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Writing - Magazines - Interview | by SuccoAcido in Writing - Magazines on 01/03/2001 - Comments (0)
 
 
 
Mr. Blow Up! Stefano Isidoro Bianchi

Vi siete accorti della presenza di Blow Up nelle vostre edicole sotto casa? NO? Beh avete fatto un grosso errore, ancora un altro, siete sempre i soliti. Non sarò affatto imparziale: per me Blow Up è quanto di meglio possa offrire la stampa musicale nostrana per almeno un paio di fondamentali ragioni. Innanzi tutto non è una rivista settoriale come tutte le altre, stile: "Al mio pubblico so che piace Bruce Springsteen allora spremo il boss fino all'osso, lo sbatto in copertina ad ogni piè sospinto e recensisco bene tutto quello che odora di Nebraska lontano un miglio". Quella portata avanti da BU è una sorta di guerriglia culturale con precise divisioni di compiti. Zingales, l'ultramodernista/nichilista si diverte a far scoppiare le coronarie ai vecchi rocker e agli amanti del classico giornalismo tecnico/palloso (Bertoncelli è bravo, ok, non si discute, ma i suoi figli degeneri hanno rotto le palle già da un pò). Zingales è caduto nel buco nero della modernità e se la ride come un bambino di 5 anni. I vecchi rocker e gli amanti del Rock in Opposition bruciano all'inferno torturati a suon di musica house, è un vero piscio, no? Ecco a questo punto penserete che BU sia una rivista per fighetti pieni di brufoli ed invece no! Arriva Stefano Bianchi e in un articolo pepatissimo e contestatissimo fa seccare le manine di tutti quelli che "fai un clic sul Web e hai il nuovo di Lou Reed o dei Daft Punk a casa, tutto gratis! Che pacchia..interdetto è la rivoluzione, il mondo nuovo del domani, yipiee!!". Ecco la nuova carne in edicola! I neuroni possono scivolare lentamente giù dalle orecchie, senza passare per le mani, in stato di estasi. Blow Up sta contribuendo in modo determinante a trasformare la vecchia recensione da scheda informativa a dadaista flusso di coscienza, sempre più spesso. Il momento più folgorante del cinema di Nanni Moretti? Lui che "finalmente" diventa uomo/lupo: mutazione, cinema che agisce sulla carne, il "sentimento" che trasforma la carne, non "cattolicamente" la coscienza. E poi le pagine sono vivacemente colorate, ci sono un sacco di belle fotografie e, diciamo pure una cosa di sinistra, ci sono persino un sacco di recensioni scritte con il cuore, non con il portafogli. Ancora un'altro merito? La ricerca del tempo perduto, insomma non la solita sfilza di dischi appena usciti, recensiti uno dietro l'altro e basta. Sapete chi sono I Blonde Redhead ma ignorate chi siano i Faust? Ok..ci siamo capiti. Fanfarello "incontra" per voi il direttore Stefano Isidoro Bianchi. Che idea mi sono fatto di lui? Beh..una specie di santone che annusa l'apocalisse ma non si da affatto da fare per salvare le anime. Un uomo all'antica, d'altri tempi, preoccupato di non far sentire il peso della sua possente moralità di origine, probabilmente, contadina. Un bel ragazzo, un uomo pulito, un ragazzo d'oro, un ottimo partito insomma.

 
 

F: Scrivere su Blow Up ti diverte ancora?

SIB: In linea di massima sì.

F: Ti guardi mai allo specchio e dici: "cazzo, c'è l'ho fatta! Sono il più gran giornalista del mondo! Li ho distrutti tutti"?

SIB: lo pensavo sempre, tutte le mattine, fino a che mi sono messo a scrivere personalmente per fare Blow Up. Da allora (giugno 1995) non mi capita più.

F: Pensi che la stampa musicale sia migliore o peggiore dei suoi lettori?
SIB: Se per stampa intendi chi scrive ti dico: migliore. Ma è solo una questione di numeri: quelli che scrivono sono relativamente pochi rispetto a quelli che leggono. E dipende soprattutto dai significati che si danno alle parole “migliore e peggiore”.

