Il cinema non era un sogno che coltivavo da bambino. E' stata una folgorazione che ha fatto cambiare decisamente il percorso della mia vita. Non trovavo la forma giusta per esprimere tutto quello che pensavo e che facesse fluire liberamente le mie forti emozioni. Poi un giorno, all'età di 19 anni scrissi il mio primo cortometraggio (forse un po’ “trash”) con un gruppo di amici. Credo sia la migliore forma d’espressione che esista al mondo. Nel tempo mi sono accorto che il cinema è la mia vita e la mia vita è cinema.
SA: Chi è Luca Vullo?
LV: Un giovane curioso che ha sempre creduto nell'Intelligenza Emotiva e che ha cercato di metterla in pratica nella vita e nel lavoro. Mi piace approfondire e vivere intensamente quello che scopro per caso o per necessità ed è forse questo il motivo della mia forte passione per il documentario.
Mi piace cooperare, mettere insieme i talenti per sperimentare linguaggi sempre nuovi e organizzare squadre di lavoro ma anche eventi. Questo spiega il godimento e il piacere che provo nel fare regia e produzione.
Non sono un figlio di papà (o meglio di un papi) e il percorso che sto facendo lo sto costruendo faticosamente con le mie mani e con le mie forze. Ovviamente le persone che mi stanno vicine e che mi stimano sono sempre state di grande aiuto. Tuttavia non posso nascondere il fatto che ho sempre camminato in bilico tra le difficoltà e la sopravvivenza, giusto per farmi un po' le ossa.
Le forti esperienze vissute personalmente nella mia famiglia mi hanno fatto crescere prima del tempo donandomi una sensibilità spiccata che (mi dicono) riesco a trasferire nelle mie opere.
La mia prima missione personale è portare in salvo la mia famiglia, la seconda è quella di poter raccontare al mondo quello penso e quello che vedo cercando di dare un mio segnale di vita al mondo intero.
SA: Cosa fai nella vita?
LV: Una facile e spavalda risposta potrebbe essere che sono un regista cinematografico. (D'altronde è anche scritto sulla mia carta d'identità. Ho fatto inventare e inserire il codice della mia categoria all'interno dell'ottocentesco database del comune di Caltanissetta).
Ma sinceramente non mi soddisfa e comunque non basta. Sono un autore e sceneggiatore, regista, montatore, di: short movies, documentari, lungometraggi, videoclip e spot pubblicitari. Inoltre sono titolare da 5 anni di una casa di produzione cinematografica e televisiva, la “Ondemotive”. (www.ondemotive.net).
La Ondemotive è una piccola farm cinematografica e di comunicazione costituita da giovani professionisti di grande talento che collaborano sinergicamente (solo per citarne alcuni:Dario Adamo – addetto stampa, Revolweb-webmaster, Luca Drago - grafico, Giuseppe Vasapolli - compositore, Rosario Petix,- attore).
SA: Da quanto tempo ti sei accostato al Mondo del Cinema?
LV: Non era un sogno che coltivavo da bambino. E' stata una folgorazione che ha fatto cambiare decisamente il percorso della mia vita. Non trovavo la forma giusta per esprimere tutto quello che pensavo e che facesse fluire liberamente le mie forti emozioni. Poi un giorno, all'età di 19 anni scrissi il mio primo cortometraggio (forse un po’ “trash”) con un gruppo di amici.
SA: Come hai iniziato?
LV: Nel 2000 mi sono iscritto al Dams (sezione cinema) di Bologna e da allora ho cominciato con i primi cortometraggi sperimentali e i primi corsi di cinema. Poi le prime esperienze sui set in qualsiasi veste e con qualsiasi ruolo pur d'imparare ogni cosa riguardasse quella realtà. Una spugna zuppa di sentimenti, operativa e pronta ad assorbire tutto. Era nato l'amore profondo per il cinema.
SA: Come mai proprio il cinema?
LV: Credo sia la migliore forma d’espressione che esista al mondo. Nel tempo mi sono accorto che il cinema è la mia vita e la mia vita è cinema.
SA: Tra i tuoi lavori qual'è il più significativo (o più significativi) e perché?
LV: “Cumu veni si cunta” è il mio primo e amato documentario che ha aperto le danze. Quando si dice “produzione a basso budget”: circa 500 euro. E' stato concepito e realizzato integralmente da me. Strumenti? Una piccola camera palmare (comprata a rate), un microfono e un pc prestati da un amico. La ricerca sul campo nei quartieri popolari della città di Caltanissetta durata diversi mesi. Un opera che testimonia l'esperienza di chi ha trovato nell'arte di arrangiarsi l'unico modo per sopravvivere. Proiettato a Bruxelles, Sidney, Melbourne, Toronto, Buenos Aires e adesso in streaming gratuito sul mio sito.
