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Comics - About Comics - Interview | by SuccoAcido in Comics - About Comics on 01/04/2002 - Comments (0)
 
 
 
Topolin edizioni... Jorge Vacca

1995, Psycho Pathia Sexualis. Sette anni di perquisizioni – blitz perpetrati alle tre di notte, l’ora in cui i cattivi abbassano la guardia –, processi. “Sequestro probatorio” per istigazione al suicidio, alla pedofilia e ad altre nefandezze. Nel 1997 una sentenza di inusuale buon senso, l’editore assolto. Il male inscenato risulta così lucidamente distaccato e realistico da produrre nient’altro che ripulsa, se non nelle menti in cui la perversione è aprioristicamente misura di tutto. Altri ricorsi e rappresaglie. Lunedì 21 gennaio 2002, in occasione del “DISSEQUESTRO”, la Topolin Edizioni attiva nello spazio autogestito de La Cueva, Milano, un luogo permanente di incontro tra produzioni eccedenti le righe, arti visive, design, pittura, illustrazione in cui il paradigma ontologico del rizoma diventa fattivo da semplice menata/flatus vocis. No art gallery, sperimentazione mediale, autogestione, underground. I promotori Jorge Vacca (Topolin) e Elicrisio, inaugurano il nuovo ambiente con la mostra Con arte e parte organizzata dall’agenzia Imago Dealer. La mostra è una collettiva di comics, illustrazione e design di Miguel Angel Martin, Giovanni Peritore, Dadà Di Donna, Maria Colino, Francesco Ciampi e PROG.

Quando si nomina la Topolin la conseguente formalizzazione associativa – il cervello sempre più una Macchina al servizio dell’Ovvio – è: FUMETTO. A me, privilegiato perché mai realmente posseduto fin nello stomaco da questa forma espressiva – quindi osservatore privo di conoscenze qualificate -, Topolin suona come chiave di volta per linguaggi cinestetici descriventi spesso dettagli dell’Altrove, per cose che stanno quasi sempre fuori dal mezzo in questione. Ognuno agisce come moltiplicatore di senso, è chiaro. Ed è proprio questo il misterioso appeal prospettico di queste tavole spesso Mute, “senza violenza e senza sesso”, come nel caso di Brian – l’impulso svincolato da ogni determinazione biologica – con la sua Eredità da spendere tra mostri. Ragioni dell’esistenza individuale compresse in pochi momenti di disperazione disincarnata, blu glauco.

Sentiamo che ci dice l’editore Jorge Vacca…

 
 

Joele: La violenza della televisione giornalistica non ha mai raggiunto tali livelli nella storia, senza che una penosa censura di parte calasse perentoriamente i suoi drappi. Sesso e violenza sono come potenti catalizzatori di cambiamento in quelle aree in cui è più urgente; secondo te come agiscono queste cose sulla massa a livello inconscio e neurale? Immaginazione contro il suicidio, presentificazione di zone rimosse…

Jorge: Non credo nella massicia prepotenza delle immagini come proposta di qualche cambiamento. Semmai, non hanno altro che un effetto anestetizzante su problemi più gravi e urgenti. La manipolazione delle informazioni e delle immagini connesse, somiglia sempre più alle produzioni Hollywoodiane. Quindi, l'effetto sull'inconscio collettivo risulta essere un prolungamento delle stesse emozioni cinematografiche. Dopo che sei uscito dal cinema, ti sei fumato una sigaretta e tornato a casa, già non ci pensi più a quello che "hai visto"... Oppure dobbiamo negare il fascino che ha creato vedere le due torri prima esplodere e poi crollare. Non a caso quelle immagini ce le hanno propinate per giorni, settimane, quotidianamente. L'immaginario si confonde col reale e viceversa... ma credo che dietro ogni fotogramma, ogni secondo di video ci sia un progetto ben preciso... e senza essere uno che crede in teorie cospirazioniste e cose del genere ormai è ovvio che il potere ha l'arma più convincente che sia mai stata creata: la manipolazione dell'immaginario collettivo. 1500 anni di religioni insegnano. L'immaginario televisivo non è altro che il suicidio dei pochi neuroni rimasti, anestesia della opinione, del dissenso, morte della ragione. Un culetto qui e uno là, parlano più che qualsiasi violenza. E la censura non fa altro che decontestualizzare la violenza dall’ambito semantico in cui fa riflettere, trapiantandola in un contesto in cui la si vuole mera rappresentazione propositiva di sé.

