Ho solo 25 anni, me ne mancano 5 per arrivare a 30, dicono che questi siano gli anni migliori per le donne, poi i marmocchi, la famiglia, il lavoro precario…
Un giorno ti svegli e decidi di fare lo scrittore.
Non è proprio così.
E lo scrittore lo vuoi fare davvero?
Un giorno ti svegli e ti accorgi che leggere e scrivere sono due cose che ti piacciono tantissimo.
A leggere hai imparato a scuola, a scrivere anche, ma non proprio.
Quando inizi a scrivere neanche ci pensi a fare lo scrittore. Scrivi quando hai voglia, ci provi.
Hai solo 16 anni, Lisa, e hai già smesso di sognare, oppure sognare sogni, ma non ti aspetti che niente si avveri. Una sorta di scudo per non soffrire, qualcosa che ti permette di non rimanere delusa.
Sei davvero convinta che sai scrivere? No che non lo sei. Finisci una cosa, la rileggi e sei soddisfatta, mentre il giorno dopo riesce a farti schifo e non sai cosa di bello ci avessi trovato prima.
Non sai come funziona, Editoria? Che significa? Ti butti nel mondo di quella che si chiamava Mail-art, iniziano intrecci di corrispondenze e incominci a capire che è inutile che sogni, che sei te che devi rimboccarti le maniche se vuoi che qualcuno legga le tue cose.
Non è che dal basso si arriva in alto. Non è così, non credo.
Perché vuoi che qualcuno legga le tue cose e ti dica sinceramente che ne pensa?
Il solo modo per migliorarsi, forse proprio perché la scrittura è la cosa che più ti interessa al mondo e, veramente, ma veramente veramente, vorresti scrivere qualcosa di bello e non bello perché piace, ma bello perché bello bello.
La mail-art, le piccole distribuzioni, la scoperta di quella che si chiama AUTOPRODUZIONE.
Sono solo fotocopie spillate insieme, ma tu ci credi e le fai, fai un sacco di raccoltine e le spedisci, le scambi con materiale sonoro, con altre autoproduzioni, con qualche rivista, prepari tanti pacchetti e spedisci. Ancora internet non significava niente, non ce lo aveva nessuno e si leggeva solo la carta.
Qualche nuovo contatto, qualche amico e alcune tue poesie finiscono fra le pagine di piccole fanzine, una fanzine tira l’altra e con il tempo, mentre la tua scrittura cresce ti vedi accettare qualcosa anche dalle riviste.
Niente di mastodontico, figuriamoci.
E i soldi?
Non crederete mica che così si facciano soldi, magari se ne spendono.
Internet diventa un mostro gigantesco e tu timidamente ti affacci e ti trovi costretta ad ammettere che l’era dell’autoproduzione non esiste più. Pubblichi delle cose su diversi siti, ma senti che la soddisfazione non è la stessa, che quelle cose sono lì intrappolate fra milioni di altre, che adesso ci sono, che le puoi vedere senza toccarle, ma che domani, ci saranno ancora?
Sul tuo si, però. Il tuo url è tuo e non te lo tocca nessuno!
I racconti che scrivi aumentano, e cerchi di lavorare sul tuo linguaggio che ti sembra sempre troppo legato… un racconto più un racconto, più un racconto, alla fine scrivi "Insomnia", quello che tu chiami il tuo primo romanzo, quello che viene scambiato per una raccolta di racconti, ma non è proprio così… nelle raccolte di racconti i personaggi mica si incontrano, mentre tu lasci che qualcuno si incontri, si scontri, si ami e si odi.
Lo mandi a leggere ad un paio di amici di cui ti fidi e ti dicono che è valido, che dovresti mandarlo alle case editrici, ma non quelle a pagamento.
Quelle no, le hai già conosciute, anche se non hanno avuto i tuoi soldi, sai bene come funzionano… hai amici che hanno già sbagliato, pagando dai 1800 euro in su, per ritrovarsi qualche copia in casa da regalare agli amici, mentre le altre, bo… copie fantasma?
Tu monti il manoscritto, lo leggi almeno mille volte, ti fai disegnare la copertina da Oscar Celestini, e lo mandi, lo mandi, lo mandi… dai sei ai nove mesi, ti dicono, ci vogliono per leggere un manoscritto. Aspetti sei mesi, sette mesi e delle venti case editrici a cui l’hai mandato ricevi solo poche risposte.
Una piccoletta ti dice che fino all’ultimo era indecisa e poi ha preferito di no, ma è sicura che troverai qualcosa, crede davvero che ci sia qualcuno che possa essere interessato.
Una bella casa editrice ti risponde che no, non te lo pubblicano anche se delle parti sono piaciute, altre proprio no, sono ancora immature. E ti fa piacere, ma un piacere enorme ricevere finalmente una critica invece della stessa lettera prestampata con scritto che il tuo manoscritto non corrisponde alla linea editoriale della casa editrice.
Rimangono le ultime due possibilità. Spedisci. Una ti risponde che te lo vorrebbe pubblicare e quasi riesci a sorridere. È piccola piccola e dovrai un po’ rimboccarti le maniche.
Non sono mai stata fortunata nel gioco…
Ho solo 25 anni, me ne mancano 5 per arrivare a 30, dicono che questi siano gli anni migliori per le donne, poi i marmocchi, la famiglia, il lavoro precario…
Chiudi gli occhi
Li riapri
E sei già in menopausa.
p.s. - Oggi mi è arrivata una rivista meridionale che fa una proposta super, devi solo sganciare 200 euro per comparire in una antologia, 200 euro per 3 pagine, però assicurano che ci sarà un’adeguata selezione… Che dite? Partecipo? Ne vale SICURAMENTE la pena.
Sapete mica come si costruisce una bomba carta?
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