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Cinema - Film Reviews - Review | by Elena Ferrara in Cinema - Film Reviews on 12/02/2011 - Comments (0)

 
 
 
Draquila / Sabina Guzzanti / 2010 / 93'

Il film di Sabina Guzzanti, “Draquila. L’Italia che trema” è la storia di un terremoto che diventa narrazione ed evento mediatico.

 
 

La città in rovina è teatro dello spettacolo ad uso della politica che ha perfettamente confezionato una architettura informativa finalizzata ad una ricostruzione che favorisce imprenditori sciagurati e infiltrazioni di tipo criminale, pregiudicando per sempre il suo assetto urbanistico. La città non conosce ancora il suo destino, il centro storico è abitato da fantasmi, transennato e vigilato ancora dall’esercito coi soldati col mitra.
Draquila, la terra trema è un docu-film che racconta tra satira e realismo la storia del terremoto dell’Aquila e delle macerie materiali e morali che ne sono derivate. In un'intercettazione telefonica un imprenditore, Francesco Maria De Vito Piscitelli, e suo cognato, Pierfrancesco Gagliardi, esprimono la loro felicità che scaturisce da questo evento sismico, dicono , infatti saranno loro che si occuperanno dei lavori di ricostruzione della città distrutta, come era stato loro promesso. Fortune che capitano a pochi!
Il terremoto, col suo nono grado di distruzione della scala Mercalli, ha ucciso 308 persone, ferite 1.500, evacuate 65.000, ha fatto crollare edifici di valore storico e culturale, abitazioni comuni, chiese, edifici pubblici, antichi e moderni, ospedali, ha distrutto il frutto del lavoro di tanti uomini e donne del passato e del presente, ma rappresenta una manna dal cielo per i nostri Piscitelli e Gagliardi. Un vero e proprio “miracolo” anche per il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che cavalcherà il sisma come un cavallo bianco che lo condurrà tra le rovine del regno per soccorrere e rassicurare il popolo, alleviarne le sofferenze dando loro riparo e speranza. Infatti, già due giorni dopo il terremoto, il Premier annuncia che sono pronti i progetti delle “New Town”, 4.500 nuove case per gli aquilani, belle, funzionali, innovative, con la torta e lo champagne in frigo. E’ lui il protagonista indiscusso del film e dell’Italia reale. L’eroe-presidente deve affrontare una nuova sfida: la popolazione invoca il suo aiuto, deve chiamare a se uomini “straordinari”, con poteri “straordinari” come il capo della protezione civile e già noto, Guido Bertolaso, e infatti questi viene nominato commissario “straordinario”, appunto, che a sua volta incaricherà il cognato “straordinario” Francesco Piermarini che è in grado di realizzare ogni desiderio come costruire e gestire immobili, realizzare eventi, smaltire rifiuti e tanto altro ancora. Uomini “straordinari” per opere “stra”-“ordinarie”. Il nocciolo della questione sta proprio qui, infatti se queste vicende fossero state “ordinarie” piuttosto che “stra”-“ordinarie”, trattandosi di opere pubbliche avrebbero dovuto seguire delle regole di equità che si basano su precisi criteri di assegnazione ad enti appaltanti che propongono l’offerta migliore fatta in base al prezzo, al valore tecnico ed estetico dell’opera, al tempo previsto, ai costi previsti, etc… Nella spesa pubblica “ordinaria”, il denaro viene gestito in un meccanismo di libera concorrenza di mercato e viene scelto l’ente appaltante che dovrà soddisfare il bisogno della collettività. La Guzzanti compie un ottimo lavoro di giornalismo d’inchiesta e scavando tra le macerie viene fuori che la “straordinarietà” risiede in una legge del 1992 (modificata poi nel 2001) per la protezione civile italiana che dice che in situazioni di emergenza come nel caso di calamità naturali, non si segue più l’”ordinario” iter burocratico e si affronta il disastro senza i vincoli rognosi che ritardano il recupero delle criticità. E se funziona per le emergenze perché non farlo anche per i grandi eventi? Così i nostri politici possono accedere ai soldi pubblici senza “passare dal via”, al di fuori di un controllo democratico, e ripartirseli tra amici e parenti garantendo i