Six-monthly?... later is better than ever. I really want to thank to ALL OF YOU needing us to come out once again on paper... Sometimes is not so good to understand one is just buried alive under kilos of media TV-wars, economic and religious wars, pizzo and mafia wars and other superb wars... We loved to hear from you up there, still searching for us...
Sometimes to be buried alive is very funny too, and might help to produce; so I want to excuse myself for the enourmous number of interview I have signed on this issue, also... I'll do my best to not repeat ever again and I hope you'll have a good listening time.
Very special THANKS to our subscribers who made this issue coming true: ENFANÇE ROUGE, VITTORIO NISTRI, GIANMARIA GIANNETTI, PREVITI LUCA, MASSIMILIANO BOSCHINI, MARCO DEL SOLDATO, STEFANO PASQUINI, MANUEL GRAZIANI, MORETTI STEFANO, SALVATORE PECORARO, DANILO GARRO, GUIDO GAMBACORTA, PATRIZIO PICA, BRUNO DORELLA, VALENTINA BERNABEI, ANTONIO TISCIA, PUNTO GIOVANI GORIZIA, ITALO RIZZO, ASSOCIAZIONE CULTURALE AFK, SANDRO GRASSI, MIRKO SPINO, TITO GHIGLIONE, ANDREIS CARLO, MARCO MAURIZI, WALLACE RECORDS, BAR LA MUERTE RECORDS, MUSICAOLTRANZA, M122ARTS, PHOTONIKA, AUDIOGLOBE, GARADINERVI, DESIGNRADAR, DEATHTRIPPER, LARSEN, UBQ, FROMSCRATCH, DISSENZO... Thanks to choose and support "independent" free press: you'll receive SuccoAcido at home forever and ever.
More mafious than ever, against all mafias...
Marc De Dieux
Ortodossia
Quando quattro anni fa ho conosciuto il diabolico De Dieux durante un uggioso pomeriggio di Marzo, avevo il dubbio onore di essere co-editore, co-redattore e co-autore (in sostanza un fottuto co.co.co.) di una piccola fanzine di provincia dal presente precario e dal futuro ormai segnato (dai debiti). Durante un pasto frugale, l’ormai non più giovane picciotto mi confessò con entusiasmo di aver intenzione di intraprendere anch’egli la carriera fanzinara. Mi sentii allora in dovere di dissuaderlo e, visto che ci trovavamo in quel di Faenza per partecipare ad una riunione della nascitura Audiocoop (cooperativa delle etichette indipendenti), provai ad esprimergli tutta la mia disapprovazione per il suo insano intento pronunciando più o meno queste parole: "Guardati intorno fratello, questo è più o meno il meglio che può offrire il panorama musicale indipendente italiano contemporaneo, vuoi davvero trascorrere i prossimi anni ad occuparti di questa merda?".
Evidentemente non pronunciai la parola merda con la dovuta enfasi, perché sei mesi dopo (in un altrettanto uggioso pomeriggio faentino) il picciotto mi si ripresentò con le copie fresche fresche di stampa del numero zero di "Succoacido" (che vi assicuro distribuiva e promuoveva come un fervente testimone di Geova) e riuscì addirittura a convincermi a turarmi il naso insieme a lui.
Il nostro prode editore era convinto allora che un progetto indipendente, multiculturale, aperto a diversi ambiti artistici e per di più distribuito gratuitamente, non solo era realizzabile dal punto di vista tecnico e concettuale, ma che addirittura avrebbe ricevuto il sincero plauso e l’entusiastico sostegno (anche economico) di tutte quelle realtà delle quali si occupava ed alle quali si rivolgeva: povero illuso!
Quattro anni dopo De Dieux sceglie di andare ad Est, non per ragioni politiche né per ragioni estetiche e purtroppo neanche perché ha sottomano un bel giro di puttanoni russi (tempo al tempo..), ma perché deluso da tutto e da tutti, costretto a noleggiare perfino la sua casa pur di fare sopravvivere la sua creatura editoriale.
"Chiedi chiedi e non dai mai, mi domandi di dare quello che non sai, ma rimandi a domani i dividendendi miei"
Eh sì, perché se non vi è mai capitato di partecipare ad un qualche "convegno indies", forse non saprete che in quelle occasioni è tutto un gran parlare di "realtà alternative", di "darsi una mano l’uno con l’altro per sconfiggere il grande satana (ovvero le major discografiche) e le sue maledette strategie di mercato che sviliscono gli artisti e la loro creatività", e giù una ridda di discorsi sovversivi da black blockers dell’arte.
Tutto intorno la devastazione del panorama musicale a livello produttivo, distributivo e soprattutto creativo continua, mentre audiocoop e le varie realtà indies continuano a menarsela con la SIAE e l’ENPALS e ad autocelebrarsi con meeting grandi e piccoli in cui le bands (non tutte per fortuna) giocano a fare le rock stars della monnezza ed i "produttori"(??) da una parte si piangono addosso e dall’altra si fanno i pompini a vicenda su quanto siano bravi a sopravvivere e a scoprire talenti(!) nonostante tutto. Tanto il grande sogno è in realtà quello di riuscire a campare, magari pure bene, vendendo qualche cd in più, ma siccome da soli non si era abbastanza forti tanto vale mettersi insieme per tentare di formare una "major delle indies". In questo grande circo dell’ipocrisia finiscono un po’ tutti: vecchi trafficoni di partito, vecchi produttori senza speranza, intrallazzatori di vario genere, qualche disgraziato in buona fede, e soprattutto qualche centinaio di giovani e meno giovani che nella società dei grandi fratelli e delle letterine sognano anche loro il grande salto, accontentandosi provvisoriamente di una mezz’ora di celebrità su qualche palco di provincia.