“Dallo zolfo al carbone” è l'esperienza più forte dal punto di vista umano e professionale e sicuramente l'opera che ha avuto maggior successo e che mi ha fatto presentato agli esperti del settore e ad una buona fetta di pubblico.
Realizzato in due anni in Belgio con una troupe composta da due persone io e l'operatore-direttore della fotografia(Giorgio Giannoccaro).
“Polipanza” è il mio primo film corto di fiction. Si tratta di un cortometraggio promo per la realizzazione di un lungometraggio, con la partecipazione speciale di Roy Paci. Prodotto dalla gente (circa 100 persone) con piccole donazioni, scambio di servizi, baratto, ed è stato girato da una troupe di più di 30 professionisti che hanno sposato il progetto gratuitamente.
SA: Hai partecipato a concorsi o festival?
LV: Si molti. Negli ultimi tre anni penso di aver girato più di 50 festival.
Quest'anno sarò il Direttore Artistico del LampedusaInFestival, festival dove ho vinto il primo premio alla prima edizione.
SA: Con quali lavori hai vinto i festival a cui hai partecipato?
LV: “Dallo zolfo al carbone” (il documentario italiano più premiato del 2008), “Cumu veni si cunta”, il videoclip musicale “Evviva la vita”, il cortometraggio “Un caruso senza nome”, diversi cortometraggi realizzati con i progetti PON nelle scuole.
SA: A cosa stai lavorando per adesso?
LV: Mille cose. Potrei elencarti 10 pagine almeno ma cercherò di essere sintetico.
1) Tra maggio e giugno girerò il mio prossimo documentario dal titolo “La voce del corpo”: un viaggio alla scoperta della magia della gestualità siciliana, la peculiarità di un popolo unico al mondo per esprimersi innanzitutto con i movimenti del proprio corpo. Con il contributo della Regione Sicilia.
2) Sto realizzando un cortometraggio con i ragazzi dell' IPM di Caltanissetta
3) Sto realizzando 3 spot sociali con la comunità dei minori di Caltanissetta
4) Sono in lavorazione due videoclip musicali per due gruppi e musicisti siciliani di notevole spessore.
5) Sto organizzando il LampedusaInFestival insieme a : Askavusa, Re.co.sol, Asgi e Dagmawi Yimer
6) Ho finito da poco di realizzare un cortometraggio sperimentale con un cast di tutto rispetto: ne sentirete parlare molto presto
7) Sto scrivendo il mio primo lungometraggio di fiction
e tanto altro ancora.
SA: Che messaggio cerchi di mandare?
LV: Per ogni lavoro c'è un messaggio diverso. Non esiste un messaggio standard. Ma semmai una linea stilistica che cresce coerentemente nel modo di mandare i messaggi.
SA: Dove ti vedi nel futuro?
LV: Randagio come sempre ma credo non in Italia e non da solo. Realizzerò diversi film in varie parti del mondo insieme ad uno dei più grandi attori che ho conosciuto nella mia vita: Rosario Petix. Sono quegli incontri artistici e umani che ti cambiano la vita e ti fanno intraprendere altri percorsi di ricerca e di sperimentazione. Se fosse donna lo sposerei ( forse ;-) ).
SA: Suppongo che come tutti i registi di cinema indipendente anche tu abbia dei desideri circa l'evoluzione del cinema nei prossimi anni. Cosa ti piacerebbe che accadesse?
LV: Vorrei che si tornasse a dire quello che realmente si pensa e si sente senza dover tenere conto delle leggi di mercato e del botteghino. Vorrei che esistesse una sorta di “banca speciale per il cinema” (vedi microcredito), un governo più presente a sostegno dei giovani autori e che si concretizzasse una coscienza cinematografica più matura degli spettatori (Lo so, forse sto chiedendo troppo, ma si tratta del mio più grande pregio e del mio più grande difetto: sono un dannato sognatore).
SA: Speri che i tuoi lavori possano contribuire a far cambiare lo stato attuale del cinema e l'approccio delle nuove generazioni a quest'ultimo?
LV: Spero proprio di sì e credo che in qualche modo lo stiano già facendo. Io almeno ci provo, giorno dopo giorno.
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