione e sperimentazione con suoni acustici ed elettronici, melodie che oltrepassano le texture astratte e voci femminili che s’intrecciano con violini e accordion. Progetto di culto, l’anno scorso FH ha preso parte a una serie di concerti curati da David Lynch alla Fondazione Cartier di Parigi. BCS propone un’insolita miscela di elettronica, archi e chitarre, drones e field recordings: una raccolta di suoni cesellati, che si piegano verso nenie ipnotiche o tendono all’astrazione. Il suono insiste su un ibrido di naturale e sintetico di cui, come il Proteo, anfibio delle grotte dalla pelle rosata che dà il nome al progetto, non rintracceremo mai l’origine prima, ma di cui captiamo il dipanarsi sommerso. Colin Potter è attivo nell’underground musicale dai tardi anni 70. Ha fondato na delle prime etichette di cassette del Regno Unito (ICR), pubblicando lavori di artisti indipendenti come, oltre a se stesso, David Jackman, Andrew Chalk e altri. Musicista chiave di progetti come Nurse With Wound, Current 93 e Organum.

Nel secondo set Robert FRIPP, chitarrista e compositore, fondatore ed eminenza grigia dei King Crimson e di numerosi altri progetti, instancabile sperimentatore. Si esibisce in uno dei suoi leggendari solo per chitarra elettrica, ovviamente, e devices elettronici.


Venerdì 7 novembre, ore 21
Teatro Cavallerizza

MATMOS
M. C. Schmidt – Drew Daniel

MIDAIRCONDO
Lisen Rylander, sax/voce/kalimba/elettronica – Lisa Nordström, flauti/voce/kalimba/melodica/vetro/metallo/elettronica

Stockhausen Pop
Due fra le realtà più inventive dell’elettronica contemporanea – Matmos da San Francisco (prediletti da Björk) e Midaircondo da Stoccolma – rendono omaggio all’elettronica pionieristica di Karlheinz Stockhausen.
Il suo Gesang der Jünglinge (1955-56) è un caposaldo della musica elettronica; vi si ritrova per la prima volta, in termini artisticamente eccelsi, la fusione ed elaborazione di suono sintetico e voce umana, nella fattispecie, quella di un ragazzo di dodici anni. I Matmos, rinforzati per l’occasione da due percussionisti, “entrano in lotta” con un altro capolavoro di Stockhausen, Mikrophonie I (1964-1965), per tam-tam, due microfoni e filtri. Il microfono è impiegato come un microscopio acustico che capta e rende udibili vibrazioni che normalmente resterebbero inudibili. Il concerto si svolge in due set distinti.


Mercoledì 12 novembre, ore 21
Teatro Valli
LAURIE ANDERSON’S HOMELAND
Con Peter Scherer, Skuli Sverrisson
Worldwide Tour Representation: Pomegranate Arts
In collaborazione con ARCI e International Music and Arts

Homeland è una combinazione di storie e canzoni che delineano un ritratto poetico e politico della cultura americana contemporanea. Ideato come un unico lungo brano musicale, Homeland si muove attraverso mondi diversi, dalla tragedia greca ai modelli commerciali americani. Le storie e le canzoni che compongono Homeland sono segnate da una premura politica, ed esaminano ossessioni americane, quali il senso di sicurezza, l’informazione, il rapporto tra paura e libertà.
Stelle morte con la loro luce ancora imprigionata nel tempo. L’oscura emozione che è giunta a me da molto lontano. Il cielo. La terra. Il cielo. La terra.
La musica, sviluppata su basi elettroniche, presenta molte delle nuove forme melodiche che Laurie Anderson ha sviluppato sul violino elettronico nelle sue più recenti opere, e sulle tecniche di canto difonico sviluppate nella regione di Tuva. In Homeland la Anderson condivide il palco con musicisti specializzati nell’improvvisazione, per cui ogni performance è unica ed irripetibile. Tecnologicamente, Homeland costituisce l’opera più sofisticata della Anderson; artisticamente è un vero e proprio tour de force di parole, musica e tecnologia.
Cammino accompagnata da fantasmi/ cammino accompagnata da fantasmi / Mio padre con i suoi occhi di diamante / la sua voce al naturale/dice seguimi. Seguimi. / Ci vediamo vicino al lago. Ci vediamo vicino al lago. / Sarò là.

Scrittori che leggono scrittori Torna il ciclo di readings per il secondo anno, in parte dedicato alla traduzione, resa sonora da letture “a fronte”. In collaborazione con ARCI di Reggio Emilia.

