Porte Aperte Un viaggio interculturale nella Provincia di Roma
Un progetto di Sala 1 presenta Noi sulla Soglia A cura di Eloisa Saldari
dal 18 al 28 ottobre 2009 dal martedì al venerdì 09.30 – 12.30 sabato e domenica 09.30 – 12.30 I 16.00- 19.00
Domenica 18 ottobre 2009 alle ore 16.30, alla presenza dell’Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia, Sala 1 – Centro Internazionale d’Arte Contemporanea è lieta di presentare Noi sulla Soglia evento del ciclo in cinque appuntamenti Porte Aperte. Un viaggio interculturale nella Provincia di Roma che coinvolge i paesi di Ariccia, Bracciano, Ladispoli, Nemi e Rocca di Papa.
Il Museo Geofisico di Rocca di Papa, sede di studi sulle scienze della Terra e posto in una posizione di privilegio sull’antica Fortezza del paese, in occasione di Porte Aperte assurge a luogo deputato al dialogo interculturale. L’area del museo sarà contaminata da interventi degli artisti Cosetta Mastragostino (Italia) e Alì Assaf (Iraq) che per l’occasione dialogano con lo spazio e con l’identità del paese di Rocca di Papa che, nella stessa giornata del 18 ottobre, ospita la XXX edizione della Sagra delle Castagne. Le tradizioni locali sottolineate dall’evento folklorico e enogastronomico della distribuzione delle castagne crea un ponte con gli usi di altri paesi ed in particolar modo con la Serbia le cui musiche riproposte in chiave contemporanea saranno interpretate da Alaksandar Caric, musicista serbo. Le aiuole che circondano il Museo Geofisico ospitano l’opera Aldiquà di Cosetta Mastragostino. Per l’occasione l’artista è intervenuta direttamente sul terreno scavando una buca di 70 cm di diametro sottolineata da un raggio luminoso. La cavità aperta nella terra diventa simbolicamente il passaggio che attraversa il nostro pianeta. Gli spettatori sono invitati ad “entrare” idealmente all’interno dell’apertura e a viaggiare all’interno della Terra per arrivare in un luogo sconosciuto. Aldiquà è una soglia aperta su un’altra terra, su un’altra cultura, su un aldilà nel quale c’è qualcuno da incontrare e conoscere. Anche Alì Assaf interviene all’esterno del Museo contaminando l’architettura e gli spazi percorribili con l’installazione LORONOI. Attingendo al linguaggio e sfruttando il suo potere comunicativo, Alì Assaf trasforma le parole in segni visivi che ripetuti nello spazio conducono a quel “viaggio della speranza”, o forse sarebbe il caso di dire “senza speranza”, che gli immigrati intraprendono per raggiungere la nostra penisola. “Le porte erano “poco” aperte” afferma Assaf, “ora questo “poco” sta per scomparire”. L’evento si chiude con la performance musicale TRASPORTI eseguita da Aleksandar Caric, in arte ZAR. Con l’ausilio di una chitarra a 12 corde, flauti, mandolini, una cetra e di alcuni oggetti il musicista esegue una selezione di brani strumentali caratterizzati dalla contrapposizione delle singole voci quale quella del Bastone, tipico flauto allungato e privo di fori, e della moltitudine di oggetti coinvolti: contenitori riempiti d’acqua, targhe metalliche, sveglie.
|