L’imperante Stato di Reato ci rende prigionieri della nostra duplice natura di carnefici/vittime: è l’eredità di una morsa genitrice di caos, tra dicotomici eccessi. L’affannosa corsa verso il vuoto, a cui ci condanna la tracotanza primigenia, giunge oggi ad erodere ogni dogma di futuro, progresso, crescita. Per tale ragione non possiamo più ignorare la sfida impari tra uomini e dei. L’uomo, quale carnefice del mondo, ha generato una stirpe rea di hýbris (dal greco antico Yβρις), ovvero della “colpa” di chi ha osato misurarsi con gli dei, violandone le leggi immutabili. La violenza, la dismisura degli intenti e la superba volontà di prevaricazione hanno inevitabilmente segnato l’esordio di un’eterna guerra, in cui l’uomo probabilmente soccomberà all’ineluttabile sorte di vittima della nemesi divina. Annabella Cuomo ci consegna lo sguardo vigile di chi rimodella la dimensione mitica con prestazioni scientifiche. Si apre così una nuova stagione che tra mutazioni, ibridazioni e “invasioni” riporta in auge il caos magmatico di ovidiana memoria: trasfigurante ma non così visionaria, cataloga una specie ormai in via d’estinzione. GUERRA AGLI DEI è un vero e proprio laboratorio sulla nemesi divina che implacabile si accanisce sulle umane genti creando il mostro. I tratti grafici di Annabella si accaniscono su una nuova chirurgia che definisce il concetto di uomo, il quale non si è mai manifestato in forma così esile, senza una forma identitaria: giunge ora ad essere la caleidoscopica versione biologica che pone l’accento sulla sua insubordinazione. Finalmente consci della nostra hýbris e della mutazione in atto, potremmo utilizzare l’incontestabile mitologia a nostro vantaggio.
Rossella Della Vecchia
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