F: La legge dei grandi numeri dice che la maggior parte dei lettori di riviste musicali è ottusa, chiusa nei propri pregiudizi ed incredibilmente presuntuosa (parere personale), quanti giornalisti conosci con queste caratteristiche?

SIB: Probabilmente rispondendo così rientrerò direttamente nella categoria ma sono veramente costretto a dirti: tutti o quasi, ad eccezione della gran parte di quelli che scrivono su Blow Up (forse lo diventeranno/diventeremo col tempo, per adesso non mi pare). Se ne salvano pochissimi. In maggioranza sono snob e incredibilmente presuntuosi per quello che è il pubblico che li legge. Soprattutto presuntuosi: si credono degli dèi in terra quando a leggere le cazzate che scrivono sono poche migliaia di persone.

F: Dai Stefano, qua ci leggono in pochi, puoi sfogarti: dicci quali sono i tuoi colleghi più scorretti (mazzette dalle case discografiche, lecchinaggi vari, interessi privati in atti d’ufficio).
SIB: Zero ragazzi. Tengo famiglia. Piccola ma la tengo anch'io.

F: Beh non puoi neppure fare delle allusioni? Larvate accuse? Anagrammi? Giri di parole? Ti prego! I nostri lettori vogliono sangue!
SIB: Sarebbe un elenco lungo. Onestamente credo che di mazzette vere e proprie non se ne prendano (circolano troppo pochi soldi) ma piccoli piaceri, dischi gratis, soldi in pubblicità... Ma il business è veramente troppo piccolo per parlare di mazzette... Le scorrettezze si limitano, il più delle volte, a piccoli 'piaceri' fatti a gruppi italiani (per lo più) che sono ricambiati in iniezioni di ego da far paura. Molti giornalisti pur di comparire venderebbero propria madre (non ci vedo nulla di male nel vendere la propria madre, sia chiaro, solo che lo si dovrebbe dire: la vendo)

F: Riesci ancora ad avere con la musica un rapporto "amatoriale"? Tipo: mi siedo sul divano in mutande e mi ascolto questo disco solo perché mi fa piacere.
SIB: Raramente. Ma è stato sempre così: mi piace “capire” più che “provare piacere”. Per questo, credi, c'è altro di meglio - e non intendo fare battute stupide e gratuite.

F: Devo dire che questa risposta non mi sorprende, ti diverte fare il duro, vero? Però stai attento, Vittorio Sgarbi ha detto lo stesso dei quadri, il suo concetto era: "a me i quadri non piacciono..per me sono come cadaveri da sezionare a scopo scientifico". Ma se eliminiamo il principio del "piacere" dall'ascolto che compriamo a fare i dischi? Cioè..mica ce l'ha ordinato il dottore!

SIB: Assolutamente No. Ma non si può ridurre la cosa a semplice “piacere”. Si tratta anche di informazione, evidentemente. Se limitassimo tutto quanto al semplice piacere faremmo sempre un giornale (ma anche un disco, se ci pensi) solo per una persona al mondo, cioè noi stessi. Non sapevo che Sgarbi la pensasse così ma la sua frase mi piace molto. Non sono semplici “cadaveri”, chiaramente, perché alla fine i cadaveri sarebbero molti e se si decide si sezionarne alcuni invece che altri un motivo ci deve pur essere...

F: Vai mai a pescare nei piovosi pomeriggi tra i tuoi vecchissimi dischi? Cosa provi quando pensi che qualcuno sta comprando un disco perché tu lo hai recensito in modo entusiastico?

SIB: Ci vivo in mezzo, ai tantissimi dischi. Cosa penso? Sono contento perché per me evidentemente si tratta di buona musica. E' quello che accade ad una madre che vede il figlio premiato a scuola.

F: Ecco, sto facendo venire fuori il tuo lato tenero, questo è uno scoop! Non perdere il ritmo, dicci subito qualcosa di dolce per tutte le mamme che ci stanno leggendo.
SIB: Potrei rigirare la domanda: tu cosa provi quando sai che uno apprezza quel che suoni? E' piacere, puro piacere. L'uomo non è di legno, come disse Pinocchio...

F: Qual è il disco che hai ascoltato più volte in vita tua?