Joele: La tv è maestra di devianza, facendo moda delle perversioni popolari come la pedofilia, diventate buoni cliché dell’ora di pranzo… cosa sta accadendo, siamo in piena Decadenza?

Jorge: Non è la tv… piuttosto chi la fa, quelli che la utilizzano con uno scopo ben preciso, sono i cattivi maestri. La tv è un grande "istrumento", senza di essa non avremmo mai visto tanti grandi film del passato, non avremmo conosciuto con le "immagini" gran parte della storia contemporanea.Non è demonizzando la tv che si risolve qualcosa. Così come è sbagliato credere che Internet sia fonte dei grandi mali d'oggi. Se succede un incidente, non è mica dell’autostrada la colpa… La Tv come Internet sono strumenti nelle mani dei grandi signori de marketing, della manipolazione dei gusti e di tutto quello che essa comporta. Non penso che questo sia una decadenza, anzi siamo in un periodo molto interessante, di sviluppo e velocità. È dalla decadenza dell’Impero Romano che si sente dire questo... Ciò che è inevitabile è che questo "progresso" varrà sempre per i più privilegiati a discapito delle grandi masse. Ma facendo credere che il benessere sarà per tutti. Collettivizzando l'illusione, i potenti avranno maggiori consensi e perciò più guadagni, e la soglia di povertà crescerà a dismisura. La realtà argentina insegna.

Joele: A cosa guarda il fumetto?

Jorge: Credo che sempre più si allontani dalla realtà, e non è colpa del medium – il più intelligente e impegnativo oggi esistente - ma di chi lo fa. Negli ultimi anni non vedo che autobiografie patetiche con pretese poetiche per quanto riguarda il cosiddetto "fumetto d'autore", e credo che se uno guarda solo al proprio ombelico, racconta la sua propria sega mentale non possa incidere più di tanto su altre realtà. A me che cacchio mi frega delle tue menate "poetico-esistenziali", quando l'ipocrisia, la mediocrità e la stupidità prevalgono nei rapporti umani. Non è altro che smania di protagonismo, dell'essere "incompreso", dell'essere "diverso"… e io dovrei sentirmi identificato? Se il fumetto non prende una bella scossa resterà un medium per pochi iniziati che si guarderanno chi ce l’ha più lungo, quando invece la sua natura è popolare. Il fumetto è nazional popolare. È quel che è, e non puoi pretendere niente.

Joele: Che destino vedi per ”l’indipendente” in Italia? Subiamo giornalmente pantomime di pseudoautonomia, bacchettate da parte di gente che con leggerezza sgancia denari per i propri banners sulle riviste del Consenso Alternativo Nazionale, ma se si tratta di aiutare chi non ha una lira, svecchia le retoriche solfe filoanarchicoindipendentiste…

Jorge: Questo non te lo so ben dire, perché ogni realtà autonoma è a se stante e considera gli altri "indipendenti" un concorrente, più che un alleato. La realtà del mercato si manifesta in questa finzione chiamata "alternativa" "underground" "antagonista" "indipendente". Ma poi: indipendente da cosa? Noi non abbiamo né la pretesa né la presunzione di incasellarci in qualcuna di queste "etichette", siamo (in tono ironico) autenticamente decadenti. Per fortuna non ci è capitato di sganciare soldi per essere sulla cresta dell'onda, primo perché non ce li abbiamo, secondo perché non saprei chi considerare e chi no all’interno del cosiddetto Alternativo Nazionale. I nostri banners sono un po' qui e lì, più che altro per la collaborazione, per la sinergia con la gente che ci contatta, siano essi 99 Posse o la RAI, crediamo più nelle intenzioni che nelle etichette, nella sincerità più che nell'opportunismo. Per esempio, quando siamo stati nella merda, che più merda non si può, che gli avvocati pressavano per essere pagati, i tribunali chiedevano soldi, e i tipografi ecc… si è creato un movimento spontaneo di raccolta del vile denaro per aiutarci e a quello si sono aggiunti: Aldo Busi, Torazine, Malatempora, Tre Allegri Ragazzi Morti, Candida Tv, 99 Posse, Enrico Ghezzi, Asia argento, i CUT, Shake Edizioni, Julie's Haircut, Oliverio Toscani, il Comicon de Napoli, Elisa, il Centro Fumetto Andrea Pazienza, Sacha Ricci, tutti i disegnatori che hanno creato la mostra "Sovversivi" (tavole contro la censura) e tanti altri che dovrei ringraziare... voglio dire, gente che ha collaborato spontaneamente siano essi della scena "underground" o di quella "Ufficiale", oppure semplici lettori... E tutto questo senza retorica, al di là d'una lotta contro la censura.