Ovviamente c’è, ci deve essere qualcosa d’altro oltre a questo, si può fare fatica ad individuarlo ed è difficile sostenerlo, ma sono (siamo?) convinto che una rivista che si occupi di musica oggi come oggi è anacronistica se non sa ripensare il modo di farlo. Dico questo non perché ormai il cartaceo deve cedere il passo alle web zine (ma quali?) o perché il panorama sembra più depresso del solito, ma semmai perché bisogna chiedersi se e come è possibile parlare di modi nuovi di creare, realizzare e diffondere la musica, qualcosa che sia diverso dal processo che oggi porta ad acquistare un cd ad un prezzo medio di venti euro, processo che di fatti sta decretando (insieme ad un paio di altri fattori) la morte del mercato musicale. Non me la sento, e credo di non essere l’unico, di continuare a promuovere opere anche interessanti ma per le quali non vorrei (e peggio ancora non posso) spendere lo stipendio giornaliero di un lavoratore part-time (e Forza Italia…), io che grazie alla legge Urbani ho già collezionato due ergastoli e quattro milioni di euro di multe per la pirateria on line (e ne vado fiero!).
Di questo (forse) si proverà a discutere nell’immediato futuro, anche allargando il discorso anche a tutti quegli altri mondi artistici (arte, cinema, scrittura, teatro) a cui succoacido ha comunque guardato con interesse in questi anni e che spesso si sono rivelati ancor più tiepidi e sfuggenti, ma ciò che conta è la volontà di uscire da un circuito chiuso, ottuso, da una strada comunque senza via d’uscita.
Dunque De Dieux va ad Est, nell’era del capitale unico dio e credo, rinuncia alla pubblicità "attiva", decide definitivamente di autofinanziarsi a costo di condividere tazza e bidet con la crema degli artisti nostrani, lui unico a quanto pare ad avere interesse a far leggere gratuitamente i suoi fedeli lettori.
"Non sono un vuoto a perdere, né uno sporco impossibile, né un marchio registrato o un prodotto di mercato."
Un problema serio questo della gratuità della rivista, perché spesso ciò che è gratuito viene considerato un prodotto di serie b, incapace di attirare finanziamenti e per il quale nessuno spenderebbe mezzo euro di copertina, piuttosto che un prodotto indipendente che non deve favori a nessuno.
D’altronde chi dovrebbe pagare per realizzare Succoacido? Il povero lettore medio, lavoratore precario con mille sogni ormai riposti nel cassetto, che già si ostina ogni mese a mettere qualche euro da parte per una serata al cinema, un cd "nice price" od uno spettacolo teatrale? Oppure dovrebbero aprire le borse tutte quelle etichette e distributori di cui sopra, che tuttavia già tanto investono per acquistare i paginoni sulle quattro o cinque riviste più note? O forse ancora i teatri e le compagnie teatrali, che a quanto pare non possono permettersi nemmeno di stampare i programmi stagionali (mah…se le casse potessero parlare…)? Meglio lasciare tutto così, con il solito lettore medio (e pecorone) che acquista le solite riviste con le solite pubblicità pagate dai soliti discografici. Meglio soprattutto smetterla di farsi prendere per il culo: pecunia non olet si spiritum non franget!Se davvero si ha qualcosa da dire, e magari si ha anche la pretesa e la presunzione che questo qualcosa vada "controcorrente", bisogna trovare la forza di farlo comunque, senza piangersi troppo addosso, pronti ad accettare l’idea di predicare nel deserto od anche a confutare la convinzione di essere poi così tanto interessanti ed indispensabili. Se son rose fioriranno, purché non ci si trovi a fondare un "consorzio degli editori indipendenti" per non ammettere i propri errori e/o la propria inettitudine (vero signori delle indies?).
In questo senso forse Succoacido è il vizio/giocattolo personale di un giovanotto siculo dalle frustrate velleità berlusconiane, coadiuvato da una banda di scrivani disoccupati. Alcuni segnali sembrerebbero confermare questa ipotesi (penuria di sponsor, una campagna abbonamenti che stenta a decollare, ecc..), tuttavia, finché nessuno vi chiede un centesimo per pubblicare la rivista, il massimo che tutti quanti possiate fare è quello di non leggerla!
Roberto Baldi
Ci risiamo. Non abbiamo perso il vizio di dimenarci fra le pagine consistenti di un altro numero, ed eccolo qui, in carta e inchiostro. In barba ai micromacrotracolli economici che abbiamo attraversato (e attraversiamo), alla faccia di chi e/o cosa (un sistema? uno pseudocircuito di controtutto, musicarteculturainformazione, che per molti non è che un modo in più per essere à la page) ci aveva dati per spacciati, nonostante le assenze, la fatica, la stanchezza, lo stress e le correzioni della vita, siamo tornati. Alle correzioni, insegna il buon Franzen, si risponde per le rime. Precari, schiavi di un’intangibile dittatura a tutto tondo, polli in batteria che si rifiutano di sfornare uova a comando, idealisti e un po’ sognatori…Siamo qui. Più succosi che mai. Per le allegre fauci di ogni affamato e scorretto bibliofago.
;-) ... Danila Giardina
Old Admin control not available waiting new website
in the next days...
Please be patience.
It will be available as soon as possibile, thanks.
De Dieux /\ SuccoAcido