SIB: Cazzo che domanda... Boh... Dark Continent dei Wall Of Voodoo, Nebraska di Springsteen, Amore e non amore di Battisti, il primo LP dei CCCP, Sandinista dei Clash, l'album dei Sex Pistols, If I should fall from grace dei Pogues, gli spacemen 3, il primo dei Dead Kennedys.... vado a caso, e sono tutti vecchiotti per forza di cose...

F: Condivido! CHi lo avrebbe detto? Sta venendo fuori un ritratto di SIB punk rocker con un cuore di burro.

SIB: Col cazzo! Mai stato punk. Era difficile esserlo vivendo in un paesino di campagna di 600 anime e a 40 km di distanza dalla prima città 'utile' (Arezzo), nella quale per giunta il punk non è mai arrivato. Ho iniziato ad ascoltare musica con gli Iron Maiden del primo album (grandissimo disco tutt'oggi), poi Jim Carrol mi ha traviato e Jello Biafra ha fatto il resto. Ah sì, il passo successivo fu Springsteen ma per pochi mesi. Leggevo il Mucchio, passai a Rockerilla ma mi piaceva meno perché Alberto campo era quello che conosciamo oggi. Mi piaceva Sorge (che tra l'altro è uno dei pochi che si salvano della “lista” invisibile di cui sopra), che mi piace parecchio ancora oggi nonostante non comprerei mai un disco segnalato da lui. Poi fu la volta dei Bronski Beat, amore totale per diversi mesi.

F: Piangi mai guardando i film al cinema o meglio le fiction in TV?


SIB: Al cinema sì. Le fiction le vedo ma non mi fanno piangere affatto.

F: Beh, questo solo perché non avrai visto "Le ali della Vita" con Sabrina Ferilli, secondo te posso esimermi dal chiederti qual è stato l'ultimo film che ti ha fatto piangere?
SIB: Le ali della vita, permetti, fa veramente cacare... Ultime lacrime: la sottile linea rossa di Malick. sono un romantico.

F: Test moralità: se vedi una vecchietta indifesa aggredita da un gruppo di ultrà inferociti cosa fai?

SIB: Se io sono solo e loro sono molti me ne vado quatto quatto. Viceversa li assalgo (assaliamo). Perché? Perché è come la rivoluzione: se la fai da solo sei solo un coglione e non serve ad altro che a farti ammazzare.

F: Cosa pensi dei giornalisti "tuttologhi" stile Piero Scaruffi? Ti piacerebbe occuparti anche di cinema, politica, arte precolombiana, ecc..?

SIB: Mi piacerebbe. E' solo veteromoralismo d'accatto definire uno che riesce ad occuparsi degnamente (e Scaruffi ci riesce degnamente) di molte cose un “tuttologo”. E' come l'invidia del pene.

F: Vetero-moralista d'accatto lo dici a tuo fratello, ok? Io intendevo dire questo: "quando troverà Scaruffi il tempo di scopare"? Secondo me un giornalista dovrebbe soprattutto trasmettere le sue emozioni e non solo i dati tecnici, quello che mi chiedo è: "ci si può occupare di così tanta roba senza avere un sovraccarico emozionale ma anche tecnico"?

SIB: Non dicevo a te ma a chi lo pensa ... Certamente c'è il rischio sovraccarico. Ma potrei farti un esempio. Una delle mie passioni più grandi di sempre è la politica. Un'altra è il cinema. Una terza la letteratura. Di politica potrei parlare per ore senza mai stancarmi e (credo) con buoni argomenti. Di cinema potrei parlare poco perché sono poco esperto anche se molto appassionato. Di letteratura potrei parlare abbastanza perché la conosco (anche mio malgrado). Ora, se non avessi una mazza da fare per buona parte del giorno (come credo - e gli auguro - Scaruffi faccia), non credi che potrei intrattenere un pubblico scrivendo di qualsiasi cosa su Internet?... Dirai: ci siamo, delirio da onnipotenza... in parte forse è così, ma credo che sia anche la facilità che qualcuno di noi ha di scrivere velocemente... E idee, direi. In realtà ognuno di noi potrebbe fare un suo sito e riempirlo di cose: tutto sta nel trovare qualcuno che le legga e le trovi attraenti. Non potremmo dire lo stesso di chi fa dischi? Non sarebbe facile fare quattro dischi all'anno? C'è chi ne fa, ed è la stessa cosa. Immagina se fare dischi non costasse praticamente nulla (come nulla costa scrivere su Internet)... Quanti dischi potresti far uscire in un anno?...Avresti il rischio di sovraccarico, certo...