SCRITTORI CHE TRADUCONO SCRITTORI dal russo, dal milanese

giovedì 13 novembre, ore 21
Teatro Valli (palcoscenico)
ERMANNO CAVAZZONI legge ALEKSANDR PUSHKIN

Ermanno Cavazzoni è nato nel 1947 a Reggio Emilia e vive a Bologna. Ha lavorato con Fellini alla sceneggiatura del suo ultimo film La voce della luna. È stato fra i curatori della rivista “Il semplice” ed è condirettore con Gianni Celati e Walter Pedullà del bimestrale “Il Caffè illustrato”.

Mercoledì 19 novembre, ore 21
Teatro Valli (palcoscenico)
FRANCO LOI legge FRANCO LOI

Franco Loi è nato a Genova nel 1930, vive e lavora a Milano. Raffinato interprete dialettale, dopo aver fatto il ceramista, l’operaio ed essersi diplomato in ragioneria, diviene impiegato all’Ufficio stampa della Mondadori. Comincia a scrivere a 35 anni e la prima pubblicazione di alcune poesie avviene nel 1972 sull’Almanacco dello Specchio. Successivamente pubblica una ventina di libri con raccolte di poesie o poemi, fra cui ricordiamo: Strolegh, Teater, L’Aria, Liber, L’Angel, Amur del temp. Nel 2005 Einaudi ha pubblicato una vasta scelta di poesie dal 1973 al 2002 col titolo Aria de la memoria.

Lunedì 24 novembre, ore 21
Teatro Cavallerizza
DAVID RIONDINO
GARIBALDI, POEMA AUTOBIOGRAFICO Voci recitanti David Riondino, Paolo Bessegato – Banda di Bibbiano

Il generale Garibaldi, ferito all’Aspromonte, ebbe una lunga convalescenza, come si sa. Quello che si sa molto meno è che usò la sua immobilità per scrivere un poema. Un poema autobiografico, il cui incipit è concepito a Caprera, e che racconta le proprie gesta, dalle guerre d’America a quelle d’Europa, in endecasillabi sciolti. Esso ci illumina su alcuni momenti sentimentali, come nei versi che raccontano la morte di Anita, oppure ci accompagnano tra i bagliori della battaglia di Palermo. L’impresa americana e l’impresa dei mille sono raccontate, rivissute, celebrate in versi dal Generale. Integrando i versi del poema, opportunamente ridotti e montati, con brani dell’autobiografia in prosa, nello spettacolo gli artisti seguono lo svolgersi delle vicende e soprattutto lo stile dell’uomo, nella sua scrittura oggettiva e soggettiva, in un turbinoso viaggio. Intonandosi alla musica di una banda.

Arnold schoenberg, il lunare Schoenberg ha operato all’incirca ormai un secolo fa, eppure la sua musica rimane ancora sinonimo di qualcosa di difficile, indigesto. L’inventore dell’atonalità, della dodecafonia, e soprattutto della musica moderna, spaventa il pubblico e suscita tuttora diffidenza nelle istituzioni concertistiche. Un recente studio di taglio neuro-psicologico sostiene l’inaccettabilità per la percezione umana della dodecafonia; un vecchio serioso trattato di conservatorio la definiva “dodecacofonia”... e si potrebbe continuare a lungo. Che ha mai combinato, questo Schoenberg?! Qualcosa di molto importante, si direbbe.
Tre concerti con (quasi) tutto quello che si può programmare, di Schoenberg, con piccoli ensemble. Musiche che, nonostante abbiano cambiato la storia della musica, è sempre raro ascoltare, più che mai concentrate nell’arco di pochi giorni. Il ritratto che ne esce – il quale non si esaurisce affatto nella vituperata “composizione con dodici suoni” – è quello di un compositore multiforme, che guarda alle proprie spalle non meno che davanti a sé; un creatore visionario di suoni lividi e luminosi, misteriosi e densi come l’aura lunare.

Venerdì 14 novembre, ore 21
Teatro Valli (palcoscenico)
SCHOENBERG, IL LUNARE – CONCERTO UNO Schoenberg, Kammersymphonie op. 9 (trascrizione Anton Webern per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte) Schoenberg, Pierrot Lunaire op. 21, per Sprechstimme, flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte

Icarus Ensemble
Sonia Turchetta Sprechstimme
Giorgio Bernasconi, direttore


sabato 15 novembre, ore 21
Teatro Valli (palcoscenico)
SCHOENBERG, IL LUNARE – CONCERTO DUE Schoenberg, Ode to Napoleon op. 41, per quartetto d’archi, pianoforte e recitante Schoenberg, Verklärte Nacht op. 4, per sestetto d’archi
Wolfgang Rihm, Hölderlin-Fragmente, per voce e pianoforte