Bastian: Accuse, sequestri, processi, colpevole, innocente, ecc. tutto sulla semplice questione di una pubblicazione fumettistica che, a ben valutare, non ha nulla di eccezionale confrontandola con le pubblicazioni realizzate ed edite negli anni '80 (per di più vietate solo ai minori di 16 anni!)... in conclusione, al riscontro di pubblicità per le Edizioni Topolin che risultato si è conseguito? E dopo questa storia, quali cambiamenti, se ve ne sono stati, si sono messi in atto per la selezione del materiale da pubblicare? Si modifiche o no modifiche, perché?

Jorge: Il risultato promozionale che abbiamo ricavato è stato più di 30 milioni di lire tra avvocati, tribunali, carte bollate, oltre i debiti che ci restano con i tipografi e con chi ci ha fatto le pellicole. Personalmente non credo che il gioco valesse la candela. Avrei preferito l'anonimato piuttosto che indebitarmi fino al collo per vendere mille copie in più, che di certo non risolvono la situazione. Un altro risultato pubblicitario è che i distributori e certi librai non vogliono distribuire e|o vendere le pubblicazioni Topolin per non toccare "argomenti delicati" (?!) e sai che se non si riesce ad essere distribuiti, si è proprio nella merda. Come saprai le nostre pubblicazioni non si trovano facilmente, ma questo è un'altra forma di censura molto più subdola che danneggia la nostra esistenza. "Psycho Pathia Sexualis" può piacere o no, ma quello non giustifica nessun sequestro preventivo per ben SETTE anni, ma neanche le perquisizioni subite nel 98 per "Brian the Brain", "Sesso: istruzioni per l'abuso" e una dozzina di originali che hanno lasciato ammuffire nelle cantine umide della questura. Purtroppo ho letto che nella produzione italiana anni ottanta come tu dici, c'erano le solite accondiscendenze verso il sesso, anche verso quello detto estremo, accondiscendenza oppure moralismo velato di trasgressione. Ovviamente esclusi Pazienza, Liberatore, Tamburini e Frigidaire, anche loro, a suo tempo vittime di persecuzioni, multe e sequestri. Il pregio o il difetto delle opere di Martin è l’amoralità, che non ti racconta la favoletta, questo è bene, questo è male... come un chirurgo, come un cronista ti racconta i fatti senza additivi addizionali. Il nostro motto è "Qualcuno deve pur fare il lavoro sporco" e perciò continuiamo a farlo sia nelle edizioni che su Internet. Il sito Topolin.IT è pieno di altre cose che ci interessano fuori del fumetto, Webart, Gallery, una webzine chiamata Il TOPO. Un sito ricco di contenuti e grafica che con la collaborazione di quel genialoide siculo di Giò Peritore, ogni giorno cresce e si ramifica più nel concettuale che sul fumetto. Per noi il fumetto è una scusa, un medium per mettere il dito nella piaga, per scavare nei meandri della realtà, sempre più televisiva, più virtuale che reale. I nostri fumetti non ti fanno fare sogni tranquilli, ti fanno riflettere, incazzare, indignare e lo facciamo apposta. E questo lavoro continua sul web, sulle nostre prossime pubblicazioni, con le collaborazioni professionali con il mondo della comunicazione, ma anche con La Cueva, la No-Art gallery che abbiamo appena aperto a Milano.

 


© 2001, 2014 SuccoAcido - All Rights Reserved
Reg. Court of Palermo (Italy) n°21, 19.10.2001
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Bibliography, links, notes:

pen: Joele Valenti & Gianluca Umiliacchi

 
 
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