F: Pensi che Blow UP abbia la voglia e la "forza" necessaria per vincere antichi luoghi comuni tipo: "la dance fa schifo, gli italiani sono derivativi e preferisco il Vasco Rossi primo periodo"?

SIB: Assolutamente No.

F: E' strano che tu dica No. Secondo me ci sono centinaia di vecchi rockers ammuffiti che si contorcono le budella leggendo le pagine di Zingales, questo è bello no? Magari può servire a far capire alle nuove leve che se un disco si può ballare non è, necessariamente, una merda.

SIB: Nello specifico sono d'accordissimo. Ho detto “no” solo perché non ho alcuna missione da compiere, che sia la salvaguardia del rock “vero e sudato” alla Mucchio selvaggio o di quello “trucido” alla Rumore o ancora la vittoria sui luoghi comuni sulla dance. Non me ne potrebbe fregare di meno, di “superare i luoghi comuni sulla dance”, credimi. Posso scriverlo, lo scrivo, lo faccio sul giornale con lo zinga e gli altri. Ma niente missioni, per amor di dio. Chi ha pregiudizi se li terrà comunque, e va bene così. L'unica cosa che voglio fare è scrivere.

F: Ti senti mai offeso per le critiche? Ti viene mai la voglia di spaccare la faccia a qualcuno?

SIB: Offeso per le critiche: dipende da che critiche sono; se si tratta di cose gratuite (cioè non fondate su dati di fatto CERTI) sì, altrimenti mi divertono molto. Voglia di spaccare la faccia a qualcuno: mai (NON scherzo - vedi risposta seguente).

F: Quanta gente hai picchiato in vita tua?
SIB: Nessuna. Sono un vigliacco. E soprattutto non godo per le botte date ad altri perché mi ferma sempre l'idea di quanto poco godrei di quelle ricevute.

F: Sei fedele in amore?
SIB: Purtroppo sì. Ma fatevi pure avanti. Il tempo si trova.

F: Ok, capito: "tranquilla signora Bianchi". Hey, ma poi la verità in privato me la dici?

SIB: Of course...

F: A che punto della tua vita ti sei sentito veramente diverso dai tuoi compagni di classe?

SIB: Sempre.

F: Venivi preso per il culo per qualcosa in particolare da loro? Erano cattivi con te?

SIB: Assolutamente No. Niente cattiverie. Al liceo (credo che si parli di questo) ero un piccolo fenomeno in latino e soprattutto greco e filosofia (niente matematica, zero totale) ma ero anche un grandissimo cazzone. Stavo molto bene, eravamo una bella classe. Figurati che ancora oggi ci vediamo a cena un paio di volte all'anno (e ne sono passati venti da quando ci siamo lasciati). Poi mi persi un po', tra canne e donne. Era il rock, come accade a molti. L'Università l'ho fatta di mala voglia. Non andavo a lezione per trasmettere alla solita radio libera di sinistra combattente e proletaria. Comunque ho finito e poi mi sono trovato in un mezzo baratro... (Nota come mi diverto a scrivere di me: sono sulla buona strada)

F: Ti sei montato la testa oppure giochi ancora a pallone con i vecchi amici?

SIB: Sono quelli che giocano a pallone con i vecchi amici ad essersi montati la testa.

F: Non stare a dirmi che il vecchio Eros si è montato la testa! E' un mio amico personale.
SIB: Eros è un gran coglione, se permetti. Gli invidio la donna, quella sì.

F: Dovendo scegliere tra un concerto degli Nperign e un incontro d'amore con Flavia Vento?
SIB: Flavia vento, di corsa. Mi chiedo come tu possa aver pensato una domanda simile.

F: Ti secca se vengo con te?
SIB: Niente affatto. Basta che non si faccia a turni, che mi parrebbe banale.