FontanaMix Ensemble
Nicholas Isherwood, basso
Stefano Malferrari, pianoforte
Francesco La Licata, direttore


martedì 18 novembre, ore 21
Teatro Valli (palcoscenico)
SCHOENBERG, IL LUNARE – CONCERTO TRE Johann Strauss, Lagunenwalzer op. 411 (trascrizione Schoenberg per harmonium, pianoforte e quartetto d’archi) Ferruccio Busoni, Berceuse elégiaque (trascrizione Schoenberg per flauto, clarinetto, harmonium, quartetto d’archi e pianoforte) Schoenberg, Serenade op. 24, per clarinetto, clarinetto basso, mandolino, chitarra, violino, viola, voloncello e baritono Johann Strauss, Kaiser-Walzer op. 437 (trascrizione Schoenberg per flauto, clarinetto, pianoforte e quartetto d’archi) Schoenberg, 2 Lieder op. 14 (trascrizione Mauro Montalbetti per baritono e enemble) Gustav Mahler Lieder eines fahrenden Gesellen (trascrizione Schoenberg per piccolo ensemble)

Icarus Ensemble
Jonut Pascu, baritono
Giovanni Landini, direttore

un tempo lungo un giorno

sabato 22 – domenica 23 novembre, dalle 17 alle 17 Teatro Cavallerizza
ONE DAY finalmente vivere servirà a qualcosa Accademia degli Artefatti
Concept e regia Fabrizio Arcuri
Drammaturghi Magdalena Barile, Renato Gabrielli
Dramaturg Luca Scarlini
Interpreti Miriam Abutori, Michele Andrei, Matteo Angius, Gabriele Benedetti, Fabrizio Croci, Daria Deflorian, Pieraldo Girotto, Caterina Inesi, Federica Santoro, Simona Senzacqua, Robeto Serpi, Shi Yang, Caterina Silva, Sandra Soncini, Antonio Tagliarini, Damir Todorovic + special guests
Light designer Diego Labonia
Cura degli ambienti Claudio Petrucci
Paesaggi sonori Gerardo Greco
Interventi musicali live Emiliano Duncan Barbieri, Danilo Puzello Costumi per gentile concessione di Vivienne Westwood
 Produzione Accademia degli Artefatti 08 – Coproduzione Romaeuropa Festival, Corte Ospitale Rubiera, Festival REC, Drodesera Dro, Florian Teatro Stabile d’Innovazione Pescara, Area06, Centro Enea Roma, Grandi Magazzini Teatrali Campobasso

20 attori
2 band musicali
6 settimane di lavoro preparatorio
24 ore di spettacolo ininterrotto

“Dopo un periodo di voci sgranate e appena pronunciate, di spazi poco più che vuoti e di giochi umani prima ancora che attoriali, ci sembra il momento di fare più rumore, di occupare più spazio, per giocare ancora con la ridondanza della realtà ma senza sottrarvisi. One Day non è un evento, ma è uno spettacolo sull’evento. Dura 24 ore, non ha inizio e non ha fine. Il Rimando diretto è alla classicità della tragedia, dell’epopea, più che agli sviluppi della performance contemporanea. È una festa, un’occasione d’incontro tra spettacolo e pubblico, entrambi forzati alla reciproca – a tratti estenuante – comprensione. È un musical, che però si vergogna di esserlo. Nel suo intero sviluppo mescola i generi, li ri-produce, li parodia, li rifiuta. Si fonda su un continuo slittamento di piani, in una costante promiscuità fra realtà e finzione: lo spettacolo non coincide mai con se stesso (si contraddice) e si sviluppa proprio nei ribaltamenti di senso.” (F.A.)

domenica 23 novembre, ore 21
Officina delle Arti
FESTA ALL’OFFICINA
Esposizioni, concerti, performance, chiacchiere e bar. Con i residenti dell’Officina e vari ospiti...


installazione verticale

Teatro Valli
ALTRI LUOGHI INVISIBILI
inaugurazione venerdì 31 ottobre, ore 18
apertura fino al 30 novembre, mattine e pomeriggi giorni e orari precisi di apertura in definizione prenotazione obbligatoria chiamando il n° 0522 458 950 Secondo percorso installativo nei luoghi normalmente interdetti al pubblico del Teatro Valli.
Dopo il successo del 2007, nuovi percorsi e nuove scoperte.


Canzone d’autore
a cura di ARCI
martedì 2 dicembre, ore 21
Teatro Valli
PAOLO CONTE in concerto

 
 
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INFOS
PERIOD: from 18/10/2008 to 24/10/2008
CITY: 42100 Reggio Emilia
NATION: Italy
VENUE: various venue
ADDRESS: REC FESTIVAL 2008 Fondazione I Teatri Piazza Martiri del 7 luglio n° 7
TELEPHONE: 0522 458 811
FAX: 0522 458 822
EMAIL: info@recfestival.it, uffstampa@iteatri.re.it
WEB: http://www.iteatri.re.it
INSERTED BY: Antonio Leto
 
Teatro Valli - Reggio Emilia
 
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