guadagni-ricompensa a chi li ha sostenuti. E allora, che si aprano le danze! Ecco venir fuori occasioni fra le più disparate dalla ricostruzione post-terremoto dell’Aquila al pellegrinaggio “Padre Pio & friends”, dall’emergenza rifiuti al viaggio del Papa ad Assisi oppure a Palermo, dai mondiali di nuoto al G8 alla Maddalena, il G8 dell’Aquila… Appalti su appalti, ma per realizzare cosa? Opere di dubbio valore o mai completate o assolutamente inutili, come le tanto osannate new town, quartieri moderni senz’anima, costati milioni di euro, sorti su un terreno agricolo che fino ad ora aveva resistito alla ferocia dei piani regolatori italiani e che gli aquilani che adesso le abitano dovranno lasciare allo scadere del tempo con tutto il loro contenuto, e nelle stesse condizioni in cui erano state loro consegnate, sperando che non si siano bevuto lo spumante!
Il film pone una lente di ingrandimento sulla realtà sociale e politica italiana e ci mostra come le cose viste da vicino non sono poi così fantastiche e limpide come vogliono farci credere i media e che questi potenti uomini al centro della scena sono in realtà dei vampiri e non vengono in pace e meno che mai in aiuto alla popolazione. Infatti all’Aquila i cittadini sono controllati dai militari, non sono liberi di tornare nelle loro case rimaste in piedi, non vengono concesse loro le autorizzazioni per riparare i danni e lesioni, non possono entrare nel centro storico perché interdetto, non possono esprimere il loro dissenso, non possono bere caffè e coca cola per non eccitarsi, sono vietate le assemblee pubbliche, i giornalisti non possono fare domande e il centro storico della città è abbandonato alla decadenza, gli appalti sono stati gonfiati dell’80%, il capo della protezione civile, Bertolaso, è indagato per corruzione e pure il suo vice, Angelo Balducci, ci sono 27 indagati e 6 arresti nell’ambito della protezione civile.
Sabina Guzzanti ci propone un’opera di carattere culturale, politico, informativo e divulgativo, finalizzato alla conoscenza dei più reconditi aspetti della vicenda, voce narrante del film e voce della coscienza. Una satira amara di efficace denuncia di un problema che è quello mafioso che ha responsabilità politiche ben precise ed individuali e che giacciono seppellite dai cumuli di macerie, una storia vecchia ormai, se pensiamo al terremoto della Valle del Belice da cui son passati ben 43 anni.
Gli Aquilani, armati di passione e disperazione hanno manifestato rivendicando il loro sacrosanto diritto di ricostruire nel nome dell’equità e della giustizia. Ma in tempi di dittatura, la rabbia dei disastrati va a scontrarsi contro lo sbarramento di uno stato-ciclope e come si usa in questi casi la polizia carica i sovversivi a suon di manganello. A distanza di quasi due anni dal terremoto, le famose new town che Berlusconi decantava come solidissime case di vacanza sono piene di infiltrazioni e di crepe e ciò dimostra che la vera disgrazia italiana non sono le catastrofi naturali ma le costruzioni tirate su in modo abusivo senza il rispetto delle norme, come l’ospedale o la casa dello studente, che hanno determinato i morti. Il film della Guzzanti è un ottimo detonatore per il temperamento esplosivo degli abitanti dell’Aquila che non possono e non devono fare a meno di combattere per la ricostruzione.

 


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Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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notes:
Lingua originale italiano Paese Italia Anno 2010 Durata 93 min Colore colore Audio sonoro Genere documentario Regia Sabina Guzzanti Produttore Sabina Guzzanti, Valerio Terenzio e Simona Banchi, Ferdinando Vicentini Orgnani Produttore esecutivo Sandro Frezza Casa di produzione Secol Superbo e Sciocco Produzioni, BiM Distribuzione, Alba Produzioni, Gruppo Ambra Distribuzione (Italia) BiM Distribuzione Fotografia Mario Amura, Clarissa Cappellani Montaggio Clelio Benevento Musiche Riccardo Giagni, Maurizio Rizzuto

pen: Elena Ferrara

link: www.draquila-ilfilm.it

 
 
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