“Avevo poco spazio, un metro scarso di muro bianco, poco tempo e decine di facce bellissime da fermare e inquadrare in cinque secondi. C’era sempre confusione, fretta e una folla di fotografi. Le condizioni ideali per distruggere ogni posa.” Nasce così il progetto di Matteo Mignani, che alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, di fronte alle “celebrities” inizia una caccia alla “fototessera” migliore, catturando l’identità di un momento. I personaggi cinematografici affiorano all’improvviso sui loro volti noti. Una sorta di “caccia alle farfalle” sulla passerella del festival, affascinanti figure da mettere nelle rete dell’obiettivo, per dar vita a una collezione potenzialmente infinita di “identità”. Ad ogni scatto il fotografo si domanda se mai potrà trovare rappresentata la vera personalità di un soggetto, invitando lo spettatore a scovare sfumature e dettagli delle micro espressioni dei ritratti, camminando sul confine sottile tra realtà e finzione, tra verità e improvvisazione, tra arte attoriale o spontaneo edonismo. “Mi attira molto il concetto della fototessera. È un oggetto meta-fotografico, è lo scatto base, il livello zero della fotografia. Sapere che tutti ne abbiamo una in tasca è un pensiero che mi rassicura e mi incuriosisce. Per un curioso gioco tra essere e apparire”.
Biografia
Matteo Mignani nasce nel 1974 in provincia di Bergamo. Dopo l’università a Pavia, dove studia Lettere, lavora nel campo dell’editoria a Milano. Nel 2008 carica la sua biblioteca e il suo basso su un furgone e si trasferisce a Roma dove la fotografia, che ha sempre coltivato per passione, diventa un lavoro. Si divide così fra fotogiornalismo e cinema, partecipando alle più importanti manifestazioni cinematografiche italiane come la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Festival Internazionale del Film di Roma e i premi “Nastri d’Argento”.
La mostra è organizzata dalla Galleria 291 Est in collaborazione con il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici (Sngci).
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