F: C'è qualche tuo collaboratore su Blow Up che ti sta sul cazzo ma non glielo dici perché non puoi?
SIB: C'era... No, in realtà no. Credimi: non c'è nessuno al mondo che mi stia sul cazzo. Ho una natura compassionevole.

F: Pensi che prima o poi Blow Up si venderà il culo?

SIB: Già fatto.... Diciamo: domanda vetero. Il culo è già in vendita nel momento in cui si viene al mondo. la natura non crea né a caso né gratuitamente.

F: Hey, credo che tu mi abbia scambiato per un moralista di centro sinistra stile Walter Veltroni! Ho sempre detestato il concetto di "purezza".
SIB: Bé, mai detto che te lo volevo affibbiare.... Ho solo risposto...

F: Quello che voglio dire è che Blow Up si staglia di una spanna sopra le altre riviste proprio perché, leggendola, si ha l'impressione che la maggior parte degli articoli e delle recensioni siano scritti per gusto e passione. Pensi che verrà un giorno nel quale per sopravvivere dovrai intascare mazzette dalla Wea come già fa... vabbé lasciamo stare! Dai..rassicura i nostri giovani lettori, in fondo è pubblicità gratuita!
SIB: Tranquillo. Fumo un pacchetto di sigarette al giorno e faccio vita sedentaria al massimo. Ho 40 anni e probabilmente morirò per un attacco cardiaco. Se volevo vendere il culo l'avrei fatto in altre maniere. Non ho un avvenire davanti da preparare. Quel che è fatto è fatto. Potevo buttarmi in politica (credi: con buonissime prospettive) ma ho rinunciato perché alla fine quello che voglio è solo grattare la mia gatta sulla pancia. Ma il punto alla fine non è questo. Chi ti assicura che il tuo idolo (chiunque sia e in qualsiasi contesto si muova) non faccia e scriva e suoni quel che fa per soldi e solo soldi, magari con molta passione e credibilità? Ma se lo fa ed è credibile, almeno ai tuoi occhi, bé, seguilo, ne godrai., Non farti troppe domande: la vita è un sogno, sul serio. Crediamo sempre a quello che ci fa comodo credere: è il mio principio di vita.

F: Pensi mai a Blow Up come un giornale che si stende sulle ferite aperte dalla modernità?
SIB: No. Perché la modernità mi fa cacare il cazzo.

F: Ecco, è esattamente quello che intendevo! Leggendo il Mucchio (tanto per fare un esempio) il lettore medio/evoluto di sinistra si sente rassicurato, ritrova negli articoli i suoi principi morali, si sente protetto. Leggendo Blow Up si ha spesso l'impressione di stare sopra ad un baratro. E' come se voi vi "divertiste" a giocare (spesso nichilisticamante) con le ferite della modernità. Mi riferisco alle tue coraggiose prese di posizione Anti-Napster, agli articoli di Sarram e Ciponte sul “collasso” dell'immagine..insomma, il fatto che la modernità ti faccia cagare è del tutto chiaro, è questo il bello, no?

SIB: Ti ringrazio, sul serio. E' quello che voglio/vorrei si capisse.

F: Puoi dare, prendendoti tutto lo spazio che vuoi, ai nostri giovani lettori/Napster dipendenti un punto di vista alternativo? Insomma: cosa rischiano di perdersi?
SIB: Porca Eva.... si perdono qualcosa ma, Fanfarello: anche noi ci perdiamo qualcosa. Ecco il punto. NON esiste una “realtà” più vera di altre o nella quale ci si perde qualcosa che altrimenti si potrebbe recuperare. Perché una posizione simile lascia intendere di avere una “verità” tra le mani ("Napster è cattivo, vi perdete qualcosa...") mentre io sono fermamente convinto che di verità non ne esistano se non quelle che ci aiutano a vivere meglio. Crediamo sempre quello che ci fa comodo credere, appunto... Sul serio: nessun messaggio, nessuno nessuno nessuno: voglio solo ed esclusivamente scrivere. E' solo una questione di sopravvivenza.

 


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Bibliography, links, notes:

pen: Fanfarello

link: http://www.blowupmagazine.com/

 

 
 
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