Vite Sospese. Dieci storie di resistenza contemporanea / Vincenzo Figlioli / Navarra Editore
Sabi e Kossi i togolesi, Karimi l’afghano, Galeb il tunisino, Seref il curdo, Betlemme l’eritrea, Olivier l’ivoriano, Fumi la nigeriana, Alex il colombiano, Aden il somalo sono i dieci protagonisti delle storie raccontate dal giornalista Vincenzo Figlioli nel suo primo libro Vite Sospese. Dieci storie di resistenza contemporanea (Navarra Editore, 2009), frutto di un viaggio-inchiesta nel centro di accoglienza per migranti richiedenti asilo di Perino, nella periferia marsalese.
Sabi e Kossi i togolesi, Karimi l’afghano, Galeb il tunisino, Seref il curdo, Betlemme l’eritrea, Olivier l’ivoriano, Fumi la nigeriana, Alex il colombiano, Aden il somalo sono i dieci protagonisti delle storie raccontate da Vincenzo Figlioli, giornalista nato a Sondrio, ma cresciuto in Sicilia, nel suo primo libro Vite Sospese. Dieci storie di resistenza contemporanea (Navarra Editore, 2009), frutto di un viaggio-inchiesta nel centro di accoglienza per migranti richiedenti asilo di Perino, nella periferia marsalese.
Raccogliere le testimonianze dirette dei migranti, con il loro carico di ricordi, speranze, sogni, per l’autore significa anche rievocare la storia - spesso oscurata - dei regimi dittatoriali, delle tensioni internazionali e dei conflitti dei loro paesi d’origine, sottolineando come la fuga dallo strapotere, dalla persecuzione e dall’assenza di diritti sia una necessità e un atto di grande coraggio.
Perché, in realtà, le scelte più difficili le hanno compiute durante gli anni trascorsi nei loro paesi, quando si sono rifiutati di accettare un’ingiustizia, quando sono andati alla ricerca della verità o quando si sono battuti per affermare un principio o uno spazio di libertà. Spesso hanno dovuto subire il carcere, molte volte sono stati picchiati e in certi casi anche torturati. Eppure hanno scelto di non tornare indietro, di non abiurare le loro convinzioni, coltivando la speranza di poter far ritorno in futuro nel proprio paese a testa alta.
Ma le vite dei dieci richiedenti asilo in Italia rimangono per lo più “sospese” a causa delle pastoie burocratiche di una legislazione incoerente con la normativa internazionale in materia di accoglienza e di respingimento, mentre i principali organi di informazione nazionali propongono una rappresentazione spesso parziale del fenomeno dell’immigrazione.
Dare voce a Sabi, Karimi, Galeb e gli altri, secondo Figlioli, può essere il miglior servizio da rendere alla comunità ed alle generazioni future. Perché la democrazia è un valore che va coltivato costantemente.
E la libertà di un paese dipende dalla forza con cui il suo popolo ha lottato per ottenerla.
In appendice al volume, tra una sezione dedicata alle brevi storie di rifugiati celebri e le poesie di due richiedenti asilo, ospiti del Centro di Salinagrande, è riportata la Proposta del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) per una legge organica sul diritto d’asilo e la protezione sussidiaria degli immigrati. Ad arricchire il volume, inoltre, contribuiscono la prefazione del giornalista e scrittore Diego Cugia e le immagini di Fabio Gambina che restituiscono l’atmosfera del Centro di Perino respirata per mesi dall’autore.
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