"Non si entra in Molière senza conseguenze” (Cesare Garboli)
Rimane ancor oggi di grande attualità la lezione di Moliére, la sua lucida abilità nello scandagliare il male dell’uomo, sia nella prospettiva individuale che in quella sociale, attraverso il sapiente utilizzo del registro comico, ereditato dalle grandi lezioni della farsa antica e della commedia dell’arte. Molière fu capace di dare nuova vita a personaggi teatrali della tradizione che nelle sue mani rinacquero per rimanere proverbiali ed emblematici; fra questi proprio “L’avaro” è uno dei più noti. Arpagone esprime la propria rapacità non solo nell’ambito della sua vita personale, ma la estende e proiettandola sul mondo circostante, sugli altri, trasformando l’antica figura in un più attuale carattere di finanziere.
La drammaturgia come messa in vita. Che si tratti di resuscitare gli antichi (Aristofane, Jarry, Shakespeare), o di scrivere nuovi testi, la drammaturgia di Marco Martinelli (Premio Ubu 1997 per la drammaturgia sui classici, Premio Hystrio 1999 per la regia, Premio Ubu 2007 per la regia) costruisce la scena per slanci vitali, cortocircuiti tra l'anima e la società, invenzioni linguistiche e fantastiche. I testi e le riscritture - ricchi di umori, di sofferenti sarcasmi, di grotteschi ribaltamenti - raccontano di noi e delle nostre ferite interiori e sociali.
L'attore come artista, l'attore come asino sapiente. Guidati da Ermanna Montanari (Premio Ubu 2000, 2007, 2009 come miglior attrice italiana), gli attori delle Albe sono artisti in dialogo con il drammaturgo-regista, presenze cariche d'energia, feroci nel trapassare dal comico al tragico, nell'impugnare accanto all'italiano le lingue madri (il dialetto romagnolo, il wolof senegalese), o nel portare in scena la loro forza di non-attori (come gli adolescenti di Ravenna e Scampia nella riscrittura dell'Ubu di Jarry).
Marco Martinelli ed Ermanna Montanari si muovono con stile inconfondibile ed energia dirompente mescolando passione per le “lingue di scena” e studio dei classici.
L’AVARO di Molière traduzione Cesare Garboli ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari con Loredana Antonelli, Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Laura Dondoli, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Michela Marangoni, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Alice Protto, Massimiliano Rassu, Laura Redaelli spazio Edoardo Sanchi costumi Paola Giorgi musiche originali Davide Sacco luci Francesco Catacchio, Enrico Isola regia Marco Martinelli
Teatro delle Albe Ravenna Teatro in collaborazione con AMAT e ERT
Aderente al testo e alla splendida traduzione di Cesare Garboli, L’AVARO di Molière diretto da Marco Martinelli deflagra d’inquietante contemporaneità, in un cortocircuito arte-vita tipico degli spettacoli delle Albe, in sorrisi agghiaccianti che svelano la violenza del mondo. Una scena scarnificata, quasi vuota, senza un dentro e un fuori, senza intimità, abbagliata dalle luci dei riflettori come un asettico set televisivo, accoglie i personaggi, gretti e amorali, che vanno e vengono come in un vaudeville nero, ruotando intorno al protagonista Arpagone, un padre-padrone che, in tutta la sua ambiguità, si svela al mondo inneggiando al denaro, suo unico dio. E il denaro, in questo Avaro delle Albe, è piuttosto una malattia, un segreto che non si può rivelare, forse addirittura una colpa sociale. Oggi come mai la lezione di Molière è attuale, con quella netta capacità di penetrare il male in tutte le sue forme, sociali e psichiche, facendo ricorso alle armi della satira e della comicità. Ma la particolarità qui sta anche nel fatto che a interpretare Arpagone - antico avaro che si va trasformando in un moderno finanziere - sia una donna, Ermanna Montanari. Chiusa nel suo abito nero (giacca e pantaloni), l’attrice pluripremiata ci consegna un Arpagone costruito su diverse suggestioni: ingenuo, beffardo, crudele, svampito, autoritario. Tante facce per un solo personaggio la cui epifania è affidata al microfono, alle modulazioni della voce, con la regia sapiente che imprime al gioco scenico quel ritmo vitale e travolgente, quella capacità di coniugare tradizione e visionarietà che hanno portato la compagnia ad assumere una posizione di primo piano anche nel panorama internazionale.
Programma:
dal: 24 novembre 2010 al: 5 dicembre 2010 Pausa: 26-29 e 2 Teatro Valle - Roma
dal: 9 dicembre 2010 al: 12 dicembre 2010 Teatro Fabbricone - Prato
dal: 21 gennaio 2010 al: 30 gennaio 2011 Pausa: 24 e 27 Teatro Elfo Puccini - Milano
dal: 3 febbraio 2011 al: 6 febbraio 2011 Teatro Comunale - Ferrara
dal: 16 febbraio 2011 al: 19 febbraio 2011 Teatro della Tosse - Genova
dal: 24 febbraio 2011 al: 27 febbraio 2011 Teatro Alfieri - Cagliari
dal: 24 novembre 2010 al: 5 dicembre 2010 Pausa: 26-29 e 2 Teatro Valle - Roma
dal: 9 dicembre 2010 - al: 12 dicembre 2010 Teatro Fabbricone - Prato
dal: 21 gennaio 2011 al: 30 gennaio 2011 Pausa: 24 e 27 Teatro Elfo Puccini - Milano
dal: 3 febbraio 2011 al: 6 febbraio 2011 Teatro Comunale - Ferrara
dal: 16 febbraio 2011 al: 19 febbraio 2011 Teatro della Tosse - Genova
dal: 24 febbraio 2011 al: 27 febbraio 2011 Teatro Alfieri - Cagliari
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